Doc?

Buongiorno,Vi scrivo perchè sto attraversando un periodo un pò strano e non riesco a capire cosa c'è che non va e cosa fare per uscirne.Da qualche mese ho deciso di lasciare l'università poichè viaggiare in treno mi causava crisi di panico.Ammetto che i motivi che mi hanno spinta ad iscrivermi all'università sono stati sbagliati sin dall'inizio,non sono mai stata realmente interessata alle materie che studiavo ma speravo di dare una grande soddisfazione ai miei genitori, i quali tra l'altro non mi hanno mai forzata a fare nulla contro la mia volontà.Ho continuato finchè ho potuto, poi qualcosa è scattato in me e non sono più riuscita a trovare la forza di studiare con profitto.Da allora la mia vita è diversa.Non capisco cosa voglio, si è spezzato un equilibrio, seppur malato,che durava da anni.Mi sembra di non avere nessun interesse.Ho dei pensieri ossessivi riguardo la mia relazione che dura da 5 anni(convivenza),mi metto sempre alla prova per convincermi del fatto che io ami il mio ragazzo, poichè la mia paura più grande è quella di svegliarmi un giorno e accorgermi che tutto è finito.Io stimo molto il mio compagno,abbiamo un bel rapporto e non ci sono problemi particolari tra di noi.Vi chiedo:potrebbe trattarsi di doc?o dipendenza affettiva?Sottolineo anche che ultimamente la mia vita sociale è praticamente inesistente,sto sempre in casa e questo credo alimenti i miei pensieri malati.Mi sento molto insicura e non capisco se queste paure derivino soltanto dall'ansia che mi ha provocato la decisione di mollare l'università.E' stata infatti una decisione molto sofferta che mi ha portato ad avere pensieri molto negativi su di me e ha abbassato ulteriormente la mia autostima.Sono sempre in ansia, mi sento insoddisfatta ma al contempo non c'è niente che desideri fare veramente.Spero in un Vostro parere,grazie mille saluti
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Attivo dal 2009 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta

Gentile Utente

rispondo alla sua domanda:Vi chiedo:potrebbe trattarsi di doc?o dipendenza affettiva?
Cosa c'entra il doc in tutto questo? cosa ne sa lei a proposito del doc?
Vedi il problema forse è di altro tipo l'ossessione che lei ha gira intorno alla relazione,a quello che secondo lei presenta un problema se lo ama oppure no? si diventa ossessivi in questo caso ed è un bene poichè vuol dire che se ha questi pensieri che non sono doc ma pensieri ... e basta,vuol dire che il bisogno emergente che ha adesso e quello di chiarificare il rapporto che ha con il suo compagno,quindi di mezzo c'è la FRUSTRAZIONE.

Forse il suo rapporto non le va più?
Forse non la appaga abbastanza?
Ha paura di affrontare tutto ciò con il suo compagno?
Ma vedi i pensieri esistono di già quindi il processo che è in corso e quello di assumersi la responsabilità verso quei pensieri e di darli voce quindi affronare la cosa!

Se vuole un collegha la potrà aiutare in tutto ciò!

saluti
[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
La ringrazio per la Sua risposta. In effetti ho già affrontato la questione con il mio compagno,lui conosce molto bene la mia situazione poichè tra noi il dialogo non è mai mancato.E' vero che mi sento frustrata, ma non credo che questo dipenda dalla mia relazione. Ho affrontato una rinuncia importante (l'università) con il conseguente senso di fallimento che mi ha veramente devastata in questi mesi.Quello che mi manca è forse una realizzazione sotto un aspetto diverso da quello dell'ambito affettivo. Parlavo di doc solo perchè il pensiero che nella mia relazione ci sia qualcosa che non va diventa sempre più insistente, è una paura ingiustificata che non riesco a togliermi dalla testa. Nel mio rapporto non c'è niente di rilevante che non va.Non ho mai pensato ad altri ragazzi o desiderato vivere situazioni diverse.Allora mi/Vi chiedo: perchè metto in dubbio forse l'unica cosa certa della mia vita?
[#3]
Attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Nei momenti di confusione, specialmente quando ci si trova a prendere decisioni importanti che condizionano gli anni a venire, è facile andare alla ricerca del problema. Una soluzione chiara, nitida, che in qualche maniera possa essere identificata la causa dei problemi.

L'unico problema nella mancanza di chiarezza è la mancanza di chiarezza. Non riuscire a non identificare ciò che piace o non piace, ciò in cui crediamo e in cui non crediamo.

