Ansia e panico acutissimi: non ce la faccio più...

Salve.

Chi vi scrive è un giovane di 26 anni che sta perdendo la sua vita dietro al panico e all'ansia: vedo scomparire all'orizzonte ogni singola forma di speranza. Sono sano, di buona costituzione, senza patologie di rilievo: sono un tipo maggiormente "sensibile" agli attacchi di ansia e panico. Ne soffro fin da piccolo. Ho scoperto il significato del panico dal 2005 (ne sono guarito con la psicoterapia) e adesso vivo una ricaduta spaventosa. Mi sono nuovamente rivolto al reparto "Psichiatria" della mia ASL (quello della prima volta). Passata la prima visita mi sono sentito dire: "non le assegniamo nessun terapeuta perché deve rivolgersi alla terapeuta che l’ha seguito la prima volta adesso in uno studio privato a pagamento". Contatto la terapeuta e resto senza parole: mi propone visite tre volte alla settimana del costo di 95 Euro l'una! Io non posso permettermi di spendere 1140 Euro in un mese!

E' stata la fine: da quell'istante, il mio cervello ha cominciato a pensare che era davvero la fine, che nessuno potesse aiutarmi, che non ci fosse una via di fuga.

Al momento prendo quattro gocce di Bromazepam a pranzo e quattro a cena, ma da alcuni giorni ho notato che, la sera, non appena prendo le gocce, inizio ad avvertire i sintomi "di un'anestesia", con un sonno talmente potente da non permettermi di tenere gli occhi aperti: una sensazione terribile! Sto male dal primo istante in cui apro gli occhi al mattino all'ultimo istante in cui vado a letto la sera: durante il giorno, ho paura ad uscire di casa, ho ansia, panico, tachicardia, peso sul petto, impossibilità di fare un respiro completo, muscoli addominali tirati, stomaco sottosopra dalla paura. Tra l'altro, ho anche paura di diventare dipendente dal farmaco, e ciò aggiunge ansia all'ansia! Non riesco ad uscire, mi sento agli arresti domiciliari, credetemi!

Mi è rimasta solo un'ultima speranza: il prossimo 20 Agosto dovrei passare una visita in ospedale da una psicologa che ha accettato di aiutarmi nonostante il periodo di ferie, ma questi 10 giorni sembrano eterni! Mi alzo al mattino e mi accorgo che i giorni non passano: il tempo sembra fermo!

Sono qui a chiedervi un aiuto, per capire come affrontare questi 10 giorni ma, soprattutto, come posso fare a star bene, ad uscire di casa senza avere paura. Il mio lavoro posso anche svolgerlo da casa, ma mi toglie molto tempo: con la mia ragazza possiamo vederci una sola volta a settimana. Lei, almeno, mi da la forza, mi dice "di non mollare", mi sta vicino, ma per una serie di circostanze familiari non può "avvicinarsi" a casa mia e, di conseguenza, se vogliamo vederci, devo essere io ad andare da lei!

Piango: passo, ormai, le mie giornate a piangere, per tutto e per tutti. Piango per una parola "di troppo" detta da qualcuno, piango per un film, piango per le minime stupidate. Piango adesso mentre scrivo. E mi sento sempre più distrutto.

Aiutatemi voi perché mi sento, davvero, solo ed abbandonato a me stesso, senza speranze. Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

penso proprio che questo comportamento sia ingiustificabile:

" Passata la prima visita mi sono sentito dire: "non le assegniamo nessun terapeuta perché deve rivolgersi alla terapeuta che l’ha seguito la prima volta adesso in uno studio privato a pagamento".

Se le è stato detto esattamente questo le suggerisco di rivolgersi alla Direzione Sanitaria dell'ospedale per riferire l'accaduto perché non è ammissibile né rifiutare le cure a un paziente, né inviarlo ad un professionista privato.

Ci può dire chi l'ha seguita 7 anni fa?
Era un medico psichiatra o uno psicologo psicoterapeuta?
Che tipo di psicoterapia ha effettuato e per quanto tempo?

