Farmaci antidepressivi e difficoltà urinarie

Salve, sono una ragazza di 26 anni con alle spalle problemi di depressione, DCA (BED e poi bulimia) adesso in remissione, problematiche ansiose e fobiche.

Scrivo per chiedere se esiste un farmaco antidepressivo che non dia problemi alla minzione.
Mi spiego meglio: ho difficoltà ad iniziare la minzione, difficoltà che sono iniziate in concomitanza con l'inizio dell'assunzione di farmaci antidepressivi e antipsicotici. Con ARIPIPRAZOLO, circa un anno fa, ho sperimentato RITENZIONE URINARIA che mi ha portata al pronto soccorso, assieme ad altri sintomi come insonnia, forti tremori alle gambe, acatisia. Questi effetti ovviamente sono insorti dopo poco tempo dall'inizio della somministrazione del farmaco e mi hanno portata alla sospensione dello stesso.
Da allora tuttavia ho sviluppato una vera e propria fobia per quanto riguarda la minzione, il che ha aumentato i tempi di attesa e ha portato nuovi episodi di ritenzione, a cui devo rimediare praticando autocateterismo.
Nonostante le molte indagini specialistiche in campo urologico non si è arrivati ad alcuna diagnosi. Dal punto di vista psichiatrico, una volta eliminato l'abilify il mio medico ha inserito Escitalopram 10 mg e diazepam 5 mg alla sera.


Ora, ho notato che diminuendo il quantitativo di Escitalopram il quadro minzionale migliora abbastanza, quindi sono scesa di dosaggio. Adesso ne prendo 5 mg, da diversi mesi, ma com'era prevedibile l'effetto antidepressivo.. non c'è.

Facendo ricerche su internet mi è parso di capire che un po' tutti i serotoninergici ed in maggior misura i triciclici possono provocare disturbi alla minzione.

Mi chiedevo se esiste un farmaco antidepressivo sicuro su questo profilo, perchè credo davvero di aver bisogno di una terapia farmacologica che sia di supporto alla psicoterapia che sto facendo. Purtroppo l'umore non mi aiuta e quindi anche i progressi sono pochi.


Mi è stato proposto il Bupropione ma sono parecchio dubbiosa in merito; avendo un temperamento ansioso ed un importante trascorso di DCA non mi sembra la scelta più appropriata; inoltre temo che un farmaco che aumenti il tono adrenergico non faccia proprio al caso mio, soprattutto per i succitati disturbi minzionali.

Ringrazio per l'attenzione e per le eventuali risposte.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non si capisce bene in cosa consistono i problemi minzionali. Chiarisca meglio il quadro se può. Quanto a lungo ha preso abilify, cosa hanno riscontrato in pronto soccorso, l'hanno cateterizzata, etc

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Prima dell'esperienza al pronto soccorso (assumevo Floxetina 20 mg + Seroquel 300 mg + Depakin 300 mg) solo esitazione, cioè un tempo di attesa leggermente più lungo del normale che non mi creava alcun problema, nè ha mai resi necessari cateterismi et similia.


Poi lo psichiatra decide di cambiare Seroquel con Abilify per via di vari effetti collaterali insorti col seroquel (sonnolenza esagerata, aumento di peso, ricaduta bulimica).

Abilify assunto per circa 3 settimane compresa la fase di switch, fino a 10 mg. Dalla sospensione completa del Seroquel comincio ad avvertire un aumento del tempo di attesa pre-minzione, insonnia, ansia estrema, acatisia.


Al pronto soccorso forti tremori degli arti inferiori e 1200 cc di urina in vescica, con cateterismo. Mi hanno dimessa ma il giorno dopo mi trovavo ancora impossibilitata ad urinare per cui torno al pronto soccorso e vengo cateterizzata una seconda volta, con catetere a dimora, questa volta lasciato per 5 gg. Contestualmente wash out dell'aripiprazolo (soluzione fisiologica in vena), sospensione dell'assunzione ovviamente, ed introduzione di Tamsulosina 0.4 mg (alfa-litico).

