Efexor ed nsia

Vi scrivo per avere un consiglio su una cura prescritta a mio marito a cui in passato hanno diagnosticato ansia generalizzata caratterizata da somatizzazioni (colon irritabile) e che da 4 anni aveva iniziato una cura di compendium. Ultimamente a causa di forte stress l'ansia e' peggiorata cosi' ha deciso di iniziare una cura con uno psicoterapeuta che inizialmente ha deciso di non prescrivere altre medicine e di procedere solo con psicoterapia. Dopo alcune sedute sebbene continuasse a dire che secondo lui non e' nulla di grave e che io stessa vedessi mio marito stare meglio ha prescitto l'efexor 75 mg a rp, dicendo che si tratta di una cura molto leggera e assolutamente momentanea e che intende in alcuni mesi sospendere ogni cura farmacologica. Ora leggendo su internet non mi sembra una cura cosi' leggera ed indolore, e' secondo voi il caso di intraprendere tale strada nonostante lo stesso medico dica che non si tratta di depressione ma solo di ansia curabile?
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente

prescrivere un trattamento definendolo leggero e programmandone la sospensione indipendentemente dalla risposta e' una cosa da non fare.

Se si prescrive un trattamento lo si fa seguendo le linee guida di trattamento e valutando lo stato del paziente.

Questo e' secondo me un aspetto da valutare per considerare la situazione di suo marito.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Una cura con efexor per alcuni mesi (2, 4, 6 o quanti?) non ha alcun senso. Il trattamento deve essere proseguito fino alla remissione dei sintomi e poi ancora per diversi mesi (fin oa 18-24) per stabilizare i risultati ottenuti.
Codiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Le cure in termini medici non si definiscono "leggere", è un termine privo di senso, inoltre in qualche mese i risultati di solito si consolidano, quindi non ha molto senso programmare a priori una sospensione dopo qualche mese. Sembra un messaggio contraddittorio del tipo "le dò una cura ma è come se non lo fosse perché è leggera, gliela dò ma la smetterà il più presto possibile".
Le sindromi da somatizzazione si curano semplicemente con terapie che devono essere ben tollerate e se funzionano si proseguono per un tempo medio-lungo, anche perché altrimenti le ricadute sono probabili.
La scelta in questione può essere adeguata (efexor) anche se la dose è genericamente bassa.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Le cure in termini medici non si definiscono "leggere", è un termine privo di senso, inoltre in qualche mese i risultati di solito si consolidano, quindi non ha molto senso programmare a priori una sospensione dopo qualche mese. Sembra un messaggio contraddittorio del tipo "le dò una cura ma è come se non lo fosse perché è leggera, gliela dò ma la smetterà il più presto possibile".
Le sindromi da somatizzazione si curano semplicemente con terapie che devono essere ben tollerate e se funzionano si proseguono per un tempo medio-lungo, anche perché altrimenti le ricadute sono probabili.
La scelta in questione può essere adeguata (efexor) anche se la dose è genericamente bassa.
[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Innanzi tutti vi ringrazio per le risposte che mi avete dato. Volevo sottolineare che il medico ritiene che la situazione di mio marito posso risolversi senza medicinali pero' per fargli superare il momento e dargli abbastanza sicurezza per affrontare la psicoterapia ritiene valido l'utilizzo di questo farmaco (da lui ritenuto leggero rispetto ad altri antidepressivi) nell'ottica in futuro di sospendere tutte le cure anche il compendium. Quello che vorrei sapere e se questo farmaco crea dipendenza e se come mi dite dovrebbe essere utilizzato per un periodo piu' lungo risolve veramente il problema? O una volta smesso la situazione torna come prima? Insomma gli psicofarmaci curano la malattia o alleviano solo i sintomi?
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

il ragionamento di cui sopra è privo di senso. Si intuisce innanzitutto una insensata tendenza a evitare di prescrivere un medicinale di per sé, una insensata sequenza in cui il farmaco consente l'inizio della psicoterapia e poi viene tolto (con prevedibile peggioramento ammesso che abbia funzionato nel frattempo).
La sospensione futura del compendium è l'unica cosa corretta, andrebbe fatto ad un mese-due mesi, lui lo assume da 4 anni non si capisce a quale scopo (il farmaco induce assuefazione e dipendenza psicologica, ragioni per cui si continua ad assumerlo).

