Disturbi psicosomatici - cefalea / cervicalgia

Buonasera,
dopo aver contratto il Covid-19 ad aprile 2021, è esplosa una strana forma di cefalea /cervicalgia (avevo dei pregressi psichiatrici), che coinvolge (a livello infiammatorio) anche altre parti del corpo (schiena, bracce e dita).


Da allora, tutte le terapie farmacologiche e gli specialisti consultati (di qualsiasi branca della medicina: fisiatri, ortopedici, reumatologi, neurologi, neurochirurghi, psichiatri, odontoiatri, osteopati, fisioterapitisti) non sono riusciti ad individuare l'origine di questa strana patologia e neppure ad attenuare - anche di poco - questa strano "disturbo infiammatorio" indefinito ed indecifrabile.
Ho effettuato tutti gli esami possibili: diagnostici (radiografie e risonanze) ed ematici, ma non è mai emerso nulla di significativo.

Da allora sono costretto a convivere, tutti i giorni, senza alcua tregua, con un forma di cefalea/cervicalgia che si manifesta e si attiva tutti i giorni, sempre al risveglio, e che mi accompagna, con varie intensità, durante tutto il giorno.


Il dolore si manifesta e si diffonde dalla calotta cranica (dall’interno della testa verso l'esterno come delle onde), con un senso di dolore/pressione sulle vertebre cervicali e sui muscoli/nervi/tendini adiacenti, per poi pian piano estendersi, con un senso continuo di pressione/dolore che interessa la parte alta del collo sino ad irradiarsi su tutta la calotta cranica.


Contemporaneamente, questo strano senso di "pressione" insopportabile si estende all’intero volto e culmina con un profondo dolore negli occhi.

Nelle fasi più acute avverto anche una estrema rigidità all’arcate dentali e difficoltà respiratorie (come se si attivasse una forte congestione nasale).

Durante il giorno questo strano meccanismo di fastidio/dolore/pressione varia notevolmente: dal risveglio (sempre) pian piano si intensifica con diverse scale di intensità.

E ciò avviene senza alcuna causa e/o giustificazione (es.
nervosismo e/o stress).

L’unico momento in cui il problema sparisce completamente è al riposo (stendo a letto, con la testa sul cuscino), Appena mi rialzo, si riattiva.

Il meccanismo può sparire completamente anche se mi riposo una mezz'ora, per poi attivarsi subito dopo il risveglio più forte di prima.

A livelo farmacologico ho assunto prima il Mutabon (ansiolitoco e forte), per poi passare al Limbitryl, al Lyrica (entrambi per un mese e mezzo), ma con risultati scarsissimi.

Da Dicembre sto assumendo lo Cymbalta, unitamente a Rivotril 10 gocce, tre volte al giorno.

Qualora anche il Cymbalta non dovesse fare effetto (che tempi aspettare?) , mi è già stato suggerito un nuovo farmaco: il Levopraid 50 mg 2 cps die.

Fino allo scorso lunedì 27 dicembre, a 2/3 settimane dall’inizio dell’assunzione del Cymbalta, la situazione cefalea sembrava essere rientrata in una soglia di dolore/pressione tollerabile, ma dopo aver fatto la terza dose del vaccino Pfizer la situazione è riesplosa.

Cosa mi consigliereste per questi strani disturbi psicosomatici?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Parlava di infiammazione: ci sono dei segni di infiammazione, intendo parametri negli esami, o arrossamento, calore oggettivo, dolore al tatto, oppure era un modo per dire ?
E' noto che fattori di tipo infiammatorio possono indurre stati di quel tipo, anche senza che questo significhi che sono di natura infiammatoria, come accade nei disturbi associati a malattie infiammatorie croniche.
La diagnosi mi pare quindi sia presuntiva, più che definita: si provano farmaci che poi peraltro hanno anche azioni antineuropatiche, o somatiche, per vedere se funzionano.
A che dose ha provato il lyrica ? Il cymbalta ?

