Catetere edemi versamento polmoni

Buonasera, espongo il caso di mio padre. L’anziano padre, di anni 87, affetto da lungo tempo da ipertrofia prostatica trattata con mittoval e avodart (?) senza che nel tempo ci sia stato aggravamento, e da insufficienza renale in anemia mielodisplastica (irc b3 con creatinina tra 1.50 e, raramente, 1.90) cateterizzato dopo un intervento per l’impianto di endoprotesi femorale recuperò immediatamente circa la capacità di evacuare la vescica spontaneamente e quella di muoversi, ma purtroppo problemi a livello cardiaco (in soggetto già da tempo sottoposto a impianto di valvola biologica aortica), presentatisi forse già in fase di ricovero e non affrontati nella maniera dovuta, hanno avuto come esito un quadro di fibrillazione atriale, successivo aumento della sezione sinistra del cuore e scompenso cronico congestizio, con versamento pleurico destro, per il quale è stato ricoverato due volte in un ospedale; nell’ultimo ricovero, durato dal 26 febbraio all’8 marzo, dal quale è uscito in condizioni ben peggiori rispetto a quelle di ingresso (intensa dispnea, scomparsa quasi totale della capacità di camminare, limitatissima assunzione di cibo, senza che ci siano stati resi noti i risultati degli esami fatti), è stato assoggettato a trattamento diuretico e cateterizzato, e poi in pratica abbandonato al suo destino per condizioni definite terminali. Il catetere è stato tolto solo pochi minuti prima dell’uscita, dopodiché l’anziano padre è stato un giorno senza fare pipì. Inserito il catetere, dopo un periodo tre giorni, durante i quali è stato prossimo alla fine (credo per terapie poco adeguate, che sono state sospese), adesso si è ripreso: la respirazione è regolare e di solito senza dispnea, è presente e abbastanza sveglio, ha ripreso a mangiare, e ha scaricato molti liquidi; sembra stare bene in rapporto alla patologia;non è chiaro se abbia contratto un’infezione (era già colonizzato da e.coli) da sabato scorso, che si sarebbe manifestata con forte tremito e brividi, sebbene senza febbre significativa: secondo il medico di guardia quello sarebbe stato il quadro dell’infezione da catetere, mentre per il medico curante questa diagnosi delle guardie non merita considerazione; comunque sia, in questi giorni assume rocefin i.m.; nelle urine che scorrono si vedono ora frammenti di muco rosa e, più raramente, piccoli coaguli di sangue. Io vorrei liberarlo almeno dalla protesi che lo ostacola nei suoi limitati movimenti peggiorando molto una qualità della vita già compromessa. A letto, spesso si dimentica di avere il catetere, e dice che deve essere aiutato ad alzarsi per fare pipì. Potrei tentare di fargli togliere il catetere? e questo tentativo può riuscire o può provocare un aggravamento della situazione di mio padre, vista la necessità di smaltire i liquidi del versamento pleurico e degli edemi agli arti inferiori, e l’ipertrofia prostatica, il cui trattamento, in ospedale, è stato inspiegabilmente interrotto? Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
La situazione è evidentemente molto complessa. La gestione urologica in questo momento non può avere alcun fine curativo, ma solo il cercare di mantere l'aspetto "idraulco" il più efficiente possibile. Dirremmo quindi che il catetere a permaneza sia obiettivamente l'unico compromesso accettabile. Abbiamo già avuto riprova che la minzione spontanea non riprende, un ulteriore tentativo non è vietato, ma le possibilità di un risultato positivo sono davvero minime. Senza contare che l'eventuale controllo della mizione sarebbe difficoltoso (vedi uso di pannoloni, macerazione cutanea, alzate notturne, rischio di cadute). Il mantenimento del catetere porta ovviamente con sè il rischio di inevitabili problemi infettivi e la presenza di urine di aspetto irregolare. Situazioni cui si può far fronte con l'antibiotico (ma solo in caso di febbre) ed inducendo il sogggetto a bere - per quanto possibile. Si deve però tener ben presente che si tratta comunque di un compromesso, ma obittivamente il minore dei mali.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
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Utente
Grazie per la celere risposta. Per mio padre non dormire la notte perché non sa dove fare pipì, perché non ha il suo recipiente a portata di mano ed è malfermo è un problema, e non solo per lui; anche di giorno si pone la questione, ma non siamo a letto ed è meno difficile convincerlo a "mollare". Credo di dover tentare, anche con pallide prospettive di successo, ma non so quale possa essere il momento giusto, considerato anche che siamo costretti, a causa dell'alto livello della creatinina, a decrementare il dosaggio della furosemide, e che dobbiamo controllare le quantità di liquidi smaltiti; temo poi che il disinserimento e il successivo inserimento a distanza di poco tempo, nel caso si renda necessario, sia per lui un inutile aggravio del disagio. Grazie
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Utente
Utente
Egregio Dottore, ho fatto togliere il catetere lo scorso giovedì e la minzione è ripresa dopo quattro ore, prima di quanto potessimo sperare nel migliore dei casi, con il solito deflusso; poi è seguito gonfiore; da un paio di giorni però la minzione è divenuta molto scarsa; il vecchio padre dice di voler urinare ma non riesce che a far uscire poco -è anche vero che rifiuta di bere, e non si riesce a fargli bere che due o tre cucchiaini d'acqua; assume dei liquidi mangiando e con la colazione, ma di bere non ne vuole proprio sapere (forse perché intanto, con la riduzione della furosemide a 75 mg i liquidi nei polmoni sono aumentati?). Questo contesto (avversione per le bevande a parte e e versamento) può essere in qualche modo connesso alla rimozione del catetere? Che cosa potremmo fare? Quello che non posso fare è rivolgermi al medico curante che "si è dimenticato" di quest'uomo e, insomma, è latitante, pertanto le sarei molto grata se potesse darmi un qualche dissimulato suggerimento-
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 17
Per valutare se la vescica non si svuota, oppure semplicemente è la diuresi ad essere contratta per disidratazione è sufficiente la mano del medico (non necessariamente dello specialista) sulla pancia del soggetto. Tutto qui.
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Grazie!
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