Conflitto madre-figlia

Gentili,
vi scrivo dopo l'ennesimo confronto violento con mia madre.
Ho 31 anni da 12 vivo da sola lontano da casa (estero compreso). Ho una vita piuttosto soddisfacente e lavorativamente con alti e bassi ho ottenuto grosse soddisfazioni.
Devo ringraziare per questo il supporto di mio padre e mio fratello. Mia madre per i primi mesi fuori di casa a 19 anni ha smesso di parlarmi ha pregato mio padre affinchè non mi pagasse l'università e cosi via, dei primi lavori come degli ultimi non si è interessata affatto. All'età di 25 anni i miei problemi di anoressia latente si sono scatenati con violenza in seguito alla fine di una storia con un ragazzo. Ho affrontato da sola la terapia e da sola ne sono uscita grazie alle mie forze. Per abbreviare la storia vengo ad oggi. Mi trovo da due mesi nella città dei miei (ma non a casa loro) in vari confronti lei si ostina a dirmi che ho sempre fatto una vita irregolare e che secondo lei ho dei disturbi mentali. Si ostina con uno sguardo a dir poco inquietante a instillare in me l'idea che abbia bisogno del suo aiuto e di un psicoterapeuta. Sostiene che la mia vita è un fallimento e che "lecchino" mio padre perchè lui mi supporta. Riesce a macchinare pensieri malvagi e a stravolgere ciò che le viene detto.( un suo fratello è psicotico con vari episodi di ricovero coatto, con gli altri fratelli e sorella non parla da svariato tempo). Alla mia osservazione di quanto poco affettuosa nei gesti,nella mancanza di abbracci, lei risponde che è dovuto alla sua infanzia. I disagi non possono essere espressi con lei, non si può piangere e se la abbraccio o ci provo lei risponde con una pacca sulla spalla. Sono arrivata addirittura a pensare che sia un pò gelosa. Perchè dovermi abbattere dicendomi di avere bisogno di cure psichiatriche, accusarmi di rompere gli equilibri familiari (con la mia scarsa presenza) e perchè non supportarmi mai in ciò che faccio? Ho sofferto tanto e ancora ne soffro, ho provato a farle pensare ad una terapia ma dice che i problemi li ho io e non lei. Fondamentalmente questa persona sbraita, instaura un clima di terrore in casa e non affronta i problemi. Mio fratello di 36 anni, mi consiglia di fare come fa lui, alle accuse e insulti lui non risponde e la lascia parlare. Io purtroppo non ci riesco. Perchè questa donna deve farmi del male? Ad ogni discussione si agita e mi provoca con frasi tipo " vuoi mettermi le mani addosso eh?" come quasi fosse una sfida. Io resto basita e ringrazio me e solo me stessa per avere un minimo di strumenti (non sufficienti) per poterla affrontare in quell'istante. Ma nel lungo periodo mi chiedo, il fatto di sentirmi di potere affrontare anche questa, mi si ritorcerà contro? Può una madre essere arrivata al punto di volere "abbattere" psicologicamente la figlia. Ora mi è stato chiesto di abbandonare la città per quieto vivere,cosa che farò per il bene di mio padre. Devo chiudere il rapporto o tenerlo in piedi?
Vi ringrazio per l'attenzione.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

il rapporto con una madre presumibilmente disturbata (visto quanto ci riferisce e i precedenti psichiatrici in famiglia) non è semplice da gestire, perchè alcuni comportamenti che questa attua appaiono incomprensibili o animati da intenzioni negative quando forse dipendono solo da una modalità distorta di percepire la vita e il mondo circostante.

Non è consigliabile nè che lei prosegua nel tentivo di far cambiare visione a sua madre prima di aver acquisito nuovi strumenti e una diversa consapevolezza della situazione, nè che prenda drasticamente le distanze, perchè potrebbe risentirne in futuro (quando si sposerà, avrà dei figli, e/o sua madre verrà a mancare).

