Paura di fare gli incubi e grosse difficoltà a dormire

Buongiorno,

il mio problema è cominciato circa nel 2009, quando feci un incubo di "genere horror fantascientifico", che mi ha spaventato moltissimo, e ancora ho impresso nella mente.

Praticamente ho sognato che ero in camera da letto matrimoniale (adesso ci dorme mia sorella da anni perché i miei sono separati), e usciva Samara, la protagonista del film The Ring, da un muro, e mi veniva vicina attaccata al viso e dopo un po di secondi mi sono svegliato molto angosciato.

Da quella volta ho avuto sempre paura di dormire e di poter fare altri incubi simili, e ho tentato varie strade per cercare di risolvere la situazione, inoltre mi è venuto una specie di Disturbo Ossessivo (detto dallo psichiatra).

Quindi prima sono andato da uno psichiatra, poi sono andato a fare psicoterapia privatamente da lui, prendendo al contempo il Lexotan.

Adesso, dopo 9 anni, sto tentando di superare i problemi di ansia col Tavor, e all'inizio dormivo benino, ma adesso il disturbo penso sia peggiorato, inoltre ho anche ansia già quando entro in camera da letto.

Inoltre il fatto di non dormire e non recuperare mi ha fatto ridurre lo sport ad una volta alla settimana, ma adesso ho smesso da 15 giorni perchè sto così così, sono molto stanco e debole e poi ho notato che stranamente, anche se comunque ho sempre avuto i battiti a 50-55 e la pressione normale, a volte adesso ho da 45 a 49 battiti a riposo, infatti ho preso appuntamento con il medico per Martedì.

Avevo fatto anche un ECG, però non ho beccato il momento giusto.

Vorrei sapere come potrei superare questa paura, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma anche farmaceuticamente, eventualmente.

Grazie e cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Dopo quella diagnosi perché non ha mai ricevuto una terapia ? Che c'entrano gli ansiolitici al bisogno ? Non possono cambiare l'andamento della cosa. Nessuno le ha mai prescritto farmaci contro le ossessioni ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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dopo
Utente
Utente
No. Un medico che conosco mi ha detto genericamente che secondo lui potrei prendere il Citalopram, però a parte parlarne così non mi è stato prescritto niente.

Ho fatto solo un pò di psicoterapia, ed effettivamente stavo meglio, ma dopo qualche mese ho dovuto smettere per questioni economiche.

Pensa che il mio problema anche riguardo gli incubi dipenda dal disturbo ossessivo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Ha bisogno di un trattamento per il suo disturbo, non vedo ragioni per non assumerlo.
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dopo
Utente
Utente
Io non ho motivo di non assumerlo, anzi.

Il fatto è che ne avevo parlato al medico di base, poi ero stato mandato ad una visita psichiatrica, e il medico mi aveva prescritto l'Abilify, poi però ho deciso di provare con lui la psicoterapia, dato che mi era stato detto che era bravo.

Dopo qualche settimana di psicoterapia stavo meglio e ho smesso per questioni economiche.

Dopo qualche anno i disturbi mi sono tornati e dopo una crisi anche depressiva dura ci sono tornato e sono stato meglio dopo qualche mese, e ho dovuto rismettere perchè 70 Euro a seduta per me sono un grande sacrificio economico, anche se la salute è importante.

In questa occasione mi era stato detto che avrei dovuto "istituzionalmente" assumere SSRI per curare il disturbo, ma non avrei risolto alla radice, e che spesso invece danno la sindrome serotoninergica quindi non è sempre vero che è questione di ricettori.

Quindi ho detto "boh", ma io non è che avrei niente in contrario se stessi meglio...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"In questa occasione mi era stato detto che avrei dovuto "istituzionalmente" assumere SSRI per curare il disturbo, ma non avrei risolto alla radice, e che spesso invece danno la sindrome serotoninergica quindi non è sempre vero che è questione di ricettori."

