Abuso infantile: conta l'età o l'atto?
Buongiorno, avrei bisogno di chiarimenti che mi tormentano da tempo.
Ultimamente mi é capitato di ricordare un episodio spiacevole di quando ero piccolo (5/6 anni) in cui un mio compagno mi usava (in quel senso del termine), e non ero nemmeno l'unico con cui lo faceva. Ricordo solo che mi diceva di avvicinarsi per poi fare ció che voleva.
Solo una volta é stato scoperto ma mai stato punito dalle maestre che sembra se ne fossero infischiate.
Ho ricordi nitidi e confusi cosi tanto da non ricordare chi fosse, ma ció che mi rimane é che prima provavo disagio, ed ora che ho realizzato ancora di più.
Per tutta la mai vita fino ai 19 anni non ho mai sospettato, pensando fosse normale, ma ad oggi il pensiero mi fa venire imbarazzo, un senso di inferiorità e vergogna per ciò che é successo.
La vera domanda in tutto ció é, si tratta di abuso anche se non era piú grande?
Ultimamente mi é capitato di ricordare un episodio spiacevole di quando ero piccolo (5/6 anni) in cui un mio compagno mi usava (in quel senso del termine), e non ero nemmeno l'unico con cui lo faceva. Ricordo solo che mi diceva di avvicinarsi per poi fare ció che voleva.
Solo una volta é stato scoperto ma mai stato punito dalle maestre che sembra se ne fossero infischiate.
Ho ricordi nitidi e confusi cosi tanto da non ricordare chi fosse, ma ció che mi rimane é che prima provavo disagio, ed ora che ho realizzato ancora di più.
Per tutta la mai vita fino ai 19 anni non ho mai sospettato, pensando fosse normale, ma ad oggi il pensiero mi fa venire imbarazzo, un senso di inferiorità e vergogna per ciò che é successo.
La vera domanda in tutto ció é, si tratta di abuso anche se non era piú grande?
Gentile utente,
l'episodio che descrive, avvenuto quando aveva 5/6 anni, per come viene descritto non è certo che configuri abuso. Infatti il testo del consulto non ci dice che lei si opponeva, che provava disagio, ecc. Era forse un gioco tra bimbi, nel quale l'altro prendeva l'iniziativa.
Le reazioni emotive che prova ora imbarazzo, senso di inferiorità, vergogna sono comuni
sia in chi ha subito abusi infantili,
- sia in chi ritiene di esserne stato vittima.
In ogni caso è importante comprendere che non ha fatto nulla di male e che la responsabilità del suo comapgno è assai limitata essendo infantile peraltro.
Se tutto ciò è avvenuto come nei suoi ricordi "nitidi e confusi", le maestre (persone adulte peraltro), avrebbero divuto mettere in atto un intervento educativo.
Resta però una domanda di fondo:
- come mai a distanza di tanto tempo, tale ricordo le avvelena la vita, quando "Per tutta la mai vita fino ai 19 anni non ho mai sospettato, pensando fosse normale?" Il ricordo è stato ripescato dal passato a causa di qualche evento accaduto recentemente?
- come poter essere certi che ciò è *realmente* accaduto, nei modi in cui uno se lo ricorda?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
l'episodio che descrive, avvenuto quando aveva 5/6 anni, per come viene descritto non è certo che configuri abuso. Infatti il testo del consulto non ci dice che lei si opponeva, che provava disagio, ecc. Era forse un gioco tra bimbi, nel quale l'altro prendeva l'iniziativa.
Le reazioni emotive che prova ora imbarazzo, senso di inferiorità, vergogna sono comuni
sia in chi ha subito abusi infantili,
- sia in chi ritiene di esserne stato vittima.
In ogni caso è importante comprendere che non ha fatto nulla di male e che la responsabilità del suo comapgno è assai limitata essendo infantile peraltro.
Se tutto ciò è avvenuto come nei suoi ricordi "nitidi e confusi", le maestre (persone adulte peraltro), avrebbero divuto mettere in atto un intervento educativo.
