Rapporto difficile con il mio partner

Salve dottori é da un po’ di tempo che io e il mio fidanzato non andiamo molto d’accordo e volevo un vostro parere sulla questione. Precisamente da quando ha iniziato a lavorare le cose sono degenerate. Lui é abbastanza cambiato.
I primi due anni insieme sono andati bene, non avevamo tantissimi problemi anzi eravamo amorevoli, ci appoggiavamo, lui anche mi veniva incontro Io anche verso di lui. Ma da un certo punto in poi la situazione si é capovolta. Ha iniziato a lavorare 6 giorni su 7, dalla mattina alla sera senza pause.
Aveva una casa lontano dal nostro paese tipo 25 km e gli ho proposto dato che avrebbe, dopo un anno, lavorato lì di andare a viverci insieme, così mi sarei trovata un lavoro anch’io, e in casa insieme ci saremmo fatti forza a vicenda e avremmo litigato meno perché ci vedevamo di più. Ma la situazione é peggiorata ancora di più ma non da parte mia ma da parte sua. Mi sono sempre lamentata del comportamento della mamma, lo ammetto, dal 2 anno insieme in po, questo perché ha sbagliato sin dal primo giorno verso di me. Questo Natale dopo 5 anni l’ha fatta veramente grossa e io tornati a casa mi sono messa a piangere e urlare perché ero stra piena di lei e ho minacciato di non metterci più piede a casa sua se continuava così. Il padre non né parliamo proprio, (sono separati i genitori), morboso del figlio tantissimo, ma la
Mamma non é da meno, il padre non mi dà più retta, mi nasconde le storie come i bambini, da vicino quando l ho incontrato non mi ha mai rivolto la parola, tipo lo ringraziavo e lui non mi rispondeva nemmeno, cose così, lo chiamavo e quando gli dicevo che volevo andare col figlio non mi rispondeva o diceva vabe ha i suoi impegni, addirittura ho scoperto che non sa nemmeno che il
Lui vive con me. La mamma ha festeggiato onomastico e compleanno e il mio fidanzato é andato a casa sua senza dirmelo. Ha detto che preferisce andar da solo dopo Natale. Ma anche la mamma cioé proprio senza considerazione di me, nei messaggi parla col figlio come se io non esistessi e vuole sapere cosa fa, dove sta, se sta in compagnia, no se sta con me. Da quando conviviamo mai mi ha fatto una chiamata, nemmeno quando a febbraio mi sono operata. Ultimamente Le mandai un augurio e non mi rispose e poi non si é nemmeno scusata. Assurdo. I miei non fanno cosi con lui.
Io non so più come comportarmi. Se chiudere definitivamente con loro o ricucire i rapporti. Lui dice che gli ho portato problemi con la sua famiglia, ma non capisco in cosa, mi sono comportata sempre in modo educato anzi talmente troppo che dopo anni sono scoppiata. Io veramente sono triste, in casa con lui é ancora più dura, lui non é obiettivo. Non so che fare. Sto valutando anche se lasciarlo oppure no perché non mi apprezza in nulla, solo fisicamente e non va bene per me. I punti di scontro sono la sua famiglia e il suo lavoro che lo tiene 13 ore al giorno fuori.
E la casa é tutta sulle mie spalle.
Mi sento sola, non capita, trascurata, e mi sento in un limbo. Datemi un consiglio. Grazie.
Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Gentile Utente,
le sue parole arrivano cariche di fatica, delusione e senso di solitudine. Quando scrive "mi sento sola, non capita, trascurata" è come se stesse mettendo in luce qualcosa di profondo che non riguarda solo la relazione con il suo compagno, ma anche il modo in cui sente di essere vista, ascoltata e rispettata nel mondo che la circonda.

Ha descritto una relazione che, almeno all'inizio, sembrava avere un equilibrio: sostegno reciproco, presenza, vicinanza. Poi l’ingresso del lavoro, la convivenza, il legame con la famiglia di lui, ed è come se quegli equilibri si fossero sgretolati.
Si chiede se sia il caso di ricucire i rapporti o chiudere. Ma forse la domanda più urgente è un’altra: cosa sta diventando questa relazione per lei? È ancora un luogo in cui si sente riconosciuta, valorizzata, protetta?

Spesso quando ci si ritrova in un limbo (come lei lo descrive) è perché da una parte si spera ancora che qualcosa cambi, dall’altra ci si accorge che il prezzo che si paga ogni giorno, in termini emotivi e relazionali, è molto alto.
E in effetti, emerge un’altra domanda importante: quanto spazio c’è, oggi, per i suoi bisogni dentro questa relazione? E quanto vengono ascoltati?

