Le meta preoccupazioni

Buonasera, ho letto con interesse l'articolo del dott. Fricano sulle meta preoccupazioni. Credo proprio di esserci in pieno. La mia meta preoccupazione è quella di una ricaduta dei miei disturbi di ansia.
Premetto che sono in cura sia con farmaci che con psicoterapia sistemico relazionale da giugno di quest'anno. Le cose sono nettamente migliorate ma purtroppo la mia meta preoccupazione è sempre in agguato... e questo non mi fa vivere sempre così serenamente come vorrei. Ma qual è l'antidoto?
Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il nome più terreno per le meta preoccupazioni è "ossessività", che è una forma d'ansia. Perciò, se il suo problema è questo, dovrebbe star ricevendo una cura da parte di uno psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia. Non è detto che debba cambiare terapeuta, ma che dovrebbe essere forse focalizzato meglio l'obiettivo della sua cura.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,
come Le avevamo consigliato qualche mese fa, dovrebbe discutere delle Sue perplessità con la Sua terapeuta.

Come procede la terapia adesso?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Diciamo che l'obiettivo della mia cura è stato individuato: il rapporto con mia madre che effettivamente inizia ad essere come dovrebbe essere. Il mio problema è questa meta preoccupazione o ossessività che mi destabilizza un po'.
Le sedute fino a questo momento sono state più che altro incentrate su questo rapporto ed effettivamente non abbiamo mai affrontato in modo più "serio" questo lato del problema.
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Utente
Utente
Dottoressa Pileci,
le sedute vanno molto bene. E anche la mia psicoterapeuta dice che ci sono degli ottimi risultati ed effettivamente anche io mi rendo conto di tanti miglioramenti. E' che ho vissuto male l'episodio di questa estate e il timore di una ricaduta si riaffaccia di tanto in tanto.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> effettivamente non abbiamo mai affrontato in modo più "serio" questo lato del problema
>>>

Beh, potrebbe essere arrivato il momento di farlo.

Rivangare, spiegare e analizzare i rapporti problematici del passato può andar bene, ma se ora lei sente che il problema principale sono le preoccupazioni, allora può aver senso porle al centro dell'attenzione nel lavoro che state facendo.

Come dicevo potrebbe non essere necessario cambiare terapeuta. Tuttavia il trattamento dei disturbi d'ansia è specifico e deve perciò essere effettuato in maniera specifica. Due dei trattamenti d'elezione per i disturbi d'ansia sono il comportamentale e il breve strategico.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Quindi il sistemico relazionale non andrebbe bene? Forse devo porre, in questo momento, più in primo piano queste mie preoccupazioni...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Probabilmente era prioritario affrontare prima questo rapporto significativo in terapia.
Ma delle Sue preoccupazioni ne parli con fiducia alla terapeuta e, se vuole, ci faccia sapere in futuro.

Saluti,
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Uno psicoterapeuta può lavorare su più fronti, e se ora il passato è già stato spiegato, è nel presente che forse dovreste lavorare. Ne parli con la sua psicoterapeuta.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Lo farò, effettivamente nelle prime sedute ero come un fiume in piena... e il rapporto con mia madre è venuto fuori subito anche perchè sono anni che il problema era latente...
ora però parlerò delle mie preoccupazioni. Credo infatti che debellando queste anche il mio pensiero sarà più sereno e sarà più "semplice" affrontare il problema principale.

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Utente
Utente
Dottor Santonocito, con la mia psicoterapeuta stiamo lavorando sul "da ora in poi" senza soffermarci troppo sul passato. Il mio problema è che i sintomi dell'ansia sono stati tanto forti questa volta e avendo un figlio sento una grossa responsabilità anche nei suoi confronti da qui anche la paura di ricadute.
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Utente
Utente
Buongiorno, ieri ho avuto una seduta con la mia psicoterapeuta. Abbiamo parlato delle mie meta preoccupazioni e con il ragionamento sono arrivata alla conclusione che tutto dipende ancora da un problema non risolto (ma spero in via di risoluzione) con mia madre. E' stata una seduta molto coinvolgente ed effettivamente la mia psicoterapeuta mi ha fatto ragionare sul fatto che il distacco e il ridimensionamento della figura materna è un processo doloroso e che questo può generare delle ansie.
Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Bene, Le faccio tanti auguri per il proseguimento della Sua psicoterapia.

