Anedonia in schizoaffettivo

Gentili Dottori,
vorrei il vostro parere circa la somministrazione del farmaco Invega per il mio famigliare che, pur avendo ottenuto notevole beneficio da Zeldox, più vigile e leggermente migliorato nel formulare il pensiero e il linguaggio ,continua ad essere anedonico,.E' stato sottoposto a disintossicazione da etilismo , i suoi comportamenti si sono normalizzati e sembra aver raggiunto consapevolezza per uno stile di vita sano. Negli anni di solitudine ha sviluppato una fobia sociale per cui ha iniziato la psicoterapia cognitivo comportamentale .
Da anni non ha manifestato sintomi positivi e nemmeno forme maniacali che gli erano state indotte da due farmaci precedenti . La precedente diagnosi di schizofrenia paranoide ora sembra essere cambiata in disturbo schizoaffettivo e psicosi etilica.
Nel documentarmi sul farmaco Invega proposto dallo Psichiatra,non ho letto nulla che riguardi l'efficacia della terapia sui sintomi negativi e su questa anedonia così radicata. Vi sarei veramente grata se m'illuminaste in proposito. cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Se per etilismo intende "dipendenza da alcol", non vedo cosa c'entrino di preciso la disintossicazione e lo stile di vita, dovrebbe essere impostata una cura per la dipendenza da alcol. Ben venga che interrompendo l'assunzione di alcolici ci sia un drastico miglioramento di alcuni parametri, ma questo non significa curare la dipendenza da alcol, solo interrompere l'intossicazione momentaneamente. Idem per lo stile di vita, o è stile di vita o è dipendenza da alcol.
Disturbo schizoaffettivo è un tipo di psicosi, psicosi etilica un'altra. La diagnosi è diversa da schizofrenia, anche se comunque presuppone la continuità dei sintomi psicotici.
Per quanto riguarda la cura, durante le prime fasi l'anedonia può essere inevitabile e scarsamente trattabile, perché è il contraltare del controllo degli altri sintomi. Questo più o meno con tutti i medicinali, a partire da una fase di rilevanti allucinazioni e deliri.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore per la risposta, non ho precisato nella precedente che il ragazzo sta seguendo la terapia per la dipendenza da alcol presso il Sert e questo ha già dato buoni risultati . Inoltre non sono ricomparsi da anni allucinazioni e deliri, per questo chiedo se il farmaco" Invega" sia più efficace nel favorire miglioramenti dall'anedonia che non lo "Zeldox . Grazie ancora per la sua pazienza, cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Sono entrambi farmaci recenti, entrambi pensati per incidere di meno sull'umore nei pazienti psicotici. Il fatto che curino l'anedonia come sintomo primario è discutibile.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Pacini , grazie ancora della precisazione e perdoni la mia ignoranza ma le chiedo ancora : è utile cambiare un farmaco che funziona e non ha dato effetti collaterali con un altro che ha le stesse possibilità di efficacia e non si sa quali effetti collaterali potrebbe avere sul paziente ?

Cercando poi sul sito Newsletter Medicina ho letto che la somministrazione di DHEA ha dimostrato di migliorare i sintomi negativi nei pazienti schizofrenici come l'umore, il senso di benessere, l'interesse,l'attività, l'energia.
Ne sono rimasta colpita e vorrei da lei una delucidazione sulle reali possibilità di quest'ultimo rispetto ai farmaci precedenti.