A parte il fatto che non è vero che ci sono solo gli ssri, però va beh, andiamo oltre. In che senso che non curano il disturbo "alla radice", quale radice ?

Spesso gli SSRI danno la sindrome serotoninergica ? Ma davvero può essere stata detta una cosa del genere ?!

E quindi non è sempre vero che è una questione di recettori...che vuol dire. A parte che non vedo il nesso con tutti i discorsi precedenti, ma vorrebbe dire che non è una questione biologica. Quindi usciamo dal cervello e dove andiamo a collocarci, nel regno dei fantasmi ?
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dopo
Utente
Utente
mi è stato detto, e cito le testuali parole per come me le ricordo:

"nel ruolo istituzionale che ho, se fossi venuto al centro psichiatrico ti avrei dato un antidepressivo ssri (anche se quando ero andato in realtà mi aveva dato l'abilify, ma evidentemente dopo avermi conosciuto meglio ha cambiato idea). Siccome sei venuto privatamente ed è un problema secondo me risolvibile senza farmaci, ti consiglio di non prenderne se non hai sintomi gravi, perchè spesso causano i "risaputi" effetti collaterali dell'eccesso di serotonina".

Quindi da questo discorso ho capito che non è che sia sempre una questione di serotonina, che i farmaci facevano passare solo i sintomi per un periodo ma se non si arrivava all'insieme di pensieri che scatenano le ansie e ossessioni alla fine non si risolve mai.

Inoltre anche l'Abilify, e lo so perchè lo prendeva mia mamma, ha seri effetti collaterali sul peso.

Facendo un riassunto io ho intuito che si trattasse di un problema più psicologico di pensieri, che di un problema "neurologico" o psichiatrico, per come si voglia dire.

Poi non so.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Il discorso è privo di senso. Un "ruolo istituzionale" ? E' quello di fare il medico. Come nel privato. Se non siamo di fronte a una urgenza da gestire con ricoveri o trattamenti coatti, non vedo la differenza. Soprattutto il fatto che nel pubblico uno si prenda delle prescrizioni e nel privato no, è decisamente strano. Darebbe l'impressione di una persona che non sia per niente convinta di quello che prescrive nel pubblico, il che però è assurdo.
Anche "i "risaputi" effetti collaterali dell'eccesso di serotonina".... quale eccesso di serotonina, possibile che si sia espresso in questi termini un medico, un tecnico del settore ?
"Quindi da questo discorso ho capito che non è che sia sempre una questione di serotonina, che i farmaci facevano passare solo i sintomi per un periodo ma se non si arrivava all'insieme di pensieri che scatenano le ansie e ossessioni alla fine non si risolve mai. "

Può darsi che il discorso puntasse in questa direzione, ma direi che è il solito discorso senza senso. I farmaci antiossessivi curano proprio questo, la radice, i meccanismi di fondo, a livello biologico, preventivamente, non i sintomi in tempo reale, non sono certo sintomatici. Ma poi questo discorso sui sintomi è veramente paradossale: ma se vanno via i sintomi, vuol dire in genere che si è toccata la loro radice, poi più o meno profonda, più o meno comune a tutti i sintomi, più o meno dentro il nodo biologico che serve bloccare. Posso bloccare un sintomo ma non incidere su tutto il resto, oppure invece sì, blocco un sintomo perché sto agendo sul nodo di fondo...

Questa distinzione tra psicologico e biologico non sussiste, non ha mai avuto nessun senso. Il disturbo ossessivo si cura con terapie farmacologiche o psicologiche, o entrambe insieme, ben note. Questo dovrebbe essere "risaputo", altro che discorsi come quello di sopra.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

grazie della risposta.

Avendo abitato per quasi 10 anni insieme ad un medico, e avendo parlato varie volte di questo tipo di problematiche, ritengo che effettivamente un approcio combinato sia farmacologico che psicoterapeutico migliore, anche se alcuni farmaci un pò mi spaventano.

Quindi questo medico da cui abitavo mi ha prescritto (su suo consiglio in base ai sintomi) il Citalopram, che sto prendendo da due giorni.