Considerato come si sente oggi avrebbe ancora fiducia in chi l'ha seguita tempo fa?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa Massaro: anzitutto grazie per la sua risposta.

Chi mi ha seguito è una "Psicologa specializzata in Orientamento Clinico e Psicodinamico, Disturbi dell'età evolutiva e Sostegno genitoriale" (leggo pari pari dal Web, cercando il suo nome)

Sa, non mi intendo molto di queste cose: so che facevamo dei colloqui della durata variabile (una volta sono entrato alle 9 del mattino e ne sono uscito alle 13!) : i colloqui sono durati dal 19/3/2008 al 6/9/2008.

Mi chiede se, adesso, avrei ancora fiducia: le dirò... Nello stato in cui verso, cioè che non riesco a mettere un dito fuori dalla porta, mi affiderei a qualsiasi persona competente pur di stroncare questo "male oscuro" che mi sta distruggendo la vita, giorno dopo giorno!

Ancora grazie: sentire il parere di un esperto mi rincuora un pochino!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ha quindi effettuato un percorso discontinuo e che non è durato molto: è possibile che quella dottoressa ora non avori più in ospedale, ma questo non giustifica il rifiuto di assegnarle un altro terapeuta e l'indicazione perentoria di recarsi privatamente da lei.

Visto l'intenso disagio che oggi manifesta si può pensare che il lavoro che avete svolto non sia stato sufficiente a risolvere davvero il problema, quindi al di là di tutto vedrei positivamente il fatto che non riprenderà il lavoro con lei e che un'altra collega si sia messa a disposizione per incontrarla.

Oltre al bromazepam, che in quanto ansiolitico è solamente un palliativo, non le è stata proposta una terapia farmacologica?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

fermo restando che io sto leggendo il Suo resoconto e non ho fatto una valutazione diretta come invece ha fatto chi L'ha vista in ospedale, bisogna precisare che per la cura dei disturbi d'ansia NON è pensabile di impostare terapie che prevedano ben tre sedute settimanali, anche perchè per poter trattare l'ansia in genere NON è necessario parlare soltanto, amplificando così i sintomi, ma addestrare il pz. a FARE ciò che non riesce a fare in seguito allo scompenso fobico.
Per questa ragione è indispensabile lasciare tempi, spazi e modi per far sedimentare quanto detto in seduta e il tempo per eseguire le prescrizioni date dal terapeuta tra una seduta e l'altra.

Per i disturbi d'ansia infatti sono maggiormente indicati trattamenti prescrittivi e attivi come ad es. la terapia cognitivo-comportamentale.

Come mai a Suo avviso Le hanno proposto un tipo di terapia che prevede così tante sedute nella stessa settimana? Le è stato spiegato?

Per rispondere alla Sua domanda, d'ansia non si muore e quindi direi che può attendere questi 10 giorni.

Soltanto è mio dovere sottolineare che evitare tutte le situazioni che Le mettono ansia (ad esempio lavorando da casa) non fa altro che rafforzare l'ansia.

Ci pensi.
Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Utente
Utente
No, mi è stato consigliato di continuare con il farmaco in questione ed affidarmi alla terapia, che avrebbe fatto il suo effetto. Onestamente, a dirle la verità, è andata così: anche prendendo quelle poche gocce al giorno, ma affidandomi al percorso terapeutico, sono riuscito a rinascere (la prima volta). Poi, piano piano, ho tolto le gocce ad una ad una e tutto è filato liscio!

Il danno grave che ho, personalmente, subito, riguarda il fatto che ho cominciato a chiedere di guarire da Marzo, e siamo arrivati ad Agosto, un mese in cui nessuno può darti una mano, essendo tutti in ferie! Per fortuna, la sua gentilissima collega si è messa a disposizione per aiutarmi, forse dopo aver capito che sto veramente molto male... Ma questi 10 giorni che mi separano dal ricominciare un percorso mi sembrano infiniti, mi creda!
[#6]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dottoressa Pileci (mi perdoni, leggo solo ora la sua risposta) : mi creda, non ho idea del perché mi sia stato prescritto di effettuare tutte queste sedute. Paradossalmente, mi sento una foglia "in balia del vento": noto, sulla mia persona, una sorta di "scaricabarile medico", quasi fossi una merce di scambio, che non fa altro che farmi stare peggio. Tante parole, si, ma alla fine ci sono qua io, che sto male, e che penso di affidarmi a degli esperti che, alla fine, mi destabilizzano ancora di più!

