Come uscirne dall'ipocondria e ansia per la salute
Salve, un anno fa ho iniziato ad avere attacchi di panico, tachicardia frequente che si amplificava ogni qual volta avevo un piccoli cenno di dolore o qualche sensazione di malessere.
Allora non avevo nessuna nozione e quindi l'attacco di panico era molto facile che avvenisse.
Fin da subito mi sono rivolta ad una psicoterapeuta la quale fin da subito ha iniziato il suo percorso di terapia.
Nel corso dell'anno ho avuto due episodi depressivi, pemsavo di non poterne uscire più, sono stati momenti bui e molto spaventosi.
Un manto nero sulla mia vita così pesante da non riuscire ad alzarlo per vedere la luce.
Con la psicologa abbiamo lavorato tanto e dopo un po' di tempo siamo riusciti a venirne fuori (c'è voluto tanto lavoro interiore, ho fatto di tutto per eliminare questo macigno interiore, non ho mai permesso di annientarmi in un letto o su un divano e stare passiva a tutto, mi soni data da fare anche quando quella bestia non mi dava la voglia di fare niente, non gliel'ho mai permesso! Dopo quel periodo molto buio, piano piano ho notato che questa bestia nera piano piano si allontanava da me, fino ad andarsene e farmi vedere finalmente la luce e guardarla da un'altra prospettiva.
ora riesco persino a parlarne quasi del tutto senza timore.
Certo la paura che possano ritornare c'è, però mi sento preparata a nom permettere di potermi annientare di nuovo, spero vivamente che possa non riaccadere.
Detto ciò iniziavo a stare bene, senza più quello sconforto e tristezza da come aprivo gli occhi a quando li chiudevo.
Però la cosa che mi cambia totalmente l'umore tanto da intristirmi a tal punto di arrabbiarmi tanto con me stessa è l'ipocondria.
Ho paura di tutto, un ansia che mi distrugge, misuro i battiti continuamente, ho perennemente paura che mi venga un infarto, tutti i giorni penso ad un attacco cardiaco.
Appena sento un piccolo dolore sicra3ho qualche malattia grave, ho un controllo del mio corpo esagerato, tra un po' se mi focalizzo riesco a sentire anche il sangue nelle vene come fluisce, questo per far capire quanto io controlli tutti i minimi segnali del mio corpo.
Non mi piace questa condizione.
La psicoterapeuta sembra non focalizzarsi su questo ma su altre cose che portano a questo, però non troviamo una strada che possa iniziare perlomeno a riuscire a trattare questo disturbo.
Non ho mai preso nessun medicinale (perché ho paura di sembrare una persona malata e dipendente da farmaci, inoltre ho l'ansia di prendere qualsiasi farmaco dato) ho sempre lavorato su me stessa, però l'ansia davvero ora sta controllando la mia vita.
Ho paura persino di giocare a correre e saltare con mio figlio di 3 anni perché temo un infarto! Ho 36 anni ho fatto mille visite nel corso di quest'anno e sono sana come un pesce! Però ogni giorno farei visite al cuore e eeami di tutti i tipi! Questa ansia si è scatenata secondo il mio punto di vista, da quando è nato mio figlio, da allora ho iniziato ad accumularla.
Mi scuso per il monologo.
Grazie
Allora non avevo nessuna nozione e quindi l'attacco di panico era molto facile che avvenisse.
Fin da subito mi sono rivolta ad una psicoterapeuta la quale fin da subito ha iniziato il suo percorso di terapia.
Nel corso dell'anno ho avuto due episodi depressivi, pemsavo di non poterne uscire più, sono stati momenti bui e molto spaventosi.
Un manto nero sulla mia vita così pesante da non riuscire ad alzarlo per vedere la luce.
Con la psicologa abbiamo lavorato tanto e dopo un po' di tempo siamo riusciti a venirne fuori (c'è voluto tanto lavoro interiore, ho fatto di tutto per eliminare questo macigno interiore, non ho mai permesso di annientarmi in un letto o su un divano e stare passiva a tutto, mi soni data da fare anche quando quella bestia non mi dava la voglia di fare niente, non gliel'ho mai permesso! Dopo quel periodo molto buio, piano piano ho notato che questa bestia nera piano piano si allontanava da me, fino ad andarsene e farmi vedere finalmente la luce e guardarla da un'altra prospettiva.
ora riesco persino a parlarne quasi del tutto senza timore.
