Bipolarismo

salve,da tre mesi frequento un uomo( lui 34 io 46),il prof di mio figlio,che alla fine è riuscito ad avvicinarsi a me dicendomi di essere stato colpito oltre al resto,dal mio modo di essere mamma in quanto si vedeva che mio figlio era un ragazzo molto seguito.Già dalla seconda volta che ci siamo visti,all'argomento figlio,mi disse che ne desiderava uno e pensava ad un utero in affitto in quanto non aveva mai trovato una donna con cui desiderasse farlo,ma che con me lo avrebbe fatto subito.
Dopo il primo mese in cui tutto andava bene,sono cominciati comportamenti strani:lunghi silenzi,aggressività,voglia di ferirmi..praticamente non lo riconoscevo più.Sono arrivata al punto di dover andare dallo psicologo,in quanto mi aveva completamente stravolto,soprattutto perchè non riuscivo a dare una spiegazione al suo modo di fare indecifrabile, diceva di non volermi più vedere ma quando capiva che forse mi stava perdendo ritornava,fino a quando mi ha fatto una richiesta,per me assurda,un figlio con lui,ma che doveva sembrare che fosse di mio marito; un legame per sempre.Lo psicologo mi è stato di grande aiuto,soprattutto perchè mi ha detto che probabilmente era un bipolare;ho cominciato a leggere di tutto sull'argomento e lo riconosco in ogni sintomo: la fase in cui riesce a svolgere una quantità infinita di attività,con un'energia fuori dalla norma,che prima non riuscivo a spiegare,e la fase depressiva in cui quando parliamo in chat,non riesce neanche a mettere due parole vicine,o non risponde x giorni.Sapere che al 99% il motivo è il bipolarismo,ha giustificato ai miei occhi i suoi comportamenti,so che oggi mi puo' dire che non riesce a stare senza di me,e domani non volermi sentire e vedere per giorni.
Ho provato a dirgli che forse il suo malessere ha questo nome e che può essere aiutato,ma non ha voluto sentire ragioni.Lo scorso anno è stato lasciato da una ragazza,lui non si perdona di averla persa,è andato in depressione con pensieri suicidi;ora dice che diventa aggressivo quando si rende conto che qualcuna sta prendendo il suo posto nel suo cuore,si autoinfligge la punizione della sofferenza,dicendo che non merita più di amare ed essere amato. Quello che non mi è chiaro,e che vorrei essere spiegato è il pensiero di un figlio con me,che ormai è diventato un chiodo fisso,insiste con rapporti non protetti per cercarlo in tutti i modi ed è riuscito ad avere un rapporto a rischio gravidanza;ho l'impressione che si aggrappi a quest'idea,parla di questa bimba a volte come se già ci fosse,a volte invece dice che se ancora non c'è riproveremo ad averla. Ho provato a spiegargli che un figlio è per sempre e che non ci conosciamo abbastanza,lui mi ha risposto che va bene per sempre,che lo vuole.Ecco l'altro ieri diceva che oggi sarebbe venuto per riprovare,invece da ieri silenzio assoluto..Mentre sono tentata di togliermelo dalla testa,mi dispiace vederlo soffrire così e vorrei aiutarlo in qualche modo.Cosa posso fare? E perchè insiste così per un figlio ? Graz
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Se avete rapporti non protetti siete in due, per cui è poco costruttivo poi chiedersi il perché uno dei due lo voglia. Lei asseconda questa richiesta senza condividerla ?

Qual'è il quesito medico ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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[#2]
dopo
Utente
Utente
la mia domanda è se c' era una spiegazione a questa richiesta quasi ossessiva di un figlio ad una persona che si conosce ancora poco,più grande di età.
La prima volta che abbiamo fatto l'amore sono stata io a dirgli che poteva andare tranquillo,dal momento che 2 giorni dopo avrei avuto il ciclo.Al momento mi è sembrato un pò perplesso,poi dopo averlo fatto mi ha spiegato che non lo aveva mai fatto prima per il terrore di una gravidanza indesiderata,ma che con me lo aveva voluto e che non l'avrebbe mai fatto con nessun altra...
Al momento mi sembrò un discorso un pò strampalato,infatti gli risposi che se un giorno avesse voluto un figlio,il modo di farlo era quello...
Poi,dopo circa 20 gg. ha cominciato ad insistere con questa idea.
Volevo sapere se questa richiesta aveva un motivo psicologico.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Un motivo psicologico lo ha qualsiasi cosa, intende dire se sia una richiesta sintomatica di uno stato "particolare" ?

Ha già identificato gli aspetti che le paiono "strampalati" nella cosa in sé. Di più non mi sembra si possa dire che le serva a qualcosa.

Che lo vuole in qualche modo "aiutare" che significa ? Questa persona non le ha chiesto di essere aiutato per qualche ragione, oppure sì ?
[#4]
dopo
Utente
Utente
si,intendevo se sia una richiesta legata alla sua condizione di bipolare.
Questa persona non mi ha chiesto aiuto,ma vorrei aiutarlo a prendere consapevolezza del problema per poi farsi aiutare.
non riesco a restare indifferente sapendo che ha un problema e anche serio;,in verità,la sua risposta mi sembra mi sembra un pò approssimativa,trattandosi di un medico specializzato in questi disturbi della personalità,dal mio canto non mi sento di abbandonare a sè stessa una persona,sapendo che nè familiari,nè amici sono consapevoli del suo problema.
Mi scusi,ma pensavo di avere qualche chiarimento in proposito,se non mi serviva niente,non scrivevo...
Grazie
[#5]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Ma lei non scrive per avere un chiarimento, bensì per sapere cosa deve fare rispetto ad una persona per cui ipotizza un tipo di problema. Proprio per questo le chiedevo se c'è una domanda medica.

"Cosa fare per aiutare una persona" è una domanda che va al di là dell'argomento medico, anche perché stiamo parlando non di una diagnosi fatta, o di una persona che chiede di farsi aiutare, ma di un'ipotesi, e di una questione che è abbastanza personale, cioè riguarda una relazione tra due persone. Non è che da questo possa essere chiaro se si profila una sindrome, e risponderle che "può essere" cosa aggiunge a quello che già ha concluso da sola ?

Quindi, ripeto, cosa vuole chiarire ? Chiarire che diagnosi ha ? Non è possibile. Chiarire cosa deve fare ? Ancor meno, perché questa è una decisione che non discende peraltro solo da considerazioni diagnostiche.
Come aiutarlo ? La persona in questione non ha chiesto aiuto, ed è ovvio che l'aiuto consisterebbe nel farlo visitare, questo è inevitabile.

D'altronde nella sua richiesta c'è un aspetto contradditorio: dice di aver pensato di allontanarlo e poi di volerlo aiutare, il che non esprime neanche un chiaro intendimento.
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