"Gli psicofarmaci" non esistono. Stiamo parlando di efexor nei disturbi con somatizzazioni (colon irritabile) di cui sarebbe meglio far fare una diagnosi più completa da parte di uno specialista, visto il tipo di gestione un po' confusionaria della terapia proposta.
[#7]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

il ragionamento di cui sopra è privo di senso. Si intuisce innanzitutto una insensata tendenza a evitare di prescrivere un medicinale di per sé, una insensata sequenza in cui il farmaco consente l'inizio della psicoterapia e poi viene tolto (con prevedibile peggioramento ammesso che abbia funzionato nel frattempo).
La sospensione futura del compendium è l'unica cosa corretta, andrebbe fatto ad un mese-due mesi, lui lo assume da 4 anni non si capisce a quale scopo (il farmaco induce assuefazione e dipendenza psicologica, ragioni per cui si continua ad assumerlo).

"Gli psicofarmaci" non esistono. Stiamo parlando di efexor nei disturbi con somatizzazioni (colon irritabile) di cui sarebbe meglio far fare una diagnosi più completa da parte di uno specialista, visto il tipo di gestione un po' confusionaria della terapia proposta.
[#8]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

anche io ritengo, come gia' sottolineato, che questo tipo di ragionamenti inducono i pazienti a far gestire le terapie in questo modo bizzarro.

Infatti, la prospettiva di ridurre il trattamento farmacologico e' espressamente una falsa illusione sulla possibilita' di "farcela" senza utilizzare un farmaco, creando una situazione di possibili ricadute a breve senza una reale gestione del problema.
[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Per quanto rigurda il compendium anche a mio avviso ne ha fatto uso per troppo tempo (il motivo e' la fiducia che abbiamo riposto nello psichiatra che lo ha prescritto 4 anni fa e che abbiamo sentito ripetutamente per sapere se era il caso di interromperlo con risposte ovviamente semrpe negative) ora lo seguno altri dottori. Vi ringrazio per le risposte ed ho capito perfettamente i vostri discorsi. Vorrei solo sapere un'ultima cosa...quando voi prescivete tale farmaco (che come mi avete scitto potrebbe anche essere corretto per il tipo di malattia) lo fate con l'idea che il paziente ne debba fare uso per tutta la vita? Intendo e' un farmaco che puo' risolvere il problema o solo tenerlo sotto controllo e quindi smessa la cura tornano i sintomi? Vi faccio questa domanda con la consapevolezza che la situazione varia da paziente a paziente che dipende dal disturbo che dovreste analizzare il caso e che comunque gia' mi avete detto che la cura e' lunga e non solo di pochi mesi, ma nel caso in cui si riveli il farmaco corretto e si segua la cura per il periodo giusto qundi anche anni voi avete esperienze dirette di persone che sono guarite in maniera definitiva?Vi ringrazio ancora per le risposte
[#10]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
Gentile utente,

quando si prescrive un farmaco si prospetta al paziente un tempo di trattamento di almeno 18-24 mesi, dopodiche' si porta a riduzione, se possibile, e si rivaluta la situazione.
Se ci sono delle ricadute, si rivaluta e si decide per un trattamento anche a lungo termine.

Il problema e' diverso, se suo marito avesse il diabete o l'ipertensione lei non si chiederebbe quando sara' il caso di sospendere le terapie perche' sa che queste patologie non vanno incontro a guarigione e le terapie salvano la vita di suo marito, non si hanno danni d'organo e quindi si prolunga l'aspettativa di vita.
Siccome si parla di malattie che non "si vedono", allora si pensa sempre quando ridurre i farmaci e quando tornare normali, senza considerare che la normalita' puo' anche essere quella di assumere dei farmaci che aiutano il cervello di suo marito a non vivere erroneamente le interazioni con l'ambiente.

Nella mia esperienza personale, ci sono pazienti completamente guariti dopo pochi mesi di trattamento, alcuni con delle ricadute che poi guariscono, altri che non possono smettere il trattamento per la presenza di ricadute continue.
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Concordo.
Colon irritabile

Il colon irritabile (o sindrome dell'intestino irritabile) è un disturbo funzionale che provoca dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo: cause, cure e rimedi.

Leggi tutto