Resta però una domanda di fondo:
- come mai a distanza di tanto tempo, tale ricordo le avvelena la vita, quando "Per tutta la mai vita fino ai 19 anni non ho mai sospettato, pensando fosse normale?" Il ricordo è stato ripescato dal passato a causa di qualche evento accaduto recentemente?
- come poter essere certi che ciò è *realmente* accaduto, nei modi in cui uno se lo ricorda?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Utente
Buonasera dottoressa.
Io ritengo di non essermi opposto in quanto essendo piccolo non capivo, e mi viene quindi da pensare che questa persona sapesse ciò che stava facendo mentre io no se ne fosse approfittato, e la motivazione di ciò é il fatto che non fossi l'unico a subire ciò.
Per quanto riguarda i ricordi, io ho in testa una scena molto chiara, che é quella descritta nel post, mentre il prima e il dopo non lo ricordo più. Ciò per tutta la vita mi é rimasto impresso ma non ho mai dato troppa importanza fino a quando non mi sono andato ad informare
Io ritengo di non essermi opposto in quanto essendo piccolo non capivo, e mi viene quindi da pensare che questa persona sapesse ciò che stava facendo mentre io no se ne fosse approfittato, e la motivazione di ciò é il fatto che non fossi l'unico a subire ciò.
Per quanto riguarda i ricordi, io ho in testa una scena molto chiara, che é quella descritta nel post, mentre il prima e il dopo non lo ricordo più. Ciò per tutta la vita mi é rimasto impresso ma non ho mai dato troppa importanza fino a quando non mi sono andato ad informare
Gentile utente,
dicendo "un mio compagno" lei suggerisce l'ipotesi che si trattasse di un Suo coetaneo di pari età, e dunque inconsapevole quanto Lei dell'importanza dei gesti sul corpo.
Però,
-Lei si è interrogato sul perchè prima non dava "troppa importanza [al fatto] fino a quando non mi sono andato ad informare"?
-Cosa è cambiato in Lei a causa dell'informazione?
-Perchè 'ora' sente il bisogno di porre una 'etichetta' su degli eventi infantili successi nella più tenera infanzia, e ai quali per anni e anni non aveva "dato troppa importanza"?
-E poi: come va la sua vita sessuale attuale?
Se vorrà rispondere ad ognuna di queste domande di approfondimento, potremo proseguire.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
dicendo "un mio compagno" lei suggerisce l'ipotesi che si trattasse di un Suo coetaneo di pari età, e dunque inconsapevole quanto Lei dell'importanza dei gesti sul corpo.
Però,
-Lei si è interrogato sul perchè prima non dava "troppa importanza [al fatto] fino a quando non mi sono andato ad informare"?
-Cosa è cambiato in Lei a causa dell'informazione?
-Perchè 'ora' sente il bisogno di porre una 'etichetta' su degli eventi infantili successi nella più tenera infanzia, e ai quali per anni e anni non aveva "dato troppa importanza"?
-E poi: come va la sua vita sessuale attuale?
Se vorrà rispondere ad ognuna di queste domande di approfondimento, potremo proseguire.
Saluti cordiali.
dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Utente
Per rispondere alle sue domande
- ho pensato che fossero cose che succedono sempre a tutti i bambini fino a quando mi sono informato ed ho cercato di parlarne con una persona a me vicina, arrivando alla conclusione che non é esattamente cosi
- inizialmente un grande stato di ansia e confusione che mi ha portato fino ad oggi a soffrire di questa cosa in quanto provo vergogna. Certi giorni do poca importanza mentre in altri mi ritrovo abbattuto
- sono sempre stato timidissimo e ho affrontato questo lato della mia vita in maniera schiva, in quanto ho sempre provato vergogna di me e del mio corpo. Con la fine dell'adolescenza questa cosa un po é passata ed ho avuto delle esprienze con le ragazze ma tutt'ora spesso mi ritrovo in situazioni in cui non riesco a non pensare negativamente sul mio conto. In più con questo fattore spesso mi vengono dubbi che mi provocano ansia sul mio orientamento. So di essere completamente eterosessuale, ció nonostante spesso mi vengono paure legate a questo episodio
- ho pensato che fossero cose che succedono sempre a tutti i bambini fino a quando mi sono informato ed ho cercato di parlarne con una persona a me vicina, arrivando alla conclusione che non é esattamente cosi
- inizialmente un grande stato di ansia e confusione che mi ha portato fino ad oggi a soffrire di questa cosa in quanto provo vergogna. Certi giorni do poca importanza mentre in altri mi ritrovo abbattuto
- sono sempre stato timidissimo e ho affrontato questo lato della mia vita in maniera schiva, in quanto ho sempre provato vergogna di me e del mio corpo. Con la fine dell'adolescenza questa cosa un po é passata ed ho avuto delle esprienze con le ragazze ma tutt'ora spesso mi ritrovo in situazioni in cui non riesco a non pensare negativamente sul mio conto. In più con questo fattore spesso mi vengono dubbi che mi provocano ansia sul mio orientamento. So di essere completamente eterosessuale, ció nonostante spesso mi vengono paure legate a questo episodio
Gentile utente,
mi soffermo sul primo punto:
"ho pensato che fossero cose che succedono sempre a tutti i bambini
fino a quando mi sono informato
ed ho cercato di parlarne con una persona a me vicina,
arrivando alla conclusione che non é esattamente cosi."
Qualche osservazione.
La "persona a lei vicina"con la quale ha parlato è una specialista in psicologia dell'età evolutiva?
- altrimenti possono essere chiacchiere da bar, come del resto anche le risposte date dalla AI, talvolta.
- C'è una differenza profonda tra la normalità statistica cioè "succede a tutti i bambini"
e la "normalità evolutiva": anche se non succcede a tutti è pur sempre dentro le esperienze potenzialmente evolutive. Così potrebbe essere per quello che dice esserle successo col coetaneo.
Faccia grande attenzione a non prendere questo episodio e farlo diventare il contenuto di un pensiero ossessivo. Spesso la persona cerca un appiglio nell'ieri per spiegare le difficoltà di oggi: timidezza, insicurezza, dubbi sull'orientamento.
Ma in realtà è la mente che cerca (e trova) un appiglio qualsiasi per aggrovigliarsi su se stessa senza produrre alcun costrutto utile. In cambio produce un pensiero ossessivo che invade molti (o tutti) gli ambiti della vita crando altri dubbi.
Spero di essermi spiegata chiaramente.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
mi soffermo sul primo punto:
"ho pensato che fossero cose che succedono sempre a tutti i bambini
fino a quando mi sono informato
ed ho cercato di parlarne con una persona a me vicina,
arrivando alla conclusione che non é esattamente cosi."
Qualche osservazione.
La "persona a lei vicina"con la quale ha parlato è una specialista in psicologia dell'età evolutiva?
- altrimenti possono essere chiacchiere da bar, come del resto anche le risposte date dalla AI, talvolta.
- C'è una differenza profonda tra la normalità statistica cioè "succede a tutti i bambini"
e la "normalità evolutiva": anche se non succcede a tutti è pur sempre dentro le esperienze potenzialmente evolutive. Così potrebbe essere per quello che dice esserle successo col coetaneo.
Faccia grande attenzione a non prendere questo episodio e farlo diventare il contenuto di un pensiero ossessivo. Spesso la persona cerca un appiglio nell'ieri per spiegare le difficoltà di oggi: timidezza, insicurezza, dubbi sull'orientamento.
Ma in realtà è la mente che cerca (e trova) un appiglio qualsiasi per aggrovigliarsi su se stessa senza produrre alcun costrutto utile. In cambio produce un pensiero ossessivo che invade molti (o tutti) gli ambiti della vita crando altri dubbi.
Spero di essermi spiegata chiaramente.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
👍🏻La Dr.ssa Potenza concorda con la risposta.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 443 visite dal 26/09/2025.
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