Quando si affrontano questi periodi tendiamo a darci una risposta: la nostra relazione! il nostro lavoro! l'università! la mamma! sono sola!

Ma il problema non sono queste cose, ma il non riuscire a capire se vanno o non vanno.

Lei parte dall'abbandono dell'università causato dal fastidio nel prendere il treno. Bene, però poi lo giustifica dicendo che alla fin fine l'università non era una scelta convinta.

Così si mescolano le carte e si rende problematico ciò che non lo è. Se non sono convinto della mia scelta universitaria posso abbandonare l'università, ma da qui a dire che il panico sul treno è dovuto a questo fastidio ce ne corre parecchio.

Il panico sul treno è una cosa, l'università un'altra. che poi ci sia un filo conduttore che lega le varie cose non lo metto in dubbio, ma cercare rapporti di causa-effetto in questo modo aumenta solo la confusione.

Il fatto di aver ridotto la propria vita sociale a zero è importante, lei sembra essersi chiusa in se stessa. La questione è se può o non può uscire di casa e fare una vita sociale più attiva. Se può o non può dedicarsi alle cose che le piacciono ed ai suoi interessi. Se ha degli interessi, se non ne ha, se manca di volontà nel fare le cose.

Anziché cercare una soluzioni "costi quello che costi" provi a fidarsi di se stessa e decifrare ciò che adesso è, sente, prova. Io credo che abbia difficoltà a riconoscere queste cose, e credo che in questo un'aiuto professionale non sarebbe male. A volte basta una spintarella per ripartire
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
"Da qualche mese ho deciso di lasciare l'università poichè viaggiare in treno mi causava crisi di panico.
Ho affrontato una rinuncia importante (l'università) con il conseguente senso di fallimento che mi ha veramente devastata in questi mesi.
il pensiero che nella mia relazione ci sia qualcosa che non va diventa sempre più insistente, è una paura ingiustificata"
Gentile utente,
in merito a quanto ha espresso e alle limitazioni che la sua vita sta subendo in questo momento, sarebbe utile che lei si rivolgesse in presenza ad uno psicologo/psicoterapeuta allo scopo di ricevere un aiuto idoneo ed efficace per i suoi disagi. Chiedersi il perché non credo le sia di molto aiuto quanto invece lo possa essere chiedersi il come affrontare e risolvere la sua sofferenza.

Molti auguri per la sua vita

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Gentili medici, grazie per le Vostre risposte. Mi ritrovo molto nella descrizione fatta dal Dott.Giusti, è vero che in questo momento ho bisogno di fare chiarezza e chiudermi in me stessa senza agire non fa che alimentare i miei timori e amplificare le mie paure. Quando facevo l'università avevo raggiunto una sorta di equilibrio, avevo un obiettivo e, anche se la vivevo male, andavo avanti senza particolari problemi. Poi però i nodi son venuti al pettine, ho riconosciuto di aver fatto una scelta sbagliata, non riuscivo più a continuare e così ho mollato, anche se è stato traumatico. Gli attacchi di panico credo fossero una manifestazione del mio disagio. Adesso mi sento come se avessi perso il mio equilibrio, non ho uno scopo da raggiungere e vivo molto male. Sto prendendo la patente perchè vivendo in campagna non posso muovermi (motivo principale per cui non ho una vita sociale) e spero di trovare un lavoro. Credo sia un buon inizio. Però quello che mi premeva sapere da Voi è se reputate "normale" che io abbia dubbi su qualcosa che in realtà non dovrebbe turbarmi...? Sto cercando risposte è vero, ma può essere che siano sbagliate le domande?
Grazie per la disponibilità
[#6]
Attivo dal 2008 al 2022
Psicologo, Psicoterapeuta
Le domande che fa non sono sbagliate, sono giustissime. Sono le risposte che potrebbero essere fuorvianti.

Mi spiego meglio, se lei si pone queste domande vuol dire che si sente insicura ed indescisa. Dato che in sostanza è insicura ed indecisa su cosa vuol fare della sua vita credo che questa stagione della vita sia buona per avere dubbi ed incertezze.