In casi come il suo se il familiare problematico non accetta di essere curato (non prima comunque di aver ricevuto un inquadramento della sua situazione per stabilire se effettivamente soffre di un disturbo psichiatrico o meno) è importante che chi ha a che fare con lui e risente dei suoi problemi chieda un supporto psicologico.

Dal momento che lei in pasato ha sofferto di anoressia e che si sente gravemente a disagio nel rapporto con sua madre (con quella reale e con quella che ha interiorizzato nel tempo) non posso che consigliarle di rivolgersi de visu ad uno psicologo per parlare di tutto questo.
Non ho capito se quando la sua anoressia si è manifestata ha effettuato una psicoterapia o se ha cercato di ritrovare da sola un equilibrio (il che non equivale ad aver risolto il problema) :può essere più chiara su questo punto?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa,
la ringrazio per la risposta.
Rispondo alla sua domanda. Si, sono andata subito in terapia di mia spontanea volontà presso un centro specifico per i disturbi di alimentazione. A distanza di un anno, ho ripreso la mia vita in mano ho abbandonato la terapia e sono partita all'estero dove ho realizzato diversi sogni e imparato a mangiare cose mai provate prima. Ora praticamente mangio tutto.
Comunque prendo atto del suo consiglio, non ho mai messo in dubbio l'idea di doverci ritornare, anche se lo farei con estrema difficoltà perchè non credo personalmente che il dover rimuginare settimanalmente sui problemi mi possa far andare avanti. Ho come la convinzione (probabilmente sbagliata) che bisogna andare avanti e provare a farlo al meglio.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile Utente, la mamma va curata, provi ad appoggiarsi al medico di base che la indirizzi a qualche servizio specialistico.
Lei fa bene a prendere le distanze senza tagliare del tutto , ma senza essere in trincea, a combattere con le idee, gli scarsi strumenti forse, ed i fantasmi di sua madre.
Lei mi sembra una donna coraggiosa, sensibile, intelligente, ciò nonostante , in questo momento la vita le chiede molto, le consiglio una terapia d'appoggio, le farebbe bene , secondo me, avere un punto di riferimento con cui chiarire , raccontare, sentirsi meno sola. avere consigli e sostegno..
Le auguro che, sul piano affettivo abbia rassicurazioni, conferme , in vista di una vita futura calda, affettiva , protettiva anche ..
Se crede ci faccia sapere.. intanto auguri davvero..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Fregonese,
il medico di base si limita a darle xanax, impedendo cosi un percorso alternativo perchè secondo lei bastano quelli.
La ringrazio calorosamente per le sue dolci parole, le apprezzo moltissimo. Credo che appena avrò sistemato cose prettamente logistiche mi prenderò cura di me e inizierò una terapia.Anche se mi fa rabbia.
Eh si, grazie a Dio, sul piano affettivo le rassicurazioni e le conferme non mi mancano.Sono circondata da persone amorevoli che mi vogliono bene incondizionatamente.
Grazie ancora per le belle parole e l'augurio.

Cari saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non è detto che le serva addirittura una psicoterapia, termine solitamente piuttosto abusato per indicare qualsiasi intervento psicologico: in assenza di una diagnosi (non mi pare che lei abbia riferito sintomi o condizioni tali da far ipotizzare che soffra di un qualche disturbo) l'intervento dello psicologo serve non per "curare", ma per modificare la situazione e il modo in cui la persona la vive, ad es. quando un rapporto interpersonale genera sofferenza.
Può leggere questo articolo sull'argomento:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/947-lo-psicologo-e-il-suo-lavoro.html

Uno psicologo la potrà aiutare a gestire la situazione e a rapportarvisi diversamente, mirando magari ad instaurare per quanto possibile un rapporto meno conflittuale con sua madre.

Purtroppo quando una persona che soffre di disturbi mentali non accetta le cure chi gli sta accanto soffre più di lui e il solo intervento effettuabile è il supporto psicologico ai familiari.
Ciò non toglie che forse un domani sua madre accetterà di farsi curare, ma nel frattempo le suggerisco di iniziare a far qualcosa per sè stessa.
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