Ansia da prestazione, scarsa frequenza di rapporti sessuali

Salve a tutti, ringrazio anticipatamente tutti i professionisti che risponderanno alle mie domande. Sono una ragazza di quasi 22 anni omosessuale. Da all'incirca 7mesi ho una relazione con un'altra ragazza,ci amiamo molto nonostante le discussioni e le incomprensioni e proviamo una forte attrazione fisica l'una per l'altra.Nè io nè lei siamo,per così dire,alle prime esperienze ma ci ritroviamo a vivere un disagio alquanto particolare.
Quando ci siamo conosciute, io non avevo rapporti sessuali da circa 6 mesi (a parte un tentativo forzato finito male) poichè mi sentivo ancora scossa ed anaffettiva per la fine di una relazione importante. Da dire anche che soffro di depressione e nell'ultimo anno le cose che si sono accumulate sono state molte. La mia autostima era sotto terra, la libido pure, mi sentivo fortemente insicura e senza alcun desiderio di approcci sessuali o affettivi. preciso però che ho sempre mantenuto una buona intimità con me stessa praticando la masturbazione. Dunque,quando ho iniziato a frequentare lei, mi sono ritrovata davanti a quella che era diventata la mia paura principale: il sesso. Sin dalla prima volta,nonostante l'ansia e l'insicurezza, è stato molto soddisfacente, anzi, la nostra affinità sessuale è andata sempre migliorandosi,difatti sento di poter affermare che,quelli che ho con lei, siano i migliori rapporti della mia vita. Il problema dunque è ancor più difficile per noi da comprendere, perchè la situazione è questa: siamo due ragazze molto giovani che stanno insieme da poco, ci amiamo moltissimo e siamo molto affettuose, proviamo una grande attrazione, i nostri rapporti sono decisamente soddisfacenti MA facciamo poco sesso! è come se entrambe cercassimo di evitare in ogni modo il momento del rapporto. L'ansia, il senso di inadeguatezza, la paura di non riuscire a soddisfare l'altra, nonostante l'altro standard qualitativo dei nostri rapporti, tutte queste cose ci paralizzano!Siamo molto sincere,comunichiamo tantissimo e apertamente ma non sappiamo come risolvere questo problema. Ci fa stare male questa cosa perchè non la capiamo. Abbiamo vissuto fino a poco tempo fa una storia a distanza ed è capitato che,anche quando non ci vedevamo da settimane, l'ansia ci,MI paralizzasse così tanto da riuscire ad avere si e no un rapporto a settimana. Abbiamo pensato di rivolgerci ad un consultorio ma nel frattempo speravo di ricevere qualche risposta,qualche consiglio anche qui. Personalmente sono arrivata al punto di sentirmi ''anormale'' visto che a quest'età ho così paura del sesso da convincermi di non aver voglia di farlo, di smettere di farlo! Preciso che, come ogni giovane donna, a volte sono in conflitto con me stessa ma di base mi piaccio, credo di essere molto gradevole esteticamente, dunque non avendo neppure disagi importanti col mio corpo, non capisco davvero l'origine! possibile che quella rottura mi abbia ''guastato'' così tanto da non riuscire più a vivere il sesso come un qualcosa di bello e divertente!?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<L'ansia, il senso di inadeguatezza, la paura di non riuscire a soddisfare l'altra>

Gentile Ragazza,
partire con queste premesse non aiuta. In effetti il timore che prova/provate vi conduce all'evitamento della situazione ansiogena e rinforza il problema.

La delusione passata, il tono dell'umore deflesso che denuncia (che di per sé potrebbe influire sul desiderio sessuale) , il timore del fallimento concorrebbero a sostenere le difficoltà, a quanto parrebbe alimentato da entrambe, insieme forse ad altro che non sappiamo riguardo le rispettive storie personali.

Concordo sulla sua idea di rivolgervi al Consultorio Familiare ASL per tutto quanto esposto a livello di coppia e personale.

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Aggiungi qualche riflessione a quelle della collega che condivido.

