Relazione cambiata: come gestire il disinteresse del partner?
Sono una ragazza di 24 anni, fidanzata da un anno e quattro mesi con un ragazzo di 26.
Fin dall’inizio con lui mi sono sentita libera di essere me stessa, ma col tempo il rapporto è cambiato e oggi non lo vivo più serenamente.
All’inizio era molto presente e coinvolto, ci vedevamo spesso e mi sentivo davvero felice con lui.
Poi, progressivamente, ha iniziato a dedicarmi sempre meno tempo: da tre incontri a settimana siamo passati a uno, a volte ogni due.
Nonostante questo io gli sono sempre rimasta accanto, anche nei momenti difficili come la perdita della nonna e i problemi familiari che ha da sempre.
Con il tempo però ho iniziato a sentirmi invisibile e messa da parte.
Chiedo da mesi più presenza, più tempo insieme, più calore, ma è come parlare con un muro.
Trova spazio per altre persone e attività, ma non per me.
Vive da solo e in un anno sono stata a casa sua solo una volta: quando propongo di fare qualcosa di intimo, come cucinare insieme o passare le feste, mi risponde che la casa lo mette a disagio e deve sistemarla.
Eppure, quando arrivano i suoi amici, il disagio sparisce e prepara tutto.
Dice di amarmi e di avere paura di perdermi, ma i fatti mostrano il contrario.
Una volta, mentre pranzavamo, ha perfino detto: Non so nemmeno perché sto con te, poi ha detto che scherzava.
Inoltre manca quasi completamente il contatto intimo.
Tutto questo mi ha ferito e logorato.
Mi sento stanca mentalmente ed emotivamente: da quando sto con lui soffro di stress, herpes ricorrenti, dermatiti e notti insonni.
Ho paura che non mi ami davvero, o che stia con me solo perché gli ricordo la madre, visto che mi considera un pilastro importante come lei e la nonna.
Ma nella realtà è come se fosse lui a dettare ogni regola: decide quando vederci, quanto tempo stare insieme, e quando provo a esprimere i miei bisogni sembra infastidito.
Ogni volta che proviamo a parlarne finiamo da capo.
A volte percepisco perfino che sia stanco della mia presenza.
Per proteggermi, in alcune occasioni ho evitato di uscire con lui pur di non soffrire di nuovo.
Sono davvero stanca e confusa, e sentivo il bisogno di raccontare tutto questo per essere ascoltata
Fin dall’inizio con lui mi sono sentita libera di essere me stessa, ma col tempo il rapporto è cambiato e oggi non lo vivo più serenamente.
All’inizio era molto presente e coinvolto, ci vedevamo spesso e mi sentivo davvero felice con lui.
Poi, progressivamente, ha iniziato a dedicarmi sempre meno tempo: da tre incontri a settimana siamo passati a uno, a volte ogni due.
Nonostante questo io gli sono sempre rimasta accanto, anche nei momenti difficili come la perdita della nonna e i problemi familiari che ha da sempre.
Con il tempo però ho iniziato a sentirmi invisibile e messa da parte.
Chiedo da mesi più presenza, più tempo insieme, più calore, ma è come parlare con un muro.
Trova spazio per altre persone e attività, ma non per me.
Vive da solo e in un anno sono stata a casa sua solo una volta: quando propongo di fare qualcosa di intimo, come cucinare insieme o passare le feste, mi risponde che la casa lo mette a disagio e deve sistemarla.
Eppure, quando arrivano i suoi amici, il disagio sparisce e prepara tutto.
Dice di amarmi e di avere paura di perdermi, ma i fatti mostrano il contrario.
Una volta, mentre pranzavamo, ha perfino detto: Non so nemmeno perché sto con te, poi ha detto che scherzava.
Inoltre manca quasi completamente il contatto intimo.
Tutto questo mi ha ferito e logorato.
Mi sento stanca mentalmente ed emotivamente: da quando sto con lui soffro di stress, herpes ricorrenti, dermatiti e notti insonni.
Ho paura che non mi ami davvero, o che stia con me solo perché gli ricordo la madre, visto che mi considera un pilastro importante come lei e la nonna.
Ma nella realtà è come se fosse lui a dettare ogni regola: decide quando vederci, quanto tempo stare insieme, e quando provo a esprimere i miei bisogni sembra infastidito.
Ogni volta che proviamo a parlarne finiamo da capo.