Se non riuscisse a trovare risposte e questa situazione dovesse continuare così forse è il caso che faccia qualche seduta da uno psicologo. Privato o alla asl, scelga lei in base alla distanza geografica ed alla disponibilità economica.
[#7]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Quindi in base a quello che mi dice il mio tormentarmi sulla relazione è dovuto al fatto che sono indecisa al riguardo. Sinceramente però non ho mai avuto l'intenzione di lasciare il mio ragazzo, ho solo paura di smettere di amarlo, e non so perchè. Forse perchè al momento la mia vita è piuttosto vuota e tendo a focalizzarmi su problemi inesistenti.
Un dubbio ossessivo può anche essere infondato, no? Cioè, credo dipenda molto dal contesto e dallo stato d'animo in generale, che nel mio caso non è dei migliori.

Avevo già pensato di rivolgermi all'asl ma sono piuttosto scettica perchè ho paura che non possa offrirmi il supporto di cui ho bisogno...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Amica,

ho la sensazione che la sua evoluzione psicologica l'abbia portata a fare un po' di pulizia e a liberarsi di quello che, come gli studi universitari, non la soddisfa o non è sostenuto da una scelta convinta.

Mi colpisce molto che lei usi queste parole:

"mi metto sempre alla prova per convincermi del fatto che io ami il mio ragazzo (...). Io stimo molto il mio compagno,abbiamo un bel rapporto e non ci sono problemi particolari tra di noi."

Fra voi dovrebbe esserci amore, ma lei cita solo la stima, e il fatto di continuare a vivere una relazione tranquilla, senza scossoni, prevedibile, potrebbe essere dettato più dal desiderio sicurezza che da motivazioni di natura sentimentale.
Non può essere che in fondo si sia stancata anche di questa situazione, oltre che di essere una studentessa demotivata, e che sia maturato in lei il desiderio di rinnovare radicalmente la sua vita?

Ha anche scritto:

"qualcosa è scattato in me e non sono più riuscita a trovare la forza di studiare con profitto. Da allora la mia vita è diversa. Non capisco cosa voglio, si è spezzato un equilibrio, seppur malato, che durava da anni. Mi sembra di non avere nessun interesse."

Qualcosa è quindi cambiato in lei, ed è una buona notizia: si è messo in moto un desiderio di cambiamento che coscientemente potrebbe non farle molto piacere, e può essere che lei stia combattendo una battaglia con sè stessa per assicurarsi che nulla cambierà e che (università a parte) la sua vita resterà stabile e immutata (da qui i pensieri ossessivi).

Il fatto che abbia deciso di prendere la patente è un altro importante indizio del suo desiderio di dare un taglio al passato e aprirsi nuove prospettive.
Immagino infatti che prima lei dipendesse da altri per i suoi spostamenti, e il desiderio di rendersi autonoma (e quindi non dipendente e meno controllabile) si inserisce molto bene nel discorso.

L'ossessività può segnalare il tentativo di tenere tutto sotto controllo perchè nulla muti: forse le manca solo un po' di coraggio in più, necessario per prendere coscienza di quali altri cambiamenti desidera fare e infine compierli.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Gentile Dottoressa, grazie per la risposta. Ho pensato e ripensato non sa quante volte a quello che Lei dice, e cioè mi sono chiesta se mi sono stancata della mia situazione sentimentale. Ho citato soltanto la stima, è vero, ma è ovvio che verso il mio compagno provo un sentimento molto forte, tra noi c'è rispetto, fedeltà, impegno e credo che anche il senso di sicurezza faccia parte in qualche modo del "sentirsi amati". In passato mi è capitato di dover chiudere una storia importante, negavo a me stessa che era necessario il cambiamento e stavo male. Allora però c'erano tanti segni: nutrivo grande affetto per il mio ex ma ero interessata ad altre persone e sognavo una vita diversa. Quando finalmente ho trovato il coraggio ho rivoluzionato la mia vita e mi sono sentita meglio. Adesso invece se penso al futuro io mi immagino solo con il mio compagno e non ho mai provato attrazione o interesse verso altri ragazzi. Credo che per smettere di amare debbano esistere dei motivi e io non li ho! Ho soltanto paura che ciò possa avvenire, forse condizionata da quello che mi è successo in passato.
Quando studiavo pensavo sempre che odiavo farlo e desideravo smettere, cosa che in effetti ho fatto. Mentre per quanto riguarda il mio ragazzo non ho mai pensato di voler stare senza di lui ed è per questo che non mi spiego i dubbi e la sensazione di disagio che provo. Non capisco cosa c'è che non va e questa cosa mi sta facendo impazzire perchè non so come uscirne
[#10]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Credo che per smettere di amare debbano esistere dei motivi e io non li ho"

Non è proprio così: quando i sentimenti cambiano non ci dev'essere un “motivo”, e i sentimenti non si possono controllare o indirizzare a piacimento.
L'esistenza di "motivi" per non amare più è un controsenso, perchè i motivi derivano da una valutazione razionale che non appartiene alla sfera emotiva.
Non si possono insomma prendere decisioni sui sentimenti, ma solo sulle scelte di vita, e in campo emotivo non ha senso parlare di "pensare" e "volere:
"non ho mai pensato di voler stare senza di lui".

