Vuoti di memoria in età giovanile (26 anni) e alzheimer precoce in famiglia

Buongiorno gentilissimi dottori,

Ho quasi 26 anni e da qualche tempo mi sono accorta di avere sempre più spesso piccole dimenticanze che, purtroppo, mi mettono quasi in ridicolo davanti alle persone.

Infatti, al lavoro (ufficio) mi accade spesso di dimenticare dei dettagli delle cose che devo fare, o se durante un evento ho tre compiti, mi capita di dimenticare l’ultimo/quello meno importante che mi è stato assegnato.
Sono in grado di imparare in breve tempo un numero di telefono, o ricordarmi un fatto recente o lontano, ma altre volte mi dimentico una cosa che mi ha detto una persona, un dettaglio e via dicendo e non è come quando dimentico normalmente che devo fare una cosa per mia nonna e dico ah vero, l’ho messa da parte, è più come se la mente avesse completamente rimosso o mai registrato la cosa e cadesse poi dalle nuvole con shock e realizzazione.

Ultimamente mi capita a volte di perdermi nei pensieri o di non ascoltare mentre una persona parla, come un calo di attenzione involontario.


Io non so a cosa attribuirlo so solo che ero così ma molto meno.

Tra le cose che credo possano avere inciso il mio disturbo d’ansia generalizzato, con pensieri intrusivi, tra i 18 e i 23 anni, ne sono totalmente guarita recentemente riflettendo sul mio disturbo e reagendo con attività che mi aiutavano a stare meglio.
All’epoca ho sofferto di miocloni, scatti involontari del corpo, che ho fatto visitare da un neurologo nel 2016 ed ha apprezzato nessun problema al snc, ma solamente uno schiacciamento vertebrale dovuto presumibilmente alla postura.
A posteriori i miocloni sono diminuiti fino a sparire del tutto e riapparivano in momenti di tensione o stanchezza e dunque non escludo l’origine psicosomatica.

Di recente ho vissuto una rottura sentimentale che mi ha sconvolta tantissimo, mi ha resa fragile come non lo sono mai stata e anche questo penso mi abbia cambiata e in parte sospetto sia all’origine delle amnesie e dell’annebbiamento.


In famiglia ho avuto un nonno paterno morto in età giovanile (se non sbaglio entro i 50-60 anni) per Alzheimer precoce.

Mio padre ora ha 60 anni e sta bene, anche se si dimentica i fornelli accesi ogni tanto, poco altro, ed è comunque una cosa abbastanza recente.


Inoltre, e questo devo averlo preso da mia madre, io faccio fatica a riconoscere le persone (questo abbastanza da sempre in realtà) nel senso che a primo impatto mi sembrano sconosciuti, poi in realtà appena si presentano li riconosco.
Non mi accade con volti che trovo particolari o amici che conosco bene.


Ciliegina sulla torta, provo molta stanchezza mentale, come se avessi bisogno di dormire molto per riprendermi, ma in realtà quando mi sveglio non mi sono ripresa affatto.


Capite che l’unione di queste cose (amnesie, annebbiamento e prosopagnosia) mi rende sempre più spesso la vita difficile, soprattutto in ambito lavorativo e sociale e questo mi scoraggia tantissimo.

Ho anche disfunzioni ormonali dovuti a ovaio policistico famigliare, per cui ho un metabolismo un po’ sballato.

Cosa devo fare?
Ho bisogno di un neurologo?

Ho molta paura mi sento troppo giovane per questo tipo di problemi

Ringrazio anticipatamente
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Dr. Antonio Ferraloro Neurologo 75.1k 2.3k 20
Gentile Ragazza,

a 26 anni l’Alzheimer non esiste, Le do questa informazione per iniziare la risposta.
La sintomatologia che riferisce mi fa pensare un’origine psicosomatica, soprattutto in una ragazza che ha avuto una diagnosi, in passato, di disturbo d’ansia generalizzato. Anche i miocloni, restando alla Sua descrizione, probabilmente hanno avuto la stessa origine, come anche Lei intelligentemente ipotizza.
"Di recente ho vissuto una rottura sentimentale che mi ha sconvolta tantissimo, mi ha resa fragile come non lo sono mai stata", questo particolare lo evidenzierei particolarmente e mi sembra abbia un ruolo cruciale nel determinismo della sintomatologia attuale riferita, pertanto non vedo elementi che possano fare pensare un problema cerebrale organico.
Se vuole tranquillizzarsi ulteriormente effettui preliminarmente una visita neurologica che qualora fosse negativa La orienterebbe decisamente sul versante psichico del problema. A quel punto affronti la situazione rivolgendosi ad uno psicologo o ad uno psichiatra.

Cordiali saluti

Dr. Antonio Ferraloro

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