Ansia, panico, ereditarietà e problemi legati ai farmaci

Salve a tutti,
Sono un ragazzo di 30 anni che abita a Napoli e lavora a Roma,
Vi racconto brevemente la mia storia, mi sono laureato in Ingegneria nel 2006 e alcuni giorni prima della laurea, mentre mangiavo mi venne un attacco di panico, senza sapere di cosa si trattasse, inutile descrivere i sintomi perchè saranno stati ripetuti mille volte, quest ultimo una volta passato continuò uno stato di ansia molto lungo, la mia paura era quella di essere depresso in quanto nella mia famiglia (mia madre ha sofferto di depressione maggiore, disturbo bipolare) e durante il mio disturbo nella mente oltre ad avere pensieri strani che mi facevano paura, quelli più terrificanti era quello di soffrire come mia madre (Depressione) e paura di morire, in passato aiutai mia madre per tutta la durata della malattia (1 anno), fortunatamente poi per il mio problema, il mio ex cognato mi consigliò uno psichiatra che mi ha aiutato a eliminare completamente il problema riprendendo una vita totalmente normale, mi prescrisse alcuni farmaci SSRI e uno stabilizzante dell' umore accompagnato da ansiolitici in quei giorni mi feci aiutare completamente alla mia ragazza aiutandomi a risolvere questo problema e appena iniziai a sentirmi bene su indicazione del dottore iniziai a eliminare completamente gli ansiolitici e nel corso degli anni successivi, sempre su indicazione del medico a ridurre la dose del SSRI, continuando a prendere lo stabilizzante dell' umore. Poi un bel giorno un litigio con mio cognato mi fece venire di nuovo più che il panico l' ansia e ha fatto si che io ritornassi a prendere i medicinali, dopo tre quattro settimane iniziai a vedere miglioramenti/guarigione per poi scendere a mezza pasticca di SSRI un giorno si e un giorno no.Avendo ripreso una vita normale affiancato dalla mia ragazza (13 anni insieme) un bel giorno decise di lasciarmi e piangendo come un bambino stavo di nuovo punto a capo,lei era il mio punto di riferimento e mi ricordo prima di lasciarmi 2 mesi fà mi disse "Sei egoista e pensi solo a te e ti sei sempre appoggiato a me come se fossi tua mamma e tua sorella non so se ti amo più" mi sarò pure appoggiato a lei ma non sono stato mai egoista . Tornai dal dottore e Bla bla bla stavolta però la situazione si è complicata in quanto tutto girava intorno a lei ed effettivamente era il mio punto di riferimento quando poi ritornai dal dottore la frase che gli dissi fù "soffrire per amore è brutto ma soffrire per amore ed essere accompagnato dall' ansia fa più male" . adesso sono ossessionato che lei abbia un altro, la controllo etc. vorrei subito dimenticare i tredici anni vissuti insieme.
In queste poche righe ho descritto quello che mi è successo da dopo la laurea ad oggi, mi rendo conto che non servirebbero poche righe per descrivere tutto.
però ho un paio di domande da fare :
1) Questi disagi sono ereditari ? il mio doc dice di no mah ?
2) Da quando ho iniziato a prendere i farmaci dal 2009 fino ad oggi mi sveglio sudato e con i brividi di freddo e tremori che vanno via dopo 10 minuti, mi piacerebbe sapere se questi sintomi si possono ridurre o eliminare completamente ho devo conviverci?
Ci vuole tempo lo so ma non mollo.Adesso vorrei trovare lavoro fuori ma la speranza che torni senza che mi ha tradito è tanta. N.B. Abitiamo nello stesso parco e quando mi affaccio dal balcone la vedo e mi verrebbe voglia di andare da lei resisto non vado e l'ansia cresce. Ho perso un po di autostima e vorrei riaverla.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non è riferita la diagnosi, però dalla cura sembrerebbe un disturbo dell'umore, di tipo bipolare, magari anche attenuato, con una familiarità che è coerente. Le manifestazioni ansiose intermittenti o periodiche ne sono una caratteristica comune.
Nei disturbi dell'umore anche se attenuati, nei primi anni è bene prevenire le ricadute, per cui le cure a breve termine non risultano risolutive anche dopo risultati ottimi.
Alla domanda sono ereditari, direi che in caso di diagnosi di depressione e disturbo bipolare, ma fosse anche disturbo di panico, c'è una ereditarietà incompleta, non è automatico ma è evidente che conta.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
grazie per la risposta ! la diagnosi del mio specialista é stata nel 2009 disturbo da panico e durante questi anni non ho mai smesso di prendere farmaci da allora, solo una volta ho tolto gli ssri ma mi venne una ricaduta, a seguito di una litigata con il mio excognato comunque i farmaci utilizzati sono il sereupin lamictal e alprazig mia mamma per esempio prende antipsicotici .. seroquel che solo a sentire anipsicotico mi fa rabbrividire comunque l ansia principalmente è quella che si manifesta quando avvengono cambaimenti radicali nella vita. per esempio in questo caso con la ragazza.
e invece per la sudorazione i tremori e brividi di freddo al mattino sono legati ai medicinali ?
però mi accorgo che ogni volta che succede una cosa del genere mi riprendo piu forte di prima e ho bisogno di parlare non stare isolato insomma in mezzo alla gente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La ricaduta avviene perché deve ricadere, così come chi ha un'infarto lo può avere in seguito ad un litigio, ma ha anche un problema di partenza per cui prima o poi gli sarebbe venuto, anche a riposo.

