Deterioramento rapporti a seguito di sentimenti inespressi

Gentili dottori,
mi rivolgo a voi per un parere su una vicenda relazionale che ha avuto importanti ricadute sul mio benessere psicologico, anche a causa del contesto in cui si è sviluppata (un ambiente lavorativo pubblico, dove ricopro un ruolo amministrativo).


Negli ultimi due anni e mezzo si era creato con una collega un legame molto intenso: frequenti confidenze, sostegno reciproco, presenza costante, anche al di fuori del lavoro.
Era anche lei spesso a cercarmi, mostrarmi affetto e iniziativa.
Io, nel tempo, ho iniziato a provare un coinvolgimento profondo, di natura affettiva, ma non ho mai espresso esplicitamente i miei sentimenti, sia per insicurezza, che per timore di incrinare il bel rapporto che avevamo, che anche per una questione di differenza di età (è più grande di me di più di 10 anni) e di contesto lavorativo.
In ogni caso, i segnali da parte mia erano numerosi e visibili e ciononostante lei continuava a manifestare affetto e vicinanza

Quando lei ha iniziato una relazione sentimentale con un altro collega, il nostro rapporto si è incrinato bruscamente: ha iniziato a manifestare silenzio, freddezza, improvvisa distanza, spesso vera e propria ostilità.
Dopo oltre 9 mesi, ho cercato un chiarimento, che lei ha accettato (mentre agli inizi aveva rifiutato qualsiasi mio tentativo di parlarne).
Tuttavia, ha negato di aver intuito i miei sentimenti prima dell'inizio della relazione con quest'altra persona, ha minimizzato il legame passato ed a tratti ha reagito con una certa durezza, pur dicendo di volermi ancora bene.
A tratti, sembra alternare distacco a richieste di supporto e di sostegno "morale", soprattutto su questioni lavorative.


Le mie domande sono queste:

1.
È possibile che una persona costruisca (anche inconsciamente) un legame emotivamente coinvolgente senza considerare le possibili implicazioni sull’altro?



2.
Può essere definita una forma di "friendzone", anche se la relazione era molto più intensa del normale e il distacco è stato improvviso e radicale?



3.
Come elaborare il vissuto di chi, pur non essendo mai stato invadente né inopportuno, si è sentito rifiutato non per ciò che ha fatto, ma per ciò che ha provato?
Un conto è essere rifiutati dopo una dichiarazione (e ci può stare benissimo ovviamente) , un altro è essere trattati come un rifiuto solo per aver provato un sentimento (neppure esplicitato)


4.
Quando un rapporto così significativo viene improvvisamente svalutato o interrotto, è normale provare un forte senso di ingiustizia e difficoltà a chiudere?
Come uscirne?
Oltretutto questa situazione mi sta facendo aumentare l'insicurezza nei rapporti con l'altro sesso



