Insicurezza e misantropia

Mi rivolgo alla gentile attenzione di medici per un problema che ritengo di natura grave per me ed un mio caro.
Partirei dal problema del mio "compagno" per introdurre successivamente il mio.
Dopo alcuni iniziali mesi di relazione pacifica, il suddetto comincia ad assumere una certa freddezza ed atteggiamenti misantropi, non solamente nei miei confronti, ma anche nei confronti di amici, conoscenti, fin anche agli estranei. Ciò porta a scontri con il successivo suo allontanamento per riflettere, e, dopo tale periodo, confessa di aver provato nell'ultimo periodo una forte paura nei miei confronti, e soprattutto nei confronti di un possibile approccio sessuale, da lui desiderato ma nel contempo temuto, provando un forte senso di disgusto e un istintivo dovere di difendere la sua verginità, fino a vedermi più come minaccia che come persona a lui affine spiritualmente. Ciò non é però stata una scoperta recente, quanto una conferma di tale problema che aveva sospettato di possedere già precedentemente, arrivando ad odiare tutte le ragazze da cui era attratto, sebbene io sia stata l'unica con la quale abbia intrapreso una relazione, ricevendo dalle precedenti solo rifiuti. Nonostante le mie richieste e quelle di amici di aiutarlo, non vuole aiuti poiché si sentirebbe un peso per altri, soffrendo di una profondissima insicurezza, pensando inoltre di non poter arrivare ad una soluzione essendo fortemente pessimista e credendo che la vita sia solo apparenza, né prende in considerazione l'idea di un aiuto psicologico. A ciò si aggiunge il mio problema, ovvero l'incapacità di lasciar andare questa relazione nonostante mi ferisca, lo spasmodico pensiero di doverlo aiutare e l'ansia che mi assale all'idea di perderlo, fino a provocarmi dolori allo stomaco, al petto e sensazione di svenimento. Soffro di profonda insicurezza estetica, intellettuale e sentimentale per cui pur desiderando da parte mia un rapporto sessuale soffro da tempo di impossibilità nel provare l'orgasmo anche in precedenza con altri partner (credo a causa di una violenza subita proprio durante il primo rapporto con il primo ragazzo e anche successivamente), forte sensi di disgusto nella masturbazione e fortissimi attacchi di panico o dolori di stomaco al pensiero della mia nudità dinnanzi ad altri o in relazione (ricollegandomi al problema di coppia) della perdita di persone a cui voglio bene, siano essi amanti o amici. Tale insicurezza mi ha portato a chiedere al mio ragazzo di starmi accanto e lui si è praticamente visto costretto ad accettare, ciò mi fa sentire fortemente in colpa, fino a farmi sfiorare l'idea del suicidio, idea sfiorata però anche per un suo eventuale allontanamento, ed atto che ho tentato in passato dopo la fine di una relazione per la mia incapacità di reagire e per il mio continuo deludere i miei genitori per la mia incapacità di reagire.
Confido in un'indicazione da parte di voi esperti, per entrambi, poiché le nostre paure stanno corrompendo le nostre "vite".
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
L'unica indicazione sensata che si può dare a distanza è: cerca un aiuto professionale, se non altro per te, se lui non vuole saperne. Le problematiche non solo relazionali, ma individuali che ti riguardano e a cui fai menzione, sembrano renderlo opportuno.

Spesso le difficoltà relazionali non sono altro che nostre questione irrisolte, che la relazione rende solo più evidenti.

Se vuoi possiamo orientarti su come fare a reperire aiuto professionale.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
gli elementi che ha citato in merito alla sua condizione di malessere sono tali da consigliarle di rivolgersi a un nostro collega direttamente.

La sua modalità di stare nella relazione attuale sembra più che altro basata su un suo tentativo disfunzionale di trovare una soluzione alle sue insicurezze e difficoltà, ansie abbandoniche, in una sorta di incastro con un partner problematico secondo quanto riferisce, che sembra renderla dipendente.

Le sue problematiche di insicurezza, ansia, affettive e sessuali, sensi di colpa, che sembrano avere radici antiche, abbisognerebbero di una valutazione di persona e di un conseguente eventuale percorso che la possa aiutare a gestire ed affrontarle in modo efficace e a ritrovare un migliore benessere personale e nelle relazioni affettive.

Per quanto riguarda il suo ragazzo, dare un parere su terze persone senza che ci abbiamo esposto direttamente un loro problema, non è prudente.

Se necessita di ulteriori informazioni restiamo in ascolto.

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
tu descrivi il tuo vissuto come patologico, ripetendo spesso l'espressione "soffro di...", in realtà le tue reazioni sono conseguenti alla violenza subita e credo, mai elaborata all'interno di un percorso terapeutico che ti consentirebbe di identificare i tuo bisogni affettivi e instaurare una relazione priva di una reciproca "presa incarico", come sembra essere quella attuale.
La relazione di coppia non può e non deve sostituire la relazione terapeutica, quindi è importante che non ci siano sovrapposizioni che servirebbero solo a creare ulteriori equivoci, forse ciò che può aiutarvi in questo momento è scrollarvi di dosso la responsabilità del benessere dell'altro ed assumervi esclusivamente la responsabilità di prendersi cura di sé, sarà il tuo ragazzo a scegliere quando e come chiedere aiuto, non servirebbe a molto se lo facesse solo per compiacere la tua aspettativa.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte date fino ad ora, e se sono arrivata a chiedere un aiuto concreto solo dopo circa 3 anni dall'aver riscontrato queste mie ansie ed incapacità, è perché sono consapevole di aver raggiunto un punto di non ritorno. A ciò vorrei però (se è possibile e mi è concesso) un'indicazione per un eventuale consulto dal vero, anche per la difficile situazione che si presenta in famiglia, per cui è impossibile che accettino l'idea di una terapia di questo livello, poichè già in passato il mio medico di famiglia avrebbe voluto sottopormi ad un consulto, e da parte mia c'era il consenso, ma non da parte della mia famiglia per cui la cosa doveva "passare da sé". Non so se esistano strutture in cui siano possibili consulti del genere nella dovuta discrezione e privi di pagamento, è una domanda ed una situazione dovuta alla loro cocciutaggine e chiusura mentale che mi imbarazza molto, ma che mi vedo costretta ad esporre per cercare di risolvere questa situazione che mi logora, tanto più che sto arrivando a perdere notevolmente peso, a svegliarmi con forti dolori allo stomaco e a non riuscire a trovare la giusta concentrazione per i doveri che mi competono.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Sì, se sei già maggiorenne la possibilità c'è, rivolgendoti da sola alla tua Asl e chiedendo di poter fare un primo colloquio psicologico conoscitivo. Pagherai il solo ticket, cioè molto poco, e avrai diritto ad assoluta privacy.

Alternativamente - ma non è la stessa cosa - potresti rivolgerti allo sportello di ascolto psicologico della tua scuola/università se studi ancora, ma in tal caso l'intervento potrà essere solo un sostegno, cioè meno incisivo rispetto a una consulenza o psicoterapia.