Sulla presenza dei sintomi al risveglio farei valutare al medico se sia il caso di usare una cura diversa, a volte sono sintomi residui.
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dopo
Utente
Utente
Parlerò con lo specialista ma ho la paura che se dovessi intraprendere una cura diversa magari potrebbe essere non efficace come questa.
Forse è meglio sudare e avere tremori la mattina per 10 minuti che stare male. :-)
Speriamo Bene ! Provo a chiedere
Grazie Tante
Se ha qualche altro consiglio mi fa sempre piacere parlare !
Magari le farò sapere quando andrò dal dottore
Di nuovo grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Le paure non possono che riguardare cose negative. La valutazione su cosa sia meglio è sua, ma in questo caso non paragona due situazioni, da una parte ci sono sintomi, dall'altra una prova possbile dagli esiti inevitabilmente indefiniti finché non è effettuata.
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Utente
Utente
Come sempre Grazie !
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott.
Volevo informarla che la situazione è migliorata notevolmente rispetto all' ultima risposta Continuo a prendere gli stessi farmaci e i sintomi legati ad essi sono quasi del tutto scomparsi.
Le volevo chiedere un altro parere in merito alla mia situazione.
Ultimamente, mentre cercavo su internet alcune cose inerenti all' ansia e i disturbi di cui sopra, mi sono imbattuto nella Famosa e ben nota TCC ed ho deciso di intraprenderla da solo con l'ausilio di un libro di Corinne Sweet.
Essendo un uomo di scienze ho pensato che la TCC mi calza a pennello in quanto utilizza metodi scientifici per risolvere i problemi legati all' ansia etc.

Ora le mie domande sono:
Questi metodi affiancati ai medicinali, danno un ottimo risultato ??
Comprando il libro pensa che posso riuscire ad intraprendere da solo questo percorso o devo andare per forza dal dottore?

Consideri anche il fatto che ho tanta voglia di fare ciò !
Magari se c'è qualcosa nel libro che non capisco posso farle qualche domanda di chiarimento ???
Grazie Tante
L.R.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"mi sono imbattuto nella Famosa e ben nota TCC ed ho deciso di intraprenderla da solo con l'ausilio di un libro di Corinne Sweet."

Non si intraprendono terapie comportamentali da soli. Il fatto che Lei sia un uomo di scienza non ha che vedere con la predisposizione ad adattarsi a terapie scientifiche. In base al disturbo che abbiamo tendiamo ad avere le stesse resistenze alle cure scientifiche, anzi chi è più acculturato di solito ha più strumenti al servizio del proprio disturbo, non della cura.

