Parkinson

Gentile dottore, mio marito ha il parkinson da quasi 10 anni.Le sue ultime medicine sono state,Sinemet 250/25mg,Requip da 8mg e da 4mg e Tasmar,e tutto questo gli procurava discinesie prolungate.Avendo consultato un altro neurologo questi ha ridotto la cura perchè l ha ritenuta eccessiva.Molto lentamente ha ridotto le medicine cambiandole con Madopar,azilect,comtan.Queste li prende:azilect 1 cp ore7,madopar 3/4 alle ore 7 mentre alle ore 10/13/16/19 mezza cp,comtan 1 cp alle ore 10 e alle ore 16 e alle ore 19 mezza cp.Quando il neurologo ha iniziato a ridurre le medicine le discinesie sono scomparse ma piano piano con la nuova cura gli è spuntato il tremore alla mano che gli era scomparso prima e quando comincia a finire l effetto dei medicinali ha problemi col camminare si sente le gambe pesanti e fa molta fatica.Il neurologo ha già spiegato che essendo intossicato deve pia piano smaltire e ci vuole tempo e pazienza.Lui purtroppo non ha tanta pazienza vorrebbe vedere subito i risultati.Questo suo malessere lo porta ad aver poca fiducia nel neurologo.Io ne ho tanta perchè vedo l impegno che mette.Vorrebbe,il neurologo, ricoverarlo nella struttura dove lavora per fare una terapia mirata e questa durerà 2 mesi, sarà una terapia che lo farà stare meglio, terapia che poi dovrà essere ripetuta terapia che lui non vorrebbe fare.Io le chiedo sbaglio a essere ferma nel fargli continuare la cura?Da premettere che alcune medicine, il requip, gli sono state tolte avendo saputo il neurologo che lui ha avuto il vizio del gioco d azzardo.Dottore mi dia un consiglio lei su quello che devo fare visto che nella città dove abito non ci sono strutture adeguate.E la struttura dove lavora questo neurologo è a 180km di distanza.Le dico ancora che insieme alla malattia mio marito ha anche un po di depressione forse dovuta alla paura della malattia paura che non lo fa stare sereno.La ringrazio anticipatamente, e spero di essere stata chiare,cordiali saluti
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.2k 2.3k 20
Gentile Signora,

la Malattia di Parkinson può manifestarsi sotto molteplici forme e la conseguente terapia è altamente individuale sia per la scelta dei singoli farmaci, sia per la dose, sia per gli orari di somministrazione. Non esiste patologia neurologica in cui la terapia va personalizzata come nel Parkinson. Le ho fatto questa premessa per dirLe che prima di arrivare ad una terapia stabile ed efficace, il neurologo è costretto, Suo malgrado, a saggiare diverse combinazioni di farmaci, di dosi e di orari. Le dico pure che questa patologia è gradualmente progressiva, pertanto ci si dovrà adeguare col tempo alle varie variazioni farmacologiche. Per quanto riguarda la depressione, questa potrebbe essere reattiva al problema in atto ma spesso fa parte integrante del corteo sintomatologico del Parkinson. Addirittura il 40% di questa malattia insorge, come primo sintomo, con la depressione. Il mio consiglio è di farsi seguire con pazienza dal neurologo in questione che, mi pare, sia molto attento e scrupoloso.

Cordiali saluti ed auguri

Dr. Antonio Ferraloro

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