Certo la paura che possano ritornare c'è, però mi sento preparata a nom permettere di potermi annientare di nuovo, spero vivamente che possa non riaccadere.
Detto ciò iniziavo a stare bene, senza più quello sconforto e tristezza da come aprivo gli occhi a quando li chiudevo.
Però la cosa che mi cambia totalmente l'umore tanto da intristirmi a tal punto di arrabbiarmi tanto con me stessa è l'ipocondria.
Ho paura di tutto, un ansia che mi distrugge, misuro i battiti continuamente, ho perennemente paura che mi venga un infarto, tutti i giorni penso ad un attacco cardiaco.
Appena sento un piccolo dolore sicra3ho qualche malattia grave, ho un controllo del mio corpo esagerato, tra un po' se mi focalizzo riesco a sentire anche il sangue nelle vene come fluisce, questo per far capire quanto io controlli tutti i minimi segnali del mio corpo.
Non mi piace questa condizione.
La psicoterapeuta sembra non focalizzarsi su questo ma su altre cose che portano a questo, però non troviamo una strada che possa iniziare perlomeno a riuscire a trattare questo disturbo.
Non ho mai preso nessun medicinale (perché ho paura di sembrare una persona malata e dipendente da farmaci, inoltre ho l'ansia di prendere qualsiasi farmaco dato) ho sempre lavorato su me stessa, però l'ansia davvero ora sta controllando la mia vita.
Ho paura persino di giocare a correre e saltare con mio figlio di 3 anni perché temo un infarto! Ho 36 anni ho fatto mille visite nel corso di quest'anno e sono sana come un pesce! Però ogni giorno farei visite al cuore e eeami di tutti i tipi! Questa ansia si è scatenata secondo il mio punto di vista, da quando è nato mio figlio, da allora ho iniziato ad accumularla.
Mi scuso per il monologo.
Grazie
Gentilissima,
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità quanto sta vivendo. Le parole scritte raccontano una lotta profonda, faticosa, ma anche incredibilmente coraggiosa. Ha attraversato attacchi di panico, depressione, ansia e ora ipocondria, ma nonostante tutto non si è mai arresa, nemmeno nei momenti più bui. Questo non è solo notevole: è una vera forma di forza.
Quello che sta descrivendo ha un nome preciso: si chiama ansia da malattia (o ipocondria, nel linguaggio comune) ed è un disturbo d’ansia a sé, non solo un effetto collaterale degli attacchi di panico. Quando si cronicizza, in effetti diventa molto invadente e spesso trascina con sé sensi di colpa, vergogna e paura del futuro.
Innanzitutto tenga a mente che il controllo costante del corpo alimenta il problema: Controllare battiti, sintomi, sensazioni fisiche è una strategia che sembra "tranquillizzare", ma in realtà rinforza il circuito dell’ansia. È una trappola.
E' un'ottima notizia che stia già affrontando tutto ciò con una psicoterapeuta: sicuramente insieme alla collega state lavorando in profondità e questo è utile ma può chiederle una strategia specifica per ritrovare benessere nei momenti più difficili. Se sente che la parte ipocondriaca non viene mai affrontata direttamente, può parlarle apertamente e chiederle di introdurre strumenti più mirati. A volte, chi lavora su un modello psicodinamico o relazionale dà priorità alle origini profonde (che sono importanti), ma serve anche un lavoro cognitivo-comportamentale concreto per disinnescare i comportamenti compulsivi (es. i controlli, la paura dell’esercizio fisico, la rimunginazione, etc.)
Per quanto riguarda la diffidenza verso i farmaci, evitare il farmaco per non sentirsi malata è un pensiero che spesso appartiene proprio all’ansia da malattia: non sono i farmaci a definire la sua persona, ma i pensieri e le mtoivazioni per cui prende il farmaco. Nel caso le dovessero essere prescritti, si ricordi che assumere farmaci non è a prescindere un segno di debolezza, ma anzi di cura.
Ha già dimostrato di avere una forza straordinaria. Ora si tratta di indirizzarla nel modo giusto. E merita sicuramente di vivere con più leggerezza.
Le auguro di uscire presto da questo momento: si ricordi che i momenti, per etimologia stessa del termine, hanno un inizio e una fine, quindi passano!
