Tumore vescica - sospetta formazione secondaria al polmone
Salve
Mio padre nel 2012 ha avuto un timore alla vescica (T2 , G2/3) e ha subito una cistectomia radicale con asportazione della prostata. Fin qui tutto "bene".
A distanza di 3 anni (4-6-2015) la TAC ha rilevato la comparsa nel territorio del segmento superiore del lobo polmonare inferiore sn di una formazione ovalare di ca. 12.5mm di sospetta natura secondaria. (le TAC precedenti non avevano mai rilevato nulla)
Dopo la TAC abbiamo ha effettuato anche la PET la quale ha confermato la presenza di un accumulo di tracciante nella lesione pericentimetrica subpleurica nel segmento superiore del lobo inferiore del polmone sinistro (SUV ma 6.0). Conclusione: La lesione polmonare sinistra nota è dotata di una significativa attività metabolica: la sua natura secondaria è possibile. Compatibilmente con la risoluzione della tecnica (circa 5 mm) non sono stati identificati altri elementi patologici di rilievo nei distratti corporei esaminati.
I medici che seguono mio padre (urologia e chirurgo toracico) sono in fase di studio e dovrebbero farci sapere qualcosa a giorni.
Vorrei sapere quale approccio di intervento consiglierebbe (intervento, chemioterapia o altro); la paura è sempre quella del rischio di una diffusione a causa di un intervento chirurgico magari evitabile...
Se ci sono differenze di approccio in caso non fosse di natura secondaria, cosa che continuo a sperare in quanto mi sembra strano che se è entrato in circolo abbia sviluppato solo questa piccola neoformazione.
La ringrazio per l'attenzione e nell'attesa di una spero celere risposta le porgo distinti saluti.
Mio padre nel 2012 ha avuto un timore alla vescica (T2 , G2/3) e ha subito una cistectomia radicale con asportazione della prostata. Fin qui tutto "bene".
A distanza di 3 anni (4-6-2015) la TAC ha rilevato la comparsa nel territorio del segmento superiore del lobo polmonare inferiore sn di una formazione ovalare di ca. 12.5mm di sospetta natura secondaria. (le TAC precedenti non avevano mai rilevato nulla)
Dopo la TAC abbiamo ha effettuato anche la PET la quale ha confermato la presenza di un accumulo di tracciante nella lesione pericentimetrica subpleurica nel segmento superiore del lobo inferiore del polmone sinistro (SUV ma 6.0). Conclusione: La lesione polmonare sinistra nota è dotata di una significativa attività metabolica: la sua natura secondaria è possibile. Compatibilmente con la risoluzione della tecnica (circa 5 mm) non sono stati identificati altri elementi patologici di rilievo nei distratti corporei esaminati.
I medici che seguono mio padre (urologia e chirurgo toracico) sono in fase di studio e dovrebbero farci sapere qualcosa a giorni.
Vorrei sapere quale approccio di intervento consiglierebbe (intervento, chemioterapia o altro); la paura è sempre quella del rischio di una diffusione a causa di un intervento chirurgico magari evitabile...
Se ci sono differenze di approccio in caso non fosse di natura secondaria, cosa che continuo a sperare in quanto mi sembra strano che se è entrato in circolo abbia sviluppato solo questa piccola neoformazione.
La ringrazio per l'attenzione e nell'attesa di una spero celere risposta le porgo distinti saluti.
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Nel caso di papà l'asportazione chirurgica mininvasiva mediante VATS trova indicazione assoluta. Eventualmente dopo l'intervento l'oncologo potrà decidere se procedere con trattamento chemioterapiche.
Prof. Claudio Andreetti
Divisione di Chirurgia Toracica
Ospedale Sant'Andrea Roma
[#2]
Utente
La Ringrazio molto per la tempestiva risposta.
Proprio oggi abbiamo avuto il consulto con il chirurgo toracico e ho ricevuto conferma della metodologia da usare - ovviamente non ho detto di aver ricevuto un parere medico ma solo di avere fatto ricerche personali - L'unica cosa che non mi è piaciuta è che la dottoressa ha parlato dell'eventualità di un intervento di asportazione totale del lobo attraverso intervento diciamo "classico". A quanto pare sono ancora in dubbio sul considerare la lesione come secondaria o primaria. Io ho espresso la speranza della scelta di un'intervento tramite VATS perchè meno invasivo. Che dire,speriamo...
Proprio oggi abbiamo avuto il consulto con il chirurgo toracico e ho ricevuto conferma della metodologia da usare - ovviamente non ho detto di aver ricevuto un parere medico ma solo di avere fatto ricerche personali - L'unica cosa che non mi è piaciuta è che la dottoressa ha parlato dell'eventualità di un intervento di asportazione totale del lobo attraverso intervento diciamo "classico". A quanto pare sono ancora in dubbio sul considerare la lesione come secondaria o primaria. Io ho espresso la speranza della scelta di un'intervento tramite VATS perchè meno invasivo. Che dire,speriamo...
[#4]
Utente
Salve. Dott. Angeletti
Mio padre è stato operato tramite VATS (ho spinto tanto).Questo il 28 luglio. Ora è arrivato l'istologico. La resezione effettuata misura 4,8x2x1. Il reperto macroscopico è un nodulo di adenocarcinoma solido di ca. 1cm (nella pet misurava 6mm). La natura secondaria è data come molto probabile per via della proliferazione in lamine solide coerente con l'origine utroteliale. E' stato asportato anche un frammento linfonodale con artefatti da schiacciamento. dalle indagini speciali (p40, ck7, ck34 positivi) si evince che si tratta di un tipo squamoso. Ora ritorna il mio dubbio iniziale della terapia adiuvante. Secondo me era ila caso di farla già dopo il primo intervento alla vescica (forse la metastasi non si presentava...). Ora spero che la facciano perché ovviamente la mia paura è la possibilità di sviluppo di altre metastasi e/o la presenza di micro metastasi non rilevabili. Ho letto che la chemioterapia adiuvante si fa proprio nei casi post operatori, anche che non presentano evidenze. Lei cosa ne pensa?
Mio padre è stato operato tramite VATS (ho spinto tanto).Questo il 28 luglio. Ora è arrivato l'istologico. La resezione effettuata misura 4,8x2x1. Il reperto macroscopico è un nodulo di adenocarcinoma solido di ca. 1cm (nella pet misurava 6mm). La natura secondaria è data come molto probabile per via della proliferazione in lamine solide coerente con l'origine utroteliale. E' stato asportato anche un frammento linfonodale con artefatti da schiacciamento. dalle indagini speciali (p40, ck7, ck34 positivi) si evince che si tratta di un tipo squamoso. Ora ritorna il mio dubbio iniziale della terapia adiuvante. Secondo me era ila caso di farla già dopo il primo intervento alla vescica (forse la metastasi non si presentava...). Ora spero che la facciano perché ovviamente la mia paura è la possibilità di sviluppo di altre metastasi e/o la presenza di micro metastasi non rilevabili. Ho letto che la chemioterapia adiuvante si fa proprio nei casi post operatori, anche che non presentano evidenze. Lei cosa ne pensa?
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 9.6k visite dal 01/07/2015.
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