Si dia del tempo, cerchi lavoro e prenda la patente: introducendo questi cambiamenti vedrà poi se continuerà a nutrire dei dubbi sui suoi sentimenti o meno.
In ogni caso il fatto che i dubbi continuino e aumentino le segnala che non tutto è così tranquillo nella vostra relazione: potreste eventualmente rivolgervi ad uno psicologo che si occupi di problematiche di coppia, ma se il nocciolo della questione è che lei non è più sicura dei suoi sentimenti solo il tempo le darà delle risposte.
[#11]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
Gentile ragazza,

ho l'impressione che alcune sue parole siano particolarmente significative rispetto alla situazione che sta vivendo.

Lei scrive:

"Quello che mi manca è forse una realizzazione sotto un aspetto diverso da quello dell'ambito affettivo. Parlavo di doc solo perchè il pensiero che nella mia relazione ci sia qualcosa che non va diventa sempre più insistente, è una paura ingiustificata che non riesco a togliermi dalla testa."

E, subito dopo, paradossalmente, precisa:

"Nel mio rapporto non c'è niente di rilevante che non va."

Il che effettivamente mi porta a pensare che, forse, l'unica cosa a non andare nel suo rapporto è il fatto che questo al momento costituisce l'unico suo ambito di realizzazione. Giustamente sentirebbe il bisogno di realizzarsi anche in altri ambiti, ed il lasciare l'università, benché quella non fosse la sua strada, la fa sentire ancora più "prigioniera". A ciò si somma il vissuto di "fallimento" che comunque lei ha provato rispetto a quest'abbandono.
All'interno di questo quadro, il rapporto col suo ragazzo rappresenta l'unica certezza, e ben si comprende il suo timore di perdere anche quella. E difatti, scrive:

"mi metto sempre alla prova per convincermi del fatto che io ami il mio ragazzo, poichè la mia paura più grande è quella di svegliarmi un giorno e accorgermi che tutto è finito".

A questo punto è facile intuire come mai lei si chieda se soffre di ossessività o di dipendenza affettiva. In sostanza, si sta chiedendo se i suoi dubbi assillanti sulla relazione sono infondati, o se invece fa bene ad avere dubbi, perché in realtà non teme di perdere l'amore, ma ciò che esso rappresenta, cioè la sua unica certezza in questo momento della sua vita.

A mio avviso, la situazione di stress ed abbattimento che sta vivendo potrebbe ben spiegare il suo mettere in discussione tutto, portandola a dubitare anche dei suoi sentimenti. Per cui, l'unico consiglio che mi sento di darle è di non dar peso a questi dubbi sulla sua relazione, ed a concentrarsi piuttosto sul resto della sua vita. Anche un sostegno psicologico potrebbe aiutarla, specie considerando gli stati d'ansia che riferisce; fare un tentativo all'asl non sarebbe una cattiva idea, se non si trovasse bene può sempre cambiare!

Credo proprio che lei colga nel segno, quando scrive:

"Sto cercando risposte è vero, ma può essere che siano sbagliate le domande?"

Lei sa che cosa manca nella sua vita; al momento non serve tanto farsi domande, ma agire nella direzione che può portarla a colmare quei vuoti. La risposta è nell'azione, e lei si è già messa sulla buona strada, con la scelta di prendere la patente e cercare un lavoro. Rivolgersi ad uno psicologo potrebbe essere un altro utile passo avanti.

Le facciamo tanti auguri per la sua vita. Se vuole, ci faccia avere sue notizie.

