Iperacusia e acufeni

Buonasera,

da circa un mese soffro di acufeni.

Dopo una lunga sessione di lavoro in uno studio di registrazione e facendo una visita otorinolaringoiatria mi ha rivelato un trauma acustico sui 6000hz.

Ho fatto una terapia con cortisone 1 settimana e contemporaneamente Vessel per circa 3 settimane.
Nessun cambiamento.

Noto che gli acufeni cambiano di frequenza e intensità, sono dovuto ricorrere ad ansiolitici dopo 3 settimane perché gli acufeni erano talmente forti da portarmi ad avere attacchi di panico e insonnia.

Di conseguenza mi sono consultato con uno gnatologo che ha concluso dicendo che ho un problema temporomandibolare, dato che la mia apertura della bocca era limitata e le mascelle mi facevano male.
Nessun problema alle articolazioni, ma pare sia un problema muscolare, che si irradia alla cervicale, collo, schiena.

In pratica i miei muscoli sono tesi anche a riposo.

Fortunatamente gli acufeni sembrano molto meno intensi in questo periodo, soprattutto la mattina, che anzi che presentarsi come fischi, si presentano come fruscii molto bassi di volume e frequenza e sono anche molto meno percettibili, però poi tornare più intensi e cambiare tonalità durante il giorno.

Quello che non capisco è come mai a volte soffro di iperacusia mentre in altri momenti il problema non sembra presentarsi per poi comparire nuovamente, può essere dovuto dagli acufeni?

Grazie infinite in anticipo.
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile Paziente, l'acufene è un problema che, quando insorge , viene sottovalutato: all’inizio spesso concede ampie remissioni spontanee, il paziente è portato a credere che passi da solo .
Purtroppo , una brutta volta, non passa più, e diventa un problema serio.
Credo che quello che dicono i Colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioé che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento.
Vale forse la pena di prendere in considerazione anche una possibilità spesso trascurata.
L'acufene può essere un sintomo di una disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) : se infila i suoi mignoli nei meati acustici esterni con i polpastrelli verso l’avanti, e muove la mandibola (vedi foto), si renderà conto dell'intimo rapporto fra Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) e orecchio, e di come tale rapporto possa essere potenzialmente traumatico, a seconda che lo stop determinato dall'intercuspidazione dentaria fermi la rotazione all’indietro che il condilo compie quando si chiude la bocca. Questo infatti può avvenire correttamente se il morso è normale, o troppo tardi se il morso è profondo o la mandibola è all’indietro (retrusa). Quando la mandibola è biretrusa il problema tende ad essere bilaterale, quando é (o è anche) laterodeviata, il problema è monolaterale o prevalente da un lato.
Il conflitto con il condilo mandibolare può riguardare anche la Tromba di Eustachio, e partecipare a sostenere il problema anche per questa via. .Purtroppo l'acufene, se non la tomba, è di certo la bestia nera non solo degli Otorinolaringoiatri, ma anche dei dentisti che si occupano di ATM, perché individua un punto di probabile non ritorno di questo aspetto della disfunzione ATM. Anche se l'acufene è monosintomatico , di solito il discorso non vale: è difficile che la disfunzione ATM provochi SOLO un acufene e non altri sintomi.
La invito quindi a considerare se compaiono anche altri sintomi di disfunzione ATM (cefalea, cervicalgia, dolore auricolare e all'ATM, rumori articolari con i movimenti della mandibola, vertigini, russare notturno con apnee, ostruzione nasale ecc.), e di valutare la qualità dell'acufene: costante o con momenti di silenzio, intensità sempre uguale o variabile, tempo di insorgenza . Tenga infine presente che il trattamento prevede l’applicazione di una placca intraorale di riposizionamento mandibolare, opportunamente conformata ad hoc, simile ad un bite, da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) per un tempo congruo a poter trarre qualche conclusione sull’efficacia di questo trattamento (almeno 6 mesi, ma per l’acufene può essere necessario più tempo). In questi casi è importante valutare il risultato della terapia sugli altri sintomi eventualmente riferiti, in particolare vertigini, cefalea, cervicalgia, russare notturno.
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (trova il link qui sotto la mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie dell’Orecchio e, leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri.
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1348-acufeni-disfunzioni-articolazione-temporo-mandibolare-atm.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/2492-il-prurito-auricolare-cronico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1898-ceruminosi-tappo-cerume.html

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

[#2]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
"Bite da portarsi 24 ore al giorno (pasti esclusi) ".