Grazie per i suoi consigli!
[#7]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Invece io sono perplessa nel leggere di sedute della durata di ore....
Attenda questi 10 giorni: passerà l'idea che certamente può farcela.
Poi senta la Collega con cui ha prenotato il colloquio: spero si troverà bene.
Magari ci faccia sapere come è andata.

Cordiali saluti,
[#8]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Sta quindi attendendo un appuntamento da marzo?
[#9]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottoressa Pileci: era già preventivato che vi facessi sapere come va a finire! ;-) Di certo, mi creda, tutto questo è vergognoso, glielo dico con il cuore in mano...
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dopo
Utente
Utente
Dottoressa Massaro, ecco come sono andate le cose (purtroppo, per questioni di spazio, non ho potuto scrivere tutta la storia perché potevo inserire massimo 3000 caratteri).

Eravamo a Marzo: vado al reparto di "Psicologia", mi dicono di rivolgermi al privato. Vabbé. Mi rivolgo al privato e capisco che "nun se po ffà!". Ma ora viene il bello. La dottoressa in questione mi consiglia, se proprio non ce la faccio, il servizio di "Salute Mentale" gratuitamente offerto dalla mia ASL: bene. Mi rivolgo a detto servizio e, rullo di tamburi, sa cosa mi rispondono? "Siii, le possiamo dare uno psicologo, MA A META' OTTOBRE!"

Dottoressa, seriamente: pensa che io possa attendere da Marzo ad Ottobre?

I giorni, intanto, continuano a passare, e così siamo arrivati ad Agosto e, letteralmente, "ci sono rimasto fregato", perché chiunque contatto mi dice "nooo, sono in ferie"!

Mi dica lei se questo è un atteggiamento corretto!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Per quanto le risorse nel Servizio Pubblico siano spesso insufficienti a mio avviso in particolare il fatto che è stato subito inviato al privato non è regolare: per questo le suggerisco di informare la Direzione Sanitaria.

Mi spiace apprendere quanto le è successo e le auguro che la collega che si è messa a sua disposizione la aiuti a risolvere il problema una volta per tutte, senza che rischi future ricadute.

Se sta così male come ci riferisce le suggerisco di insistere per parlare con un medico psichiatra e chiedere di impostare una terapia farmacologica (in genere per l'ansia acuta e il panico sono prescritti antidepressivi SSRI) che agisca sui sintomi mentre effettua la terapia psicologica.
[#12]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto, davvero: parlare con un professionista mi da un minimo di speranza. L'unica cosa che, al momento, so per certo, dalle poche visite che ho potuto effettuare, è che devo ripartire con un percorso di natura psicologica ("non psichiatrica", a detta di quanto stabilito durante la prima visita che mi ha, poi, spedito a pagamento) e scavare molto molto a fondo.

Mi vergogno un po a dirlo, ma in questi giorni, in preda al malessere, ho cominciato a scrivere, su di un foglio, la lista di tutto quello che, sento, non va: inizialmente era un foglio... Adesso siamo già a quattro! Certo, è fine a se stesso, ma serve anche a me stesso per avere un quadro "più generale" di cosa sta accadendo, nella speranza che questi pesantissimi dieci giorni... Volino via il più in fretta possibile!

Purtroppo, materialmente, è l'unica persona a cui posso rivolgermi perché non si trova, realmente, N E S S U N O che sia disposto ad aiutarti nel mese di Agosto. Mi domando: se uno ha un attacco di panico ad Agosto che fa? Soffre come sto facendo io senza che nessuno gli dia una mano? Capisco il diritto di tutti di andare in ferie, ma capisco anche che ci sono persone, e chissà quante, in questo istante, stanno soffrendo come me, che possono star male proprio ad Agosto. Le si lascia sbattere così?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Quando occorre un intervento d'emergenza questo è sostanzialmente farmacologico ed è erogato dal pronto soccorso, che è sempre aperto, al quale non di rado si rivolgono le persone che hanno per la prima volta un attacco di panico e lo scambiano per altro (in genere per un infarto).

