Paranoia o ambiente non adatto?

Buonasera, da tre settimane circa ho cambiato lavoro lasciando un indeterminato.
Purtroppo non sono riuscita a cambiare settore e mi trovo a dover stare in quello che mi sembra lo stesso identico ambiente. Il panorama generale è: settore sanitario, grande clinica, grandi numeri, gente che corre e poco tempo per capire.
Poca comunicazione, poco tempo anche solo per bere e andare in bagno, poco aiuto, gente che non risponde alle domande, mi trovo spaesata e i miei " capi" non sembrano disponibili a spiegare tanto che a volte mi trovo nella situazione surreale di chiedere di essere aiutata e non ricevere risposta, né sì né no.
Qualche gg fa addirittura ho visto una scena terribile e mi ci sono molto rivista.
Uno di questi " capi" "sgridava" una ragazza in lacrime che lavora lì, davanti ad altra gente, posti tutti in tondo come se fosse un attacco generale.
Io non so se a questo punto è il settore stesso ad essere malato o se sia un mia " paranoia" o sensibilità eccessiva dovuta ad esperienze di mobbing precedente che mi hanno segnata. Stamattina ho letto il primo appuntamento della giornata e non era chiaro cosa si dovesse fare, ho interpretato male e ho preparato delle cose che non andavano preparate. A questo punto il medico con cui dovevo lavorare mi ha redarguito in malo modo e io ho cercato di spiegare con calma che mi devono spiegare le cose e mi devono aiutare perché nel mio vecchio lavoro quello che risultava in appuntamento veniva chiamato in modo diverso.
Francamente non riesco ad uscirne fuori e sento i primi vecchi sintomi di ansia, rabbia, insonnia e mancanza di appetito.
Mi sembra di non uscirne più e non trovo altro che questo.
Sono io che sono sbagliata?
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Carissima,
sta vivendo una situazione difficile in un contesto che sembra strutturalmente disfunzionale (mancanza di comunicazione, delegittimazione, isolamento, aggressività, assenza di supporto), e il fatto che lei ne stia soffrendo è un segnale molto chiaro che qualcosa non va, e il suo corpo e la sua mente lo stanno sentendo tutto. Se ha avuto precedenti esperienze di mobbing, è ancora più naturale che il suo sistema emotivo sia in allerta e reagisca con ansia, rabbia o paura: sta cercando di proteggerla.

Provi a tenere un piccolo diario delle situazioni più pesanti, senza giudizio, scrivendo ad esempio ogni sera: cosa l'ha fatta stare male, se era evitabile da parte sua o causato da altri, come avrebbe voluto che andasse.

Provi anche a ritagliarsi spazi minimi di decompressione: anche solo 10 minuti a fine giornata per respirare, camminare, parlare con qualcuno.

Appunti una cosa buona a fine giornata, anche minima: Ho chiesto aiuto nonostante la paura , Non ho pianto davanti a loro , Ho retto . Può aiutare a non vedere solo nero.

Infine, provi a pensare già da ora ad un eventuale un piano B. Non per forza da realizzare subito, ma per iniziare a guardarsi attorno con calma, magari verso ambienti più piccoli o realtà più umane, e stabilire i suoi obiettivi.

Valuti comunque un supporto psicologico: anche un percorso breve può aiutarla a rimettere ordine tra ciò che viene da dentro e ciò che è l’ambiente, a stabilire le sue priorità, i suoi punti di forza e alternative concrete, per individuare la direzione che sente più adatta a lei.

Un caro saluto
E.S.

Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com

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