Ansia da prestazione sessuale e rabbia estrema della donna

Ho un rapporto da 7 mesi con una ragazza.
Da subito i rapporti sono andati bene (per lei i migliori mai avuti) poi ho avuto dei bruciori dovuti ad una candida ed una defaillance da paura.
Lei super arrabbiata, mi ha detto che forse era il momento di chiudere.
Che non le era mai capitato, le sembrava strano...soprattutto in lei vedo il terrore di essere poco apprezzata esteticamente.
In ogni caso da lì è nato un circolo vizioso con rapporti soddisfacenti e a volte debacle viste a cui lei reagisce con rabbia nei miei confronti.
Nell'ultima volta abbiamo avuto, in poche ore, tre rapporti: il primo con orgasmo di entrambi, ma non andava bene perché l'erezione non era stata sufficiente per lei, il secondo benissimo con due orgasmi da parte sua e il terzo (forse per ansia, ma anche per stanchezza) che non è andato bene.
Da lì accuse con dubbi sul fatto che avessi un'altra o mi drogassi.
Ora siamo in pausa, non ci sentiamo da un po' e sto cercando uno psicologo per cercare aiuto.
Pareri su questa situazione?.
Preciso che la debacle per lei è anche un temporaneo calo dell'erezione.
Per lei i rapporti normali sono penetrativi, hanno orgasmi di entrambi e senza cali.
Pareri?
Mi vedo in una situazione difficile perché la ripresa delle attività sessuali prevede, per lei, prestazioni perfette, con orgasmi, buona erezione ecc.
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Gentile Utente,
quello che emerge sembra non essere solo un episodio circoscritto legato alla sessualità, ma l’intreccio di vissuti emotivi, aspettative, insicurezze e reazioni che sembrano manifestarsi con crescente intensità.

Una prima osservazione che mi viene da fare riguarda la centralità che, all’interno della vostra dinamica, sembra assumere la performance sessuale: non solo come espressione di intimità, ma come prova di valore, di desiderabilità, forse persino di amore. Ha provato a chiedersi da dove nasce, per entrambi, questa necessità che tutto funzioni "perfettamente"? Da cosa protegge? Cosa rappresenta per lei, e per la sua partner, un calo o un fallimento nella prestazione? Quali sono le aspettative implicite ed esplicite su cosa deve accadere durante un rapporto? E soprattutto: chi definisce che cosa è un buon rapporto sessuale?

Nel modo in cui racconta gli episodi, si intravede un dialogo interrotto, in cui la vulnerabilità non riesce a trovare accoglienza ma viene invece colpita o messa alla prova. Ha descritto momenti anche molto positivi, che tuttavia vengono vissuti come insufficienti o squalificati se non corrispondono a un ideale di prestazione perfetta. Le chiedo: che spazio c’è nella vostra intimità per l’imperfezione, per l’ascolto reciproco, per il piacere che non sia misurato solo con parametri rigidi? La rabbia di lei, il suo bisogno di conferme, le sue reazioni immediate: come la fanno sentire? Quanto appartiene a lei e quanto alla sua partner? Che effetto ha avuto su di lei la sua delusione? Ha sentito colpa, vergogna, rabbia, frustrazione?

Allo stesso modo, le chiedo: che tipo di spazio avete costruito insieme nella coppia? È uno spazio in cui si può fallire? In cui si può dire oggi no o oggi ho paura senza che l’altro si ritiri, accusi, interpreti? Che tipo di intimità, oltre a quella sessuale, siete riusciti a costruire o desiderate costruire?

Un altro punto riguarda la sua richiesta di consulto. È un segnale molto importante, non solo perché denota una volontà di comprensione e di crescita, ma anche perché mostra che sta ascoltando il disagio e sceglie di non ignorarlo. Cosa cerca davvero in questa richiesta di aiuto? È solo una soluzione tecnica alla difficoltà sessuale o sente che c’è qualcosa di più profondo che vuole essere esplorato?

Infine, la invito a riflettere su un nodo cruciale: in questa relazione, come si sente accolto? Visto? Apprezzato anche nella fragilità? E viceversa: che spazio c’è per accogliere anche le insicurezze e le paure dell’altro, quando si manifestano nella forma della rabbia o del bisogno di controllo?

Non si tratta di stabilire colpe, né di giudicare. Ma forse di cominciare a guardare con più ampiezza a ciò che sta accadendo tra voi, a partire da ciò che la sta toccando così profondamente.

Spero queste riflessioni possano aiutarla,
cordialmente
E.S. 

Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
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www.psicologoagenova.wordpress.com

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Purtroppo un mio rifiuto del rapporto (come avrei fatto per il nostro "terzo") rappresenta per lei una sconfitta "come donna", un qualcosa di non normale rispetto agli altri uomini che ha avuto. Purtroppo questo confronto costante con il suo vissuto del passato le fa emergere qualcosa che non va, perché ha ricevuto costanti attenzioni e uomini che avevano sempre voglia e con i quali tutto funzionava. Lo stesso vale per le amiche con le quali si confronta (va sempre tutto bene). Ora dopo un'operazione di fimosi avevamo ripreso ad avere rapporti, ma ad un "calo" di erezione si è fermata facendomi ricadere nell'ansia. Mi sono sentito giudicato, insufficiente di fronte alle sue parole. E ora riprendere serenamente mi sembra difficile. Purtroppo mi ha confidato che le sue incertezze riguardo il suo aspetto fisico risalgono dai tempi delle medie, dai giudici altrui e non sono facili da estirpare.
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Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Gentile Utente,
quello che porta conferma quanto, nella vostra dinamica, il corpo e la sessualità siano diventati il teatro di antiche ferite, personali e relazionali. Le chiedo: quanto spazio c'è, oggi, nella vostra relazione per il desiderio autentico, e quanto invece vede la prestazione come prova di valore per la sua partner come donna, per lei come uomo?

Il confronto continuo con il passato e con gli altri uomini parla più della sua partner che di lei, ma la coinvolge profondamente: si sente misurato, non visto. Che effetto ha su di lei questo sentirsi sempre al vaglio ? E come incide sul suo desiderio, sulla sua libertà?

Il vissuto di insicurezza della sua compagna, che sembra antico e radicato, non può essere "riparato" da una sua erezione costante, così come il suo senso di valore non dovrebbe dipendere dall'approvazione o dal fatto che tutto funzioni . In una relazione adulta, possiamo chiederci: abbiamo la possibilità di essere imperfetti e rimanere comunque degni di amore, desiderio, rispetto?

Forse, più che trovare chi funziona sempre , entrambi avete bisogno di uno spazio dove poter essere vulnerabili senza timore di essere svalutati. Si è mai chiesto se questo spazio, oggi, c’è davvero per entrambi?

Un caro saluto,
E.S. 

Dott.ssa Elisa Scuderi
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