Paura patologica

Salve gentili dottori, sono un quarantunenne, che sin da piccolo ha sofferto di problemi psicologici.
Nausea e vomito per l'ansia, a scuola, per timore della matematica.
Poi verso i dodici anni, paura di soffocare mangiando.
Per più di un mese mi sono nutrito solo di cibi liquidi.
A 18 anni ho sofferto di forme ossessive, paura di far del male e farmi male, e sono stato curato con Efexor 75.
A 23 anni, a causa di stress forte ho perso la lucidità e ho distorto la realtà.
Mi hanno diagnosticato una crisi psicotica curata con Serenase e Zyprexa.
Sono rientrato in me.
In tutto questo mi sono laureato, con fatica.
Le crisi psicotiche si sono ripetute altre due volte sempre dopo un periodo di stress e forte eccitazione per troppo ottimismo.
La distanza tra le varie crisi è di otto anni.
Le stesse avevano una durata di 15 giorni.
Attualmente come mantenimento assumo dieci Serenase di sera e cinque di mattina.
Non lavoro, vivo con i miei.
Non ho avuto mai rapporti sessuali con una donna.
Sono in terapia presso uno psicoterapeuta da dieci anni.
Dopo tutti questi anni di terapia ho scoperto che alla base di tutto c'è la paura.
Infatti non affronto il lavoro per paura, sono ipocondriaco, e le stesse crisi psicotiche iniziano con una forte paura.
Attualmente a causa del Covid faccio una vita isolata e non sono vaccinato.
Se continuo così, visto che i miei genitori sono anziani, farò una brutta fine.
Mi sento vecchio, ma in me c'è la fiamma della speranza, visto che sono istruito e ho buone capacità intellettive.
La paura è forte e invadente.
Altri farmaci non ne voglio assumere, visto anche gli effetti collaterali di quelli che ho provato.
Sottolineo pure che ho difficoltà nelle attività pratiche quotidiane, esempio lavarmi i panni, metterli in ordine, cucinare.
Tutte attività svolte da mia madre e nell'eseguirle mi sento bloccato, incompetente.
Gli antidepressivi mi fanno star male, mi mandano su di giri.
Vi prego datemi un consiglio.
In questo periodo di Covid mi sta crollando il mondo addosso: mascherina, assenza di contatti.
In generale ho diverse amicizie, da cui riesco a trarre sempre il meglio, intessendo rapporti profondi e autentici.
Ma in questo periodo incontro poche persone e all'aperto.
Inoltre mi duole molto vedere che gli altri sono più avanti di me.
[#1]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
Buonasera. Se lei mi dice che gli antidepressivi la eccitano è possibile che la sua patologia sia un Disturbo Bipolare, il quale può manifestarsi con fasi di eccitamento psicotico. Ora, dalle sue parole, appare evidente che lei si trova in una fase depressiva, e la terapia con aloperidolo non aiuta certo questa condizione. A mio avviso occorre rivedere diagnosi e cura, anche attraverso un secondo parere.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Carbonetti, diversi anni fa uno psichiatra mi disse che avevo delle oscillazioni di umore. Uno consultato recentemente, un paio di mesi fa, sempre psichiatra, mi disse che la mia era una patologia ossessiva da curare con antidepressivi e che le psicosi che mi vengono ogni sette, otto anni in realtà non sono psicosi, perché le stesse dovrebbero avere carattere di continuità. In altre parole disse: "Se uno è fuori di testa lo è sempre! " .
[#3]
Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
A questo punto le consiglio un terzo parere.... (non è una battuta).

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#4]
dopo
Utente
Utente
Dottore, ma la psicoterapia può dare giovamento alla mia condizione? Io con i farmaci ho un brutto rapporto anche perché in passato mi sono stati dosati male. Cercherò un altro esperto. Purtroppo è un periodo difficile e questa emergenza Covid mi ha mandato tanto giù!
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
La psicoterapia è quasi sempre utile, ma nel suo caso sono indicate le terapie farmacologiche. Mi dispiace che con queste abbia avuto finora esperienze negative, ma non deve scoraggiarsi.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#6]
dopo
Utente
Utente
Dottore, quello che mi lascia perplesso circa un probabile disturbo bipolare è l'assenza di fasi depressive nel corso della vita. Ultimamente è questa emergenza infinita Covid e conseguente paura a mandarmi tanto giù. Altre volte si tratta di paura che mi fa calare l'umore al momento, brevemente, poi basta un piccolo successo e mi entusiasmo anche eccessivamente. Anche nel mio modo di vedere le cose o è "una catastrofe", quando in realtà è un piccolo problema, o nel caso opposto, un piccolo successo è "un grande successo". Infine quali sarebbero i farmaci d'elezione per questa condizione?
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Dr. Paolo Carbonetti Psichiatra, Psicoterapeuta 3.8k 220
In un Disturbo Bipolare (ma qui ragioniamo su ipotesi, non è detto che questa sia la sua patologia) vi possono essere fasi depressive anche brevi o brevissime. Del resto lei stesso scrive che il suo umore è instabile sia in un senso che nell'altro. Sempre parlando genericamente, e non riferendomi al suo caso, in questa patologia i farmaci di elezione sono gli stabilizzatori (dal litio ai vari anticonvulsivanti), con o senza antipsicotico atipico. A volte basta il solo atipico.

Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-

[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott. Carbonetti, approfitto della sua professionalità e disponibilità per spiegarmi ancora meglio. Fino ad adesso da ragazzo è sempre un occupare la mente con un pensiero, non so se ossessivo, che mi fa calare l'umore, esempio:" Non vado di corpo per un giorno, il pensiero è ho un probabile grave problema, e controllo e aspetto l'atto dell'evacuazione e lo forzo tutti i giorni. Oppure devo affrontare un lavoro, il pensiero è di volermi sottrarre per paura di non essere all'altezza e l'umore va giù. Una preoccupazione lascia il posto ad un'altra con fantasticherie catastrofiche" Normalmente bilancio con pensieri positivi o attuo strategie di evitamento.
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