Ematuria macroscopica

Salve, richiedo un consulto per mio padre, 80enne.
Da circa 6 mesi è costretto ad utilizzare costantemente un catatere a causa della difficoltà ad urinare, spesso per la presenza di sangue e coaguli nelle urine.
Il sangue è dovuto a dei tessuti rovinati a seguito di sedute di radioterapia eseguite dopo un intervento alla prostata (10 anni fa).
Ad agosto 2021 ha inoltre eseguito un intervento per pulire i tessuti rovinati con la speranza di migliorare la situazione, che era ancora sostenibile, che però non è cambiata.
Anzi il catetere ormai è fisso e sono aumentati i casi di richiesta di intervento al pronto soccorso per dolori ed ostruzione del catetere (alcuni di questi richiedono anche il ricovero per eseguire lavaggi continui con cateteri più grandi a tre uscite).
Il problema del sanguinamento è inoltre accentuato dall'assunzione dell'anticoagulante, xarelto/eparina prescritto dal cardiologo a causa della fibrillazione e di valvole cardiache sostituite nel 2019.
A questo punto nessun medico, né urologo né cardiologo, propone soluzioni per cercare almeno di alleviare il disagio.
Esistono altre strade che è possibile percorrere?
Un medico dell'ospedale durante una visita ha parlato di instillazioni di nitrato d'argento.
Si potrebbe fare un tentativo?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
La difficoltà nel trattare queste situazioni di cistite da raggi (o attìnica) è confermata dalle numerosissime terapie proposte, con somministrazione di farmaci e sostanze varie, perlopiù per instillazione (ovvero lavaggio) della vescica. Alcune di queste pratiche hanno oggi un significato perlopiù solo storico, come l’uso di formalina, idrossido di alluminio, nitrato d’argento ed altri. Il ruolo di queste sostanze era quello di indurre una sotta di coagulazione del tessuto, con conseguente riduzione del sanguinamento. Purtroppo l’efficacia ridotta ed i possibili effetti collaterali hanno spinto la ricerca a trovare delle soluzioni migliori, che oggi sono rappresentate dalla terapia con acido ialuronico (somministrato sia per via orale che per instillazione vescicale) o l’esposizione all’ossigeno ad elevata pressione (iperbarico).

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottore,
la ringrazio per la cortese e chiarissima risposta. Non avendo ricevuto finora ulteriori indicazioni dai medici che attualmente seguono mio padre nelle cure urologiche, dovrò capire la strada da percorrere, cosa chiedere o a chi rivolgermi, anche solo per tentare una strada che possa migliorare la situazione o quantomeno rallentare un peggioramento. Per questo motivo le chiedo se generalmente, in un caso come quello che le ho descritto, come primo passo è consigliabile procedere con una terapia a base di acido ialuronico (anche con lavaggi)? Mentre per quanto riguarda la terapia in camera iperbarica è possibile prenderla in considerazione anche per un soggetto in età avanzata?

Grazie
Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
E' impossibile dare consigli precisi a distanza, tra l'altro relativamente a situazioni di cui da molto tempo non ci siamo più occupati in prima persona. Le instillazioni di acido ialuronico vengono effettuate con assai maggiore frequenza per le cistiti croniche femminili, pertanto immaginiamo che siano una pratica più frequente in strutture che si occupano di urologia funzionale, neuro-urologia o simili. La terapia iperbarica viene invece gestita in centri appositi, dove immaginiamo si seguano dei protocolli definiti, posto che si tratti di indicazioni abbastanza rare.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it