È interessante notare come lei abbia odiperato una terminologia, utilizzata per problematiche al maschile: Ansia da prestazione.

L'ansia da prestazione si riferisce al deficit erettivo, non alla sessualità femminile.

La quantità, solitamente, correla poi con la qualità della vita sessuale....

È certa che amore, relazione, empatia sessuale siano tutti elementi presenti?

Avete un buon desiderio?

Raggiungete l'orgasmo entrambe?

Avete un buon rapporto con il vostro orientamento sessuale?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Buon pomeriggio, ringrazio innanzitutto entrambe per le tempestive risposte.
Rispondo prima alla dottoressa Rinella: Si, credo che i nostri vissuti abbiano un peso in tutto ció e, entrambe consapevoli del fatto che queste cose vanno risolte perché non si sistemano da sole, abbiamo infatti optato, come dicevo su', ad un confronto con uno specialista in un consultorio, dato che non possiamo permetterci una terapia.
Rispondo invece alla dottoressa Randone: mi scusi per l'abuso di termine ma sono certa saprà che in ambiente profano non è raro se ne faccia un uso improprio, l'ho usato perché, nella mia ignoranza in materia, è stato il primo termine a disposizione per descrivere quanto più chiaramente mi fosse possibile la situazione.
Per il resto, difatti il nostro dubbio amletico risiede proprio in questo: "perché non lo facciamo di continuo visto che alla fine ogni volta è fantastico?"
Beh, sono certa che ci sia amore come possono esserlo due ragazze sulla ventina che si sentono legate da un sentimento molto forte! Raggiungiamo ogni volta entrambe l'orgasmo, anche più volte il nello stesso rapporto, in verità. Ci sentiamo molto appagate e ce lo diciamo apertamente. Sentiamo di amarci, abbiamo una relazione monogama è stabile e ci sentiamo molto vicine in ogni cosa, abbiamo inoltre lo stesso modo di vedere il sesso. Se avessimo problemi col nostro orientamento sessuale lo avrei precisato perché penso che sicuramente avrebbe avuto rilevanza. Siamo entrambe dichiarate ed anche molto femminili. Il desiderio ce lo abbiamo perché ci piacciamo anche esteticamente ma, come dicevo, queste sensazioni di ansia e inadeguatezza, ci spingono alla fine a non concretizzarlo, a farlo poco, a viverlo male fino a farlo sparire. Credo che inconsciamente, queste sensazioni negative, affievoliscano il desiderio fino a rimpicciolirlo poiché lo identifichiamo come l'origine di questa frustrazione. Ringrazio nuovamente tutti per la cortesia nelle risposte. Volevo sapere se avevate delle altre ipotesi, stando così i fatti descritti, se è davvero una cosa così tanto insolita o se è mai capitato a qualcun altro. Buona giornata.
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Utente
Utente
Mi scuso per degli Errori presenti nel testo ma sto scrivendo dal cellulare e sono certa che qualcuno saprà quanto siano infami alcuni correttori automatici!!!
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Utente
Utente
Avevo già letto un paio di questo articolo sul suo profilo prima di pubblicare la domanda e gli altri li ho letti ora. Non capisco... Noi ci baciamo molto ed appassionatamente, siamo molto affettuose, inoltre, questa problematica si è verificata col tempo perché agli inizi lo facevamo e pure tanto! Non riesco a capire: mi sono documentata e nella mia relazione non ci sono 8 su 10 degli atteggiamenti tipici descritti in queste situazioni! Misà che è colpa mia e della mia depressione.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, è vero quello che dice, è un "disagio particolare", quasi volesse sottolinearne una difficoltà a comprenderlo, mostrando effettivamente una complessità emotiva e relazionale ricca, su cui lei riflette in modo acuto.