Un cordiale saluto,
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Utente
Utente
Ma quanto, una madre anaffettiva, può condizionare la crescita psicolagica di un individuo e influenzarne le scelte?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Cara signora, fermo restando l'importanza di affrontare con la Sua terapeuta questa delicata questione, diciamo che noi esseri umani non possiamo essere distrutti da esperienze di vita svantaggiose. Probabilmente una madre anaffettiva (ma dipende dal significato che Lei e la terapeuta avete attribuito in un codice solo da voi condiviso) è un punto di partenza un po' svantaggioso, un po' complicato. Ma grazie non solo alla psicoterapia, ma anche ad altre esperienze di vita che si fanno, è possibile prenderne le distanze e arrivare al punto di dirsi "So che i bimbi non si trattano così, ma la mia mamma era distratta, piuttosto che incapace di cogliere alcuni bisogni, ecc...". Si riesce così ad essere ad es. genitori molto sensibili verso i propri figli e liberi di potersi raccontare senza essere travolti dal dolore.

Questa è la "sicurezza guadagnata", ovvero coloro che hanno avuto un tipo di attaccamento alla figura materna non sicuro, ma che possono in un certo senso avere un "riscatto".

Perciò non rimanga intrappolata nella Sua domanda e nel Suo dolore; se Le serve approfondire lo stile genitoriale della Sua mamma L'aiuterà a comprendere molto del SUO modo di essere e di agire, ma ovviamente c'è spazio per il cambiamento.

Le rinnovo i miei auguri per il Suo percorso.
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Utente
Utente
Grazie mille per le sue parole e per la sua sensibilità. Per quanto riguarda il dolore ora è presente perchè la presa di coscienza è molto recente... ma sono pronta a lavorare, come dice la mia terapeuta, sul qui ed ora per me in primis ma anche per mio figlio.
Grazie ancora
[#16]
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Utente
Utente
Buonasera Dotoressa Pileci.
Volevo chiederle se è normale sentirsi un po' abbattuti dopo che sono uscite queste cose? Ho come un senso di vuoto emotivo... e di tristezza nonostante le medicine...
Grazie.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, tutte le Sue emozioni sono normali!
Piuttosto inizi a considerare le emozioni che prova "segnali" per comprendere cosa Le sta segnalando il Suo corpo. Meno male che prova la tristezza, nonostante le medicine, perchè -in caso contrario- non avrebbe strumenti per capire e valutare la situazione.
La tristezza, per quanto non sia divertente, serve a rallentare il corpo e le attività. E questo serve per non prendere decisioni avventate, per non fare cavolate insomma!
Quindi "ascolti" la Sua tristezza.

Una volta emersi questi contenuti durante la psicoterapia, è davvero opportuno, se ci pensa, non fare nulla sul momento, ma lasciar sedimentare e poi, eventualmente, agire. Non crede?
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le sue parole di conforto. Sono anch'io consapevole del fatto che devo elaborare tutte queste emozioni e stare tranquilla ed evitare di agire avventatamente.
Le auguro un buon anno 2012.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Tanti auguri anche a Lei!
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Utente
Utente
Buongiorno,
volevo chiedere quali strumenti di contrasto all'ansia può dare una terapia di tipo cognitovo compartele rispetto ad una di tipo sistemico relazionale.
Grazie mille per la risposta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La terapia sistemica si occupa (ma non solo) dell'effetto e del significato che le relazioni hanno per la persona. È indicata pertanto quando un problema è "condiviso", ad es. nelle coppie e nelle famiglie.

Le forme di terapia specifiche per l'ansia, come la comportamentale, si rivolgono direttamente al problema e possono pertanto ottenere effetti in modo più rapido.

Sulla natura degli strumenti, ovvero le prescrizioni comportamentali, dovrebbe sempre far riferimento a un professionista di persona.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Il tipo di percorso psicoterapeutico che sto facendo effettivamente coinvolge me nelle mie relazioni con la mia famiglia d'origine. Sono emerse tutta una serie di cose che mi hanno portato a prendere coscienza di tutta una serie di meccanismi familiari che hanno generato i miei attacchi di ansia e che sto modificando pian piano. Devo dire che da questo punto di vista sto ottenendo dei risultati. Il piccolo problema è che tutto questo sconvolgimento emotivo mi porta, alle volte, ad avere degli episodi di ansia nonostante sia sotto terapia farmacologica. Diciamo che gli episodi non sono invalidanti in quanto conduco una vita assolutamente normale ma sono un po' fastidiosi perchè mi riportano alla mente gli attacchi forti che ho avuto quest'estate e mi spavento un po'. Secondo lei è normale? Io vorrei continuare questo tipo di terapia anche perchè mi trovo molto bene con la mia psicoterapeuta anche se alle volte mi piacerebbe avere qualche "formula magica " per contrastare questi momenti.
Cordiali saluti
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sono due approcci diversi.

