Cipralex e impossibilità a raggiungere l'orgasmo

Buona sera gentili dottori.
Ho iniziato il 20 settembre (su prescrizione dello psichiatra per ansia e umore un po' basso) a prendere cipralex prima 5 gocce al mattino per 7gg, poi dal 27 settembre 10 gocce.

Da quando prendo 10 gocce noto sonnolenza ma sopratutto, come da titolo, non riesco ad eiaculare, con l'autoerotismo.

Mi ha in carico il cps. Dovrei preoccuparmi per il secondo sintomo e riferire allo psichiatra il prima possibile? (Ho anche l'en al bisogno ma non lo sto prendendo. No altri farmaci)

Più nel dettaglio se serve la volta scorsa ci ho messo un'ora di orologio e stavolta non sono riuscito proprio.

Grazie per eventuali risposte
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Il ritardo ejaculatorio è abbastanza tipico come effetto collaterale. Che comunichi gli effetti al medico mi pare giusto.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
la ringrazio molto della cortese risposta.
più che altro chiedevo perchè la visita prossima la ho l'11 ottobre. ed in più è un nuovo medico(lo vedrò per la prima volta) perchè il "vecchio" si trasferisce. quindi mi chiedevo se posso aspettare l'11.

perchè più che ritardo sembra proprio impossibile. ed è parecchio fastidioso.
sa dirmi se in genere è solo all'inizio del trattamento o per lo meno è reversibile alla sospensione?

grazie buona sera
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Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
Ho deciso che domani voglio telefonare al cps e chiedere come sospendere questo trattamento a qualsiasi medico trovo.

Da mia esperienza inoltre sconsiglio tali luoghi: info scarse, approssimative e sbrigative. Addirittura un medico ti da una terapia e poi ne vedi un altro che chissà se concorderà nel frattempo.

Se non ti puoi permettere cure private, meglio suicidarsi o aspettare la morte.

Rischio più disfunzioni sessuali se interrompo prima il trattamento? Sono 5gg che prendo 10 gocce

Grazie a chiunque vorrà rispondere
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Non capisco la domanda: se interrompe un trattamento con un effetto collaterale l'effetto potrebbe peggiorare ? Mi pare un discorso paradossale.

In ogni caso, ha la visita a breve, non vedo la questione.
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Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
La ringrazio Dottore

Ho appena parlato con la nuova dottoressa che vedrò l'11 e si è dimostrata gentile e disponibile all'ascolto

Mi ha detto che ora c'è un nuovo farmaco che dicono avrebbe meno effetti sulla sfera sessuale Brintellix. Che però dà nausea e per ovviare a questa nausea mi consiglia di continuare a prendere il cipralex( ora mai avuto nausea) finché non la vedrò, dice così la nausea sarà minore.

Posso chiederle esclusivamente se concorda sugli effetti collaterali di questo Brintellix?

(Indipendentemente se sia appropriato per me, visto che manco ho una diagnosi ma curo sintomi e quindi su quello non può esprimersi)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Concordo nel senso che questi sono i dati, non si tratta di esperienze personali.

La diagnosi è importante, perché altrimenti scegliamo il farmaco teoricamente meglio tollerato che però magari non è per quella diagnosi.
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Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
Ma tanto non ho nulla da perdere. Prendo farmaci a caso forse ma tanto se non prendo nulla è solo un posticipare la morte e prolungare l'agonia.

Il mio problema è che non riesco più da tempo a concentrarmi nello studio e quindi perseguire i miei obiettivi.
In anni passati c'era una forte angoscia verso il futuro e forte tristezza. Sarebbe lunga da raccontare qui. Ora invece lontano dagli esami sembro quasi menefreghista, cioè penso ad altro o dormo sul letto o divano o appoggio la testa sul tavolo. Sembro proprio a guardare da fuori uno svogliato scansafatiche, ma in realtà è come se non riuscissi più a concentrarmi lì. Lo psichiatra scorso diceva fosse evitamento.

Purtroppo non è la prima volta che chiedo aiuto a specialisti ma ho sempre interrotto dopo poco perché non mi trovavo bene o pensavo ce la avrei fatta da solo. Sarebbe stato meglio non avessi mai interrotto.