Ha vissuto la fine di una relazione importante per lei, che sembra avere avuto un peso non indifferente su più fronti, rendendola "scossa e anaffettiva". L'umore e l'autostima a terra, un senso di insicurezza e la mancanza di desiderio sessuale sono vissuti che immagino abbiano rappresentato un carico pesante per lei.
Questo potrebbe essere legato al dolore della fine della sua relazione, ma anche all'idea che lei ha di se stessa, come se forse questi vissuti le appartenessero ancor prima dell'incontro con la persona con la quale ha avuto la relazione finita. È poi possibile che la fine di quella relazione abbia accentuato quella idea di sé già presente in se stessa.

Questo potrebbe giustificare la sua ansia, il timore di non essere all'altezza e di non piacere abbastanza. Ma sembra esserci dell'altro, anche perché se i rapporti funzionano molto bene da mesi, i timori dovrebbero attenuarsi.

Lei dice oltretutto che questo disagio attuale non lo sta vivendo solo lei, ma siete in due. Potrebbero esserci tante ragioni in proposito, ad esempio le discussioni e le incomprensioni potrebbero avere un peso. O magari anche la sua ragazza ha avuto delusioni, con tutto quello che comportano.
Ma oltre questo, lei sottolinea in particolar modo l'ansia e utilizza due parole, due sensazioni davvero intense: paura e paralisi.
Mi ha colpito quando ha detto che "Abbiamo vissuto fino a poco tempo fa una storia a distanza ed è capitato che,anche quando non ci vedevamo da settimane, l'ansia ci paralizzasse così tanto da riuscire ad avere si e no un rapporto a settimana", e mi sono chiesto se avete paura di scoprire che quella magia potrebbe finire, come se voleste proteggere qualcosa di estremamente prezioso?

Per provare a comprendere un pochino meglio la situazione, alle riflessioni e domande delle colleghe, vorrei aggiungere un'ulteriore domanda, se se la sente di rispondere: come ha vissuto la precedente relazione, le sembra che ci siano vissuti simili all'attuale storia oppure era differente, anche in merito alla sessualità?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Misà che è colpa mia e della mia depressione. "

Se veramente dovesse trattarsi di questo, andrebbe approfondito.

Dolore, deflessione del tono dell'umore, passato indigesto....non sono dei veri afrodisiaci.

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Sembra che tra voi due si sia instaurato un circolo vizioso nel quale vi rimpallate vicendevolmente la paura del fallimento mantenendola e rinforzandola
l.abbassamento del tono dell'umore poi non è una colpa ma una condizione che appunto puo concorrere a smorzare il desiderio .
Si rivolga con fiducia al consultorio Asl.
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Utente
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Rispondo al dottor De Sanctis: Beh, sicuramente se abbiamo delle tensioni o delle discussioni , queste vanno a confluire sul problema che ho esposto ma, per come ho avuto modo di conoscere lei, ho potuto riscontrare anche nella sua personalità una forte componente ansiosa. Quindi ognuna ha la sua di ansia che poi ha portato a questo risultato. Lei, a differenza mia, vive un disagio più profondo nei confronti del suo corpo, non si piace molto nonostante penso di averle restituito un po' di amor proprio e di autostima col conforto del mio amore rassicurante. Sicuramente anche lei non ha avuto delle esperienze affettive positive in precedenza. Come entrambe,del resto. È una riflessione interessante quella che pone: non avevo considerato questo aspetto ma sicuramente c'è del fondamento. Entrambe siamo molto legate e protettive verso quello che abbiamo, molto consapevoli della fortuna reciproca dell'averci, forse più di molte altre coppie. Entrambe abbiamo ben chiaro quanto sia importante ciò che viviamo e, forse a causa di un vissuto comune non molto semplice, abbiamo più paura degli altri di essere felici. Abbiamo sempre cercato di fare le cose per bene e in modo giusto, prendendoci si dei rischi ma forse a discapito un po' della spontaneità. Anche se non so se 'il termine "spontaneità" sia quello giusto. Quindi si, potrebbe darsi che abbiamo paura che il nostro sentimento possa esaurirsi e la magia finire. Rispondo alla sua ultima domanda: io sono di mio una persona molto emotiva, per quanto possa risultare una persona estroversa e socievole, sono al tempo stesso in una maniera tutta mia molto solitaria, per me è una priorità quella di mostrare a pochi le mie fragilità, per cui , strumenti di autodifesa a parte, ho sempre manifestato una certa sensibilità che si rifletteva anche sullo'aspetto sessuale per quanto possa sembrare spigliata. Che io ricordi, mi sono sempre interrogata molto su me stessa e, nonostante mi stimi molto come persona, spesse volte mi sono ritrovata con la paura di non sentirmi all'altezza ma mai in maniera così paralizzante. In genere questa paura di è sempre dissolta con il consolidarsi dei rapporti. Mi fa strano perciò questa situazione perché io con la mia attuale fidanzata sono molto aperta e sincera ed abbiamo un ottimo scambio. Non ho paura delle mie fragilità con lei. Spero di aver risposto efficacemente alle sue domande.
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Utente
Dottoressa Randone, sono d'accordo con ciò che dice ma le assicuro che poi, nella vita reale, questa condizione che non è colpa, diventa un vero e proprio handicap sociale. Ho lavorato e lavoro molto su me stessa, ho anche delle terapie psicologiche alle spalle, ma in questo momento (per quanto mi rendo conto che forse le due cose sono difficilmente scindibili) vorrei concentrarmi sulla problematica che ho esposto e avere dei suggerimenti , seppur mi renda conto che online non si possa fare granché, concreti sul da farsi.
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Utente
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Dottoressa Rinella, ne sono consapevole., per quanto abbiamo due caratteri molto diversi e modi di affrontare le cose diversi, condividiamo gli stessi "disturbi", per così dire! Dunque è nel giusto nel supporre questo circolo vizioso. Si, sono molto fiduciosa Perche la voglia di superare questo ostacolo è molto forte in entrambe. Spero che al consultorio sappiano aiutarci.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
La problematica che porta non è disgiunta dalla sua psiche ....

