Ansia e conflitti

Buongiorno, vi scrivo per raccontarvi la mia storia.
Ho 31 anni e da quando sono adolescente ho sempre avuto qualche problema: alle superiori mi tagliavo le braccia (su emulazione di una compagna e per vincere le guerre che si scatenavano in casa coi miei genitori, non ero una vera e propria autolesionista) fumavo canne, soffrivo di disturbo ossessivo compulsivo. Avevo delle relazioni sentimentali ma tradivo tutti i ragazzi con cui stavo, dando vita e vere e proprie storie parallele. A 21 anni conosco l'uomo con cui nascerà la mia relazione più duratura, un buon ragazzo che però ha problemi di dipendenze da cocaina. A 24 andiamo a convivere, prendo la scelta per disperazione più che per reale voglia di costruirmi una famiglia: è lui a convincermi dicendomi che vivendo assieme tutto si sarebbe sistemato e che avrebbe smesso di fare uso di droga, come nel frattempo avevo fatto io. Mi ero resa conto che la mia esistenza non mi piaceva e avevo iniziato tutta un serie di pratiche per tentare di migliorarla: yoga, discipline olistiche di tutti i tipi, letture... Smisi di fumare, di bere, di fare uso di sostanza, sviluppai un rigido codice alimentare che mi permise di sentirmi in forza e di allontanare gli stati depressivi in cui cadevo spesso. La mia relazione andava male e io cercavo come al solito sollievo in altre storie di cui lui non venne mai a sapere nulla. Un giorno, dopo 3 anni di convivenza, me ne andai facendo la parte della 'martire' senza dirgli che in realtà oltre a tentare di tirarlo fuori dalla droga per 8 anni, gli avevo mentito, non ero una santa ma una che aveva tutta una serie di bisogni emotivi, sessuali, ecc.. di cui lui non si accorgeva e fingevo di non averli.Tornai a casa ma i rigidi codici di condotta alimentare che mi imponevo per sentirmi bene fecero esplodere la bulimia. Una volta a casa, dopo 5 mesi mi innamoro di un ragazzo che conoscevo da tempo e vedevo sporadicamente come amico. Lui mi sembra bellissimo, pulito, gentile, lontano anni di luce dalla vita che avevo fatto fino a quel momento. Avevo voglia di ricominciare a studiare, mi iscrissi all'università da non frequentante( non l'avevo mai fatto, ero sempre andata male a scuola tranne alle elementari), volevo fare cose per me stessa, migliorarmi, i miei stati di dolore e di depressione mi avevano condotto a cercare cause e soluzioni in ogni dove. Avevo già fatto un paio di anni di psicoterapia ma il nuovo disturbo mi portò in analisi, pratica che continuo tutt'ora. Ora mi trovo da due mesi in una situazione di ansia forte, non so se continuare la relazione (ci sono delle cose che non vanno), e mi sento in colpa per aver provato delle forti attrazioni verso altre persone (che stavolta non ho concretizzato in tradimenti veri, nel tentativo di cambiare rotta rispetto alla mia vita passata). Piango sempre e assumo Minias per l'ansia, lo psichiatra ora mi ha consigliato il Citalopram. Non so che fare, non riesco ad affrontare una separazione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
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dopo
Utente
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Che consigli mi date per gestire questa situazione? Faccio bene a fare un periodo di antidepressivo?
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