Questo non è il suo caso e il problema è che ha dovuto attendere da marzo ad agosto per essere preso in carico.

Fa bene a scrivere quello che sente: in questo modo sta rendendo produttiva l'attesa e potrà arrivare al colloquio avendo fissato ciò che prova e avendo riflettuto sulla sua situazione.
[#14]
dopo
Utente
Utente
Infatti, noto che dalle mie quattro pagine di appunti, esce, anche per me stesso, una situazione non dico "chiara", ma quantomeno delineata nei suoi tratti principali.

Quanto concerne l'aiuto farmacologico, avendo le gocce in casa, se serve, posso "aiutarmi" da solo, ma confesso che, i primi tempi, sono andato in ospedale con i sintomi di un infarto che era, poi... Panico! :-D

Mi permetta, infine, di ringraziare di vivo cuore, sia Lei che la sua gentilissima collega, per il supporto fornitomi: almeno non sono del tutto solo e ho degli "spunti" su cui riflettere per migliorare questa terribile situazione!

Naturalmente, mi riprometto di farVi sapere come andrà a finire, anche per sentire i vostri pareri in merito! :-)
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

una raccomandazione: Lei scrive "devo ripartire con un percorso di natura psicologica ("non psichiatrica", a detta di quanto stabilito durante la prima visita che mi ha, poi, spedito a pagamento) e scavare molto molto a fondo."

In realtà per trattare i disturbi d'ansia NON è affatto necessario scavare molto a fondo, anzi parlare e parlare, scavare nel passato alla ricerca di cause che potrebbe non riuscire a trovare mai neppure con l'aiuto di un terapeuta, è molto pericoloso perchè può creare danni. Può alimentare la sintomatologia.

"ho cominciato a scrivere, su di un foglio, la lista di tutto quello che, sento, non va..."
Ecco un altro modo geniale per alimentare l'ansia!!

Io Le suggerirei di non fare nulla per il momento e attendere la visita della settimana prossima e, se può, di scegliere nella Sua città uno psicologo psicoterapeuta che sia specializzato in quei tipi di terapia che Le ho già suggerito sopra come ad es. la cognitivo-comportamentale o la sistemica relazionale, perchè per l'ansia è importante NON scavare, ma FARE da subito tutto ciò che può permettere al pz. di imparare a gestire la sintomatologia.

In altre parole il pz. impara come funziona l'ansia, il disturbo e come fare per modulare questa emozione durante le crisi.

Lo psichiatra Le ha dato un'indicazione corretta, perchè il panico e l'ansia possono essere trattati anche senza farmaci, a seconda della situazione.

Cordiali saluti,
[#16]
dopo
Utente
Utente
Beh, mi sono limitato a riportare quanto mi è stato detto all'atto della prima visita, che mi ha poi spedito a pagamento. Insomma: attualmente, spero davvero che questi giorni volino per cominciare, seriamente, a capire come "spezzare" il circolo vizioso che porta all'ansia e poterla gestire!
Vede, immagino l'ansia, almeno per come si presenta sul mio fisico, come una sorta di "loop" infinito, che si ripete ciclicamente, come in una sorta di "domino" che, in maniera crescente, porta all'attacco di panico.

Ecco, vorrei capire come spezzare questo "circolo", ed è per questo che ripongo le mie speranze nella visita di cui sopra!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ecco, vorrei capire come spezzare questo "circolo", ed è per questo che ripongo le mie speranze nella visita di cui sopra!"

Lo imparerà con la psicoterapia.
Adesso spenga però il pc, perchè questa attenzione ai sintomi e a tutta la situazione, anche se a Lei potrebbe non sembrare, non fa altro che alimentare l'ansia.

