Bruciore forte quando finisco di urinare

Salve,
Cerco di sintetizzare la mia storia.

Dal 1.01.
23 accuso un forte bruciore quando finisco di urinare, attribuendolo ad una banale cistite.
Il medico mi prescrive cefixoral ma dopo 2 esatte settimane il problema si ripresenta, più forte e anche con qualche piccola traccia rosa.
Faccio analisi urine con urinocoltura (avevo i leucociti alti) ma da urinocoltura non risulta nulla.
Prendo ciproxin sempre sotto consiglio del mio medico.
I primi di febbraio dopo due esatte settimane di nuovo la medesima cosa.
Vado da un ginecologo il quale sostiene che io non sappia usare il pavimento pelvico, ecco la causa delle mie recidivanti è mai avute prima cistiti.
Rifaccio analisi delle urine con urinocoltura da cui, questa volta, risulta escherichia coli.
Prendo il monuril è così sono stata bene per un mese abbondante.
Dopo di che a metà marzo, per aver bevuto leggermente meno, rispetto al mio solito, torna di nuovo questo forte bruciore, che passa bevendo due litri di acqua in autonomia.
Ad aprile decido di rivolgermi ad un urologo avendo il sospetto che si potesse trattare di un disturbo urologico e non ginecologico.
L’urologo senza visitarmi mi prescrive una cura a base di d mannosio (urixana) e mi dice che se non passa o se torna anche con questa avrei dovuto fare tampone uretrale, esame citologico Urine, urinocoltura con ricerca di micoplasmi, clamidia.
finita la cura, dopo qualche settimana dalla fine della cura, torna di nuovo questo enorme fastidio.
Vado dal ginecologo che mi fa ozonoterapia e mi dice che ho l’uretra molto infiammata.
Nel frattempo oggi ho fatto analisi delle urine specifiche per micoplasmi clamidia e ho fatto fare anche al mio compagno.
Ieri stavo meglio, oggi a lavoro, avendo bevuto un po’ meno rispetto a ieri ho un bruciore allucinante (anche sopra il clitoride ma internamente).
Sono sfinita da questa storia che va avanti da gennaio senza una spiegazione e sono molto preoccupata.
Attendo un vostro parere
Grazie a chi voglia aiutarmi
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
I batteri coinvolti nelle cistiti della femmina in età fertile sono praticamente sempre provenienti dal proprio intestino, rispecchiando una funzione spesso discutibile con alterazione della flora batterica residente (microbiòta). E' indispensabile agire anche e soprattutto su questo versante, altrimenti gli episodi di cistite saranno inesorabilmente destinati a ripetersi.
Per il resto dei suoi attuali disturbi, a distanza e senzauna valutazione dire tta, non è possibile esprimere un giudizio fondato. Assumere qualche semplice antidolorifico può comunque servire anche ad indirizzare la diagnosi.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottore,
Dalle analisi delle urine è emerso escherichia coli carica 1.000.000
Cosa che era già successa a febbraio. Leucociti molto alti, presenza di emoglobina ed eritrociti.
Ho già preso cefixoral a gennaio e ciproxin a febbraio ( ero molto sensibile ad entrambi e nessuno dei due ha fatto nulla). Il ginecologo mi dice di prendere solamente integratore UROIAL e CRISPACT.
La ricerca di micoplasmi, clamidia e gonorrea è risultata negativa. Mi hanno detto l’assenza di questi batteri si conclama solamente con tampone uretrale e che l’esame delle urine in merito non è molto attendibile.
Perciò mi consiglia comunque una visita urologica? O comunque di andare da un gastroenterologo? Non capisco come si contrae L’escherichia coli. Mah, sono molto affranta. Attendo un Suo parere
Cordialità
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
I disturbi urinari sono di competenza dello specialista in urologia, in particolare quando si tratta di episodi ripetuti. Pertanto la visita diretta di un nostro Collega è senz'altro consigliabile. Dl nostro punto di vista, il tampone uretrale nella femmina è generalmente inutile, perché per la brevità dell'uretra e la assoluta prossimità con l'area peri-anale vi è una cospicua possibilità di contaminazione da batteri intestinali presenti in superficie con falsa positività e rischio di sviare l'indirizzo terapeutico corretto. Pertanto meglio basarsi sull'urocoltura ed il sedimento dell'esame delle urine.
Di E. Coli nell'intestino ce ne sono normalmentea a miliardi, il problema sorge quando si selezionano ceppi aggressivi e resistenti, questo accade principalmente quando la funzione intestinale è discutibile oper vari motivi sono stati somministrati ripetutamente antibiotici aggressivi. La valutazione gastro-enterologica e - ancor di più - dietetio/nutrizionale è altresì consigliabile, perché con l'approccio emprirco quasi mai si riesce ad ottenere un buon risultato.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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