Ed i consigli non servono a molto.

La sessualità è un essere, non un fare.

Chieda un ulteriore consulenza ne trarrà un grande beneficio.
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Utente
Utente
Ho difatti scritto "per quanto mi renda conto che siano difficilmente scindibili le due cose". Se i consigli non servono a molto che ci andiamo a fare in terapia? Mi spiego meglio, mi riferivo più che altro a sapere nella praticità cosa potremmo fare. Smettiamo di fare sesso? Lo facciamo solo quando ci viene naturale cercando di tenere l'ansia al minimo? Cerchiamo di fare finta di niente per non aumentare il "rinforzo"? Cose così, in attesa che ci diano l'appuntamento in consultorio. La ringrazio moltissimo, così come ringrazio ognuno di Voi, per il tempo dedicatomi.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Proseguendo a leggere i suoi pensieri, penso sia un valore considerare la paura del sesso all’interno di una ricca complessità che riguarda la vostra coppia, e anche ognuna di voi.
Sento importanti tutti quei vissuti di cui abbiamo parlato nel consulto, a cui possiamo anche aggiungere la "paura di essere felici”.
Le sue parole sono particolarmente suggestive a riguardo: "Entrambe abbiamo ben chiaro quanto sia importante ciò che viviamo e, forse a causa di un vissuto comune non molto semplice, abbiamo più paura degli altri di essere felici”. Non credo sia un caso che aggiunga proprio in proposito il discorso sulla spontaneità che mi sembra coerente e apre ulteriori interrogativi sulla vostra esistenza.

Questi vissuti, di cui abbiamo solo accennato in questa sede, hanno radici profonde in ognuna di voi, e vanno riattraversati emotivamente e ripensati. So che è faticoso, ci vogliono un po’ di tempo e pazienza, ma con la sua sensibilità e la sua appassionata capacità riflessiva, assieme alla sua ragazza sono sicuro che riuscirete ad affrontare il problema e a trovare non le giuste soluzioni, ma quelle vostre. Con quel calore e con quella cura che la vostra coppia ci testimonia.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
La terapia non eroga consigli, ma tramite il rapporto terapeutico aiuta la paziente a leggersi dentro ed a trovare risorse e soluzioni da sola e, nel caso di blocchi, li risolve

