Depressione post-abbandono

Buongiorno, mi sto trovando in un periodo particolarmente triste che prosegue ormai da mesi, da questa estate. Ho avuto una relazione (a suo tempo) stupenda con un ragazzo, durata un anno. Questa persona mi riempiva di attenzioni e credo fosse innamorato davvero. Le sue attenzioni, con l'arrivo di nuovi amici e "amiche" nella sua vita, sono venute a scemare. Siccome il nostro rapporto era a distanza mi sono sentita molto messa da parte. Il tutto provoca in me reazioni ossessive e di controllo e lui si sente soffocare. Un giorno decide di lasciarmi e io cado nel buio. Passo un'estate tremenda senza andare in vacanza, ripiombata nel mio paese senza situazioni di grande svago. Dopo due mesi si rifa vivo e mi chiede amicizia e di continuare a frequentarmi. Io "resisto" per una settimana, vado a trovarlo ma, facendo tutto come se fossimo fidanzati, decido di parlargli per dirgli che non si può essere amici in quelle condizioni. Lui ribadisce che non si può tornare insieme e io allora lo saluto. Dopo una piccola scenata di gelosia che mi avanza perché contatto un suo amico si decide a riconsiderare l'opzione di uscire per un po' lasciar che le cose evolvano naturalmente. Dopo due mesi la situazione non si era ancora sbloccata: si stava più o meno assieme ma dentro soffrivo perché non si usavamo i termini "ragazzo e ragazza", nè tantomeno si parlava di sentimenti. Dopo una nuova lite in cui esplico i miei dubbi e titubanze gli confido che quando ci vediamo sto abbastanza bene ma una volta a casa mi torturo coi pensieri e non so che idea farmi di lui o di noi. Lui ha il coraggio di arrabbiarsi e infastidirsi ma dopo inspiegabili risvolti ci rimettiamo assieme. Da lì la deriva: mentre quei 2-3 mesi di indefinitezza erano andati bene, io intravedevo del sentimentale, dopo questo nostro nuovo 'fidanzamento' lui torna menefreghista: mi scrive poco, quando ci sentiamo è freddo e mi dice cose casuali, sembra nel suo mondo e a stento mi guarda quando viene a trovarmi. Io allibita, dopo un mese in queste condizioni distaccate pretendo un dialogo ma lui non vuole venire da me nell'immediato e la risolviamo per iscritto. Devo tirargli fuori le parole di bocca e infine ci lasciamo di nuovo. Ora sono apatica, non credo di riuscire a trovare niente di quel poco che faccio piacevole. Mi rendo conto che non stava andando bene ma provo una rabbia atroce per il fatto che ora non ci sentiamo, io penso a lui moltissimo (in brutti termini) ma lui non mi contatta, non sente nessun peso sullo stomaco di cui liberarsi, forse, mentre io ribollisco di collera per essere in questa situazione e lui magari nemmeno ci pensa più. Gli ho scritto qualche giorno fa ma dopo qualche sms innocuo non ha replicato niente, nè si è informato oltre riguardo ciò che gli stavo dicendo. Ora ho pochi amici e stimoli e continuo a pensare ad un passato mitico che mai tornerà, l'unico periodo della mia giovane vita che ho ritenuto bello e mi sentivo amata. Mi sento molto sola e non riesco a bastarmi.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
Partirei proprio dalla sua frase finale: " mi sento sola e non riesco a bastarmi" .
Alla sua giovane eta' , gli amici ed i fidanzati vanno e vengono., senza grandi problematiche e difficolta' .
Ha difficolta' a fare amicizie?
Si fida degli altri?
Che tipo di relazioni ha in famiglia?
Ha avuto altri amori?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

Capisco lo sconforto e la tristezza che la pervade;
su questo ragazzo aveva investito molto e ora non fa più parte della sua vita...

Ora ho pochi amici e stimoli e continuo a pensare ad un passato mitico che mai tornerà, l'unico periodo della mia giovane vita che ho ritenuto bello e mi sentivo amata. Mi sento molto sola e non riesco a bastarmi....................

Purtroppo la fine di una relazione lascia dietro di se molta amarezza e apatia;
Deve cercare di volersi più bene e pian piano di frequentare amici....deve cercare di ricostruirsi una rete amicale che la possa sostenere in questi momenti di solitudine.

Gli amori specialmente in giovane età possono finire ma bisogna trovare la forza per riuscire ad andare avanti nonostante la malinconia nel cuore.

Non deve pensare a lui in bruttissimi modi come lei dice, sicuramente c'è stato anche del bello nella vostra relazione, lo conservi nella mente e vada avanti.
Fuori c'è un mondo che l'aspetta.

Coraggio!

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









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Dr.ssa Fabrizia Lodeserto Psicologo, Psicoterapeuta 84 2
Gentile ragazza,
separarsi da una persona non è certamente un'esperienza felice e facile da superare per nessuno; soprattutto se si era investito tanto in quel rapporto.
I periodo bui passano, così come passa un brutto temporale che fa poi spazio all'arcobaleno...
Di fondamentale importanza, tuttavia, è la modalità con cui affrontiamo una brutta esperienza: circondarsi di "pochi amici e pochi stimoli" può rendere meno facile la rinascita.
Cerchi di riflettere su quello che la storia ti ha insegnato e su come poterti risollevare; in modo che nella vita, sempre e comunque, possa esserci una svolta positiva!