A volte percepisco perfino che sia stanco della mia presenza.
Per proteggermi, in alcune occasioni ho evitato di uscire con lui pur di non soffrire di nuovo.
Sono davvero stanca e confusa, e sentivo il bisogno di raccontare tutto questo per essere ascoltata
Buon pomeriggio,
quello che racconti mostra quanto tu abbia messo cuore, energia e fiducia in questa relazione, e quanto sia doloroso sentirsi trascurati e invisibili nonostante tutto l’impegno. È normale sentirsi stanca, confusa e ferita quando i gesti e le parole di chi amiamo non corrispondono ai nostri bisogni. Il peso di sentirsi ignorati o non accolti logora non solo la mente, ma anche il corpo, come stai sperimentando, e non diminuisce in alcun modo il valore di quello che provi.
Il tuo desiderio di presenza, calore e reciprocità è del tutto legittimo. È umano sentire frustrazione, tristezza e anche rabbia quando quello che dai non sembra essere ricevuto allo stesso modo. Raccontare tutto questo è già un passo importante: riconoscere la propria fatica e darle voce è un modo per non perderti dentro la relazione e per onorare i tuoi bisogni emotivi.
Prenditi il tempo per osservare i tuoi sentimenti, accoglierli senza giudicarli e concederti gentilezza verso te stessa. È importante ascoltarti e riconoscere la tua stanchezza senza sentirti in colpa.
Se hai bisogno, ti ascolto.
quello che racconti mostra quanto tu abbia messo cuore, energia e fiducia in questa relazione, e quanto sia doloroso sentirsi trascurati e invisibili nonostante tutto l’impegno. È normale sentirsi stanca, confusa e ferita quando i gesti e le parole di chi amiamo non corrispondono ai nostri bisogni. Il peso di sentirsi ignorati o non accolti logora non solo la mente, ma anche il corpo, come stai sperimentando, e non diminuisce in alcun modo il valore di quello che provi.
Il tuo desiderio di presenza, calore e reciprocità è del tutto legittimo. È umano sentire frustrazione, tristezza e anche rabbia quando quello che dai non sembra essere ricevuto allo stesso modo. Raccontare tutto questo è già un passo importante: riconoscere la propria fatica e darle voce è un modo per non perderti dentro la relazione e per onorare i tuoi bisogni emotivi.
Prenditi il tempo per osservare i tuoi sentimenti, accoglierli senza giudicarli e concederti gentilezza verso te stessa. È importante ascoltarti e riconoscere la tua stanchezza senza sentirti in colpa.
Se hai bisogno, ti ascolto.
Dr. Vincenzo Capretto, psicologo.
Ricevo a Roma e on line.
vincenzocapretto.psy@icloud.com
Capisco davvero quanto questa situazione ti stia facendo male. Quando una relazione passa dal farti sentire libera e vista al sentirti messa da parte, è normale che dentro di te nascano confusione, tristezza e stanchezza. Quello che provi ha un peso e merita ascolto.
In momenti così, può essere utile fermarsi un attimo e chiedersi: cosa mi fa stare bene in questa relazione? Cosa invece continuo a chiedere e non arriva mai? E soprattutto: quanto mi sto adattando per paura di perdere l’altro, e quanto invece sto proteggendo il mio equilibrio?
Riguardo al rapporto con il tuo partner, un passo possibile, se te la senti, è provare a parlargli in un momento tranquillo, non per convincerlo o per ottenere qualcosa , ma per spiegare come ti senti davvero, con semplicità: cosa ti manca, cosa ti ferisce, cosa hai bisogno di percepire per stare bene. A volte l’altro non si rende conto dell’impatto dei suoi comportamenti finché non glielo raccontiamo con calma e chiarezza.
E se lui dovesse dire che non è così , o che stai esagerando, prova a ricordare questo: le tue emozioni rimangono valide anche se l’altro non le riconosce. Puoi ascoltarlo, certo, ma puoi anche restare salda su ciò che senti.
Un’altra domanda che può aiutare è questa: se un’amica ti raccontasse una storia identica alla tua, cosa le diresti? Cosa penseresti del modo in cui viene trattata? A volte guardare la situazione da fuori permette di capire meglio cosa stai vivendo tu.
Qualunque direzione prenderai, meriti una relazione in cui sentirti scelta, considerata e parte della vita dell’altro, non una presenza da inserire a margine.
Cordiali saluti.
