Paura terribile del dentista

Gentili Dottor. Ci risiamo. Ho annullato per l'ennesima volta l'appuntamento con il mio dentista, professionista serio e stimato, che deve estrarmi alcuni radici e poi mettere una sorta di apparecchietto dentario mobile, per consentirmi la masticazione normale. Sono arrivata a questo punto, all'età di soli 45 anni, perché da sempre terrorizzata. Non è la prima volta che mi sottopongo a cure dentistiche, ho anche praticato più volte l'anestesia ed estratto alcuni denti, eppure ogni volta è la stessa storia. Ho paura: 1) che l'anestesia mi produca shock anafilattico; 2) che l'adrenalina contenuta nel farmaco mi provochi tachicardia (ne soffro talora durante la notte, se mi sveglio di soprassalto!); 3) che l'estrazione mi produca emorragia inarrestabile, anche se gli esami del sangue relativamente alla coagulazione sono ok (tre radici insieme da estrarre!); 4) di fare la figura della matta sulla sedia del dentista, un tipo molto esperto, ma poco incline alla comprensione "umana", per cui ho paura che a troppi segnali di ansia, mi mandi via o mi faccia venire a prendere da un'autoambulanza, per farmi iniettare un calmante...Nessuno dei miei familiari mi ascolta: mia madre, stufa delle mie debolezze, mi dice, fai come vuoi, ma non ti lamentare se poi ti viene un'infezione, mio padre e mio marito hanno "pietà" di me e mi dicono di soprassedere, mio fratello cerca di farmi ragionare mettendomi di fronte a pro e contro e mio figlio, di undici anni, sorride delle mie debolezze. Ma io, che pure lavoro e sono socialmente inserita, ho paura dei medici, delle malattie, degli interventi chirurgici. In una parola, ho paura di morire...So che il medico ha la sua responsabilità se il paziente soccombe sotto le sue cure, ma comunque, alla fine, anche se lui dovesse pagare penalmente, sono sempre io a fare una brutta fine!!!!! Che debbo fare per superare i miei problemi?
[#1]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

ho visto che in passato aveva già chiesto un consulto simile, sempre relativo alla sua difficoltà nella gestione di questi stati ansiosi.

I suoi timori, essendo infondati, sono verosimilmente correlati ad uno stato d'ansia che andrebbe valutato in un contesto clinico.

La valutazione psicologica le era già stata suggerita in passato, l'ha poi fatta?

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Che debbo fare per superare i miei problemi? "

Gentile Utente,

Le era già stato consigliato di rivolgersi allo psicologo in passato.
Problemi di questo tipo che sembrano legati ad ansia e a fobie non possono essere affrontati all'ultimo con un trattamento self-service, ma debbono essere trattati da uno psicoterapeuta.

Uno dei trattamenti molto utili per questo tipo di problema è la terapia di tipo cognitivo-comportamentale.

Provi a pensarci, ragionando però sul fatto che Lei non ha alcun vantaggio a continuare a stare così male e che rischia di non fare utili controlli medici e la prevenzione necessaria.