Poi chiaramente l'ansioso presta più attenzione rispetto chi non è ansioso a tutte le attivazioni somatiche fisiologiche. Ecco perchè tutto è vissuto come molto amplificato.

Ad ogni modo attendiamo la visita.

Sempre cordiali saluti,
[#18]
dopo
Utente
Utente
Un abbraccio, grazie! Ci aggiorniamo!
[#19]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno! Come vi avevo promesso, sono qui ad aggiornarvi su cosa è accaduto oggi.

Come previsto, mi sono recato presso la psicologa di cui vi ho parlato: purtroppo, la sfortuna continua ad assistermi. Non uso mezze parole: è stata un'esperienza shockante e, a tratti, ho provato vergogna non solo per me stesso, ma anche per la persona che avevo davanti, che ha distrutto, in circa dieci minuti, tutte le regole basilari di deontologia e buon senso.

Anzitutto, mi ha fatto entrare nella stanza insieme a mio padre, e fino a qua non ci sarebbe nulla di strano: il problema è che si è, costantemente, rivolta a mio padre, addirittura per chiedere le mie generalità! Ma la psicoterapia dovevo farla io o mio padre?

Dopodiché, credetemi, ha cominciato ad usare un tono ed un atteggiamento aggressivo che mi ha subito indisposto: era quasi infastidita da quello che gli stavo dicendo, perché LEI ha studiato LEI dice cose giuste.

Gli ho spiegato che la mia dottoressa mi ha scritto 45 gocce al giorno, ma mi causavano grossa stanchezza e che, quindi, sono passato a 4 al mattino e 4 la sera. Ho fatto presente sempre alla mia dottoressa che quattro gocce al mattino e quattro la sera mi davano una sonnolenza assurda, in quanto non riuscivo a tenere neppure gli occhi aperti, quasi come se mi avessero fatto un'anestesia! Ho, finalmente, trovato il giusto equilibrio in tre gocce e tre gocce. Non glielo avessi mai detto! Ha cominciato a prendermi per esagerato, non credendo ad una parola di quanto gli stavo dicendo, perché "è assurdo che quattro gocce diano tutta questa sonnolenza". In poche parole, mi ha preso per bugiardo.

Per finire, ha fatto parlare solo mio padre, quasi come se fossi invisibile: mi ha dato un appuntamento il prossimo 28 di Agosto, ma non credo mi presenterò. Non posso iniziare una terapia con una persona che mi aggredisce in questo modo (e, a scanso di non sembrare un folle o un bugiardo, per fortuna ho dei testimoni essendo mio padre presente!). Ha sbagliato tutto dal principio. Bocciata.

Credetemi: non so più che cosa devo fare. La Sanità Pubblica non sembra più contemplare, nella mia città, degli psicologi: ho provato a ricontattare il reparto di Psichiatria e mi è stato detto che "gli psicologi che c'erano un tempo, tra cui la dottoressa che mi ha curato la prima volta, erano dei tirocinanti. Adesso ci sono soltanto psichiatri. Se voglio andare da uno psicologo, devo rivolgermi ad un privato". Peccato che non ho il becco di un quattrino e i miei genitori siano senza un lavoro.

Ditemelo voi: un giovane che, come me, si ritrova in questa situazione, cosa deve fare per essere aiutato se non ha soldi? Ditemi voi: devo morire per far capire che sto male e mi serve aiuto? Credetemi: mi sento triste e senza più speranze, giorno dopo giorno. Il panico e l'ansia mi stanno distruggendo: non solo non riesco più ad uscire di casa, ma mi sto accorgendo che nessuno mi può aiutare, specie perché non posso rivolgermi ad un privato.

