Problemi relazionali
Salve.
Scrivo perché ultimamente sono sbroccata con mia madre e ho deciso di non aver più niente a che fare con lei se non per problemi gravi che la possano riguardare.
Premetto che avere a che fare con lei non è mai stato semplice.
Una donna passiva, insoddisfatta, che ha sempre incolpato mio padre di averle fatto fare una brutta vita.
Si sono sposati giovanissimi.
Matrimonio riparatore.
Di certo ha dovuto imparare a fare la madre, per esigenza del caso e non per desiderio.
Il rapporto tra lei e mio padre non era proprio un idillio, anzi direi l’opposto.
Lei ci diceva che la colpa era di mio padre, che era lui il cattivo ma non era proprio così.
Mia madre non è mai diventata adulta, ha vissuto sotto le ali di mio padre che doveva pensare a far quadrare i conti, non ha mai voluto che lei lavorasse.
Lei non lo hai mai appoggiato in nessuna decisione, tutti i progetti che lui aveva sono stati realizzati grazie alla sua tenacia e lei eseguiva con rassegnazione e fastidio qualsiasi cosa.
Lei una persona senza idee, lui, mai fermo.
Insomma 2 persone opposte.
Detto questo, vorrei precisare che eravamo 4 figli, ma il più piccolino, era nato a 8 anni di distanza dall’ultima sorella.
Era il piccolo di casa, unico figlio maschio, accentratore di tutte le attenzioni.
Questo figlio purtroppo, lo perdiamo in un incidente stradale 14 anni fa e dopo 6 mesi perdiamo anche mio padre dal dolore.
Rimaniamo noi 3 sorelle e mia madre.
Da lì tutto diventa più difficile.
La sua depressione, la sua solitudine, la sua sofferenza per aver perso l’amore più grande della sua vita.
Io inizio a soffrire molto, oltre che per la perdita di mio fratello e di mio papà anche per la sofferenza di mia madre.
Cerco di starle vicino, di consigliarle di farsi aiutare da uno psicologo, sto male quando so che è a casa da sola, rimango a metà tra il vivere la mia vita e starle vicino.
Lei peggiora sempre di più la depressione aumenta, iniziano problemi.
Ultimamente scopriamo che ha speso un sacco di soldi e non capiamo dove.
Non cura la sua persona, non esce mai, non compra abiti, non va dal parrucchiere.
Fa una vita da eremita.
Proviamo a chiedere dove butta sti soldi e lei risponde che sono spese e che sono affari suoi quello che fa con i soldi.
Noi sappiamo che gioca, ma lei non lo vuole ammettere.
Non parla dei suoi sentimenti, dice sempre che va tutto bene, poi ci accusa di non starle vicino.
Se ha problemi di salute non si vuole curare.
Si interessa poco dei nostri problemi.
C’è l’ha con tutti.
Io sono esausta e ho perso la voglia di insistere che deve fare qualcosa.
Sono satura del suo comportamento e non voglio più avere a che fare con questa cosa perché mi fa male.
Lei mi incolpa di non essere presente, ma davvero io non mi sento più in grado di fare niente e ho mollato.
La mia paura è di avere rimorso un giorno.
Ma adesso a causa di altri miei problemi personali non ce la faccio più.
Cosa mi consigliate?
Grazie mille
Scrivo perché ultimamente sono sbroccata con mia madre e ho deciso di non aver più niente a che fare con lei se non per problemi gravi che la possano riguardare.
Premetto che avere a che fare con lei non è mai stato semplice.
Una donna passiva, insoddisfatta, che ha sempre incolpato mio padre di averle fatto fare una brutta vita.
Si sono sposati giovanissimi.
Matrimonio riparatore.
Di certo ha dovuto imparare a fare la madre, per esigenza del caso e non per desiderio.
Il rapporto tra lei e mio padre non era proprio un idillio, anzi direi l’opposto.
Lei ci diceva che la colpa era di mio padre, che era lui il cattivo ma non era proprio così.
Mia madre non è mai diventata adulta, ha vissuto sotto le ali di mio padre che doveva pensare a far quadrare i conti, non ha mai voluto che lei lavorasse.
Lei non lo hai mai appoggiato in nessuna decisione, tutti i progetti che lui aveva sono stati realizzati grazie alla sua tenacia e lei eseguiva con rassegnazione e fastidio qualsiasi cosa.
Lei una persona senza idee, lui, mai fermo.
Insomma 2 persone opposte.
Detto questo, vorrei precisare che eravamo 4 figli, ma il più piccolino, era nato a 8 anni di distanza dall’ultima sorella.
Era il piccolo di casa, unico figlio maschio, accentratore di tutte le attenzioni.
Questo figlio purtroppo, lo perdiamo in un incidente stradale 14 anni fa e dopo 6 mesi perdiamo anche mio padre dal dolore.
Rimaniamo noi 3 sorelle e mia madre.
Da lì tutto diventa più difficile.
La sua depressione, la sua solitudine, la sua sofferenza per aver perso l’amore più grande della sua vita.
Io inizio a soffrire molto, oltre che per la perdita di mio fratello e di mio papà anche per la sofferenza di mia madre.
Cerco di starle vicino, di consigliarle di farsi aiutare da uno psicologo, sto male quando so che è a casa da sola, rimango a metà tra il vivere la mia vita e starle vicino.
Lei peggiora sempre di più la depressione aumenta, iniziano problemi.
