Il mio ragazzo in sei anni non ha mai voluto avere un rapporto sessuale con me

Buongiorno a tutti, vi scrivo perché ho un problema abbastanza grave.

Siamo una coppia over 30, ci conosciamo da oltre 6 anni, abbiamo avuto una relazione il primo anno di conoscenza della durata di sei mesi poi svanita in quanto lui non ha mai voluto consumare alcun rapporto intimo con me.
Nel 2022 ci siamo ripresi e da tre anni ci frequentiamo come una regolare coppia agli occhi di tutti, ma nell’intimità lui ancora non vuole avere rapporti sessuali con me o comunque cose che lo legano alla sessualità abbiamo fatto tante vacanze insieme, lunghe settimane, in cui non mi ha mai dato un bacio, tantomeno toccato il mio corpo.
Quest’anno nel letto ha messo il cuscino come barriera tra le nostre due teste.
Ha un rapporto molto stretto con la madre tant’è che lei spesso e volentieri arriva a lavarlo sotto la doccia oppure a somministrargli pastiglie come le supposte in vai rettale oltre che tagliargli il cibo o allacciargli le scarpe.
La cosa mi fa sentire tremendamente a disagio perché lui è una persona totalmente priva di autonomia...più volte io ho palesato il problema e adesso mettendolo alle strette mi ha detto che lui ha dei problemi di salute di lavoro (lavora con la
Madre in quanto lei è il suo titolare) e che quindi non ci può pensare adesso Peccato che fino al giorno prima era tutto tranquillo ma dal momento che io tiro fuori il problema lui inventa scuse per non affrontare la situazione o incontrare uno psicologo di persona.
Devo dire che ormai il mio sentimento di fiducia nei suoi confronti, dopo sei anni di continui rifiuti è totalmente azzerato.
Non l’ho mai visto nudo, non mi ha mai mostrato i suoi genitali e le volte in cui ho provato ad allungare una mano sul suo corpo (non zona genitale) sono stata allontanata.
Sto facendo una vita d’inferno perché vedo che i miei amici hanno dei rapporti sani e solidi con il proprio partner, mentre io mi ritrovo in una relazione da dodicenne priva di qualsiasi contatto.
Sono molto frustrata.
Mi sento trascurata e devo trovare il modo per poterlo lasciare.
Voi cosa mi consigliate?
È possibile che una madre onnipresente anche nell’intimità del figlio possa causare danni del genere nell’individuo?
Che tipo di disturbo è?
Grazie.
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Gentile utente,

Ciò che descrive non riguarda soltanto l’assenza di intimità sessuale, ma un funzionamento complessivo che rende difficile costruire un legame di coppia adulto, basato su autonomia, reciprocità e scambio affettivo.

Dal punto di vista sistemico relazionale, è evidente come la presenza intrusiva e accudente della madre del suo compagno abbia inciso nello sviluppo della sua identità e nella possibilità di separarsi da lei, non solo sul piano pratico ma soprattutto sul piano psico affettivo e corporeo. In situazioni come questa, l’individuo può rimanere bloccato in una posizione di dipendenza che rende complessa, se non impossibile, l’apertura a una relazione paritaria con il partner.

A parer mio, non è indispensabile concentrarsi sull’etichetta diagnostica o sul tipo di disturbo , ma riconoscere che si trova difronte ad un nodo relazionale profondo, che ha a che fare con il rapporto madre figlio, con la difficoltà di individuazione e con la costruzione dell’intimità nella coppia.

È comprensibile che, dopo anni di tentativi, lei oggi si senta stanca, delusa e privata della fiducia. Per il suo compagno sarebbe certamente utile un percorso personale; tuttavia, dal momento che lei stessa sottolinea le sue resistenze, credo sia importante che anche lei possa avere uno spazio di sostegno per elaborare questa esperienza, per ritrovare fiducia nelle proprie esigenze affettive e per poter scegliere con maggiore chiarezza se e come proseguire questa relazione.

Lavorando su di sé può riconoscere gli strumenti per modificare la propria posizione all’interno del suo sistema relazionale. Questo porta a riorganizzazioni imprevedibili, ma soprattutto le restituisce la possibilità di non rimanere intrappolata nel silenzio e nella rinuncia.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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buongiorno gentile dottoressa,

ieri abbiamo avuto l'ennesima discussione, ho cercato di far valere le mie ragioni, dopo svariati messaggi in cui non mi rispondeva, ad un certo punto ha detto che in 6 anni sono sempre e solo stata interessata a consumare rapporti e non sono mai stata innamorata seriamente. Ho cercato di fargli capire che in 6 anni una persona NON innamorata o solo interessata alla fisicità, non ti sta accanto per un tempo cosi lungo, attendendo.

Mi ha liquidato con la seguente frase ''mi fa schifo il contatto fisico''.

da allora sparito, da oltre 24 non mi considera più e non mi rivolge più la parola, sta compiendo ''ghosting''.
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Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Un rapporto di coppia dovrebbe basarsi sul rispetto, sull'ascolto e sul riconoscimento dei bisogni di entrambi. Quando prevalgono svalutazioni, rifiuto del contatto e chiusura, è difficile sentirsi sereni e corrisposti.

Le suggerisco di prendersi uno spazio per riflettere su ciò che desidera davvero da una relazione e, se il malessere persiste, di valutare un supporto psicologico per chiarire i suoi bisogni affettivi ed evitare di restare intrappolata in dinamiche che le causano sofferenza.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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Dr.ssa Eleonora Riva Psicologo 55 4
Gentile utente,
la collega è stata molto esaustiva. Aggiungo che il rifiuto all'intimità può derivare da ragioni profonde, forse anche rimosse e non rielaborate, che non ci è dato sapere e che il partner potrebbe non voler condividere.
Potrebbe aver subito abusi, o avere delle problematiche di tipo "fisico" che si vergogna ad esporre. Sono solo ipotesi per non soffermarsi sul rapporto con la madre che di certo, da come lo descrive, non mi sembra funzionale e non ne promuove l'autonomia.
Ciò che le posso consigliare, è di non tentare invano di cambiare il partner o i suoi comportamenti. Se accoglie la sua richiesta di una terapia individuale per capire l'origine del problema che lei ci porta, è segno di maturità, consapevolezza e un modo di venirle incontro.
Se resta arroccato nella propria posizione, non si può costringerlo a intraprendere un percorso, probabilmente perchè sa già che toccherebbe corde che evidentemente non vuole toccare.
Un consiglio. Pensi a lei, a ciò che desidera, se vale la pena investire il suo tempo e le sue energie, emozioni, in una relazione che non la gratifica e anzi la fa soffrire.
Un altro consiglio: non badi agli altri. Apparentemente molte persone amano dare un'immagine di sè o della coppia che non corrisponde al vero, oppure attribuiamo noi alla coppia un significato diverso dalla realtà. Confrontarsi e paragonarsi aumenta solo la frustrazione. Ci sono tante di quelle coppie c.d. "bianche" che non immagina neanche eppure funzionano. Certo, deve essere una scelta condivisa.
Pensi a lei e a stare bene, trovando la sua strada e il suo benessere senza che questo dipenda solo da un partner che non la fa stare bene. Il prezzo da pagare è emotivamente alto. Rifletta cosa è meglio per lei.

Cordialità

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