L'unica perplessità che ho al momento è sulla bradicardia, nel senso che forse facendo sport o forse no, a volte ho i battiti molto bassi (quando mi sveglio, ma a volte anche all'ora di pranzo ne ho anche 45 al minuto).

Ho letto che andrebbe usato con cautela nei soggetti bradicardici sul foglietto.

Che ne pensa?

Secondo lei comunque devo informare il medico di base?

Potrebbe arrabbiarsi dato che mi è stato prescritto da un altro medico, e non da lui?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Più che altro non ho capito se se ne occupa il medico che glielo ha prescritto o no. Qualcuno dovrà seguirla in merito, anche appunto per dubbi di questo genere. Si fa di solito un ecg di controllo durante la cura, poi "con cautela" non è chiaro a cosa si riferisca, non è che la prescrizione di citalopram di per sé avvenga con grandi variazioni, le dosi sono quelle, si inizia di solito con poco, poi si sale piano, come per tutti gli altri sostanzialmente.
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dopo
Utente
Utente
Il medico che ho di base non è lo stesso che mi ha prescritto il Citalopram, perchè quello che me l'ha prescritto è un mio amico che fa il medico da un altra parte, però lo vedo praticamente ogni settimana. Ho fatto un ECG normale il 27/04/2018 perchè già avevo spesso bradicardia, e comunque solitamente ho una media di 55 battiti al minuto a riposo, solo che da un mese circa quando mi sveglio, ma anche nella giornata, ne ho anche 45. Mi chiedevo se il Citalopram potesse causarmi dei problemi peggiorando ulteriormente la bradicardia, perchè ho letto sul foglietto che nei soggetti bradicardici va usato con cautela.

Comunque mi è stato detto, se non ho fretta, di cominciare con 2 gocce, e aumentare di 2 a settimana fino ad arrivare a 10, per ora, considerando che al momento il problema ossessivo non lo ho, ma è più che altro insonnia e ansia generalizzata, anzi ne ho un pò, ma non grave come nei periodi peggiori.

Ecco, una compulsione che ho è quella di misurarmi i battiti molto spesso perchè ho paura di stare male, dato che facendo anche sport magari vado a smuovere il cuore e dormo poco. Comunque la pressione ce l'ho normale e i battiti salgono muovendosi, tipo se cammino mezz'ora salgono a 100-105 per dire.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Mi chiedevo se il Citalopram potesse causarmi dei problemi peggiorando ulteriormente la bradicardia, perchè ho letto sul foglietto che nei soggetti bradicardici va usato con cautela."

No guardi, non è questo il punto: il punto è che sta prendendo una raccomandazione come quella scritta, e poi da lì riparte con una domanda, come se si dovesse dire altro.

Al momento è in piena ipocondria, con misurazioni secondo modalità stabilite da Lei, che ci tiene a riferire poi inducendo commenti. Allora, da qui si vede bene da una parte la preoccupazione che si riduce ad una domanda sul futuro, già risolta dal medico che glielo ha prescritto, dall'altra invece una preoccupazione su di sé che prescinde da criteri medici e diventa semplicemente una serie di comportamenti ripetuti perché nel suo rituale di controllo hanno un senso, anche se non è detto che lo abbiano.
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dopo
Utente
Utente
Certo, infatti sono sempre in piena ipocondria, e penso che la paura di addormentarmi e degli incubi sia sempre una compulsione per paura di perdere il controllo della realtà. Il problema è che rimuginare sempre su queste cose causa un grosso stress. E un altro problema grosso che per fortuna per ora non ho, ma ho a periodi, sono i pensieri "visivi" ossessivi che mi causano molto stress, solitamente riguardanti modificazioni brutte corporee, però anche su molte altre cose.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Appunto, per almeno ha una cura da seguire.
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dopo
Utente
Utente
esatto, e la seguo con molta speranza che funzioni. con la mia dubbiosità sarà difficile che io possa beneficiare dell'effetto placebo.