Fobia insostenibile

L'oggetto del mio postulato, sopra detto come vuole esprimere un inciso, che, si presenta quale diagnosi nei pochi momenti di lucidità in cui essa vacilla. In prima luogo la decisione di muovermi in una direzione, quasi obbligata, a chiedere un consulto, nasce da un condizionamento quotidiano, il quale ha con sè ripercussioni negative nello 'status' psico-fisico. Più psico, che fisico. Questo periodare continuamente sospinge la mia fanaticità nell'ipocondria ad uno status ormai insostenibile, che trauma(!). Il secondo luogo, e il più dibattuto in questo scorcio di testo, calandoci nel cuore dell'oggetto del consulto, risiede nella sostanza che la mia ipocondria si sta scoroporando nelle ramificazioni più immaginabili e maniacali, esasperando, in primo battuta me, ma, anche coloro che mi stanno vicino. ( paura di camminare per strada, evitando situazioni a rischio, come ad esempio il fatto di trovarmi nello spiacevole inconveniente di calpestare malauguratamente una siringa o macchie di sangue. Parliamo di una città piccola, un piccolo paradiso rispetto alla bolgia di città maggiori. Evito, oltrettutto, situazioni quali sfiorare le persone di dubbia condotta morale nei mezzi pubblici, controllarmi le suole delle scarpe non appena arrivo a casa, controllando la presenza di eventuali traccie di sangue o di aghi. Poi, evito, nel possibile di stringere le mani. Ma la cosa che più mi infastidico e che mai riesco a controllare è il continuo cammiare a 'testa china', attento, nell'osservare congetturabili situazioni a rischio di malattie).
In terzo luogo, questa fobia sociale per le situazioni a rischio, sta compromettendo anche le relazioni più intime con la persona che mi sta accanto. Mi lavo almeno 15 volte le mani al giorno, eseguendo quasi un rituale, con effetti taumaturgici nel breve periodo ( 3 volte con il sapone). La mia ragazza sostiene che la mia privazione della libertà mentale nel vivere senza scrupoli di malattie, sia nato dopo l'effetuazione, per mia scelta del test Hiv e di altre malattie infettive ( risultate tutte negative). Da quel momento è iniziato questo percorso verso l'incontrollabile ratio della mente umana.
Ma nei mesi successivi la paura che situazioni esterne indirette non controllabili potessero inquinare quel risultato mi hanno portato in una profonda, ma desolante, instabilità. Riconduco i miei tormenti ossessivi compulsivi a questa indagine.

E' una questione, secondo Voi, da affrontare? con chi? come? è risolvibile? quali strade percorrere?
Grazie...a presto!
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Deve effettuare una visita psichiatrica.
I disturbi che descrive sembrerebbero rientrare a grandi linee Nell ambito Dell ossessività. Lo psichiatra formulerà una diagnosi e le indicherà le migliori opzioni terapeutiche adatte alla sua situazione.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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