Rapporto di coppia molto sofferto

Sono una giovane donna di 32 anni che vive una storia fonte di grandi gioie ma allo stesso tempo di intenso dolore. Ho conosciuto circa un anno e mezzo fa un ragazzo italiano che vive all'estero e ho perso da subito la testa. Lui sembrava perfetto: bello, intelligente, brillante e allo stesso tempo dolce e persino religioso. Ci siamo piaciuti subito e abbiamo cominciato a sentirci senza pensare ai problemi che la distanza avrebbe comportato. Durante la relazione con lui io mi sono chiusa in me stessa e ho smesso di apprezzare la vita che conduco (non ho un lavoro attualmente e vorrei andare a vivere all'estero). Mi sono concentrata tanto su di lui e la sua vita piena, quella che anche io vorrei per me. Fatto sta che ho iniziato ad essere presto gelosa delle ragazze che lui poteva incontrare: tutte mi sembravano migliori di me (più belle, più brillanti). Intanto ci vedevamo poco e si litigava sempre di più finché un giorno esasperata ho detto che volevo chiudere la relazione e non ho più risposto ai suoi messaggi. Era esasperato anche lui e ha pensato fosse la soluzione più adatta. Io però non pensavo davvero ciò che avevo detto ma continuavo ad amarlo e a sperare che lui si facesse vivo, che tornasse da me etc etc. Nel frattempo lui ha avuto un'avventura ma contemporaneamente tentava di parlare con me che lo ignoravo e a chiedere notizie alle amiche in comune che mi riferivano ogni cosa. Io stavo davvero male, come non lo sono mai stata... mi sentivo inutile e ho pensato di togliermi la vita. Trascorsi circa due mesi ho ceduto e ho risposto ai suoi messaggi. Risentirsi era bello, bellissimo ma un bel giorno mi accorgo che non mi basta più, che voglio sapere se la nostra è o può essere di nuovo una storia oppure no e così gli ho dato l'ultimatum: vieni qui a trovarmi o è finita per sempre. Lui si è arrabbiato, ha detto che non sapeva se valesse la pena tentare e soffrire di nuovo ma alla fine ha ceduto, ha preso l'aereo ed eccolo qui. Abbiamo trascorso 10 giorni assieme, belli ma un po' difficili. Il tempo non ha cancellato i suoi difetti e io mi sento ancora insicura, Tra una settimana andrò io a trovarlo e oggi abbiamo litigato, Lui (come ha sempre fatto) non fa che provocarmi con battute su possibili avventure che potrà avere e io, data la situazione, fatico a stare al gioco, se così si può chiamare. Lui lo nota e se la prende con me, dice che forse le sue non sono solo battute e poi addolcisce la pillola con qualche moina. Ora non so che fare: andare o no a trovarlo? Vorrei smettere di amare questa persona che non è capace di darmi nessuna certezza e che con il suo discutibile umorismo mina la mia già precaria autostima solo che non è affatto facile...in passato ho già avuto una storia simile e ad un certo punto ho smesso di amare la persona che mi faceva soffrire. Come ritrovare la serenità? Ho paura di soffrire di depressione...
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

con buona probabilità e con i limiti di un consulto on line parrebbe che il problema non sia QUESTA relazione (con le complicazioni di una relazione a distanza), quanto la sua bassa autostima.

Una relazione difficile o finita non dovrebbe condurre a crisi che sfociano addirittura nell'idea di farsi fuori.
La vita è un continuo incontro di persone speciali o meno che possono ferirci e deluderci.
Le storie d'amore, anche le più belle, non sono perfette come nei film.

Quindi ritengo che il primo step sia proprio affrontare la bassa stima che ha di sè. Questo avrà dei vantaggi per lei anche nella relazione con quest'uomo. Inoltre mi incuriosisce il fatto che anche in passato abbia avuto una storia con le stesse dinamiche: pensa che sia un caso incontrare uomini sempre uguali o riprodurre le stesse modalità relazionali in un rapporto?