grazie ancora perla Sua disponibilità, cordiali saluti

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

La schizofrenia comporta per sua natura la perdita di alcune capacità affettive e relazionali, ma questo è diverso da quel che lamenta un paziente sofferente ad esempio di disturbi dell'umore quando si dichiara depresso o apatico. Sono infatti due ambiti diagnostici diversi. Nel caso della diagnosi di schizoaffettività, coesistono entrambe le questioni. I farmaci che hanno effetti sulla schizofrenia non necessariamente li hanno su qualsiasi altra psicosi. Sostituire un farmaco con un altro può avere il senso di cercarne uno che dia i risultati migliori sapendo comunque che male che vada c'è sempre un farmaco di riferimento con cui almeno i sintomi più importanti sono contenuti.
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Utente
Utente
Grazie Dott Pacini,se ho compreso bene il farmaco DHEA non ha effetto su paziente schizoaffettivo. Le sonoi molto grata per la sua pazienza .
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Se mi indica la fonte le posso fare un commento specifico sull'articolo a cui Lei fa riferimento.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Pacini,
ho trovato notizie circa il DHEA e anche della Xanomelina sui siti :" Psichiatria.it e"Schizofrenia.it Newsletter Medicina,
l'articolo è tratto da Xagena farmaci 2003 e 2008.
inoltre ho trovato anche questo : Fonte Dipartimento di Farmacologia, NeuroSearch A / S, 93 Pederstrupvej, Ballerup, Danimarca. max@neurosearch.dk
Astratto
Studi di binding inizialmente suggerito che l'agonista muscarinico, xanomeline, era un selettivo sottotipo muscarinici M (1) agonista del recettore, e di un nuovo potenziale trattamento per il morbo di Alzheimer. Tuttavia, più tardi in vitro e in vivo, studi funzionali suggeriscono che questo composto è probabilmente meglio descritta come un sottotipo M selettivo (1) / M (4) agonista dei recettori muscarinici. Questo profilo di selettività sottotipo è stato chiesto di spiegare la limitata effetti collaterali classici colinomimetico, particolarmente gastrointestinali, visto con xanomeline negli animali. Tuttavia, sia nei volontari sani e malati di Alzheimer molti di questi effetti indesiderati sono stati riportati per xanomeline e in questa popolazione di pazienti ha portato ad un tasso di interruzione> 50%. Chiaramente, gli studi preclinici non sono stati in grado di prevedere questo profilo negativi xanomeline, e questo suggerisce che o xanomeline non è così sottotipo selettivo come previsto dalla ricerca preclinica o che vi sono differenze tra uomini e animali in relazione ai recettori muscarinici. Tuttavia, nei pazienti affetti da Alzheimer xanomeline dose-dipendente migliora gli aspetti dei disturbi comportamentali e comportamento sociale, compresa una riduzione allucinazioni, agitazione, deliri, esplosioni vocali e sospettosità. Gli effetti sulla cognizione non sono così robusti e soprattutto visto ai più alti dosaggi testati. Questi effetti in pazienti affetti da Alzheimer hanno dato impulso al suggerimento che gli agonisti muscarinici antipsicotici hanno effetti potenziali. L'attuale revisione valuta il profilo di antipsicotici xanomeline nell'ambito degli studi clinici limitati con agenti colinergici nell'uomo, e la ricerca preclinica su xanomeline utilizzando vari modelli comunemente usati per la valutazione di nuovi farmaci antipsicotici. In generale, xanomeline ha un antipsicotico simile profilo della dopamina in modelli diversi di psicosi, e questo concorda con le note interazioni tra i sistemi colinergici e dopaminergici nel cervello. Inoltre, i dati attuali suggeriscono che le azioni di xanomeline al (4) sottotipo di recettori muscarinici M potrebbe mediare i suoi effetti antidopaminergic. Particolarmente interessanti sono studi che dimostrano che xanomeline, anche dopo somministrazione acuta, inibisce selettivamente il lancio di cellule dopaminergico mesolimbico rispetto a corpi cellulari dopamina proiettando il corpo striato. Questi dati suggeriscono che xanomeline sarebbe un inizio di attività più veloce rispetto agli antipsicotici di corrente e non indurre effetti collaterali extrapiramidali. I dati preclinici, nel complesso, sono promettenti per un antipsicotico di tipo profilo. Se in una nuova formulazione (ad esempio, transdermico) xanomeline ha effetti meno nocivi, questo farmaco può essere utile nel trattamento di pazienti affetti da psicosi.