C'è abbastanza per piangere e non smettere più... La cosa che mi inquieta e mi fa stare peggio, ogni giorno che passa, è che sembra non esserci una soluzione! Ma dico, cavolo: se uno ha bisogno di uno psicologo ma non può andare da un privato perché è senza soldi, che fa? So che questo non è il luogo adatto per questo tipo di polemiche, ma è anche giusto raccontare come sono andate le cose. Credo sia assurdo che la Sanità Pubblica della mia città non riesca a prevedere degli psicologi per una psicoterapia agevolando chi, come me, e sicuramente tanti altri, sta male ma non ha migliaia di Euro da spendere da un privato!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

innanzitutto ben ritrovato, anche se avrei preferito ricevere altre notizie da parte Sua... :-(

Come mai Lei ha permesso a Suo papà di entrare nella stanza del colloquio? E' vero che, trattandosi di un primo colloquio e comunque non facendo parte del lavoro prettamente psicologico ascoltare anche le altre campane per comprendere la situazione, anch'io avrei optato per un colloquio solo con il diretto interessato, ma il pz. ha tutto il diritto di farlo presente...

In ogni caso, dal momento che mi pare l'unica opportunità nella Sua città, non se la sente di tornare il 28 agosto e far presente tutto ciò alla psicologa? So che Le chiedo un grande sforzo, ma d'altra parte è il momento di spostare il tiro se ritiene che la Collega non abbia agito con assertività, ma piuttosto con aggressività.

In genere i pz. devono dirlo al curante, in maniera tale che la relazione terapeutica possa cominciare a funzionare.
Certo, la prima impressione non è stata delle migliori, ma le garantisco che a volte i pz. si lasciano influenzare moltissimo dalle prime impressioni...

In ogni caso, che tipo di accordi avete preso?
Di fare una consultazione psicologica? Una terapia? altro?

In seconda battuta, può provare a contattare alcuni psicologi della Sua zona e a chiedere il costo delle sedute.

Saluti,
[#21]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa Pileci e ben ritrovata anche a lei!

Siamo stati invitati ad entrare entrambi nella stanza dalla stessa dottoressa: non c'era nulla di male fin qui, ma non ho potuto sopportare il fatto che si sia rivolta esclusivamente a mio padre e non a me, quasi fossi invisibile! Addirittura ha chiesto a mio padre persino le mie generalità, si figuri!

Al momento mi ha chiesto di rivolgermi al medico curante e farmi fare una ricetta con "Richiesta di Colloquio Psicologico - Clinico", ma mi ha sottolineato che "difficilmente potrà seguirmi settimana dopo settimana perché ha molti impegni di natura ospedaliera e lavorativa e potrebbe non riuscire a seguirmi settimanalmente". Anche questo: che senso può avere iniziare una terapia con date totalmente sballate "una volta ogni tanto"?

Quanto concerne gli psicologi della mia zona, ho fatto un giro e, purtroppo, ci sono prezzi esorbitanti che, come minimo, si attestano sulle 70/80 Euro a volta. Purtroppo, mi creda, è una spesa che non riesco ad affrontare, visto il periodo che è.

Mi crede se le dico che sto perdendo tutte le speranze?
[#22]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Invece fa male a scoraggiarsi e Le spiego il perchè.

Non sappiamo se quel primo colloquio (secondo prassi) fosse solo il primo step per raccogliere i dati del pz...

Ad es. negli ospedali in cui ho lavorato io funziona in questo modo:

in una sede si faceva il primo colloquio di solo mezz'ora per la raccolta dei dati e poi il pz poteva essere assegnato ad altro professionista e non a chi aveva fatto il primo colloquio di accoglienza;

nell'altra sede il primo step per la raccolta dei dati veniva fatto addirittura per telefono e cambio poi del professionista...

Perchè Le dico questo? Perchè in effetti capisco che per un pz. che arriva carico di aspettative (essere ascoltato e capito, curato e avere uno spazio tutto suo, ecc...) la raccolta dei dati e l'apertura di una cartella clinica (che -mi creda- è pesante e noiosa anche per noi!) e tutta la modulistica (privacy, ecc...) può non corrispondere a ciò di cui si ha bisogno...