La terapia sistemica "classica" può essere più interessata a offrire spiegazioni, interpretazioni e a fare ricerche nel passato. L'assunto è che la comprensione derivante da tale lavoro porterà, dopo un po' di tempo, a un attenuarsi dei sintomi. Ma anche i sistemici si servono di prescrizioni e compiti da assegnare ai pazienti.

Le terapie attive come la comportamentale e la breve strategica, invece, fanno per certi versi un percorso opposto: si occupano prima di ridurre i sintomi e poi di lavorare, eventualmente e se ce n'è bisogno, sulla comprensione delle cause che potrebbero averli provocati.

Pertanto se il suo problema ora è ridurre gli attacchi d'ansia, dovrebbe fare un lavoro più focalizzato. Ecco perché le avevo suggerito di rivolgersi a un altro professionista, senza bisogno d'interrompere il lavoro che già sta facendo.

>>> alle volte mi piacerebbe avere qualche "formula magica " per contrastare questi momenti
>>>

Questo è appunto ciò che si ottiene con le terapie più attive: non formule o pillole magiche, ma strumenti concreti con cui imparare a non lasciarsi sopraffare dai sintomi. E gradualmente, anche a non averne più.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
quindi quello che lei suggerisce è di integrare la terapia che sto seguendo con una di tipo comportamentale? quanto potrebbe durare una terapia di tipo cognitivo? ha qualcuno da consigliarmi su Milano? Grazie mille
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, il suggerimento è di affiancare una terapia breve e attiva a quella che già sta facendo. Sulla durata delle TCC potranno risponderle meglio i colleghi specializzati in TCC. Da terapeuta breve strategico posso dirle che una terapia dell'ansia, se non ci sono altre complicazioni, può durare poche sedute, anche meno di 10.

Legga qui per informarsi meglio sui vari approcci:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

Per nominativi diretti di colleghi, preferiamo non darne in pubblico, ma può scrivere a qualcuno di noi privatamente per riceverne. Ma prima può consultare la lista d'iscritti al sito:

https://www.medicitalia.it/specialisti/psicologia/

Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, ben ritrovata.

Lei domanda se è normale sentirsi "male". Durante una psicoterapia emergono contenuti di cui la persona non è consapevole e che possono generare sofferenza. Guardare determinate dinamiche inizialmente può sorprendere, ma anche fare arrabbiare, fare angosciare.

La richiesta, se ho capito bene, è quella di avere una soluzione immediata e quasi "miracolosa". Ma questo non è possibile. Le tecniche della TCC vanno contestualizzate all'interno di un percorso psicoterapico, altrimenti chiunque potrebbe applicarle o comperarsi un libro, non trova? Invece è importante comprendere il senso e il significato di quell'ansia, perchè si sta manifestando proprio adesso o in seguito a queste "scoperte" che ha fatto in terapia.

Purtroppo la TCC è da molti etichettata come una terapia brevissima e quasi magica. Non è così. I tempi possono essere più brevi di altri approcci, ma è indispensabile affrontare il disagio, quindi a priori, senza conoscerLa, come si può dire quanto dura una terapia?

Quanto ad associare una TCC a quella che già sta facendo avrei delle perplessità, senza conoscerLa. Ha parlato di questi dubbi con la Sua terapeuta?

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1633-asportazione-chirurgica-dello-stato-ansioso.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1731-quanto-dura-la-psicoterapia.html

Saluti,
[#27]
dopo
Utente
Utente
le ho parlato del fatto che ho ancora dei residui di ansia ma lei dice che è normale e che dipendono dal lavoro che sto facendo e che a poco a poco mi rafforzerò. Non le ho parlato dei miei dubbi in merito ad un approccio più comportamentale. Ribadisco che con la mia psicoterapeuta mi trovo molto bene e i miei disturbi d'ansia non sono così invalidanti e riesco a gestirli molto meglio rispetto a qualche mese fa. Diciamo che la mia ambizione sarebbe quella di non averne più o di trovare un modo per "neutralizzarli"!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Io vorrei continuare questo tipo di terapia anche perchè mi trovo molto bene con la mia psicoterapeuta anche se alle volte mi piacerebbe avere qualche "formula magica " per contrastare questi momenti..."

