Incapacità di sostenere una conversazione con più di una persona alla volta, quali le cause?
Buonasera, sono un ragazzo di 25 anni e vi contatto, in quanto sebbene sia stato seguito da diversi psicoterapeuti e da uno psichiatra non sono riuscito a risolvere, nè a identificare la natura di un sintomo che mi interessa probabilmente da sempre, e che ha sempre compromesso gravemente la mia vita sociale.
In pratica non riesco, per quanto mi sforzi, a sostenere una conversazione con più di una persona alla volta, non riuscendo ad essere interattivo in tutte quelle situazioni in cui è presente una successione continua di rimbalzi a livello della comunicazione tra una persona e l' altra.
In pratica tutte le volte che esco con una sola persona non riscontro alcun problema, mentre quando si aggiunge anche solo una terza persona, per quanto a me nota, perdo completamente il "filo", mi sento come sovraccaricato, e non riesco più a trovare il mio spazio nella comunicazione, parlando solo se interpellato.
A volte provo a intervenire, tuttavia mi viene fatto capire che il mio intervento è avvertito fuori-luogo, in quanto il costante rimbalzo mi manda in confusione al punto che non capisco subito di cosa si sta parlando in quel momento.
Non so se riesco a esprimermi correttamente, ma in tutte le sedute che finora ho fatto non mi sono sentito affatto compreso dai vari professionisti, non so se a causa di una mia incapacità di spiegarmi, oppure del fatto che in una conversazione one-one uno psicologo non avverte il problema.
Detto questo, mi è stata diagnosticata l' ansia o fobia sociale e mi sono stati prescritti dallo psichiatra dei farmaci come il Sereupin, che tuttavia non hanno risolto la situazione.
Io non sono un esperto, ma non mi rivedo in questa diagnosi.
Se esco ad esempio con una sola persona, cosa molto difficile in quanto le comitive di amici/colleghi sono sempre più ampie, non avrei alcun problema anche a recarmi in un luogo molto affollato.
Per farvi un ulteriore esempio quando partecipavo alle assemblee di classe, o quando si fa un dibattito in famiglia con più parenti e con più interazioni, vado completamente in tilt.
Cosa può essere, e soprattutto come posso risolvere?
In pratica non riesco, per quanto mi sforzi, a sostenere una conversazione con più di una persona alla volta, non riuscendo ad essere interattivo in tutte quelle situazioni in cui è presente una successione continua di rimbalzi a livello della comunicazione tra una persona e l' altra.
In pratica tutte le volte che esco con una sola persona non riscontro alcun problema, mentre quando si aggiunge anche solo una terza persona, per quanto a me nota, perdo completamente il "filo", mi sento come sovraccaricato, e non riesco più a trovare il mio spazio nella comunicazione, parlando solo se interpellato.
A volte provo a intervenire, tuttavia mi viene fatto capire che il mio intervento è avvertito fuori-luogo, in quanto il costante rimbalzo mi manda in confusione al punto che non capisco subito di cosa si sta parlando in quel momento.
Non so se riesco a esprimermi correttamente, ma in tutte le sedute che finora ho fatto non mi sono sentito affatto compreso dai vari professionisti, non so se a causa di una mia incapacità di spiegarmi, oppure del fatto che in una conversazione one-one uno psicologo non avverte il problema.
Detto questo, mi è stata diagnosticata l' ansia o fobia sociale e mi sono stati prescritti dallo psichiatra dei farmaci come il Sereupin, che tuttavia non hanno risolto la situazione.
Io non sono un esperto, ma non mi rivedo in questa diagnosi.
Se esco ad esempio con una sola persona, cosa molto difficile in quanto le comitive di amici/colleghi sono sempre più ampie, non avrei alcun problema anche a recarmi in un luogo molto affollato.
Per farvi un ulteriore esempio quando partecipavo alle assemblee di classe, o quando si fa un dibattito in famiglia con più parenti e con più interazioni, vado completamente in tilt.
Cosa può essere, e soprattutto come posso risolvere?
Gentile utente,
Senza conoscerLa non possiamo sapere di cosa Lei soffra.
Però ci viene il dubbio che nessuno finora Le abbia suggerito o proposto una psicoterapia di gruppo.
Essa può funzionare
- in parallelo alla terapia individuale,
- oppure in sequenza.