Grazie per il suo interessamento
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Questo parla di alzheimer e di antipsicotici in generale, e in via ipotetica.
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dopo
Utente
Utente
gentile Dott. Pacini, ho recuperato i due articoli più specifici e glieli mando , grazie.
Il DHEA migliora i sintomi negativi nei pazienti con schizofrenia

I sintomi negativi della schizofrenia frequentemente non rispondono al trattamento farmacologico.
La somministrazione di DHEA ( Deidroepiandrosterone ) ha dimostrato di migliorare l'umore, il senso di benessere, l'interesse, l'attività e l'energia.

I Ricercatori del Beer Yaakov Mental Center in Israele hanno verificato l'efficacia del DHEA nel trattamento dei sintomi negativi della schizofrenia.

Hanno preso parte allo studio 30 pazienti schizofrenici con predominanza di sintomi negativi.

Alcuni di questi pazienti sono stati assegnati in modo random a ricevere DHEA oppure placebo, oltre ai farmaci antipsicotici standard.
Il DHEA è stato somministrato fino a 100mg /die per 6 settimane.

I risultati hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi negativi ( p<0.001 ), così come dei sintomi depressivi ( p<0.05 ) e dei sintomi ansiosi ( p<0.001 ) nei soggetti che hanno assunto il DHEA.
Questo effetto è stato osservato soprattutto nelle donne.
Il miglioramento dei sintomi negativi è risultato indipendente dal miglioramento dei sintomi depressivi.

Questo è il primo studio che dimostra l'efficacia del DHEA nel trattamento dei sintomi negativi, depressivi ed ansiosi nei pazienti affetti da schizofrenia. ( Xagena_2003 )

Strous R D et al, Arch Gen Psychiatry 2003; 60:133-141

PsichiatriaOnline.net
Schizofrenia.it

Nuovo approccio terapeutico alla schizofrenia: Xanomelina, un agonista muscarinico selettivo

Ci sono ancora una serie di bisogni non soddisfatti nel trattamento della schizofrenia e in particolare nel trattamento del peggioramento cognitivo, della sindrome negativa e delle funzioni cognitive.

Dati preclinici suggeriscono che agonisti con attività selettiva per i recettori muscarinici ( acetilcolina ) forniscono un potenziale nuovo meccanismo per il trattamento della schizofrenia.

Uno studio pilota, in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 4 settimane ha esaminato l’efficacia della Xanomelina, un agonista muscarinico relativamente selettivo del recettore di tipo 1 e di tipo 4 ( M1 e M4 ), sugli esiti clinici nei pazienti con schizofrenia ( n=20 ).

Le misure di outcome comprendevano la scala PANSS ( Positive and Negative Syndrome Scale ) per la schizofrenia ( PANSS ), la sacala BPRS ( Brief Psychiatric Rating Scale ), la scala CGI ( Clinical Global Impression Scale ) e una serie di test disegnati per misurare le funzioni cognitive nei pazienti schizofrenici.

I soggetti trattati con Xanomelina hanno mostrato risultati significativamente migliori rispetto a quelli del gruppo placebo nei punteggi totali alla scala BPRS e PANSS.
Nei test cognitivi, i soggetti del gruppo Xanomelina hanno mostrato miglioramenti più consistenti nelle misure di apprendimento verbale e nella memoria a breve termine.

Questi risultati sono a sostegno di ulteriori studi sulla Xanomelina come nuovo approccio terapeutico nel trattamento della schizofrenia. ( Xagena_2008 )

Shekhar A et al, Am J Psychiatry 2008; 165: 1033-1039

Link: PsichiatriaOnline.net

Link: MedicinaNews.it

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Dati preclinici significa non su pazienti, per cui sono ipotesi (fondate) ma non dati su campioni di malati.
Per il DHEA, è uno studio come ne esistono altri in cui su un gruppo di pazienti "con prevalenti sintomi negativi" c'è stato un miglioramento, con il limite che questo accade nelle 6 settimane, non è scontato che la cosa persista nel tempo.
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Utente
Utente
Egr. Dott. Pacini ,
la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e per le risposte esaustive ai miei interrogativi, le porgo un cordiale e riconoscente saluto.
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