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
La relazione passata non era identica a questa ma ritengo che sia simile nel modo di rapportarmi al mio partner. In entrambi i casi non mi sono sentita all'altezza della persona che mi stava accanto. Ho sperato che la psicoterapia non fosse necessaria ma credo di dover riconoscere di averne bisogno. So che non si tratta di un caso, in passato ho sofferto di anoressia nervosa e la mia psicoterapeuta mi spiegò come i nostri atteggiamenti influenzano i rapporti interpersonali.

La ringrazio cordialmente.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Intendevo proprio quello che Lei ha ben descritto in questa sua ultima replica: la relazione diversa ma il filo rosso che le lega è l'incapacità di sentirsi all'altezza della persona.

Se non intercettato bene il problema e poi curato, purtroppo questa inadeguatezza si ripresenterà puntualmente.

Verissimo: i nostri atteggiamenti influenzano i rapporti interpersonali e il modo in cui veniamo trattati. Però sta a Lei non permettere che le cose seguano questo stesso andamento.

Il valore di una persona per definizione non è misurabile e non esistono persone "superiori" ad altre. Esistono invece persone che fanno fatica a sentirsi all'altezza di persone o situazioni: probabilmente nelle loro esperienze precoci hanno appreso, da qualche parte e in qualche modo, questo schema relazionale e tendono a riprodurlo in tutte le relazioni significative.

La buona notizia è che questo schema può essere spezzato.

Attualmente ha ancora problemi con il cibo?
Come mai ha interrotto la precedente psicoterapia?

Qui può trovare, se vuole, le caratteristiche psicologiche dei DCA:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html

Un cordiale saluto,
[#4]
dopo
Utente
Utente
No, attualmente da quel punto di vista sto bene. Mangio senza problemi anche se mi è rimasta, come aveva predetto la psicoterapeuta, una certa attenzione per il mio corpo e il cibo. Cerco di limitare i condimenti ma non ricorro mai a comportamenti compensativi quando esagero nel mangiare. So di avere un corpo esile e un metabolismo che mi permette di mangiare a volontà. Ho ancora qualche complesso e une certa difficoltà ad indossare il bikini ma nel complesso credo di avere un aspetto abbastanza gradevole. Ho interrotto la psicoterapia un po' perché mi sentivo meglio (avevo ripreso peso) e un po' perché avevo difficoltà a parlare di un paio di argomenti per me spinosi come l'università che avevo praticamente interrotto e il rapporto col ragazzo a cui mi riferivo prima e che mi faceva soffrire. Percepivo che per la mia psicologa avrei dovuto lasciarlo ma per me in quel momento era importante frequentarlo perché credevo che, attraverso di lui, avrei potuto frequentare l' ambiente mondano a cui aspiravo. Ero giovane (23 anni) e in quel momento era per me fondamentale sentirmi parte di certi ambienti. Col tempo le mie aspirazioni sono cambiate, il mio ex ragazzo non corrispondeva più alle mie aspettative e lasciarlo non è stata l'impresa impossibile che si prospettava all'inizio. Mi perdoni se mi sono dilungata troppo nella risposta.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non deve mica scusarsi! :-)
Se vuole ci aggiorni pure in futuro.

Un cordiale saluto,
[#6]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Cibo, affettivita' , vita di relazione e sessualita' sono tutte strettamente correlate.
Una relazione,se pur appagante, non puo' compensare antiche lacune, ne' esse sostitutiva di una psicoterapia, ne' nutrire la sua autostima.
Valuti l' ipotesi di ritornare dalla sua terapeuta, se ne conserva un buon ricordo, magari una seconda trance di psicoterapia, l' aiutera' ad elaborare quanto ancora fa male ed e' li' immobile a istirbarle la vita e la relazione di coppia.
Le allego, un mio articolo, sulla correlazione sesso e cibo.
In bocca al lupo.

http://www.valeriarandone.it/home/articoli/153-conflitti-femminili-tra-sessualita-ed-alimentazione

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.

Leggi tutto