Non crede?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
rileggendo lo storico dei suoi consulti, emerge in tutti uno stato d'ansia , che a quanto pare non è sttao trattao.
La paura del denstista è spesso una paura che correla con altre insicurezze e malesseri.
Ha curato la sua ansia?
Ha effettuato qualche trattamento?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori, grazie per le vostre sollecite risposte. No, in effetti, non ho affrontato recentemente più alcuna terapia psicologica, perché pensavo di farcela da sola, perché credo nella forza della volontà. Alcuni anni fa, infatti, una ventina circa, avevo 25-28 anni, più o meno, frequentai lo studio di una psicologa, perché avevo già allora problemi di ansia, che riguardavano l'allora mia incapacità ad allontanarmi dalla città in cui vivevo per andare ad esempio a mangiare una pizza fuori porta o per una piccola gita. Le conversazioni con la specialista mi portarono a comprendere che la mia maturazione era perfettamente avvenuta dal punto di vista cognitivo (ero allora già laureata e lavoravo), mentre dal punto di vista affettivo ero rimasta all'età adolescenziale (quindici anni, circa). Ciò diceva lei, a causa di una famiglia molto protettiva. Secondo lei avevo sviluppato la mania del "controllo" di tutte le situazioni che mi trovavo a vivere, desiderando dominarle tutte, per non avere sorprese. Soluzioni, però, immediate non me ne suggerì. Fui io, poi, lentamente, a riprendere in mano la mia vita, accettando di "affrontare l'imprevisto", in nome di un bene superiore, che allora corrispondeva a vivere serenamente in compagnia dei miei amici. Mano mano superai i miei problemi, mi sposai, misi al mondo mio figlio, andai anche fuori Italia per il viaggio di nozze ed altri piccoli viaggetti (mai in aereo, però), sempre un po' tenuta per mano dai miei genitori e dalla mia famiglia di origine. Ho la fortuna di avere un marito affettuosissimo, protettivo, in una parola straordinario, che...bontà sua...mi trova intellettualmente e fisicamente affascinante, e sorvola sulle mie debolezze. Però, non sia mai sapesse che in passato sono andata da una psicologa! Per lui chi ha bisogni di consulti psicologici o peggio assume farmaci calmanti, non ci sta con la testa...Perderebbe stima ed amore per me! Ma quanto durerà, se non cresco? Le mie ansie si ripresentano ciclicamente, dunque, e ultimamente, appunto, si sono concentrate sul discorso malattie...Adesso i miei genitori sono sempre più fragili e vorrebbero sostenermi, ma sento che l'incalzare dei loro problemi fisici, inevitabilmente, li spingono a dirmi di rinunciare, se non so cavarmela da sola, ad affrontare situazioni stressanti, visto che loro fisicamente non possono più tanto sostenermi. Anzi, per la verità, dovrei essere io adesso a prendermi cura di loro, accidenti! Possibile che non possa riuscire con la forza di volontà, come ho fatto in passato, con discreto successo, a superare queste mie debolezze? Aiuto!
[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

lei si trova in una fase del ciclo vitale dove il bisogno di essere "forte" dovrebbe essere diviso tra la crescita dei figli e le cure nei confronti dei suoi genitori. Quindi ora più che mai credo sia importante per lei iniziare un trattamento psicoterapico.

La forza di volontà è fondamentale, ma non credo che da sola possa servire per risolvere la sua situazione. In questo modo rischia di diventare il "membro fragile" di un sistema famigliare che nel complesso mi sembra funzioni abbastanza bene.

Suo marito sa delle sue ansie e dei suoi timori, accetta la cosa per ciò che è, cosa cambierebbe se venisse a sapere che ha bisogno di una psicoterapia?


[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie, dottore...Ho paura di indagare troppo dentro di me e di smuovere conflitti irrisolti che poi non saprei affrontare più...Una sorta di Vaso di Pandora, insomma...Preferirei una serie di strategie da mettere in atto alla bisogna, per dominare l'ansia (non farmaci, però). So che chiedo la luna, forse...Ma ho tanta tristezza e senso di inadeguatezza dentro, per questa cosa.. Grazie mille per l'attenzione, davvero.
[#7]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

usare la metafora del vaso di Pandora per descrivere la psiche umana ci riporta ad una visione ottocentesca della mente, quindi alquanto antiquata. I conflitti che lei non affronta sono probabilmente quelli che ora la tengono "in scacco".

Se non vuole fare un percorso troppo in profondità o troppo complesso può indirizzarsi verso psicoterapie più "concrete" volte a trovare le strategie più adatte per gestire i suoi stati ansiosi.

[#8]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

mi hanno colpito molto le Sue parole e in particolare: "Soluzioni, però, immediate non me ne suggerì. Fui io, poi, lentamente, a riprendere in mano la mia vita, accettando di "affrontare l'imprevisto"..."

e

"Ho paura di indagare troppo dentro di me e di smuovere conflitti irrisolti che poi non saprei affrontare più.."

Curare l'ansia, il panico o le fobie non significa scavare e scavare per cercare chissà cosa, ma apprendere delle strategie decisamente più funzionali a quelle che si attuano adesso e che non stanno più funzionando.

Con uno psicoterapeuta sarebbe opportuno anche rivedere la relazione con Suo marito perchè è probabile che lui, così protettivo nei Suoi riguardi, possa temere -se Lei si rivolgesse a uno psicoterapeuta- di perdere il proprio ruolo. Ad ogni modo mi pare importante risolvere il Suo disagio per prima cosa.

Un cordiale saluto,
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