Stavolta mi sono recato in cps perché avevo il pensiero che definirei lucido che secondo me lo Stato dovrebbe aiutarti ad un suicidio assistito senza provare dolore.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Non facciamo discorsi polemici che sono soltanto sfoghi o sparate.

Diagnosi e terapia, non è una cosa complicata e come vede il medico le ha risposto e ha già le idee chiare in merito.
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Attivo dal 2018 al 2021
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Ma il Brintellix e il cipralex sono equivalenti? Nel senso che si usano per le stesse patologie?

Per il resto mi scuso se sono sembrato polemico ma si, il mio era uno sfogo con cui miravo a darle un minimo di anamnesi e sintomatologia.

Ma confermo che il medico non mi ha mai fatto una diagnosi da DSM. Anche chiesto più volte non mi ha mai dato il nome di una patologia.

Quando lo ho rivisto meno di 2 settimane fa dopo 2 anni che me ne ero andato dal cps aveva pure il dubbio che il mio stato fosse fisiologico per la mia situazione (ha detto cose tipo che è normale pensare al suicidio se si perde il lavoro) e qui nasce il dubbio se io stia prendendo farmaci a ragion veduta.
Vedremo.

(La psico esterna al cps mia ha detto che le spiace abbia trovato uno specialista che non ha saputo ascoltarmi). Vedremo se andrà meglio col prossimo, come spero

Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
No, attualmente il brintellix si usa per la depressione.

La diagnosi formale è bene farla nel momento in cui serve comunicarla, di solito il medico la fa anche se non la comunica o non la formalizza, anche perché la scelta di un farmaco presuppone un minimo di orientamento diagnostico.
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Attivo dal 2018 al 2021
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La ringrazio molto della risposta. Allora proporrò di provare a continuare con il cipralex alla nuova Dott.

Ma lei concorda con frasi come che è normale pensare al suicidio se si perde il lavoro?

Inoltre mi ha detto che se uno è ansioso, il farmaco può aiutarti tanto ma se non sai gestire manco un poco di ansia non basta, sta al paziente poi, magari con l'aiuto della psico (di cui 2 anni fa diceva fosse inutile e aveva totale fiducia nel farmaco.. due anni fa diceva che in me vedeva ansia a mille, iperattività, problemi affettivi, forse depressione... e di fatto solo tornato con gli stessi sintomi per quanto mi riguarda) colmare il resto.

Tra le cose io ho un continuo rimuginio. Spero che almeno in questo il cipralex mi aiuti. Ho letto che serve anche per l'ansia generalizzata: psicologhe passate mi hanno detto che è come se io viva nel futuro(nel senso che ci peso sempre e agisco di conseguenza), quindi forse non è tanto sbagliato come farmaco.

Grazie buona sera
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Il discorso delle idee di suicidio va valutato nello specifico, perché probabilmente si tratta di un termine poco preciso, non correlano con i comportamenti.
Avere pensato al suicidio, ad esempio, è un discorso vago, ci si può pensare in modi ben diversi, come ossessione, sfogo, rappresentazione mentale neutra, desiderio, progetto.
Si tratta di pensieri che vengono durante malattie di vario tipo, ciò che si sa con sicurezza sono le prevalenze dei comportamenti, suicidari e parasuicidari.
Ma io mi preoccuperei più del fatto che fortunatamente ha una terapia e mi pare indicata per il suo tipo di problema.
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Attivo dal 2018 al 2021
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Buongiorno Dottore/i
La ringrazio molto della risposta e della disponibilità

Volevo solo scrivere, anche a beneficio di chi legge e magari si spaventa(come io ho fatto per alcuni anni ritardando l'assunzione di tale farmaco) che i problemi eiaculatori paiono rientrati, nel senso che c'è sempre un po' di ritardo ma la sensibilità è ritornata, per ora, quindi si riesce ad eiaculare

Invece ho notato un altro sintomo: stamattina mi sono alzato con le gambe abbastanza stanche. notavo che prima di addormentarmi continuavo a muoverle.( in generale familiari mi dicono da sempre che scombino tutte le lenzuola, si vede che mi muovo molto)

Questo movimento delle gambe anche in passato c'era poco poco qualche volta ma non così