Il Referto del pronto soccorso dice "sospetta vescica neurologica iatrogena"


Dopo 5 giorni tolgo il catetere fisso e torno a mingere autonomamente ma con un ritardo molto accentuato. Si è innescata una problematica fobica per cui ho cominciato ad evitare di uscire di casa per evitare il problema di dover mingere in un bagno pubblico.


Sospendendo la tamsulosina, mesi dopo, non ho notato differenze.

Dimezzando l'Escitalopram, introdotto in seguito, ho notato invece dei miglioramenti: diminuzione netta degli episodi di ritenzione e del tempo di attesa.


Nel frattempo ho eseguito RMN con e senza mdc di encefalo e tutto il rachide, esame urodinamico, cistografia. Niente di conclusivo.



La ringrazio per la pronta risposta, se ha bisogno di altri elementi la invito a domandare ancora.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

in evidenza di effetti collaterali di questo tipo, la scelta più appropriata è il mantenimento di una dose ridotta di farmaco, cercando di mantenere la dose terapeutica minima efficace.

Eventualmente possono essere tentate variazioni con altri farmaci per cercare di ridurre il sintomo o l'associazione alla psicoterapia.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#4]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

In realtà da come riferisce l'andamento, sembrerebbe più un fenomeno da sospensione di quetiapina, che è alfa-litico così come la tamsulosina. Che si tratti invece dell'introduzione dell'aripiprazolo è più dubbio.

Potrebbe quindi non trattarsi di una reazione all'aripiprazolo. Purtroppo poiché sospensione e inizio del nuovo farmaco erano contemporanei non è possibile chiarire ulteriormente.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr Pacini, è quindi possibile che io ad un anno dalla sospensione della quetiapina risenta ancora di questo effetto?
Credevo che la quetiapina come gli altri antipsicotici atipici fosse un antagonista muscarinico e quindi inibente il detrusore della vescica.
Ad ogni modo l'effetto collaterale "ritenzione urinaria" è specificato nel foglietto illustrativo dell'aripiprazolo, insieme a tutti gli altri effetti che ho sperimentato. C'è da dire che la sospensione della quetiapina è stata brusca; ero arrivata a 10 mg di aripiprazolo da 5 giorni e mi è stato prescritto di abbandonare, improvvisamente, i 300 mg di quetiapina che ancora prendevo.

Ad ogni modo, io continuo ad avere difficoltà urinarie, che variano in base allo stato d'animo e al dosaggio di Escitalopram, motivo per cui sono bloccata a 5 mg. A questo dosaggio riesco a non essere "troppo" depressa e a mantenere un funzionamento vescicale sufficiente. L'umore mediamente non è buono ed è per questo che mi piacerebbe capire se ho alternative in senso farmacologico.


Gentile Dr Ruggiero, la ringrazio per la risposta. Mi sta quindi confermando ciò che mi aspettavo: non esiste un farmaco antidepressivo che io possa usare. La dose minima efficace, da bugiardino, sarebbe 10 mg, ma a quel dosaggio io avverto già più difficoltà.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non posso affermare che non esista in assoluto.

Andrebbero provati singolarmente e capire quale abbia minore impatto sul problema urinario.

Per evitare di fare ciò, il mantenimento di una dose minima può essere utile.

È vero che la dose minima efficace risulta più alta della dose che assume ma se. La sua dose ha una efficacia seppur minima è utile l'assunzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

L'azione prevalente della quetiapina è anti-alfa (adrenergica), e anche se entrambi gli effetti collaterali (come praticamente per il 99% dei farmaci) sono possibili.

Ovviamente anche altri medicinali possono avere effetti di questo tipo, però un conto è un lieve ritardo, o uno stimolo precoce in assenza di tensione vescicale (vescica non piena, stimolo ad andare, e ovviamente un po' di ritardo), altro è la vescica piena senza stimolo come ha avuto in quell'episodio di ritenzione.
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