In momenti così, può essere utile fermarsi un attimo e chiedersi: cosa mi fa stare bene in questa relazione? Cosa invece continuo a chiedere e non arriva mai? E soprattutto: quanto mi sto adattando per paura di perdere l’altro, e quanto invece sto proteggendo il mio equilibrio?
Riguardo al rapporto con il tuo partner, un passo possibile, se te la senti, è provare a parlargli in un momento tranquillo, non per convincerlo o per ottenere qualcosa , ma per spiegare come ti senti davvero, con semplicità: cosa ti manca, cosa ti ferisce, cosa hai bisogno di percepire per stare bene. A volte l’altro non si rende conto dell’impatto dei suoi comportamenti finché non glielo raccontiamo con calma e chiarezza.
E se lui dovesse dire che non è così , o che stai esagerando, prova a ricordare questo: le tue emozioni rimangono valide anche se l’altro non le riconosce. Puoi ascoltarlo, certo, ma puoi anche restare salda su ciò che senti.
Un’altra domanda che può aiutare è questa: se un’amica ti raccontasse una storia identica alla tua, cosa le diresti? Cosa penseresti del modo in cui viene trattata? A volte guardare la situazione da fuori permette di capire meglio cosa stai vivendo tu.
Qualunque direzione prenderai, meriti una relazione in cui sentirti scelta, considerata e parte della vita dell’altro, non una presenza da inserire a margine.
Cordiali saluti.
Dr. Vincenzo Capretto, psicologo.
Ricevo a Roma e on line.
vincenzocapretto.psy@icloud.com
Utente
Dottore buonasera,vi ringrazio di cuore per la vostra disponibilità.
Proverò a parlargli con calma ,a spiegargli come mi sento, l'ho fatto tante volte ,a volte mi sembra di parlare con un muro .... Però ho anche paura ,ho paura di perderlo, è come se una parte di me sa che non merita di essere tratta così, e l'altra non riesce a staccarsi da lui ,ho paura e mi fa soffrire tanto il solo pensiero di immaginarlo con un'altra ragazza che amerà e tratterà nel modo in cui desidero essere amata e trattata io , questo pensiero mi fa tanto male . È come se in cuore mio ,sento che anche se gli riparlo di nuovo ,finiremo sempre nello stesso loop,dove lui dirà che io mi lamento sempre ,che voglio troppo ,che lui non può farci niente ,già è oro se riesce a trovare un piccolo spazio di tempo per me .... Molte volte mi sento sbagliata , e mi chiedo forse sono io il problema in questa relazione ,sono davvero così esasperante e finisco per tacere e mettermi in un angolino . Delle volte ha detto anche cose che hanno minato la mia autostima ,mi ha fatto sentire così tanto a disagio ,e sono aumentati i complessi.
Grazie per avermi risposto dottore e ascoltato
Proverò a parlargli con calma ,a spiegargli come mi sento, l'ho fatto tante volte ,a volte mi sembra di parlare con un muro .... Però ho anche paura ,ho paura di perderlo, è come se una parte di me sa che non merita di essere tratta così, e l'altra non riesce a staccarsi da lui ,ho paura e mi fa soffrire tanto il solo pensiero di immaginarlo con un'altra ragazza che amerà e tratterà nel modo in cui desidero essere amata e trattata io , questo pensiero mi fa tanto male . È come se in cuore mio ,sento che anche se gli riparlo di nuovo ,finiremo sempre nello stesso loop,dove lui dirà che io mi lamento sempre ,che voglio troppo ,che lui non può farci niente ,già è oro se riesce a trovare un piccolo spazio di tempo per me .... Molte volte mi sento sbagliata , e mi chiedo forse sono io il problema in questa relazione ,sono davvero così esasperante e finisco per tacere e mettermi in un angolino . Delle volte ha detto anche cose che hanno minato la mia autostima ,mi ha fatto sentire così tanto a disagio ,e sono aumentati i complessi.
Grazie per avermi risposto dottore e ascoltato
Ti ringrazio per aver condiviso tutto questo. Si sente davvero quanto stai soffrendo e quanto sei divisa tra ciò che provi e ciò che temi. E voglio dirti una cosa subito: non c’è nulla di sbagliato in te. Quando ci si affeziona profondamente, la paura di perdere l’altro può diventare così forte da farci mettere da parte noi stessi, anche quando dentro sentiamo che qualcosa non sta funzionando.