Anche la voglia di sottoporsi a qualcosa non conta. Conta l'accettazinoe del ruolo di paziente, similmente a come un giocatore accetta di seguire l'allenatore.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"mi sono imbattuto nella Famosa e ben nota TCC ed ho deciso di intraprenderla da solo con l'ausilio di un libro di Corinne Sweet."

Non si intraprendono terapie comportamentali da soli. Il fatto che Lei sia un uomo di scienza non ha che vedere con la predisposizione ad adattarsi a terapie scientifiche. In base al disturbo che abbiamo tendiamo ad avere le stesse resistenze alle cure scientifiche, anzi chi è più acculturato di solito ha più strumenti al servizio del proprio disturbo, non della cura.

Anche la voglia di sottoporsi a qualcosa non conta. Conta l'accettazinoe del ruolo di paziente, similmente a come un giocatore accetta di seguire l'allenatore.

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Utente
Utente
Grazie Tante !
Io comunque continuo ad andare dal dottore di volta in volta cercando di accettare il disturbo anzicchè opporre resistenza ed accettare il tutto.
Ci sentiamo presto
[#11]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

No. Le terapie si seguono secondo uno schema, Non sempre occorre frequentare spesso i dottori, però non si capisce cosa voglia dire perché dice che cerca di "accettare il disturbo" anziché "accettare il tutto". Non è questione di accettare o resistere, ma di provare a curare, che non è uno sforzo suo, è l'esposizione ad uno strumento che modifica il disturbo.
[#12]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott.,

Non capisco bene che cosa intende quando dice "accettare il tutto" e non "accettare il disturbo", da una mia interpretazione sembrerebbe che questi problemi non dipendano da noi e che tutto questo viene categorizzato come se fosse una malattia, un po come una bronchite o la tosse.
Vorrei capire meglio
Grazie tante
L.R.
[#13]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Non capisco bene che cosa intende quando dice "accettare il tutto" e non "accettare il disturbo", "

Non saprei, erano espressioni che usato Lei nella risposta precedente, non capivo il senso complessivo del discorso: accetta il disturbo o non accetta il disturbo ?

Appunto, come una bronchite e una tosse. Inquadramento del problema e messa a punto di soluzioni. Malattia significa che la fa star male, categoria significa semplicemente definire dei connotati per poter poi misurare le variazioni con eventuali interventi.
[#14]
dopo
Utente
Utente
A questo punto visto che è una malattia (Inquadrata) ho gli strumenti per trovare le soluzioni e seguirò il mio allenatore.
Grazie Tante



" accetta il disturbo o non accetta il disturbo ?"

LO ACCETTO ! Proprio come una bronchite o un infezione ! Viene Perchè deve venire



Oggi torno a casa ed ho l'impressione che in questi giorni incontrerò la mia ex , anche perchè abitiamo nello stesso parco, questo mi infastidisce un po in quanto non so come comportarmi e che reazioni posso avere, tremore paura ansia gelosia BHO !
Secondo Lei come potrei affrontare la situazione ??
Grazie Tante per le risposte e la conversazione che stiamo avendo
[#15]
dopo
Utente
Utente
A questo punto visto che è una malattia (Inquadrata) ho gli strumenti per trovare le soluzioni e seguirò il mio allenatore.
Grazie Tante



" accetta il disturbo o non accetta il disturbo ?"

LO ACCETTO ! Proprio come una bronchite o un infezione ! Viene Perchè deve venire



Oggi torno a casa ed ho l'impressione che in questi giorni incontrerò la mia ex , anche perchè abitiamo nello stesso parco, questo mi infastidisce un po in quanto non so come comportarmi e che reazioni posso avere, tremore paura ansia gelosia BHO !
Secondo Lei come potrei affrontare la situazione ??
Grazie Tante per le risposte e la conversazione che stiamo avendo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Purtroppo le singole situazioni della vita personale non hanno soluzioni universali. La terapia aumenta le sue risorse, non necessariamente facendole produrre chissà quali soluzioni, a volte consentendole semplicemente il distacco e il minore coinvolgimento in alcune questioni per spostarsi su altre o trovarsi altri sbocchi.
[#17]
dopo
Utente
Utente
Grazie dott.
La terrò informata
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