Sindrome da sospensione dell'asenapina

Gentili dottori,
vi scrivo per avere un parere, nei limiti di quanto sia possibile online, riguardo la terapia farmacologica che assumo per il mio mio problema che a volte è stato genericamente definito "ansia" altre volte "disturbo ossessivo".

Ho 34 anni e sono in cura da quando ne avevo 16 per un esordio relativo a un attacco di panico in seguito all'assunzione di cannabis.
Quell'episodio non fu gestito tempestivamente dato che avevo timore di parlarne e, dopo mesi di ansia fortissima, sfociò in deprivazione del sonno e uno stato "simil delirante" nel senso che avevo un allentamento dei nessi associativi.
La situazione tornò alla normalità con la semplice assunzione di una benzodiazepina, l'ansiolin.
Il dubbio che mi attanagliava e che ha accompagnato un po' tutta la mia vita è che con quella "canna" mi fossi danneggiato il cervello.
Questo dubbio è rimasto un po' latente nonostante le conferme ottenute dalla vita, come la maturità superata brillantemente e l'ammissione all'università posizionandomi secondo in graduatoria.

All'università ho avuto una relazione sentimentale negativa, la cui rottura mi ha portato ad isolarmi e ad essere completamente ossessionato, nel tentativo di dimenticare l'episodio che non faceva altro che alimentarlo.
Anche in questo caso il mio malessere sfociò in una deprivazione del sonno per cui mi rivolsi al pronto soccorso in preda a una accelerazione del pensiero e agitazione.
Mi prescrissero una terapia con elopram gocce (non ricordo quante), en gocce (5-5-15) e orap (2 mg).
La situazione migliorò nettamente e l'elopram fu sostituito prima con il cipralex, poi con l'efexor.
Nel frattempo ho intrapreso una brillante psicoterapia breve strategica che mi ha permesso di avere notevoli risultati, uno sblocco totale nella vita e nelle ossessioni.
Proprio questi miglioramenti indussero il mio psichiatra di allora a portare a zero la mia terapia, ma ahimè questo comportò delle regressioni, al punto da dover iniziare una nuova terapia con Efexor (150 mg) e ziprexa (2.5 mg).
Anche questa volta miglioramenti dovuti alla psicoterapia ma annullati dalla sospensione brusca dello zyprexa che mi ha portato a un episodio delirante (probabilmente dovuto all'alta dose di efexor non più stabilizzata).
Faccio presente che fino ad allora assumevo dosaggi molto bassi di antipsicotici, che mi furono costantemente aumentati per "stabilizzare l'umore" senza che avessi sintomi psicotici.
Ad oggi assumo cipralex 16 gocce, trittico 75 mg (1/3 la mattina, 1/3 a pranzo e 1 sera) 5 gocce di en e 10 mg di sycrest.
Il mio attuale psichiatra è persuaso che io non abbia bisogno del sycrest non essendo psicotico e vuole provare a sospenderlo, ma la sindrome da sospensione è troppo forte e mi porta a rimanere fermo.
In compenso le mie energie fisiche sono sempre minori e il mio peso è fuori controllo (sono arrivato a pesare 120 kili partendo da 80).
La pandemia non ha aiutato ma la mia domanda è: esistono modi di gestire la sindrome da sospensione?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Nel frattempo ho intrapreso una brillante psicoterapia breve strategica che mi ha permesso di avere notevoli risultati, uno sblocco totale nella vita e nelle ossessioni."

Per niente, questa al limite è l'impressione che poteva avere avuto mentre la faceva, ma direi dalla storia che non è andata così. Lei era in equilbrio per l'effetto di una cura farmacologica in corso.

Gli episodi che ha avuto dovrebbero comporre una diagnosi, è strano che non sia definita, anche perché a monte del sycrest dovrebbe esserci. Saputa la diagnosi, si capirebbe meglio il ruolo del sycrest .

Dr.Matteo Pacini
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dopo
Utente
Utente
Le posso assicurare che i miglioramenti della psicoterapia sono stati reali e concreti, tant'è vero che la terapia farmacologica prima e dopo la psicoterapia è rimasta invariata mentre la qualità della mia vita è migliorata notevolmente in termini di relazioni, interessi, slancio vitale. Sicuramente la terapia farmacologica mi dava una base di benessere, ma senza la psicoterapia non mi sarei sbloccato, sarei rimasto a metà.
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dopo
Utente
Utente
Per quanto riguarda la diagnosi, l'ansia me l'hanno diagnosticata tutti i medici da cui sono stato, uno mi ha dato la diagnosi di "disturbo ossessivo" e un'altro di "disturbo d'ansia che si declina come disturbo ossessivo".
I miei sintomi comprendono: ruminazione, pensieri intrusivi, dubbi, a volte apatia, ansia.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Inutile che mi assicuri alcunché, è la sua storia che rende le cose ovvie. Sospende la cura farmacologica e ricade. I miglioramenti li ha avuti stando bene grazie alla base che dava la cura farmacologica. Per cui, dire che ha avuto miglioramenti "totali" con uno strumento e poi è ricaduto togliendo uno diverso non torna.
Se il miglioramento finale sia legato alla psicoterapia è possibile, ma quello che non torna è che essa allora ha agito sul miglioramento indotto dall'altra cura, non sul disturbo da sola.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Ansia non è una diagnosi. Disturbo ossessivo lo è. Rimane poco chiaro il perché del sycrest.

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dopo
Utente
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A detta del mio attuale psichiatra, il sycrest è stato usato impropriamente per stabilizzare l'umore e perché è stato confuso il timore del giudizio altrui con paranoia e ideazione di riferimento. Consideri che la persona che mi ha portato a questi dosaggi spesso lo faceva telefonicamente, senza vedermi di persona. Fortunatamente questa persona ha chiuso l'ambulatorio privato e si è spostata in altra regione, altrimenti non oso immaginare a quanto sarei arrivato. Il mio attuale psichiatra mi ha curato con il trittico con buoni risultati e spinge per sospendere il sycrest perché gli svantaggi metabolici superano i benefici e mi ha anche spiegato che questa molecola dà una sindrome da sospensione che ho potuto sperimentare sulla mia pelle ogni qual volta si torna anche a 7.5 mg. Per questo motivo volevo chiedere se ci sono modi di sospendere questo farmaco in modo da avvertire meno il rimbalzo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
La spiegazione mi può tornare, però appunto non capisco allora perché il sycrest sia sempre in corso. Forse il medico è convinto ma non del tutto.

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
Lo psichiatra è convintissimo, sono io che ho paura perché, come le dicevo, ogni qualvolta si prova a ridurre il dosaggio avverto irrequietezza molto forte. Il mio psichiatra mi ha accennato alla possibilità di utilizzare una molecola ponte (non so quale) e ne discuteremo alla prossima visita a luglio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Quindi viene mantenuto perché Lei non vuole toglierlo ? Se è così, non mi pare abbia molto senso. La cura la decide il medico, se è convinto.

Dr.Matteo Pacini
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