Rimango a disposizione dovesse avere ulteriori richieste sull'argomento.
Cordiali saluti,
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità quanto sta vivendo. Le parole scritte raccontano una lotta profonda, faticosa, ma anche incredibilmente coraggiosa. Ha attraversato attacchi di panico, depressione, ansia e ora ipocondria, ma nonostante tutto non si è mai arresa, nemmeno nei momenti più bui. Questo non è solo notevole: è una vera forma di forza.
Quello che sta descrivendo ha un nome preciso: si chiama ansia da malattia (o ipocondria, nel linguaggio comune) ed è un disturbo d’ansia a sé, non solo un effetto collaterale degli attacchi di panico. Quando si cronicizza, in effetti diventa molto invadente e spesso trascina con sé sensi di colpa, vergogna e paura del futuro.
Innanzitutto tenga a mente che il controllo costante del corpo alimenta il problema: Controllare battiti, sintomi, sensazioni fisiche è una strategia che sembra "tranquillizzare", ma in realtà rinforza il circuito dell’ansia. È una trappola.
E' un'ottima notizia che stia già affrontando tutto ciò con una psicoterapeuta: sicuramente insieme alla collega state lavorando in profondità e questo è utile ma può chiederle una strategia specifica per ritrovare benessere nei momenti più difficili. Se sente che la parte ipocondriaca non viene mai affrontata direttamente, può parlarle apertamente e chiederle di introdurre strumenti più mirati. A volte, chi lavora su un modello psicodinamico o relazionale dà priorità alle origini profonde (che sono importanti), ma serve anche un lavoro cognitivo-comportamentale concreto per disinnescare i comportamenti compulsivi (es. i controlli, la paura dell’esercizio fisico, la rimunginazione, etc.)
Per quanto riguarda la diffidenza verso i farmaci, evitare il farmaco per non sentirsi malata è un pensiero che spesso appartiene proprio all’ansia da malattia: non sono i farmaci a definire la sua persona, ma i pensieri e le mtoivazioni per cui prende il farmaco. Nel caso le dovessero essere prescritti, si ricordi che assumere farmaci non è a prescindere un segno di debolezza, ma anzi di cura.
Ha già dimostrato di avere una forza straordinaria. Ora si tratta di indirizzarla nel modo giusto. E merita sicuramente di vivere con più leggerezza.
Le auguro di uscire presto da questo momento: si ricordi che i momenti, per etimologia stessa del termine, hanno un inizio e una fine, quindi passano!
Rimango a disposizione dovesse avere ulteriori richieste sull'argomento.
Cordiali saluti,
Dott. Alessandro Casalone
Psicologia Clinica e dello Sport
Aviation Psychology
casalone.psicologo@gmail.com
alessandrocasalonepsicologo.it
Utente
Grazie mille per la risposta, è stato un anno molto difficile, ma allo stesso tempo, ora, posso dire di sentirmi un pochettino più forte e preparata. Purtroppo somatizzo molto e tutto questo trambusto psicologico mi ha portato ad avere dei piccoli problemi di salute (reflusso gastroesofageo e problemi gastro intestinali), che nella mia condizione di ansia per la salute, ogni sintomo mi sembra abbastanza grave da innescare il panico. Ne sono consapevole, ma quando arrivano quei momenti la paura la fa da padrona. Però piano piano riesco a domarla, a differenza di qualche tempo fa che andavo al ps un giorno si e l'altro pure. La mia non autostima è un altro punto a favore dell'ansia. Stiamo lavorandoci, ma alcune volte mi sembra di fare tanti sforzi per niente, perché poi arriva il dolorino e mi sembra di stare per morire.
Mi cambia proprio l'umore, modificando le mie relazioni anche con chi mi sta vicino, ed è una condizione che proprio non sopporto e mi porta ad arrabbiarmi tanto con me stessa e sentirmi sempre inferiore a tutti e tutto. Comunque, la ringrazio ancora per la celere risposta. Buona serata
Mi cambia proprio l'umore, modificando le mie relazioni anche con chi mi sta vicino, ed è una condizione che proprio non sopporto e mi porta ad arrabbiarmi tanto con me stessa e sentirmi sempre inferiore a tutti e tutto. Comunque, la ringrazio ancora per la celere risposta. Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 469 visite dal 25/05/2025.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.
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