E' spesso frustrante anche per noi, ma non possiamo esimerci da tutta questa burocrazia :-)

Per quanto riguarda il resto, cioè la continuità delle cure, aspettiamo di avere una valutazione chiara: chi Le dice che avrà bisogno di lunghissime cure? Chi Le dice che certamente accadrà ciò che la psicologa Le ha detto?
Non vale la pena provare, prima di fascirsi la testa...? ;-)
Ovviamente condividendo con la Collega come si è trovato e cosa ha pensato...
Che ne dice?
[#23]
dopo
Utente
Utente
Effettivamente non ha tutti i torti anche se, con onestà, oggi non è stato raccolto nessun mio dato. Giusto nome, cognome e data di nascita da scrivere su una ricetta bianca che è stata bollata con il timbro dell'ospedale. Questa ricetta è stata, poi, portata al medico di base che ha provveduto ad effettuare una ricetta con la richiesta del colloquio. Ricetta che, al prossimo colloquio, dovrà essere timbrata.

Ha ragione quando parla delle aspettative: le mie giornate sono lunghe ed infinite, e fino ad ora avevo un obiettivo, una speranza... Ma ora? Posso giusto "aggrapparmi" a quel "minimo" relativo al colloquio della prossima settimana... Ma poi? Se questi colloqui andrebbero a svolgersi una volta "ogni morte di Papa", come solesi dire? Se continuasse l'atteggiamento di chiusura da parte della terapeuta?

Di certo sarà d'uopo chiarire, da subito, il comportamento a mio avviso "scorretto" di stamani. Per il resto, possiamo provare, anche perché, mi creda, davvero, ormai, non ho nulla da perderci, anche perché peggio di così è difficile... Ma m'inquieta la prospettiva di una "non alternativa" nel caso qualcosa andasse storto!
[#24]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" Se continuasse l'atteggiamento di chiusura da parte della terapeuta?"

Dai, adesso Lei se le cerca pure;-) ?
Tutte queste preoccupazioni potrebbero fare parte del disturbo.
Ci vada sereno dalla psicologa, giusto dicendo che aveva altre aspettative e vediamo che succede...

Più facile e... meno ansiogeno, giusto?
[#25]
dopo
Utente
Utente
Va bene, ci proverò. A questo punto non resta che attendere e vediamo cosa ne esce! :-)
[#26]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Esatto, aspettiamo il colloquio della settimana prossima e non lo veda come l'ultima spiaggia, talvolta le prime impressioni per quanto importanti possono sempre trarci in inganno.

Mi faccia sapere dopo il 28!
Saluti,
[#27]
dopo
Utente
Utente
Non mancherò. Grazie tante!
[#28]
dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio.
Riapro questo thread per raccontarvi come vanno le cose: forse, "MedicItalia.it" era davvero nel mio destino.

Sei giorni dopo l'ultima risposta qui sopra, ho trovato uno Psicologo e Psicoterapeuta qui vicino davvero molto bravo, che ha preso a cuore la mia situazione e mi sta aiutando moltissimo, anche economicamente, venendomi incontro sotto quest'importantissimo aspetto... Con mia somma sorpresa ho scoperto essere presente proprio qui, su MedicItalia!

Certo, si tratta di un percorso non facile ma sta, piano piano, aiutandomi a comprendere la "vera strada" per affrontare paure, ansia, panico: questo mi spinge ad urlare a tutti coloro che stanno leggendo, e magari soffrono per l'ansia o il panico, di NON PERDERE TEMPO ed affidarsi con fiducia ad un terapeuta. Davvero la vita può cambiare!

Ripeto, non è facile, e tra poco sarà un mese dall'inizio della terapia, il 26 Agosto scorso, ma chi mi sta intorno comincia a dirmi che "mi vede diverso", e anch'io ho ricominciato a far cose che non facevo più, come restare fuori il sabato sera, cosciente del fatto che, come voi stesso mi avete detto e ripetuto più volte, e come il mio terapeuta mi ripete spesso, con il panico NON SI MUORE! E poi, ho la certezza matematica di non essere solo, e male che vada... Lui c'è e può darmi una mano!

Naturalmente, per la policy del portale non posso fare nomi e cognomi, ma sono davvero soddisfatto, e speriamo di uscirne presto fuori... Piano piano, ma la speranza c'è!

Grazie a tutti voi! :-)
Ansia

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