Effetti collaterali paroxetina


Gentili dottori
mi chiamo Thomas ed ho 29 anni. Circa un mese fa ho avuto il mio primo attacco di panico mentre mi recavo al lavoro in pullman. Da li è iniziato il mio incubo, ansia continua, fame d'aria e ansia anticipatoria. Mi sono quindi recato dal medico di famiglia che mi ha prescritto tavor oro da prendere al bisogno. Qualche settimana più tardi, visto che il problema continuava mi sono recato nuovamente dal medico che mi ha prescritto la paroxetina (mylan generics) 20 mg, mezza pasticca ogni sera per 6 giorni per passare poi ad una pasticca intera. Una settimana fa esatta ho cominciato la cura, durante i primi giorni forte nausea, inappetenza e palpitazioni. Dopo qualche giorno, la nausea scompare e torna finalmente l'appetito, rimangono invece le fastidiose palpitazioni. Poi questa notte mi sveglio alle 3 con dei forti capogiri, agitazione, tremori. La situazione dura fino alla tarda mattinata accompagnata sempre dalle solite palpitazioni. La sensazione è stata davvero brutta! Prima di pranzo prendo quindi un tavor e le cose sembrano sistemarsi. Dovrei preoccuparmi? Cercando informazioni in internet ho letto qualcosa sulla sindrome serotoninergica e mi sono spaventato. Ho pensato di non aumentare il dosaggio, come suggerito dal medico, e di continuare, per ora, con mezza pastiglia di paroxetina.
Questa sera sto abbastanza bene, ma ho il terrore che questa notte si verifichi la stessa situazione.
Grazie mille
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
in ogni modo Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista psichiatra, sia per la diagnosi esatta della malattia, sia per seguire la cura, sia per monitorare la situazione. Da quello che Lei descrive non risulta una diagnosi chiara (attacchi di panico non è necessariamente una diagnosi).

Un farmaco come la Paroxetina durante i primi giorni di assunzione non di rado dà effetti collaterali transitori (come quelli che Lei ha descritto). Non a caso, in molti casi si cerca di aumentare la dose gradualmente e all'inizio del trattamento si associa anche una terapia ansiolitica. Il Suo Medico di Base ha seguito questi principi, infatti Le ha prescritto il programma di aumento graduale della dose dell'antidepressivo e Le ha prescritto l'ansiolitico al bisogno.

Rispetto alla dose dell'antidepressivo, bisogna mettere il Suo medico al corrente dei sintomi e di informarlo che Lei si è fermato con l'incremento della dose. Rispetto all'ansiolitico, alcuni specialisti preferiscono prescriverlo al bisogno, altri (e secondo me, con magiore ragione) a dosaggio fisso e per un periodo limitato e ben definito. Tutta la terapia nelle fasi iniziale può richiedere comunque gli riaggiornamenti, non per l'ultimo proprio a causa dei possibili sintomi collaterali ben noti, fra i quali anche l'eventuale esacerbazione dei sintomi del disturbo il quale si sta curando. Non si tratta però della sindrome serotoninergica vera e propria, ma sono implicati gli stessi meccanismi, per cui si potrebbe parlare di una sua forma parziale benigna. E' comunque, potenzialmente un buon farmaco, se indicato, se non ci sono le contraindicazioni.

Senza togliere niente al Medico di Base, per fare le cose come si deve, (a cominciare dalla diagnosi), è un ambito specialistico, e bisogna rivolgersi ad uno psichiatra.

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
dopo
Utente
Utente
grazie mille dottore per la risposta. Il medico di base mi ha consigliato uno psicologo, il quale dopo il primo colloquio, mi ha diagnosticato un disturbo da attacchi di panico e ansia sociale.
Il prima possibile contatterò il mio medico di base ed esporrò il problema, anche perché mi spaventa l'idea di prendere il tavor tutti i giorni.
Grazie ancora e cordiali saluti
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119 6
Gentile utente,
a fare una diagnosi psichiatrica, come questa, deve uno medico specialista in psichiatria, non uno psicologo. Anche per monitorare la terapia farmacologiica come la Sua ci vuole uno psichiatra.
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Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36 2
Gentile utente,

tenga inoltre presente che la possibilta' di un intervento psicologico (con un eventuale terapia) deve essere valutata dallo psichiatra, che sapra' pertanto integrare gli approcci psicofarmacologici con quelli psicoterapici.

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com