Cordialmente,

Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org

[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Gentile Dottoressa Di Muro, grazie per le Sue parole rassicuranti, speravo in una risposta del genere e devo dire che mi sento un pò più sollevata. Io credo proprio che tutti questi dubbi che mi assillano derivino dal fatto che sono dei mesi che sono chiusa (letteralmente)in casa in una situazione di "attesa". Infatti, anche prima, quando andavo all'università, mi capitava di sentirmi così e avere dubbi o anche soltanto una strana sensazione di disagio, ma questo avveniva soltanto nei periodi in cui le lezioni erano sospese e io dovevo stare a casa. Non vi ho detto che i miei sono lontani e qui purtroppo non ho molti amici, quindi stare a casa per me non è molto piacevole anche perchè il mio ragazzo lavora tutto il giorno quindi ci vediamo solo la sera. Quando poi ricominciavo tutto quanto i dubbi sparivano ed era come se non fossero mai esistiti. Non so perchè mi capita questo. Adesso il problema è come affrontare questo periodo di attesa a casa senza farmi tormentare da pensieri assillanti. Non riesco a fare la moglie/casalinga e basta, mi sento inutile senza far niente. E' possibile che il cambiamento che ho affrontato (l'università) mi abbia provocato un pò di depressione e forse è per questo che ho una visione un pò distorta e confusa della realtà?

Gentile Dottoressa Massaro: E' vero che i sentimenti non si possono controllare razionalmente, ma il "pensare" di volere/non volere stare con una persona scaturisce da una necessità che potrebbe essere la conseguenza del mancato sentimento. In questo senso dico che non ho mai pensato una cosa del genere. Inoltre credo che, quando viene a mancare l'amore, subentrino comunque dei problemi o dei segnali come non so, scarso interesse per il partnher, trovare dei difetti, calo del desiderio o interesse verso altre cose. In me c'è soltanto una sensazione di disagio e la paura di non amare più.

Vi ringrazio infinitamente per il tempo che avete concesso, è molto importante per me avere dei pareri esterni e per di più professionali. Saluti
[#13]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Volevo soltanto precisare che la sensazione di disagio che a volte ho avvertito anche in passato quando "staccavo" per un pò dalla vita di tutti i giorni, l'ho provata anche nei confronti della mia famiglia, nonostante li veda poche volte all'anno. Non credo si possa amare (il ragazzo, la famiglia...) a intermittenza.
Grazie ancora e scusate i numerosi messaggi, ma immagino sia difficile per Voi dare un parere senza conoscere bene la situazione. Ancora saluti.
[#14]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
In effetti la sensazione era appunto quella che lei vivesse in un ambiente che non è il suo abituale, lontana dalla famiglia. Può chiarirci il motivo che l'ha portata lontano?

La sua ipotesi, comunque, mi sembra plausibile. Nei periodi in cui sta a casa si sente inutile è demotivata, e forse nella sua mente scatta una forma di retropensiero (una sorta di pregiudizio di cui non è molto consapevole) di questo tipo: "se li amassi davvero, non dovrebbero bastarmi i miei affetti, e in particolare l'amore del fidanzato, per stare bene?" Ma così non è, non basta la realizzazione affettiva e sentimentale per star bene con se stessi; e ciò la porta a dubitare, erroneamente, dei suoi sentimenti.

E' chiaro, però, che per una valutazione accurata della sua situazione questo canale non è adeguato... è possibile fare solo delle ipotesi, e darle delle indicazioni di massima.

Inoltre ho letto in un suo precedente consulto che lei ha in anamnesi un Disturbo di Panico, che si è manifestato non solo di recente in treno quando andava in università, ma anche in precedenza molti anni prima, e che ogni tanto torna a fare capolino. Anche per questo motivo, credo sia opportuno che lei si affidi ad uno specialista, per una valutazione globale del suo stato attuale.
Cosa ne pensa?

Nell'immediato, comunque, credo che la cosa migliore che possa fare sia smettere di alimentare i suoi dubbi quando nota che il suo umore tende verso il basso (rischierebbe di farsi un'idea distorta del problema) ed agire, più che pensare, cercando al contempo qualcosa che la impegni, possibilmente anche fuori di casa. Non solo un lavoro, ma magari anche semplicemente un hobby, un corso, una forma di volontariato (valuti cosa può essere più utile ed interessante per lei, in base ai suoi interessi e bisogni).
E non sottovaluti, per il suo bene, l'importanza e l'utilità di un aiuto specialistico.
[#15]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Gentile Dottoressa, mi sono trasferita (ormai da 5 anni) per vivere con il mio compagno. Siamo andati a vivere insieme dopo soli 4 mesi di rapporto a distanza. Io uscivo da una situazione difficile e questa svolta mi ha dato una carica impressionante.
Soffro molto per la lontananza dai miei, ma era l'unico modo per vivere con l'uomo che amo e se tornassi indietro lo rifarei. Col passare del tempo la nostra intesa si è rafforzata, abbiamo imparato a conoscerci meglio e abbiamo superato tanti momenti difficili io e lui da soli. Diciamo che il nostro amore è stato più volte messo alla prova a causa di situazioni esterne che non dipendevano da noi. Certo, come tutte le coppie abbiamo degli alti e bassi, litighiamo, ma mai niente di serio.