Una decisione importante, come quella di accostare un trattamento eclettico (che può essere farmacologico, ma anche di altra psicoterapia), deve essere sempre ridiscussa con la Sua terapeuta. E poi Lei non è in cura dall'estate scorsa? Tra le vacanze estive e quelle di Natale, non so quante sedute Lei abbia effettivamente fatto, ma mi pare di cogliere delle aspettative irrealistiche sul funzionamento della psicoterapia. Una volta visti, compresi ed elaborati i propri schemi disfunzionali, è possibile generare il cambiamento. Con un'attenzione particolare: il cambiamento non è mai immediato e "magico"; può capitare nel tempo di rimettere in atto schemi cognitivi o comportamentali "vecchi", ma con le dovute distanze, cioè la persona se ne rende conto perchè consapevole e non ne soffre perchè è riuscita a rielaborare la propria storia.

Saluti,
[#29]
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Utente
Utente
Io iniziato la terapia a giugno con cadenza settimanale a parte il periodo estivo. Non penso di avere una visione irrealistica della psicoterapia e so perfettamente che non si possono stabilire dei tempi precisi di durata della terapia e so anche che bisogna avere pazienza e costanza e non mi aspetto nessun risultato miracoloso. Diciamo piuttosto che ho una visione errata dell ansia un po' come lei descrive nel sup articolo sull asportazione chirurgica dell ansia. Ecco , quello che vorrei e' imparare ad averne una visione diversa piu' costruttiva.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ma è a questo che mi riferivo: chiunque quando sta male vorrebbe stare subito bene, non fosse altro che per il fastidio e le seccature. E l'ansia è fastidiosa, spesso addirittura invalidante.

Se però non si affrontano bene le credenze personali, l'idea di sè e del mondo (per gli ansiosi sempre minaccioso) e non si sottopongono a revisione critica, non si cura l'ansia.

Ne parli con la terapeuta, si trova bene e saprà aiutarLa.
Poi, se vuole, ci aggiorni.

Un cordiale saluto,
[#31]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ecco , quello che vorrei e' imparare ad averne una visione diversa piu' costruttiva.
>>>

Non è detto si tratti di questo. Può darsi che lei vorrebbe realmente liberarsi dalla sua ansia, ma che in questo momento stia privilegiando la buona relazione che ha con la sua terapeuta rispetto alla gestione dell'ansia.

Ciò spiegherebbe perché sembra quasi che stia sminuendo quest'ultima ("i miei disturbi d'ansia non sono così invalidanti e riesco a gestirli molto meglio rispetto a qualche mese fa") e ribadendo invece "che con la mia psicoterapeuta mi trovo molto bene".

Ma nessuno le sta dicendo che deve lasciare la sua terapeuta attuale, anzi le stiamo dicendo di continuare ad andarci. Sempre però tenendo presente che l'ingrato compito del terapeuta è quello di far sì che il paziente impari a fare a meno di lui.

In altre parole, è possibile che lei stia "raccontando" a se stessa che l'ansia in fondo non è più così fastidiosa, perché sta ricevendo gratificazioni di altro tipo dalla relazione con la sua terapeuta (e non c'è nulla di male) e quindi non si sente motivata a risolvere l'ansia in modo deciso.

Se non sono stato chiaro, può chiedere chiarimenti.

Cordiali saluti
[#32]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott Santonocito personalmente non credo di star privilegiando la mia relazione con la mia psicoterapeuta rispetto alla gestione del ansia. Vero e' che i farmaci che sto assumendo fanno il loro effetto ma anche io sto imparando a gestire molto meglio i miei momenti di disagiio non lasciandomi troppo impressionare dai sintomi fisici e razionalizzando il piu possibile. Nel frattempp lavoro sulle cause. Certo mi piacerebbe eliminare del tutto questi momenti e so che prima o poi ci riusciro'...
Non credo di raccontarmi che l ansia non e' cosi' fastidiosa, le assocuro che lo e' soprattutto quando e' anticipatoria e subdola: non e' bello avere paura di avere paura! Ammetto di essere stata fortunata a trovare subito un terapeuta con il quale mi sono trovata subito a mio agio ma le assicuro che questo non mette in secondo piano la mia voglia e volonta' di risolvere i miei stati di ansia.
Cordiali saluti
[#33]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Nel frattempo lavoro sulle cause.
>>>

E infatti, quasi sempre, questa è una delle cose meno utili e produttive da fare, nei disturbi d'ansia.

