Seconda recidiva varicocele e seconda embolizzazione

Buongiorno.

Riassumo la mia storia in modo schematico in quanto affetto da varicocele sintomatico da lunga data.

  • all'età di anni 28 post comparsa sintomatologia algica poi imputata a mezzo doppler a varicocele SX di 2 grado, vengo operato tramite legatura alta (Ivanissevich). Il dolore scompare nell'arco di mesi 12.
  • 17 anni dopo, in seguito a sollevamento da terra di carichi importanti, si ripresenta la patologia ed i suoi sintomi. Confermato con altro doppler vengo poi sottoposto ad embolizzazione con sola spirale (accesso brachiale) che trombizza la spermatica refluente e risolve nuovamente la sintomatologia nell'arco di mesi 6.
  • Tre anni dopo la prima embolizzazione altra recidiva causata sempre da sforzi fisici obbiettivamente elevati. Nuovo doppler, nuova conferma di recidiva e nuova embolizzazione nello stesso centro in cui avevo tre anni prima eseguito la prima.

Oggi a distanza di un mese dall'intervento la sintomatologia algica ancora mi attanaglia, nonostante il doppler di controllo post operatorio abbia confermato l'assenza di reflusso.

In particolare i miei dubbi sorgono dai siti in cui la dolenzia si irradia: in particolare nel rene (ora meno), zona basso addome sinistra e interno coscia sinistra oltre che ovviamente ancora il testicolo.

Eseguita ecografia renale, non sono stati riscontrati calcoli o problemi di altra natura. Nessun disturbo minzionale ne eiaculatorio. Insomma solo il varicocele appena operato.

La mia domanda in conclusione: può un'embolizzazione per qualche mese postumo all'intervento generare tali sintomi?

Purtroppo la patologia ha un tasso di recidiva importante, ma dopo una legatura e ben due embolizzazioni, suppongo che oramai il peggio sia alle spalle.

Eppure in giorni in cui sono particolarmente teso / stanco sento ancora un bel fastidio.

Attendo una vostra gentile risposta in quanto ammetto di essere una persona ansiosa, specialmente in casi (pur non gravi) da zona grigia come quello premenzionato.

Grazie.

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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Dalla sua descrizione ci apre di capire che i due interventi di embolizzazione siano stati eseguiti con tecnica endovascolare da un radiologo. Forse anche il primo intervento è stato eseguito da un chirurgo generale, poiché la legatura "alta" sec. Ivanissevich non è abituale per noi urologi proprio perché espone a più elevato rischio di recidive. In pratica ci troviamo qui a giudicare su interventi eseguiti con indicazioni e tecniche per noi non abituali. D'ogni modo, è abbastanza comune che nel periodo successivo agli interventi per varicocele persista una fastidiosa tensione a livello testicolare, dovuta ad una sorta di congestione, visto che il flusso sanguigno venoso deve trovare altre strade (circoli collaterali) essendo stata interrotta la via principale. D'ogni modo, se i disturbi persistono, le consigliamo di sottoposi alla visita diretta di un nostro Collega specialista in urologia.

Il dott. Ivanissevich, di nazionalità argentina nonostante il cognome slavo, oltre ad aver dato il nome ad un intervento chirurgico molto comune è ricordato anche per essere stato il ministro della sanità ai tempi della dittatura di Juan Peron.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie della spiegazione Dott. Piana.

Comprendendo perfettamente che il mio caso non investe le sue competenze dirette, approfitto ancora delle stesse però in quanto di certo ampiamente superiori alle mie.

Il doppler eseguito due settimane fa, ha dato esito negativo relativamente al reflusso. In pratica tanto per darle un quadro completo della situazione attuale, ho sempre avuto una variante anatomica con una spermatica ramificata. Tralasciando Ivanissech con la prima embolizzazione si è chiuso il ramo inizialmente refluente localizzato con flebografia, mentre con l'ultima embolizzazione gli altri divenuti refluenti in un secondo tempo causa eccessivi sforzi di tipo esplosivo (pratica sportiva). Siamo quindi davanti ad un successo tecnico completo e le cose, anche se lentamente, devo ammettere stanno migliorando. Essendo un soggetto ansioso però, finchè permarrà la sintomatologia benchè sfumata, sò che permarrà anche la preoccupazione che qualcosa sia andato storto ma questo è un altro problema ovviamente per il quale non nascondo mi è stato "suggerito" di prendere qualche goccia di Xanax al bisogno. La domanda ultima che le rivolgo è invece questa. Mi è stato detto che nonostante il varicocele per sua natura possa recidivare ulteriormente, la (potenziale) recidiva a forza di embolizzazioni e con l'avanzare dell'età tenderà ad essere praticamente asintomatica. Questa affermazione mi pare avere una sua logica, perchè a forza di chiudere (embolizzare) vene, unitamente al fatto che fisicamente si tende invecchiando a forzare di meno lato sforzi, ci può stare. Io però ho 46 anni e prima di "gettare la spugna" mi passi il francesismo, ne vedo (spero) tanta di strada ancora davanti. Non si potrebbe quindi nel caso di una malaugurata nuova recidiva, andare a rimuovere (asportare) chirurgicamente parte del plesso pampiniforme ectasico, invece che agire "solo" sul reflusso a monte. Banalmente il ragionamento che ha già compreso è: se tolgo la strada le macchine non passano più ma se metto solo un cartello non ho garanzie a lungo termine che qualcuno non possa scavalcarlo. Perdoni l'igenuità della domanda e dell'esempio ma dopo un escursus come quello del sottoscritto (tre interventi e mesi di dolori e doloretti prima e dopo gli stessi per riprendersi completamente), anche se mi è stato detto che c'è chi ha ampiamente battuto tale performance, uno certe domante comincia a porsele.
Attendo suo gentile riscontro, ringraziandola fin d'ora.