Purtroppo gli attacchi di panico non sono mai del tutto spariti, gli ultimi risalgono al periodo di Natale. Nonostante fossimo tutti insieme (fidanzato e famiglia) io mi sentivo sempre questa sensazione di disagio addosso e non sono riuscita ad essere felice per il fatto di trovarci tutti insieme, cosa che ad esempio non è successa quest'estate. E così ho pensato "forse non lo amo più, è per questo che non sono felice". La verità è che prima ancora di partire pensavo che sarei rimasta pochi giorni, sono arrivata con l'idea che dopo un pò sarei dovuta ripartire e ho vissuto con l'ansia per tutto il tempo. E' stato un disastro.

Io mi farei seguire da uno specialista ma in passato ho avuto una cattiva esperienza con uno psicologo, sono diffidente.

Seguirò di certo il Suo consiglio, già a novembre ho fatto dei colloqui per il servizio civile e attendo risposta.

E' proprio come dice Lei: ho la convinzione -sbagliata- che gli affetti dovrebbero bastarmi per star bene, forse perchè attribuisco all'amore un'importanza esagerata, che viene prima ancora di me. Non so se mi spiego. Forse dovrei riuscire a concentrarmi un pò su me stessa. Il fatto è che mi sento come se mi fossi "scaricata", come se non avessi più energie per niente e in tutto questo mi sono convinta che c'entri la mia relazione, non so per quale motivo malato.

RingraziandoLa anticipatamente attendo un Suo riscontro
[#16]
Dr.ssa Ilenia Sussarellu Psicologo, Psicoterapeuta 648 21 5
Gentile Ragazza,
io credo che la situazione che espone possa avere a che fare con un quadro Ansioso, tante cose presenti in questo lungo scambio, la lungaggine dello scambio stesso, la presenza di continui dubbi e ripetute ricerche di conferme, puntualmente inefficaci, depongono a suo favore.
Credo dunque che, per il suo unico bene, sia più favorevole fare tesoro delle soluzioni che le sono state proposte e rischiare di affrontare un percorso.

Le faccio un grosso in bocca al lupo

Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense

[#17]
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro Psicologo 221 6
(..) in tutto questo mi sono convinta che c'entri la mia relazione, non so per quale motivo malato (..)

Alla luce di quanto ci ha scritto sul suo trasferimento, probabilmente i dubbi sulla sua relazione dipendono ancor più dal fatto che ha rivoluzionato la sua vita per stare accanto al suo fidanzato. Ma la sua vita in determinati periodi non la soddisfa, e quindi scatta il retropensiero che dicevamo, il pregiudizio errato che, se l'amore non le basta, allora non è amore.

(..) Io mi farei seguire da uno specialista ma in passato ho avuto una cattiva esperienza con uno psicologo, sono diffidente. (..)

Eppure, scrivendo in questa sezione, è proprio a degli psicologi che sta affidando i suoi problemi, per avere un primo orientamento. Credo che sia un buon punto di partenza per superare la sua diffidenza!
Provi a parlare allo specialista che sceglierà della cattiva esperienza che ha avuto in passato, ed eventualmente del suo bisogno di avere un po' di tempo per capire se si trova bene, se si sente capita e supportata, nel corso dei colloqui iniziali. In base a come si sentirà, potrà scegliere se proseguire o meno, lo specialista capirà!

Chiarito questo, non mi resta che salutarla, augurandole di nuovo buon tutto!
[#18]
dopo
Attivo dal 2009 al 2019
Ex utente
Gentile Dottoressa Di Muro, La ringrazio ancora per le Sue parole, mi ha fornito molti spunti di riflessione ed in effetti credo di aver fatto un pò di chiarezza. Mi sento in un certo senso un pò più tranquilla.

Proverò a mettere in moto la mia vita e se dovessi continuare a star male non mi resta che consultare uno specialista, con la speranza che la cosa questa volta possa funzionare.

Grazie anche a tutti gli altri Medici che mi hanno gentilmente risposto.

Tanti saluti e buon lavoro!
Ansia

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