Post psicosi e ansia

Premetto che Ho avuto un Bufeè delirante nel luglio 2013 , cioè una psicosi breve con deliri e pensieri deliranti. Sono in cura da allora prima con Rsiperdal e Cipralex poi Invega, infine Olanzapina e Sertralina e a seguito di ansia acuta con queste ultime con Risperdone, Rivotril e attualmente Efexor ; ma da però novembre-dicembre 2014 soffro di ansia e attacchi di ansia più o meno forti nel tempo e con diverse intensità a seconda delle situazioni ma che restistono a oggi. Da cosa dipendono ? Dal cambio terapia ( Risperdone-Olanzapina e Cipralex-Sertralina ) ? O da componenti psicologiche , tipo fobie e paure sociali nello stare in gruppo o in ambienti grandi e affollatti ( Università , Piazza ) ? Sono in cura al Csm e in psicoterapia ma le cose vanno a rilento .
A oggi la terapia appunta è Risperdal, Rivotril e Efexor.
Temo infine che questa situazione non si risolva e di non venirne a capo con conseguenti problemi che sto sperimentando sociali e relazionali. Temo ancora che la terapia per la psicosi che doveva durare due anni , duri fino a data indefinta ed ilo mio medico non è stato molto chiaro ultimamente a riguardo.
Attulamente soffro di paure del tipo stare in luoghi come la piazza o l'Università se affollata in particolare, con sintomi come sudorazione fredda, spaesamento e tachicardia, accentuate ad Agosto-inizio Settembre, un po' meglio adesso che non prendo più Olanzapina e Sertralina ma RIsperdone 3 ml e Exefor 150 mg.
Ripeto il cambio farmaci effetutato nel tempo più volte può essere la causa dell'ansia o la psicosi nel suo decorso post curativo può portare a ansia, o infine c'è una forte componente psicologica ?
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17 20
La psicosi come il diabete, spesso costringe a terapie per lunghi periodi, anche per tutta la vita, ma senza quella terapia il paziente che soffra di sintomi psicotici, come quelli che soffrono di diabete, starebbe sicuramente molto, ma molto peggio.

La psicosi è una patologia molto variabile. D'altra parte il nostro cervello è molto complicato e i farmaci che possiamo usare al momento sono molto semplici.
In attesa che la ricerca ci aiuti a capire meglio cosa fare per aiutare i nostri pazienti, si invoca il concetto di pazienza.

Trovare con calma con il suo psichiatra dal vivo la terapia migliore è sicuramente la cosa più importante.
Fare uno sforzo per non ricondurre ogni comportamento o sensazione alla psicosi è altrettanto necessario.
La vita normalmente è fatta di momenti spiacevoli e sgradevoli, che si alternano a momenti di disagio e ansia, e poi si siempe di momenti di gioia e allegria, per poi trovare pause ricche di attesa e serenità.
Questa variabilità è allora parte anche della vita e non possiamo cancellarla in alcun modo.

Bisogna avere pazienza ed affrontare i problemi reali della vita invece che cercare di appiattire tutto e riportare tutto ai sintomi pur se presenti della psicosi. Laddove la terapia farmacologica abbia i suoi limiti la nostra pazienza e capacità di organizzazione può creare nuovi percorsi relazionali e vitali capaci di riempire la vita di tutto quanto ci occorra.

Dr. Manlio Converti

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dopo
Utente
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Grazie Dottore, la mia domanda era sui tempi di recupero - terapia della psicosi si, ma anche su un eventuale nesso con attacchi di ansia acuti che mi sono verificati e si verificano..
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