Gentili medici psicologi

buongiorno vado subito al dubbio di questi momenti mentre aspetto la psicologa è in ferie la sessualità' adolescente infanzia il gioco del dottore molto frequente ai miei tempi si andava oltre arrivando alla penetrazione di solito era una pratica ingenua un passaggio salutare alla consapevolezza,, , , , , cosa potrebbe succedere invece se intorno ai nove anni questi giochi diventano un vero rapporto sessuale con il mio organo sessuale troppo esagerato con le dimensioni non di un bambino ma di un adulto?
?
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Buongiorno,

Capisco bene la delicatezza della domanda, e provo a risponderle con chiarezza.

I cosiddetti giochi sessuali infantili o giochi del dottore sono in genere una fase normale della crescita, legati alla curiosità, alla scoperta del corpo e al confronto con i coetanei. Di solito avvengono senza malizia, con leggerezza e simmetria fra bambini.

Quello che lei descrive è diverso: parla di un rapporto sessuale vero e proprio, con un organo sessuale già sviluppato come quello di un adulto attorno ai 9 anni. In questi casi entrano in gioco due aspetti importanti:
1. Sviluppo corporeo precoce
2. Esperienza sessuale non proporzionata all’età: un rapporto sessuale completo a quell’età non è più un semplice gioco: può avere ricadute emotive e psicologiche, perché il corpo e la mente non sono ancora pronti a integrare un atto così adulto. In alcuni casi può generare confusione, colpa o difficoltà nel vivere serenamente la sessualità in età adulta.

Non è detto che porti necessariamente a conseguenze patologiche: molto dipende da come l’esperienza è stata vissuta, se c’era simmetria tra i partecipanti, se è stata cercata o subita, e da che significato lei stesso le ha dato col tempo.

Oggi, il fatto che lei si interroghi su questo episodio significa che ha bisogno di collocarlo meglio nella sua storia personale. È un tema che può essere elaborato bene in psicoterapia: non tanto per cancellarlo , ma per comprendere che posto ha avuto nel suo sviluppo e per sciogliere eventuali dubbi o sensi di colpa.

Un gioco esplorativo è una cosa, un vero rapporto sessuale precoce è un’altra. Non è raccomandabile a quell’età, ma non implica per forza un danno irreversibile: ciò che conta è come lo si integra nella propria esperienza di vita adulta.

Ne parli con la sua psicologa al rientro.

Cordialmente,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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buonasera sono in terapia da molto tempo niente viene fuori se non un disturbo di personalità forse PARANOIDE CHE NON MI RISOLVE QUASI NIENTE ok devo parlarne in terapia ma non si considera IL TRAUMA ,UN TRAUMA è UN TRAUMA PER QUESTO DIMENTICATO forse il sangue......io non sto bene da sempre DEVE ESSERCI QUALCOSA LA PAURA CHI L'HA GENERATA MA SENZA CONOSCERMI non potete dirmi ok aspettero' la psicologa di turno io sto male ..... ma la psicologa non mi ascolta deve applicare alla lettera la TERAPIA BREVE STRATEGICA ognuno con le sue convinzioni troppe ideologie terapeutiche diverse chiamatevi SOLO PSICOLOGI E BASTA!!!!! si spesso è complicato scovare un particolare traumatismo infantile AMMESSO CHE CI SIA un pene cosi grande da rovinare l'esItenza ma io non MOLLO MAI per questo ho 65anni ancora vado dallo PSICOLOGO,,,,,,LO SO che questa nn è una domanda precisa ma il mio stato d'animo per perdere altro tempo non rispondetemi!!!!!
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Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Gentile utente,

dalle sue parole emerge tanta sofferenza e frustrazione per un percorso terapeutico che sente non darle le risposte di cui avrebbe bisogno. È comprensibile che, dopo tanti anni di tentativi, possa sentirsi stanco e disilluso.

Ogni approccio psicologico ha i suoi strumenti e i suoi limiti, e non sempre il metodo applicato da un terapeuta si rivela quello più adatto per quella persona. Per questo motivo, quando non ci si sente ascoltati o compresi, può essere utile valutare una seconda opinione clinica, rivolgendosi ad un altro professionista (psicologo o psichiatra) che possa fare una nuova valutazione e considerare anche l’ipotesi di un trattamento diverso.

Il tema del trauma e delle esperienze precoci di vita, così come quello dei disturbi di personalità, richiede spesso un lavoro delicato e lungo, che non può prescindere dal sentirsi davvero accolti e compresi nel rapporto terapeutico.

Le suggerisco quindi di non arrendersi, ma di cercare un contesto in cui possa sentire che la sua storia viene presa in carico nel modo che per lei ha senso. È un passo difficile, ma può fare la differenza.

Un caro saluto.

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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