Ultimamente scopriamo che ha speso un sacco di soldi e non capiamo dove.
Non cura la sua persona, non esce mai, non compra abiti, non va dal parrucchiere.
Fa una vita da eremita.
Proviamo a chiedere dove butta sti soldi e lei risponde che sono spese e che sono affari suoi quello che fa con i soldi.
Noi sappiamo che gioca, ma lei non lo vuole ammettere.
Non parla dei suoi sentimenti, dice sempre che va tutto bene, poi ci accusa di non starle vicino.
Se ha problemi di salute non si vuole curare.
Si interessa poco dei nostri problemi.
C’è l’ha con tutti.
Io sono esausta e ho perso la voglia di insistere che deve fare qualcosa.
Sono satura del suo comportamento e non voglio più avere a che fare con questa cosa perché mi fa male.
Lei mi incolpa di non essere presente, ma davvero io non mi sento più in grado di fare niente e ho mollato.
La mia paura è di avere rimorso un giorno.
Ma adesso a causa di altri miei problemi personali non ce la faccio più.
Cosa mi consigliate?
Grazie mille
Gentile utente,
sua madre ha avuto una vita difficile (il marito non l'ha lasciata lavorare, al contrario l'ha coinvolta nelle proprie iniziative; ha avuto quattro gravidanze e lutti gravissimi), per cui un'affettuosa solidarietà risulta naturale da parte di lei che ci scrive e delle sue sorelle; a maggior ragione perché le sofferenze familiari e i lutti sono condivisi da voi tutti, e inoltre molti tratti che disapproviamo nei nostri genitori, ci esasperano proprio perché ci accorgiamo oscuramente di condividerli.
Tuttavia la solidarietà non può spingersi fino alla perdita di sé, del proprio equilibrio, della propria vita; questo anche perché possiamo dare soltanto ciò che abbiamo, e sua madre in questo momento è come un vortice che risucchia tutte le energie, tutte le risorse di quelli che ha intorno, per cui è comprensibile che lei che ci scrive si senta inaridita e incapace di continuare a dare.
La depressione è una malattia che già da sola allontana gli altri, perché non offre appigli alla speranza; per di più ha preso in sua madre la strada pericolosa della dipendenza dal gioco, col rischio di peggiorare ancora sia il suo umore, sia il suo tenore economico.
Lei scrive: "io non mi sento più in grado di fare niente e ho mollato".
Penso che non potesse fare altro, però le suggerirei di considerare questo periodo come una boccata d'ossigeno transitoria per riprendere le forze, e di utilizzarla anche a vantaggio di sua madre, in questo modo: d'intesa con le sue sorelle chieda che vostra madre sia temporaneamente inabilitata all'uso sconsiderato che fa del suo denaro.
Per farlo dovrete rivolgervi ad un giudice tramite un avvocato. Ciò tra l'altro farà in modo che sua madre sia visitata da uno psichiatra e inizi a curarsi.
Cominci, se crede, col parlarne al medico di famiglia di sua madre.
Coraggio. Ha già affrontato tante difficoltà; faccia ancora questo sforzo.
Le sono vicina con tutti i miei auguri.
sua madre ha avuto una vita difficile (il marito non l'ha lasciata lavorare, al contrario l'ha coinvolta nelle proprie iniziative; ha avuto quattro gravidanze e lutti gravissimi), per cui un'affettuosa solidarietà risulta naturale da parte di lei che ci scrive e delle sue sorelle; a maggior ragione perché le sofferenze familiari e i lutti sono condivisi da voi tutti, e inoltre molti tratti che disapproviamo nei nostri genitori, ci esasperano proprio perché ci accorgiamo oscuramente di condividerli.
Tuttavia la solidarietà non può spingersi fino alla perdita di sé, del proprio equilibrio, della propria vita; questo anche perché possiamo dare soltanto ciò che abbiamo, e sua madre in questo momento è come un vortice che risucchia tutte le energie, tutte le risorse di quelli che ha intorno, per cui è comprensibile che lei che ci scrive si senta inaridita e incapace di continuare a dare.
La depressione è una malattia che già da sola allontana gli altri, perché non offre appigli alla speranza; per di più ha preso in sua madre la strada pericolosa della dipendenza dal gioco, col rischio di peggiorare ancora sia il suo umore, sia il suo tenore economico.
Lei scrive: "io non mi sento più in grado di fare niente e ho mollato".
Penso che non potesse fare altro, però le suggerirei di considerare questo periodo come una boccata d'ossigeno transitoria per riprendere le forze, e di utilizzarla anche a vantaggio di sua madre, in questo modo: d'intesa con le sue sorelle chieda che vostra madre sia temporaneamente inabilitata all'uso sconsiderato che fa del suo denaro.
Per farlo dovrete rivolgervi ad un giudice tramite un avvocato. Ciò tra l'altro farà in modo che sua madre sia visitata da uno psichiatra e inizi a curarsi.
Cominci, se crede, col parlarne al medico di famiglia di sua madre.
Coraggio. Ha già affrontato tante difficoltà; faccia ancora questo sforzo.
Le sono vicina con tutti i miei auguri.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Utente
Carissima dottoressa la ringrazio infinitamente della sua risposta. Mi ha fatto piangere. Le sono grata! Le auguro tanto bene e visto che siamo vicini al Natale, buon Natale e buone feste. Grazie ancora
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 12 visite dal 11/12/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.