Il comportamento della famiglia del suo compagno, come lo racconta, sembra comunicarle non solo esclusione, ma anche una sorta di negazione del suo ruolo, della sua presenza, del suo valore. È comprensibile che dopo anni si arrivi a "scoppiare": il punto non è se è giusto o sbagliato, ma quanto ha dovuto trattenere per lungo tempo.

E infine, il suo compagno. Lei scrive: "dice che gli ho portato problemi con la sua famiglia", ma domando: chi ha protetto lei, in tutto questo? Chi ha ascoltato davvero il suo dolore? Quanto spazio c’è per il confronto vero, onesto, nella vostra coppia?

Talvolta si arriva a un punto in cui non è tanto importante decidere subito "se restare o andare via", quanto piuttosto fermarsi e chiedersi: cosa merito io, oggi? Qual è il mio posto in questa relazione? Sto scegliendo me, oppure sto solo resistendo?

Ci sono momenti della vita in cui guardarsi da fuori, con uno sguardo nuovo, può fare la differenza.
Ha già iniziato a farlo, con grande coraggio. E questo è un passaggio che merita tempo, cura e uno spazio sicuro per essere approfondito.

Spero che queste riflessioni possano esserle utili.

Resto a disposizione, un caro saluto
E.S. 

Dott.ssa Elisa Scuderi
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Dottoressa intanto grazie di cuore per la lunga ed esaustiva risposta. Davvero grazie. Le sue parole mi hanno fatta commuovere. Valgono oro per me.Si sono abbastanza stanca mentalmente perché il mio fidanzato é duro,quando metto in mezzo il discorso é come se mi scontrassi contro un muro di cemento. Ma quasi qualsiasi discorso inerente ai suoi ormai.Non mi vuole ascoltare più. Dice che son ripetitiva.Mi dice che non rovina il rapporto con i suoi genitori per me,che ci sono cose peggiori e queste sono scemenze,ma io non gli ho mai detto che deve chiudere con loro anzi,gli chiedo solo come io mi debba comportare dato che grazie alla mamma,al padre e al suo lavoro siamo arrivati a questa situazione. Ogni cosa che dico per lui é nera,mi vede sbagliata. Dice che io uso ogni cosa come pretesto per litigare e fare polemica. Ma in passato io non ero così come sono con lui,certo potevano accadere delle situazioni che mi davano fastidio ma con lui sono esagerate da quando lo conosco. Io immagino un domani,un matrimonio,una festa,una qualsiasi cosa. Il padre non vuole avere a che fare con nessuno della famiglia della madre. Io soffro perché lui essendo figlio unico ormai si trova in mezzo a loro due e non se li vuole mettere contro nemmeno a darmi soddisfazione dicendo che sbagliano,mai ho avuto almeno questa soddisfazione. Mi domando perché lui fa il falso e finge di voler star con me ,assecondandomi quando parlo di cose serie,come un matrimonio o una gravidanza. Non capisco.A 30 anni mi trovo davanti ad uno dei più grandi bivii della mia vita e credo di aver bisogno di aiuto per venirne a capo perché da sola non ci riesco. I problemi aumentano invece di diminuire e io non trovo più pace.
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Dr.ssa Elisa Scuderi Psicologo 114 2
Cara Utente,
le sue parole fanno emergere con chiarezza quanto si senta invisibile, non ascoltata, svalutata. Ed è comprensibile che tutto questo la stia logorando, soprattutto perché non riguarda solo i comportamenti degli altri, ma anche ciò che non riesce più a costruire dentro la relazione: ascolto reciproco, confronto, rispetto emotivo.

Quando dice "mi scontro contro un muro di cemento", sembra descrivere una solitudine profonda, che forse fa più male dell’assenza stessa. E nel tempo, sentirsi costantemente fraintesa o colpevolizzata può far perdere anche il senso di chi si è.

La sensazione di trovarsi in un bivio a 30 anni non è solo legata a una decisione sentimentale, ma a qualcosa di più ampio: quale vita desidera davvero per sé? In quale spazio relazionale si sente libera di esistere, essere vista e valorizzata?

A volte un confronto professionale può diventare lo spazio in cui iniziare, lentamente, a rimettere al centro la propria voce, i propri bisogni e fare chiarezza sulle direzioni possibili, senza giudizio ma con consapevolezza.

Ha già fatto un passo importante: ha chiesto aiuto. Non è poco.
Continui a farlo.

Resto a disposizione, un caro saluto
E.S. 

Dott.ssa Elisa Scuderi
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