Derealizzazione

Salve.
A fine marzo ho vissuto un evento traumatico.
Essendo una persona ansiosa, ho notato che avevo iniziato ad avere immagini e pensieri ossessivi riguardo questo evento, per cui ho deciso di rivolgermi ad uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.

Purtroppo, proprio quando stavo iniziando a notare dei miglioramenti, ho vissuto una nuova esperienza traumatica.
Da allora ho avuto ripetuti attacchi di panico che, dopo un paio di settimane, si sono risolti.
Nonostante ciò, ormai ero continuamente in balia dei miei pensieri ossessivi ed ansiosi.
Io sono un'ipocondriaca, ed entrambi gli eventi sono stati legati alla salute di persone a cui voglio molto bene.
Per svagarmi, ho deciso così di concedermi una vacanza, e sono partita con entusiasmo, sicura che ciò mi avrebbe aiutato.
Invece, dopo un mesetto che non accadeva, il secondo giorno ho avuto un fortissimo attacco di panico, che non terminava mai.
Durante l'attacco, durato in tutto più di un'ora, mi sono convinta che non sarei più tornata normale.
Da allora, ossia un mese fa, sono derealizzata.
Inizialmente la sensazione era fortissima e costante.
Successivamente, ha iniziato a scemare, per tornare più forte in alcuni momenti, ma da allora solo raramente mi sono sentita davvero normale.

Da circa venti giorni, dopo una visita psichiatrica, ho iniziato ad assumere paroxetina in gocce (10).
Dopo solo 10 giorni, ho già iniziato ad avvertire i primi miglioramenti: riduzione dell'ansia, assenza di attacchi di panico, riduzione dei pensieri ossessivi.
Purtroppo, però, ormai mi sono così abituata alla sensazione di "non vedere bene", dovuta alla derealizzazione, che non riesco a capire se ce l'ho oppure è andata via.
A volte si acuisce e sono sicura che è presente, altre credo sia estremamente lieve.

Ciò che mi chiedo è questo: quando mi sento normale, ciò che mi fa capire che, forse, sono ancora derealizzata, è che i miei ricordi del giorno, come anche quelli dei giorni o settimane precedenti, sembrano lontani ed offuscati.
Inoltre, mi sembra quasi come se la mia vita fosse diversa da come la ricordo (d'altronde, sono cambiate molte cose, sia per via del covid che per via della mia condizione ansiosa attuale, che mi impedisce di fare molte cose per paura).
Mi chiedo se questo è dovuto all'ansia, o alla derealizzazione, o se è possibile che sia solo una mia "fissazione".
Inoltre, lo psichiatra mi ha detto di aspettare il termine dei 20 giorni e, se i sintomi di derealizzazione non fossero diminuiti, di aumentare a 15 le gocce di paroxetina.
Io mi sento meglio rispetto a prima, ma non so se possa essere definito un vero miglioramento, dato che ancora aumenta moltissimo se sono in ansia, e non mi sento (quasi) mai completamente "normale".
Sarebbe opportuno, a suo parere, aumentarle, o il fatto che abbia già fatto effetto in così poco tempo è indice che sta funzionando?
Ovviamente non mi aspetto una risposta certa e precisa per via del limite del consulto online, ma solo un'opinione.
Grazie mille.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"che non riesco a capire se ce l'ho oppure è andata via."
Detta così quindi sarebbe una preoccupazione, non una sensazione. La componente ossessiva sembra prevalente, così come è spesso quando entrano in ballo auto-diagnosi di derealizzazione, reazioni amplificate.
La cura comunque è stata messa e in capo ad un mese il medico vedrà quale effetto c'è.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta. Oggi sono stata dalla psicologa, la quale infatti mi ha fatto capire proprio ciò che lei ha voluto farmi intendere: che io mi sono auto-convinta di essere derealizzata, ergo lo sono, e che nel momento in cui smetterò di preoccuparmene, andrà via.
E' vero, sono sempre stata ossessiva, fin da bambina, ma da quando ho vissuto questo evento traumatico, le mie ossessioni, che prima riuscivo a controllare bene, hanno preso completamente il sopravvento.
Ne approfitto per farle un'altra domanda: è possibile che rientri nel mio disturbo ossessivo-compulsivo il terrore di sviluppare una psicosi o delle paranoie, al punto da arrivare quasi a crederci? Mi spiego meglio. Dopo una serie di eventi a me esterni che mi hanno messo "la pulce nell'orecchio", ad un tratto ho pensato: "e se diventassi paranoica e quindi pensassi che la mia stessa madre voglia avvelenarmi?". Da allora questi pensieri mi vengono in automatico. Ho il terrore che possano essere veri, perché non nascono come "e se questa acqua fosse avvelenata?", ma più come "stai bevendo, ora penserai che è avvelenata. Ecco, un altro pensiero che mi conferma che forse sto diventando pazza".
Vorrei sottolineare che prima di ieri avevo avuto paura di impazzire, ma non ho mai pensato che la gente voglia farmi del male o che complotti contro di me, e sicuramente che non ho mai avuto paura di impazzire prima di questo evento traumatico.
Se fossi paranoica, non lo saprei, dico bene?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Come vede ha descritto perfettamente i meccanismi, poi però in chiusura cosa accade, che ha necessità di chiedere rassicurazione, cioè viene fuori il meccanismo che ha appena descritto.
Come saprà la rassicurazione alimenta le paure ossessive, perché a risposta richiama comunque la domanda a ruota.
Alla radice c'è un'idea generale di poter perdere il controllo che non è strana in quanto assurda, ma in quanto ossessionante. Ed è quest'ultima caratteristica che va ridimensionata.

Dr.Matteo Pacini
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