Grazie per l'attenzione.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
le sue sono domande importanti che meritano un ascolto dal vivo.
Molte delle cose che dice, altrimenti, potrebbero dar luogo ad equivoci, per esempio questa: "Può essere definita una forma di "friendzone", anche se la relazione era molto più intensa del normale e il distacco è stato improvviso e radicale?"
Ricordiamo che quest'espressione indica una relazione tra due persone in cui l'una prova sentimenti d'amore, l'altra un'affettuosa amicizia.
Ora da quello che lei scrive, nessuno di due aveva varcato esplicitamente il livello dell'amicizia.
A sorprendere è l'improvvisa freddezza della sua collega, me le ripeto che solo nel colloquio si potrebbe comprendere se lei che ci scrive abbia ad un certo punto manifestato sentimenti che sono stati considerati inopportuni.
Comprendo la sua sofferenza e la sua dolorosa confusione, e le suggerisco di risolverle in un colloquio specialistico.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza
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Utente
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Salve Dottoressa,
grazie anzitutto per la cortese risposta. Mi rendo conto che la vicenda, per essere valutata pienamente, debba essere descritta un po' più dettagliatamente e pertanto proverò a fare alcune precisazioni:
1) Il rapporto fra noi due si è instaurato gradualmente e per iniziativa principalmente sua, che ad un certo punto, partendo da una reciproca simpatia, ha cominciato a darmi molte attenzioni e gesti di cura. A titolo esemplificativo mi preparava quasi ogni giorno il pranzo che mangiavamo insieme in pausa pranzo, se vedeva qualche macchia o piega in camicia o pantaloni mi chiedeva di portargliele il giorno dopo che me le avrebbe lavate e stirate, mi coinvolgeva nel suo gruppo di amici organizzando uscite e serate con loro e talvolta uscivamo anche da soli. Tutte cose, lo ribadisco, che venivano fatte di sua iniziativa
2) Nel corso dei mesi in cui il rapporto era evoluto come sopra, da parte mia ho iniziato a provare verso di lei dapprima un'amicizia affettuosa e poi un vero e proprio sentimento
3) Come detto però, un po' per insicurezza, un po' per paura di incrinare il bel rapporto che si era creato ed anche per il contesto lavorativo e la differenza di età (quest'ultima mi faceva pensare che avesse altre esigenze) ho scelto di non dichiararmi mai esplicitamente, anche se non mancavano i momenti in cui (specie per messaggio) le facevo apprezzamenti sia pur sfumati anche per l'aspetto fisico oltre che per la sua personalità. Di fronte a ciò lei spesso mi diceva che mi voleva bene e portava avanti il rapporto nelle modalità di cui al punto 1.
4) Una sera lei aveva organizzato una delle solite serate con il suo gruppo di amici alle quali mi aveva invitato (come spesso accadeva) ed aveva per la prima volta altresì inviato un collega. Nel corso della sera vedo che loro avevano degli atteggiamenti vagamente affettuosi. Pur dispiacendomi istintivamente di ciò ovviamente non dico nulla anche se probabilmente mi si poteva leggere in faccia il dispiacere. Ad un certo punto per non rendere la cosa evidente mi allontano per qualche minuto dal tavolo "fingendo" che dovevo fare una telefonata
5) Nel corso della serata lei continua ad avere atteggiamenti confidenziali e scherzosi con me (balliamo insieme, mi abbraccia, etc.) ed a fine serata, in risposta ad un mio messaggio della buonanotte che abitualmente ci mandavamo, mi scrive "buonanotte, ti voglio bene anche io, spero sia stato bene"
6) Nel corso dei giorni successivi vedo (visto anche il contesto lavorativo comune) che lei si avvicina sempre più a quest'altra persona (fino ad instaurarci una vera e propria relazione che tuttora perdura) e, contestualmente, si distacca sempre più da me con atteggiamenti come sguardi gelidi, saluti stentati o proprio evitati, ostentata assenza ad un rinfresco che avevo organizzato con tutti i colleghi per una ricorrenza, rifiuto di fronte a tutti di farsi offrire il caffè alla macchinetta dicendo "da te non prendo nulla"
7) I primi due mesi in cui aveva tale atteggiamento ho provato a parlarle 2 o 3 volte ma lei ha sempre rifiutato ogni confronto dicendo che "a tempo debito" mi avrebbe dato le motivazioni. Poi ho desistito salvo fare un ultimo tentativo tre settimane fa (dopo oltre 9 mesi di gelo) a seguito del quale accetta di parlarmi, mi dice che era dispiaciuta di come era evoluta la situazione, che comunque mi voleva bene, che il motivo per cui si era comportata così era per il mio atteggiamento tenuto nella serata che ho descritto al punto 4) e allora, dico io, non si capisce perché lì per lì aveva tenuto il comportamento di cui al punto 5). Dice inoltre che lei per me aveva provato solo un'amicizia e che forse si era resa conto di avermi illuso
8) Dopo tale dialogo i rapporti sono migliorati, pur non tornando come prima ed essendo confinati solo all'ambito lavorativo. Lei alterna momenti di freddezza a momenti in cui sembra voler cercare consigli e conforto per questioni lavorative da me.

Questa situazione non nego che mi abbia lasciato strascichi di profondo dispiacere, mi sono sentito non semplicemente rifiutato (che ci sarebbe stato benissimo) ma trattato come un rifiuto solo per aver provato un sentimento senza peraltro mai esplicitarlo (ed a questo punto non so se ho fatto bene o meno, certo se lei, come dice, provava solo un'amicizia, avrebbe dovuto apprezzare il fatto che mi sia trattenuto). Ora non so se dovrei comportarmi in maniera distaccata o cercare, magari assecondando alcuni suoi atteggiamenti che sembrerebbero propensi, di recuperare un rapporto di amicizia (nulla di più anche perchè ora come detto lei è fidanzata con il collega di cui sopra ed io negli ultimi giorni, sia pur in via embrionale e con tutti gli strascichi di insicurezza che questa vicenda mi ha lasciato, sto iniziando a frequentarmi con un'altra persona).
Spero di essere stato chiaro, la ringrazio anticipatamente ed infinitamente se vorrà rispondermi
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
il suo racconto, apparentemente dettagliato, dimostra ciò che ho già scritto nella prima risposta: solo in un colloquio specialistico lei potrebbe comprendere cosa è venuto a turbare così profondamente il suo rapporto con la sua collega, e soprattutto potrebbe trovare la chiave per correggere i suoi comportamenti ed evitare gli stessi errori in futuro.
Nel racconto che fa, infatti, mancano i punti chiave che solo le domande dello specialista potrebbero portare alla luce. Per esempio lei non dice mai se la sua "frequentazione" della collega comportava anche incontri di tipo sessuale; non dice perché ha considerato la differenza d'età un ostacolo ad una dichiarazione d'amore, e afferma tante cose che sembra considerare ovvie, ma che tali non sono affatto.
Esistono nella sua narrazione equivoci di ampia portata sulle possibili aspettative di una partner, e le ripeto ancora una volta che la sola possibilità di chiarimento e di superamento di pesanti ostacoli nelle sue relazioni è nel colloquio specialistico.
Molti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
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