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Utente
Utente
Dottor De Sanctis ho letto molto attentamente le sue parole per le quali la ringrazio. Non so perché ma è come se mi avessero dato un po' di sollievo, aiutandomi a sentirmi più leggera. Credo di aver metabolizzato a pieno una consapevolezza quando mi scrive il pezzetto "non le giuste soluzioni, ma quelle vostre". Può sembrare una cosa facile e scontata da dirsi e da farsi ma, per quanto mi riguarda, non è così. Va a porre la soggettività, l'individualismo, il caso specifico, le persone in una posizione di attenzione e di priorità, a discapito di quello che inquina un po' tutti noi giovani ovvero il guardare sempre al di fuori, all'esterno per capire cosa si vuole e come deve essere ogni cosa, come se esistesse uno standard preciso per tutti e per ogni cosa. Non so se sono riuscita ad esprimere il mio pensiero chiaramente... Sono sicura adesso che, certamente cercheremo un appoggio terapeutico per attenuare un po' la nostra ansia e viverci più serenamente, continuando a fare sesso quando, quanto e come ci va, non in virtù del fatto che siamo giovani. Sperando di riuscire ad eliminare schemi che non ci appartengono e di eliminare la frustrazione derivante dal nostro modo di vivere la relazione che poco si adatta a ciò che abbiamo sotto gli occhi e vivendo la nostra spontaneità. Sperando che ogni cosa si risolva per il meglio, ringrazio nuovamente tutti per gli spunti di riflessione che mi avete dato e che mi hanno permesso di analizzare meglio il groviglio che ho in testa!
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È importante la sua capacità di lettura, quello che dice della soggettività e della possibilità di ripensare gli standard senza darli per scontato e adeguarsi passivamente. Potremmo dire che stiamo parlando della libertà di esserci come protagonisti della propria vita.

Grazie a lei per le riflessioni e per questo nostro scambio.

Un sincero augurio per voi,
Enrico de Sanctis
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
A me, con tutti i limiti della distanza, mi pare una problematica ansiosa e, come ha scritto la Collega dott.ssa Rinella, partire con premesse sbagliate non aiuta.
L'ansia da prestazione (e poi la preoccupazione di non soddisfare la partner) non solo può rendere il momento di intimità meno piacevole e divertente, ma anche far passare la voglia di fare qualcosa.
Anche gli studenti hanno l'ansia da prestazione e talvolta preferiscono non presentarsi affatto a sostenere un esame. Anche se hanno studiato molto e sono preparatissimi.
Anche gli atleti hanno l'ansia da prestazione. E spesso la performance non è all'altezza della loro preparazione.
Quindi, come vede, il problema potrebbe essere più semplice di quanto sembra.
Sa che cosa peggiora la situazione secondo me? Il fatto che Lei e la Sua ragazza vi stiate spaccando la testa dietro questa faccenda e rimuginare su qualcosa (soprattutto se non va come vogliamo) non fa altro che alimentare il problema.
Ci sono poi diversi tipi di trattamento psicoterapico: ad esempio nella terapia cognitivo-comportamentale o nella terapia sessuale sono proprio previste delle prescrizioni comportamentali o di mansioni (detta proprio terapia mansionale) e quindi al pz diamo indicazioni chiare su cosa fare o cosa non fare.
Spesso ci sono comportamenti che mettiamo in pratica di buon cuore e con la convinzione di risolvere il problema ma che in realtà alimentano il nostro problema. Quindi è indicato seguire le prescrizioni dello psicoterapeuta, se lavora con u metodo attivo e focalizzato.
Da qui non possiamo dare prescrizioni perché non La conosciamo direttamente e quindi sarebbe come se il medico Le suggerisse un farmaco attraverso internet ma senza visitarLa direttamente.
Di solito il primo step è comunque abbassare il livello d'ansia della coppia con la prescrizione di compiti che hanno la sola finalità di aumentare il piacere sessuale e non focalizzarsi sulla prestazione.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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