È per questo che esistono terapie specifiche per l'ansia: perché fanno cose utili che nelle altre terapie non si fanno, e non ne fanno altre che invece altre terapie fanno, ma che sono inutili o controproducenti. La cosiddetta ricerca delle cause è una di queste cose.

Il ragionamento per cui se io, trovata una causa, riuscirò a intervenire sugli effetti, presuppone un funzionamento di tipo lineare: la causa provoca l'effetto.

Ma l'ansia funziona in base a una logica diversa, ovvero circolare, non lineare. Perciò quello che è necessario fare NON è trovare una causa nel passato, che potrebbe anche non esistere o comunque essere impossibile da identificare, ma spezzare il circolo vizioso che mantiene in vita il problema. Finché non si capisce questo, si continua letteralmente a girare in tondo: i sintomi cambiano forma e dal panico si passa all'ansia anticipatoria, poi agli evitamenti, alle precauzioni, alle ossessioni ecc. Ed è sempre ansia.

Cordiali saluti
[#34]
dopo
Utente
Utente

La mia psicoterapeuta pensa invece che la causa provoca gli stati d' ansia ed andando a lavorare sulle cause io dovrei diventare piu' consapevole e di conseguenza dovrebbero sparire nell tempo i sintomi dell'ansia. Forse il mio disturbo ed il mio vissuto necessitano questo tipo di terapia. In realta' ci sono un po' di "disagi" che mi porto dietro da un bel po' e che ogni tanto riemergono

cordiali saluti
[#35]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La sua terapeuta, se a indirizzo sistemico relazionale, le sta dando un parere coerente con la formazione che ha ricevuto. Tuttavia l'indirizzo sistemico relazionale non è una terapia elettiva per l'ansia. Questo non vuol dire che non sia efficace, ma che potrebbe metterci più tempo del necessario per arrivare a capo del suo disturbo, senza peraltro alcuna sicurezza che i risultati saranno più "profondi", più stabili, più definitivi ecc.

In ogni caso lo potrà verificare lei stessa: quando avrà raggiunto un buon livello di consapevolezza delle "cause", tale per cui potrà dire a se stessa: "Oh, finalmente adesso ho capito davvero", vedrà da sola se l'ansia si risolverà o meno.

Cordiali saluti
[#36]
dopo
Utente
Utente
Quindi l'ansia e' svincolata dalle cause? Sono un po' confusa... Ho sempre pensato che l'agire sulle cause fosse il percorso giusto...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora, come le ho scritto sopra, lo scopo di una psicoterapia è comprendere COME il paziente funziona e sta nella vita, con i suoi schemi (che possono essere relativi al sentire, pensare e fare) e andare a sostituire gli schemi disfunzionali che però una persona mette in atto più facilmente perchè impararti meglio e ormai, col tempo, iperspecializzato a metterli in pratica (es pz. che ha paura di fare un incidente e non guida ed evita di prendere l'auto, attiverà questi comportamenti in modo del tutto inconsapevole).

Sul PERCHE' la persona funziona così è chiaro che alla fine della psicoterapia, almeno quella di tipo cognitivo-comportamentale cui mi sto riferendo, il pz. è in grado di rileggere la propria storia e comunicare a fare delle connessioni con i propri temi di vita "critici" e principali (es la libertà/costrizione per l'ansioso).

Ha avuto modo di parlarne in terapia? Ha intenzione di farlo?

Infine per chiarimenti sulla TCC può leggere qui

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1384-e-davvero-psicoterapia-cognitivo-comportamentale.html

Sempre cordiali saluti,
[#38]
dopo
Utente
Utente
No non ho avuto ancora modo di parlarne con la mia psicoterapeuta.
Nella mini guida sulla scelta della psicoterapia che ho letto sul sito ho trovato questa cosa interessante sulla terapia sistemico-relazionale:

Il suo particolare approfondimento sulle dinamiche relazionali e comunicative rende questo approccio, oltre che idoneo alla terapia dei disturbi psicopatologici del singolo (disturbi d’ansia, panico-fobie-ossessioni, disturbi depressivi), particolarmente elettivo per problematiche in cui vi è un importante coinvolgimento famigliare (anoressia, bulimia, psicosi) e di coppia (conflitti e disturbi della sfera sessuale).

per cui suppongo che vada bene anche per i miei disturbi di ansia...

Cordiali saluti
[#39]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Tutti gli approcci possono curare la psicopatologia; ce ne sono alcuni che sono più adatti, o meglio più efficaci, secondo le evidenze empiriche.

Saluti,
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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