Questa è l'opinione personale del valente collega dr. Bernkopf, valida per la sua metodica di lavoro con il dispositico che allestisce lui.
Tanti altri professionisti seguono metodiche terapeutiche differenti con ottimi successi allestendo bite diversamente conformati da indossare solo la notte.

L'opinione del collega non può essere in alcun modo essere interpretata come regola:
"il trattamento prevede (...) da portarsi 24 ore al giorno", perchè regola non è ma solo opinione personale valida per la sua metodica di lavoro con i suoi bite.

Ulteriore nota per la comprensione dei termini: OGNI PLACCA APPLICATA IN BOCCA (che non sia una contenzione ortodontica) E' UN BITE; una placca di riposizionamento mandibolare è un bite a tutti gli effetti.
Una placca di svincolo è un tipo diverso di bite.
I modificatori di funzione "con gli alettoni" che spesso allestisco sono bite a tutti gli effetti diversi dai primi due.

Detto questo, si affidi con fiducia al professionista che la sta seguendo: l'apertura limitata e la tensione anche a riposo, pur senza visitarla, fa pensare ad un problema muscolare più che articolare, e probabilmente il collega ligure ci ha visto giusto.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista 4.2k 73 73
Gentile utente, il collega dice che si devono portare per 24 ore, perché i suoi bite sono più bassi ed aggiunge: "Quello gnatologico è un campo molto fumoso, con poche o nulle certezze scientifiche....." https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/9059-quale-bite-scegliere-per-quante-ore-giorno-per-quanto-tempo.html

Altri tipi di bite invece si possono portare solo la notte tipo quello che faccio io. Vedrà in fondo all'articolo la bibliografia degli articoli scientifici che lo supportano e capirà anche le differenze tra i due tipi di bite. https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/9065-quanti-tipi-di-bite-da-portare-per-24-ore-o-solo-la-notte-evidenze-scientifiche-parte-1.html

Può scegliere il campo gnatologico "molto fumoso, con poche o nulle certezze scientifiche....." del collega oppure il campo supportato dalle evidenze scientifiche descritte nel mio articolo.

Poi quando il paziente sta bene può togliersi il bite nel modo descritto in https://www.medicitalia.it/blog/gnatologia-clinica/9070-bite-solo-la-notte-o-sempre-parte-2.html