Dopodomani ho l'appuntamento con la nuova psichiatra e chiaramente riferirò tutto ma vorrei capire se ci sono dei sintomi (compresi questi) che uno non dovrebbe sottovalutare e dovrebbero fargli pensare di sospendere il farmaco onde evitare problemi peggiori


Per il resto per ora l'umore e la serenità paiono migliorati. La memoria mi pare migliore, mi è tornata anche voglia di uscire di casa, non so se sia un caso
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Questo di solito si valuta passo passo col medico, anche perché nei primi tempi della cura ci sono diversi sintomi iniziali che poi rientrano, altri che rimangono etc.
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Attivo dal 2018 al 2021
Ex utente
Alcuni permangono.. sa dirmi quali con più frequenza? Spero di non curare una cosa e rovinarne un'altra.
Se rimane un po' di ritardo eiaculatorio come ora, è persino un vantaggio

Per il resto come può immaginare, per un motivo o per un altro, il dottore vecchio mi ha parlato solo di nausea( che non ho mai avuto). Gli altri (per altro comuni) ho dovuto leggermeli io. Un rapporto medico- paziente un po' troppo paternalistico dove il medico decide cosa è meglio anziché fare una scelta condivisa e consapevole con il paziente.

Ma alla fine più o meno ho scelto di correre questo rischio perché non ritengo degna la mia vita di essere vissuta se non torno a raggiungere i miei obiettivi come facevo una volta.

E scusi c'è un arco temporale oltre il quale non c'è aspettarsi nuovi sintomi dal farmaco? Tipo per esempio "se dopo tot settimane non compaiono altri effetti collaterali è verosimile non ne compariranno altri"



(Se posso aggiungere un altro particolare praticamente da quando 6 anni fa ho avuto questo episodio non sono tornato più come prima, alti e bassi ma nel complesso un lento declino negli studi accompagnato da isolmento sociale per la vergogna nel rendimento : dovevo preparare un esame grosso per alcune settimane dormivo poco e disturbato, bevevo un sacco di caffè, ma alzavo che avevo forte mal di testa per aver aver dormito poco, ero agitato.. una mattina mi sono reso conto che non ce la avrei fatta a dare quell'esame e un turbinio di pensieri mi è crollato addosso pensando che sarei andato fuoricorso e tutti gli altri impegni ed esami e che avrei dovuto affrontare..pensieri anche irrazionali come i miei genitori che sarebbero morti prima di laurearmi.. così mi venne il pensiero di buttarmi dalla finestra o mettermi riparato con le mani sulla testa in un angolo.. immagini che avevano un significato di evasione.. inoltre ero chiuso in casa a studiare da non so un mese.. i giorni successivi mi sembrava di impazzire lettarlmente, dovevo uscire di casa, mi sentivo la testa vuota avevo paura di impazzire in una o 2 occasioni ... mia madre vedeva paura e agitazione in me e mi diede un pezzetto di pastiglia di benzodiazepine( non ricordo quale.. la aveva per la sua paura per il tumore che aveva allora) e mi calmai. Ma per settimane ebbi un periodo acuto i pianti e tristezza continua per ogni cosa, tipo anche il sole che entra dalla finestra.
Ma quel pensiero di impazzire e perdere le mie facolta mentali restò invasivo per 1-2 anni per svariati motivi.. non riuscivo neanche guardare o leggere cose a tema.. e da anni evito per esempio film/ programmi, tipo "chi lo ha visto" che mettono nostalgia/ tristezza)

Adesso mi sento meglio mi pare, penso che riuscirei anche guardarlo un film triste forse

Buona sera e grazi e
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 44.4k 1k 248
Mi pare stia facendo un problema di una cosa piuttosto banale che non può essere svolta se non all'infinito: un elenco di sintomi con probabilità che vadano via o restino, dopo di che alla fine che cosa ne ricava in senso pratico ?
Il modo più corretto seguire il caso e valutare, proprio insieme a Lei, se lo tollera bene, le è utile etc nei tempi che servono per trarre queste conclusioni.
Le scelte condivise purtroppo rischiano di alterare nel senso opposto il rapporto medico-paziente, cioè di lasciare al paziente la scelta e di far introdurre niente altro che dubbi e timori generali, che se presi alla lettera allora porterebbero a non prendere niente mai.