Dr.ssa Fabrizia Lodeserto
sito: http://www.fabrizialodeserto.it/
Psicologo Taranto e Psicologo Online

[#4]
dopo
Utente
Utente
Ha difficolta' a fare amicizie?
Si fida degli altri?
Che tipo di relazioni ha in famiglia?
Ha avuto altri amori?

Rispondo alla D.ssa. Randone. Sono abbastanza simpatica ma non riesco a stringere facilmente amicizie profonde, si rivelano più o meno tutte delle comparse. Sono una persona abbastanza schietta e talvolta questa 'qualità' viene percepita più come un demerito. Degli altri mi fido poco, perché sono davvero poche le persone che mi sono state vicine in momenti di difficoltà, e soprattutto noto in molti la poca propensione a comprendere i miei comportamenti, nei quali spesso non v'è malizia ma viene percepita pur senza la mia volontà. In famiglia ho rapporti particolarmente disastrosi e non amo parlare di me con persone che sono a me vicine per vincoli sanguigni e non per mia volontà, fatico seriamente a trovare i miei genitori belle persone, in quanto sono più egoisti che interessati al mio benessere, o comunque tutti molto pressanti. Per quanto riguarda altri amori a dire il vero solo un'altra relazione in giovanissima età (dai 16 ai 18 anni), e da quel momento solo relazioni più o meno di comodo, storie niente affatto serie e da cui uscivo per volontà altrui. Questo ultimo ragazzo mi aveva fatto capire che da un uomo potevo anche ricevere correttezza e sentimenti contraccambiati, e non essere unicamente sfruttata. Sono reputata una bella ragazza ma, non amando fare la prima donna, vengo più spesso trattata come non dovrei.
Ringrazio di cuore anche le altre dottoresse che mi hanno risposto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

forse il problema che qui stai descrivendo e che si ricollega con la prima richiesta in merito alla rottura, riguarda semplicemente una bassa autostima.
Parli infatti di percezione di essere sfruttata e di essere fraintesa e di venire trattata come non dovresti (o non vorresti).

Come i Colleghi anch' io credo che questa storia sia una parentesi della tua esistenza e col tempo, che un fattore non secondario in queste faccende, potrai guardare il tutto da un'altra prospettiva e dando un altro significato.

Però sarebbe utile che tu riflettessi sul tuo valore personale e sull'opportunità di modificare alcune strategie comunicative e relazionali perchè:

- una parte della responsabilità, quando comunichiamo e veniamo fraintesi, è anche nostra;

- se gli altri ci trattano con poco rispetto (o si fanno idee di "sfruttarci") siamo noi a permetterlo o meno.

Non voglio vedere solo i lati positivi di questa vicenda, però tieni presente che sono le esperienze della vita che potranno permetterti di diventare sempre più abile nel relazionarti, se saprai utilizzare bene questi eventi, considerandoli come opportunità e non come accadimenti (solo) tristissimi.

Un saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#6]
dopo
Utente
Utente
In parte non sono disposta a limare lati del mio carattere, mi parrebbe di svendere la mia personalità per raggiungere l'accettazione. Scrematura delle conoscenze? un po'.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"limare lati del mio carattere, mi parrebbe di svendere la mia personalità per raggiungere l'accettazione..."

Che cosa intendi? Puoi fare degli esempi?

Hanno forse a che vedere con la mancanza di assertività?
[#8]
dopo
Utente
Utente
Sono spesso brusca o i miei comportamenti risultano antipatici. In ogni caso non mi è possibile nè ricerco un atteggiamento "cerimonioso" o accomodante, quindi molte mie esternazioni vengono mal interpretate. Spesso mi è stato recriminato di non essere sufficientemente gentile, o troppo diretta, o di dire le cose esattamente come le ho in mente senza troppi filtri.
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Dr.ssa Fabrizia Lodeserto Psicologo, Psicoterapeuta 84 2
"Questo ultimo ragazzo mi aveva fatto capire che da un uomo potevo anche ricevere correttezza e sentimenti contraccambiati, e non essere unicamente sfruttata"

Questo significa che le sue esperienze passate con gli uomini le reputa negative...la vita, però, può a volte sorprenderci! Lei, ad esempio, prima di conoscere il suo ex ragazzo, avrebbe mai detto che sarebbe riuscita a fidarsi di un uomo?
Importante è anche la modalità con cui ci rapportiamo alle persone; perchè certamente la sua sincerità e trasparenza sono una qualità e fa bene ad esprimere la sua opinione o il suo dissenso; tuttavia la modalità con cui ci si esprime è determinante nelle relazioni. Modulare un pò l'atteggiamento senza essere bruschi, ma sempre continuando a sostenere il proprio punto di vista, stia tranquilla, non è svendersi agli altri...
Ci provi
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza, credo possa esserti utile questa lettura:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html


Qui non si tratta di avere atteggiamenti cerimoniosi nè accomodanti, al contrario!
Essere assertivi vuol dire saper esprimere anche il proprio disappunto senza rompere la relazione, senza mostrarsi antipatici o aggressivi.

A volte, se diciamo ciò che pensiamo senza badare A CHI lo diciamo, la comunicazione diventa inefficace. Il ricevente di un messaggio fa la differenza.

E' come se tu pensassi di voler fare una pubblicità di un prodotto: certamente dovrai tenere conto delle caratteristiche del prodotto, ma devi anche considerare qual è il target.

Saluti,