Dr.Matteo Pacini
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Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Egr. Dott.re, La ringrazio per il gentile riscontro.
Riscontro di effetti infiammatori non ci sono anche perchè, sia i trattamenti fisioterapici mirati che farmacologici specifici per contratture e stati infiammatori/antidolorifici (Sirdalude, Deltarcortene, Expose 100 mg; Exinef 60 mg; Depalgos 5 mg + 325, unitamente all'utilizzo sporadico di Oki e Moment), non ha mai portato alcun beneficio.
L'unica cosa oggettiva è dolore al tatto in alcun zone; il che lascia propendere secondo gli specialisti più verso una "sensazione" di stato infiammatorio.
Confermo, dottore, che allo stato la diagnosti è solo presuntiva/differenziale; se nessuno specialista sino ad ora consultato (compresi i neurochirurgi) hanno accertato problematiche "riscontrabili" a livello diagnostico, anche, per diagnosi differenziale, io stesso ho iniziato a pensare seriamente che l'unica strada da seguire sia quella del disturbo "psichiatrico", forse latente, che continua a bussare prepotentemente alla mia porta (come se non bastasse come mi ha rovinato l'adolescenza), atteso che la mia storia clinica è sempre stata caratterizzata da strane forme di somatizzazione.
Forse per questo dal Centro di Neurofisiologia Applica e del Dolore mi è stato suggerito (testualmente: nel caso di persistenza del dolore ) di introdurre il Levopraid 50 mg 2 cps die (ma ovviamente non so quanto aspettare la risposta terapeutica del Cymbalta).
Il mutabon (nelle verie posologie) è un farmaco che assunto per una 10 anni anche come farmaco di mantenimento dopo il disturbo psichiatrico che ho vissuto nel lontano 2007.
Dopo il Mutabon, da Luglio ho assunto:
- Limbitryl 25 mg + 10 mg (che ho continuato ad assumere sino agli inizi di ottobre);
- dal 9 Novembre il Lyrica (Pregabalin), che ho assunto sino a raggiungere un dosaggio di 400 mg / die, fino a scalarlo con l'assunzione del Cymbalta;
- dall'8 Dicembre ho iniziato ad assumere il Cymbalta (30 mg per la prima settimana, per poi passare a 60 mg die).
La sintomatologia, però, sembra, allo stato invariata.
La ringrazio per il gentile riscontro che vorrà fornirmi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Andrebbe fatta la diagnosi psichiatrica, in positivo, non per esclusione. C'è differenza tra disturbo d'ansia, ipocondria, disturbo di somatizzazione, etc.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Egr. Dottore,
La ringrazio per la risposta. Per la verità, qualsiasi specialista consultato sino ad ora (compreso il mio vecchio psichiatra ormai in pensione) sono propensi per una diagnosi di cefalea di tipo tensiva cronica associata a sindrome algica con esercerbazione post Covid.
Oltre questa presunta diagnosi, non vi sono altri riscontri.
Forse per scelta o per volontà (attesa la possibilità del covid) non sono in grado di formulare altre diagnosi, anche psichiatriche.
Ovviamente, sommessamente mi permetto di evidenziarLe che la mia strana forma di patologia non ha nulla a che fare con la ipocondria, attacchi di panico e cose del genere.
Convivo realmente tutti i giorni con una strana forma di cefelea connessa a problematiche infiammatorie (reali o dipese da una neuropatia questo non è dato sapersi), che mi rendono la vita impossibile.
Questo è il motivo per il quale sto cercando di estendere l'indagine su consiglio della mia psicoterapeuta e degli specialisti sino ad ora consigliati, atteso che tutti i farmaci sino ad ora assunti (tra i quali antidolorifici, antinfiammatori, miorilassanti ed antidepressivi specifici per cefalea e neuropatia - seppur non abbia ancora completato il ciclo ci cymbalta - siano inefficaci a risolvere e/o alleviare la mia problematica.
Ecco perchè anche il Centro di Neurofisiologia mi ha consigliato, già in alternativa, un, farmaco, il Levopraid che invece viene utilizzato per le forme di somatizzazione vera e propria (della famiglia delle benzammidi sostituite), e che dovrebbe lavorare sull'ansia (latente, perchè non soffro d'ansia), che non so per e sotto quale principio, altera il mio sistema nervoso centrare e/o periferico.
Spero di essere stato sufficientemene chiaro nella descrizione.
Attendo un Suo gentile riscontro.
Un cordiale saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
E' quello che dicevo, va rivista meglio la diagnosi, a parte la ricostruzione di quando e come è iniziata.
Levopraid è un farmaco comunissimo che si usa nei disturbi funzionali di vari apparati tra cui quello gastrointestinale, quindi niente di specifico rispetto ad una diagnosi.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
La ringrazio per la risposta.
Trasciando per un attimo la diagnosi sulla quale mille specialisti prima di Lei non hanno saputo esprimersi anche per via degli effetti del coronavirus, la terapia suggerita (attuale = cymbalta) e quelle eventuale futura (Levopraid) possono considerarsi idonee ad attenuare e meglio ancora a risolvere le mie problematiche. O ci sono altre strade da seguire che magari potremo approfondire privatamente.
Mi perdoni la schiettezza della domanda: sono consepevole che bisogna necessariamente andare per tentativi, ma vorrei evitare di continuare, da due anni, a fare la cavia senza alcun beneficio terapeutico.
Un cordiale saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non sta facendo la cavia, non usi questo termine che è offensivo.
Le diagnosi esistono proprio per avere un'idea di cosa usare. Su alcune non sono mai stati provati farmaci, ma c'è un'esperienza sul campo. Su altri ci sono studi precisi, però magari sono su campioni selezionati, non campioni reali che comprendono tutti i possibili casi.
Quindi, si va un po' a senso, ma è meglio partire da quello che si prevede meglio, e la diagnosi è uno dei modi per avere un punto di partenza in queste sequenze di scelte.
Ipocondria, ansia generalizzata, panico, o altro sono situazioni diverse. Cymbalta può funzionare in tutte, poi da quel che risulta per adesso è indicato su alcune come prima scelta, su altre non si sa.

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Utente
quindi, dottore, in conclusione, la terapia con il cymbalta potrebbe essere corretta?
Secondo la Sua esperienza, quanto tempo dovrei attendere prima di comprendere se c'è o meno una risposta clinica?
E in caso contrario, che strada si sentirebbe di consigliarmi sulla scorta delle residue informazioni che sono riuscito a fornirLe?
La ringrazio molto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Le tempistiche per vedere miglioramenti sono di 1-3 mesi, poi alcune diagnosi sono più lente a rispondere.
Non posso consigliarle niente di concreto in termini di farmaci da prendere o cambiare.

Dr.Matteo Pacini
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