Parkinson o parkinsonismo iatrogeno

Nel 2011 a mia mamma (58 anni) è stato diagnosticato un tumore al seno. Durante la chemio è caduta in una forte depressione che ha richiesto neurolettici. Sono iniziati dolori articolari e formicolio a mani e piedi. Sconfitto il tumore, la depressione è rimasta e ha cambiato più cure, sempre con neurolettici; è rimasto anche il formicolio. A fine 2013 l'andatura era rallentata, la muscolatura era tanto tesa da avere difficoltà a distendere le braccia, aveva tremori, diventava sempre più dura alzarsi dalle sedie e scrivere, era amimica. A gennaio 2014 un medico ha ipotizzato un'intossicazione da farmaci. Lo psichiatra ha iniziato a scalarli e la muscolatura ha iniziato a distendersi anche se persistevano i tremori e l'impossibilità di scrivere e di alzarsi da sola. Sono comparsi blocchi motori mentre camminava e colpi di sonno. Assumeva ancora neurolettici quando a metà luglio si è bloccata la deglutizione con scialorrea e mutismo: al pronto soccorso hanno parlato di Parkinsonismo iatrogeno e l'hanno mandata in neurologia dove ha sviluppato una polmonite ab ingestis che l'ha costretta in reparto per 2 mesi. Distesa nel letto, la muscolatura è diventata più rigida che mai. Visitata da neurologi e psichiatri, i pareri erano incerti: catatonia da depressione, parkinson, parkinsonismo iatrogeno. Wash out farmacologico e cura con Mirapexin, Valium e Anafranil: deglutizione migliorata, muscolatura alleggerita, è ripresa la mimica ma persistevano tremori e sudorazione untuosa. Trasferita in un centro di riabilitazione, hanno sostituito il Mirapexin con il Madopar: tremori e sudorazione sono scomparsi ma è apparsa confusione mentale, sono ripresi scialorrea ed ipertono muscolare. Tornata a casa (con retrazioni multiple ma comunque capace di fare piccoli passi se sorretta), il mese scorso è stata visitata da una nuova neurologa che conferma l'impossibilità di stabilire se si tratti di parkinson o parkinsonismo iatrogeno. Ci ha detto di proseguire con Madopar e Valium ma, in accordo con il nuovo psichiatra, ha introdotto la Sertralina scalando l'Anafranil. La sfera psicologica sta migliorando ma il fisico peggiora: dolori e formicolio più forti e non è più capace di stare eretta. Il fisioterapista è stato in ferie per più di 3 settimane e al rientro non ha potuto che constatare la rigidità.
Mi chiedevo se qualcuno di vuoi ha esperienza con situazioni in cui la diagnosi è così difficile da formulare. Molti sintomi sono stati attribuiti prima alla chemio, poi alla depressione, poi ai farmaci e ora nessuno riesce a fare chiarezza. Esistono esami specifici da fare?
L'irrigidimento attuale può essere dovuto alla mancanza di fisioterapia per così tanti giorni?
Inoltre ho letto che il Madopar non è indicato nei casi di parkinsonismo iatrogeno: perché questa cura nonostante l'incertezza della diagnosi? Lo assume da 3 mesi in compresse da 200mg+50mg, 1 la mattina, 1 a pranzo, 1/2 la sera.
Vi ringrazio per tutte le informazioni che saprete darmi.
[#1]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

la prima cosa da fare, se ancora non è stato fatto, è una visita neurologica presso un centro per lo studio delle malattie extrapiramidali.
Se indicato, un esame che potrebbe risultare utile è la SPECT DaTSCAN per studiare lo stato dei cosiddetti "nuclei della base", questo lo deciderà lo specialista in base ai riscontri della visita stessa.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gent.le dott. Ferraloro,
la ringrazio per la risposta.
Purtroppo gli specialisti del reparto di Neurologia che per primi hanno visitato mia madre non hanno ritenuto utile la SPECT DaTSCAN. Quelli da cui è in cura adesso la vorrebbero ma mi hanno detto che al momento non è possibile farla perchè i farmaci che sta assumendo (la sertralina se non ho capito male) interferiscono con l'esame.
Mi spaventa molto il progredire così rapido della malattia e lo trovo molto contrastante con quanto leggo in rete, dove si parla di un progredire lento dei parkinsonismi in generale.
Nonostante giovedì scorso la dose di Madopar sia stata alzata a 700mg/giorno, ha sempre più difficoltà di alimentazione, movimenti continui della lingua, non è più capace di urinare (venerdì le è stato messo il catetere) e da ieri è caduta in un mutismo totale. Gestire questa situazione a casa, seppur seguiti dagli infermieri territoriali, è veramente difficile ed angosciante.
Possibile che esistano casi di parkinsonismo che non rispondono al Madopar?
[#3]
Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Utente,

Purtroppo non tutti i parkinsonismi rispondono positivamente alla levodopa (madopar), esistono infatti sia i parkinsonismi secondari che quelli atipici in cui generalmente l'efficacia del farmaco è scarsa o irrilevante.
Probabilmente in questi casi un neurologo che si occupi principalmente di malattie extrapiramidali ( parkinsonologo) sarebbe maggiormente indicato, se ancora non consultato.

Cordialmente
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