Si pone gli stessi obiettivi che la individuale, ma dà modo alla persona di sperimentare fin da subito le proprie competenze relazionali e di svilupparle.
Il gruppo è piccolo - da 5 a 8 - e formato e condotto dal/la psicoterapeuta stess*.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Senza conoscerLa non possiamo sapere di cosa Lei soffra.
Però ci viene il dubbio che nessuno finora Le abbia suggerito o proposto una psicoterapia di gruppo.
Essa può funzionare
- in parallelo alla terapia individuale,
- oppure in sequenza.
Si pone gli stessi obiettivi che la individuale, ma dà modo alla persona di sperimentare fin da subito le proprie competenze relazionali e di svilupparle.
Il gruppo è piccolo - da 5 a 8 - e formato e condotto dal/la psicoterapeuta stess*.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Ex utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio molto per l' ottimo suggerimento anche se devo dire che finora non ho trovato alcuno psicoterapeuta che fa terapia di gruppo, tutti quelli che ho consultato sono individuali. Me ne sa indicare qualcuno che operi nella città di Palermo? In ogni caso sulla base della sua esperienza, quali disturbi possono procurare questo sintomo in modo così persistente? È un' abilità che si apprende questa di non sentirsi sovraccaricati da più voci, che io non sono riuscito ad apprendere in modo spontaneo?
Gentile utente,
Lei, a quanto ci dice, è "stato seguito da diversi psicoterapeuti e da uno psichiatra".
Nel caso abbia posto a loro la domanda: "quali disturbi possono procurare questo sintomo in modo così persistente?", sicuramente Le hanno dato risposta.
Noi invece, che non la conosciamo in presenza, non possediamo nessun dato attendibile.
In ogni caso migliorare si può anche in assenza di "etichetta".
Si attivi con i precedenti psicoterapeuti nel senso da noi indicato nella precedente risposta #1.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Lei, a quanto ci dice, è "stato seguito da diversi psicoterapeuti e da uno psichiatra".
Nel caso abbia posto a loro la domanda: "quali disturbi possono procurare questo sintomo in modo così persistente?", sicuramente Le hanno dato risposta.
Noi invece, che non la conosciamo in presenza, non possediamo nessun dato attendibile.
In ogni caso migliorare si può anche in assenza di "etichetta".
Si attivi con i precedenti psicoterapeuti nel senso da noi indicato nella precedente risposta #1.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Ex utente
Sì, ho posto la domanda ad uno psichiatra il quale mi ha diagnosticato l' ansia sociale , prescrivendomi come ho detto 3 farmaci, tra cui la paroxetina, anche se non ho avuto chissà quale beneficio su questo specifico sintomo, non che mi aspettassi dei miracoli. Nel corso della terapia cercavo e cerco tuttora anche di "aiutarmi da me", cercando di uscire di più e di conversare con gruppi di più di una persona ma non posso fare a meno di constatare questo problema. Fortunatamente finchè converso con una sola persona, anche sconosciuta, non manifesto alcun problema se non una grande difficoltà a mantenere il contatto oculare. Probabilmente come ha detto Lei, solo osservando come interagisco con un gruppo lo psicoterapeuta ha modo di osservare direttamente questa mia caratteristica, capirne la natura, e stabilire la soluzione più adeguata. Finora i professionisti che mi hanno visitato mi hanno dato la sensazione di considerare questa caratteristica come può essere il colore dei capelli, un qualcosa di normale, non disfunzionale, di fatto minimizzando la. Eppure io noto che ha avuto e ha tutt'ora un impatto significativo sulla mia vita.
Gentile utente,
i Suoi tentativi di
"aiutarmi da me", cercando di uscire di più e di conversare con gruppi di più di una persona"
sono positivi e portano dei risultati.
Il punto di vista specialistico apporta ulteriori osservazioni, suggerimenti, elaborazioni.
Per cui Le suggerirei di cercare quella "terapia di gruppo" a cui accennavo e di sperimentarla.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
i Suoi tentativi di
"aiutarmi da me", cercando di uscire di più e di conversare con gruppi di più di una persona"
sono positivi e portano dei risultati.
Il punto di vista specialistico apporta ulteriori osservazioni, suggerimenti, elaborazioni.
Per cui Le suggerirei di cercare quella "terapia di gruppo" a cui accennavo e di sperimentarla.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 534 visite dal 03/03/2025.
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