Quello che descrivi, il ripetere mille volte come ti senti, la sensazione di parlare al vuoto, il dover misurare ogni parola per non essere accusata di chiedere troppo, consuma lentamente. E non è esagerare : è il segnale di un bisogno affettivo che non trova risposta.
Proverai di nuovo a parlargli, ed è comprensibile. Ma forse questa volta potresti porti una domanda in più: non tanto cosa devo dire perché cambi? , ma come mi sento dopo ogni volta che gli parlo? . Ti senti vista? Accolta? O torni sempre allo stesso punto, con più fatica addosso?
A volte ci convinciamo che se ci impegniamo ancora un po’, se diventiamo più pazienti o più silenziose, l’altro capirà. Ma una relazione sana non nasce dal tacere o dal rimpicciolirsi: nasce da due persone che si incontrano, non da una che rincorre e una che si lascia raggiungere solo quando vuole.
Un altro pensiero molto doloroso che hai scritto è la paura che lui possa amare un’altra nel modo in cui vorresti essere amata tu. È un timore comune quando ci sentiamo poco considerate. Ma prova a guardarlo da un’altra prospettiva: tu meriti quel tipo di amore, indipendentemente da chi lo dà. Non è un premio raro. Non è una fortuna da conquistare. È un diritto affettivo.
E poi, quando lui ti fa sentire troppo , o lagnosa , o addirittura ti fa dubitare di te stessa questo lascia dei segni. Le parole, soprattutto dette da una persona che amiamo, possono davvero incidere sulla nostra autostima. Non è una tua fragilità: è un effetto comprensibile.
Un piccolo passo che potresti fare è chiederti:
Che donna sono diventata in questa relazione? Mi assomiglia o mi sto perdendo?
Non è una domanda per decidere subito cosa fare, ma per tornare un po’ verso di te, verso il tuo centro.
Qualunque cosa sceglierai, il punto importante è che tu non debba metterti in un angolino per essere amata. Ricordalo, sempre.
Quello che descrivi, il ripetere mille volte come ti senti, la sensazione di parlare al vuoto, il dover misurare ogni parola per non essere accusata di chiedere troppo, consuma lentamente. E non è esagerare : è il segnale di un bisogno affettivo che non trova risposta.
Proverai di nuovo a parlargli, ed è comprensibile. Ma forse questa volta potresti porti una domanda in più: non tanto cosa devo dire perché cambi? , ma come mi sento dopo ogni volta che gli parlo? . Ti senti vista? Accolta? O torni sempre allo stesso punto, con più fatica addosso?
A volte ci convinciamo che se ci impegniamo ancora un po’, se diventiamo più pazienti o più silenziose, l’altro capirà. Ma una relazione sana non nasce dal tacere o dal rimpicciolirsi: nasce da due persone che si incontrano, non da una che rincorre e una che si lascia raggiungere solo quando vuole.
Un altro pensiero molto doloroso che hai scritto è la paura che lui possa amare un’altra nel modo in cui vorresti essere amata tu. È un timore comune quando ci sentiamo poco considerate. Ma prova a guardarlo da un’altra prospettiva: tu meriti quel tipo di amore, indipendentemente da chi lo dà. Non è un premio raro. Non è una fortuna da conquistare. È un diritto affettivo.
E poi, quando lui ti fa sentire troppo , o lagnosa , o addirittura ti fa dubitare di te stessa questo lascia dei segni. Le parole, soprattutto dette da una persona che amiamo, possono davvero incidere sulla nostra autostima. Non è una tua fragilità: è un effetto comprensibile.
Un piccolo passo che potresti fare è chiederti:
Che donna sono diventata in questa relazione? Mi assomiglia o mi sto perdendo?
Non è una domanda per decidere subito cosa fare, ma per tornare un po’ verso di te, verso il tuo centro.
Qualunque cosa sceglierai, il punto importante è che tu non debba metterti in un angolino per essere amata. Ricordalo, sempre.
Dr. Vincenzo Capretto, psicologo.
Ricevo a Roma e on line.
vincenzocapretto.psy@icloud.com
Utente
Grazie di cuore dottore per il vostro sostegno e la vostra gentilezza. Le sue parole mi hanno fatta sentire capita e mi hanno dato un punto di vista che non avevo considerato. Sto iniziando a riflettere sulle domande che mi ha proposto e le sento davvero importanti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 68 visite dal 11/12/2025.
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