https://www.medicitalia.it/dtonlorenzi/#info

[#4]
Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Il fatto che ""Quello gnatologico è un campo molto fumoso, con poche o nulle certezze scientifiche" credo sia da tutti condiviso, e non è certo smentito dal minforma e dalla letteratura citata dal Collega, in cui l'acufene (di questo qui si parla) non è in alcun modo contemplato. Ogni gnatologo, oltre a tener conto ovviamente del caso che tratta, segue le indicazioni della propria scuola e della propria esperienza, anche nelle caratteristiche tecniche e costruttive del bite. E’ evidente che ciò può comportare sconcerto per il paziente, ma non è solo in Gnatologia che operatori diversi possono avere idee diverse e anche opposte, come in questo caso. A mio parere, un problema occlusale e posturale si manifesta nelle 24 ore e, a mio parere, va trattato nelle 24 ore, con il compromesso di poterlo togliere durante i pasti. Sottolineo che questa tecnica ha prodotto uno studio scientifico pubblicato su una delle più importanti riviste internazionali di Otorinolaringoiatria (Edoardo Bernkopf Vincenzo Capriotti Giulia Bernkopf Emilia Cancellieri Andrea D’Alessandro Alberto Vito Marcuzzo Caterina Gentili Giovanni Carlo De Vincentiis Giancarlo Tirelli: Oral splint therapy in patients with Menière’s disease and temporomandibular disorder: a long-term, controlled study.Eur Arch Otorhinolaryngol. 2022 Aug 26. doi: 10.1007/s00405-022-07604-3. Impact factor 3.236 (2021), che ho illustrato nell'ultimo congresso nazionale della Società di Vestibologia e Foniatria SIAF: l'acufene è uno dei sintomi caratteristici della Malattia di Meniere, peraltro considerata incurabile. Sottolineo che quello che dicono i colleghi Otorinolaringoiatri, ai quali di certo si è già rivolto, cioè che "gli acufeni sono la loro tomba" rappresenti in qualche modo la realtà, nel senso che si tratta di una patologia molto ostica al trattamento: l'acufene , fra tutti i sintomi che possono ruotare attorno ad un problema di malocclusione con disfunzione dell'Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) rimane il più ostico al trattamento, il che mi rinforza nelle determinazione a chiedere al mio paziente di accettare il trattamento h24 : se questo non viene accettato preferisco rinunciare al caso. Liberi tutti, ovviamente, di fare diversamente.
Se chi la tratterà avrà successo sul suo acufene con un bite portato la sola notte, sarò felice per lei e per il successo del collega. Cordiali saluti ed auguri.

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Dr. Daniele Tonlorenzi Gnatologo, Dentista 4.2k 73 73
Ho letto solo le prime righe, mi devi scusare Edoardo ma quando si fanno queste polemiche "mi irrito":
1) "a mio parere" lo metti solo nella replica, nella prima risposta no. Il tono è diverso;
2) Credo Tu non conosca il "codice di intensità dello stimolo";
3) poi se citi le persone che hai frequentato posso farlo anch'io?

Decisamente ho avuto altre frequentazioni, che comportano un approccio diverso al problema, vedi https://www.scienzaevita.org/appuntamenti/le-neuroscienze-e-la-dignita-delluomo/
due Nobel, uno che ha fatto prendere un Nobel, uno candidato al Nobel, scienziati che hanno fatto esperimenti fondamentali nella plasticità neurale.
E l'acufene è legato a modifiche delle reti neurali https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8814370/.
Le persone che hanno scoperto i meccanismi della long term potentiation e della plasticità neurale, cose importanti nell'acufene https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26915149/ erano presenti a quel congresso. Potrei fare nomi, ma credo che tu non li conosca.

Frequentazioni diverse? SICURO ognuno si rapporta con chi crede.

Trovo mortificante per il sito e per i pazienti questo genere di discussioni.

https://www.medicitalia.it/dtonlorenzi/#info

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Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 227 18
Mi sono accorto che non ho risposto alla sua domanda e rimedio subito: l'iperacusia altalenante, il cambio di tonalità dell'acufene, e le variazioni conseguente sono facce della stessa medaglia: l'iperattività muscolare che porta alla compressione del condilo della mandibola dentro la fossa, e al trasmettersi di queste vibrazioni dentro l'orecchio dove vi sono le cellule sensoriali acustiche, facendole "impazzire".
E' tutto qui.

Non amo citare lavori scientifici a sostegno dei miei chiarimenti, perchè ci si trova tutto e il contrario di tutto, e mancando la cultura specifica un paziente (e spesso anche i medici) non è in grado di poter discernere le perle dalla spazzatura.

Colgo l'occasione per ringraziare il maestro dr. Tonlorenzi, da cui ho imparato molto seguendolo nei suoi corsi, in particolare sulla corretta altezza con cui costruire i bite per mandare "fuori giri" le fibre muscolari.

Ultima nota: i bite "con gli alettoni" che allestisco vanno indossati di notte e non per 24 ore; vi sono degli effetti collaterali indesiderati nel farlo e rischiano di essere addirittura dannosi.
Lo stesso si può dire per gli altri tipi di bite, eccettuati quelli che allestisce il collega.

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

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