Chiudere i rapporti con la famiglia di origine

Non so da dove cominciare... A inizio luglio un amico di mia madre mi chiama dicendo che mia madre ha un aneurisma al cervello. Inizio subito ad attivarmi, fisso un appuntamento con un famoso neurochirurgo, pago io la visita pensando che mia madre non avesse i soldi necessari. La operano di urgenza e va tutto bene, ma il giorno dopo ha un ischemia, pochi giorni dopo un edema maligno e riescono a salvarla solo con una craniotomia. In tutto questo nessuno mi e' stato vicino, nessun parente. Solo i miei amici e il mio compagno, per fortuna che esistono. Nessuno mi ha aiutato e mi sta aiutando. Ho una sorella che sapeva dell'esistenza di questo aneurisma da ben 8 mesi. E ne' ha fatto niente, ne' mi ha detto qualcosa. Ora mia madre e' in condizioni di miglioramento, ma per me sta diventando durissimo fare tutto da sola. Parlando con mio padre ieri, gli ho detto che mia sorella non mi ha aiutata. La sua scusa e' sempre stata questa: devo controllare zia, una nostra parente di ben 92 anni che fisicamente sta abbastanza bene. Ieri l'hanno ricoverata per disidratazione e mia sorella ha ammesso di non essere mai andata a trovarla, ne di aver controllato se mangiava etc... Mi sono sfogata con mio padre di questa cosa, e lui mi ha risposto che non vuole entrarci in mezzo, ha bestemmiato, mi ha detto che odia mia madre e che nemmeno per stare vicino a me sarebbe venuto il giorno degli interventi al cervello, che devo vergognarmi perche ho 32 anni e economicamente mi aiuta lui (ho perso il lavoro l anno scorso e lui si e' offerto spontaneamente di aiutarmi). Vi ho scritto perche voglio distaccarmi, voglio chiudere ogni rapporto con questa persona che mi ha lasciata completamente sola, quanfo io per lui ci sono sempre stata. Sto male e vorrei capire come posso fare per pensarci il meno possibile. Vedo mia madre ogni giorno, con una parte dell osso della testa in meno, la curo solo io e la gente si permette pure di bestemmiarmi in faccia. Grazie a tutti per i consigli che vorrete darmi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
comprendo la difficoltà della situazione e il carico pesante nell'occuparsi della mamma colpita duramente nella salute, il suo sentirsi sola di fronte all'atteggiamento di suo padre e anche di sua sorella che sembrerebbe derivare da problematiche precedenti nella vostra famiglia (la separazione ecc. come ci diceva in un precedente consulto).

Probabilmente le difficoltà familiari e tra i suoi genitori, di vecchia data, non si sono mai risolte e comportamenti di maggiore supporto, seppure in questo difficile momento, forse non sono possibili, essendo forse rancori, disagi, relazioni disfunzionali, cementati nel tempo.

Purtroppo i genitori non si possono cambiare, possiamo provare ad accettarli per come sono, pensando che ciò che sono e fanno sono frutto del dipanarsi della loro storia di vita.
Ciò che però è importante è maturare quella sana distanza emotiva che può consentire ad una persona adulta come lei, di vivere e costruire la vita con maggiore serenità, gestendo anche i rapporti con i suoi familiari in modo migliore e meno sofferente.

Un nostro collega in presenza la potrebbe aiutare in questo, tra l'altro ci farebbe piacere sapere se si è attivata in merito ai suggerimenti avuti nel suo consulto precedente.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile signora,
mi unisco al consiglio dato dalla collega.
Il carico emotivo, fisico e globale che una situazione come la sua comporta richiede la possibilità non solo di un supporto professionale, ma magari anche e ancor più la possibilità di un percorso psicoterapeutico.

Comprendo che in questo momento di enorme stress, oberata dai doveri e dalla situazione dolorosa, sia difficile pensare di poter trovare le energie e risorse per iniziare un simile iter, ma è importantissimo che, malgrado tutto, malgrado tutto questo, Lei non perda di vista se stessa e le proprie necessità.

Ho letto di una realtà già molto complessa, in passato, quindi capisco bene che questa ulteriore situazione sia oggettivamente sfiancante.
Mi è capitato in passato di occuparmi dei "caregiver", ossia di chi assiste un familiare gravemente malato; è una situazione di stress cronico che - aggiunta al resto, nel suo caso - è importante non resti nell'ombra.
Per quanto le sue giornate siano ora caotiche, e la storia familiare infelice e non facilmente modificabile (storia di cui Lei tratta lungamente, ma che credo in questo momento sia fonte di ulteriore sfinimento, e il rimuginarvi una pena in più), La consiglio, appena sarà fattibile, di ritagliarsi uno spazio di "guarigione suo", appunto quel percorso, consentendoSi in più di "appoggiarsi", "affidarsi", a quelle poche persone preziose su cui può contare.

Le faccio tanti cari auguri per la salute di Sua madre e per il Vostro benessere.

dr.ssa Alessia Ghisi Migliari

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dopo
Utente
Utente
Grazie a entrambi gli psicoterapeuti, in modo particolare alla dr.ssa Ghisi Migliari. Sono attualmente paziente di uno psicoterapeuta, a mio modo di vedere molto valido, ma e' in ferie. Il prossimo appuntamento e' fissato per il 2 settembre. Seguendo appunto i suggerimenti dei colleghi nell'altra richiesta, mi sono attivata. Ma ora sta succedendo tutto troppo in fretta... Da un giorno a un altro ho parenti che mi chiamano inferociti, mio padre e mia sorella inesistenti, e il mio psicoterapeuta in ferie. Per questo mi sono permessa di scrivervi, per avere un aiuto piu veloce e immediato. Sono conscia perfettamente dei problemi pregressi della mia famiglia. I miei genitori sono divoriziati fra di loro, ma non con me. Ho smpre io da sola assistito mio padre per ben duevolte in ospedale, sono sempre stata presente nei suoi momenti di difficolta anche emotiva. Mi aspettavo altri modi nei miei confronti. Almeno da lui. Essermi piu vicino. Lo chiamavo mentre ero disperata, sperando che mia madre morisse piuttosto che vederla diventare un vegetale. Avrei voluto lui vicino a me. Un intervento di 24 ore e un altro di 7 ore passati da sola fuori in sala d'attesa. Ho ragionato molto e letto altrettanto su cosa puo' succedere se si decide di chiudere col proprio padre. Ne soffro molto, moltissimo. Ma non posso piu permettere a nessuna persona al mondo, nemmeno a mio padre, di non occuparsi minimamente di me, dei miei sentimenti e lasciare che mi bestemmi in faccia, mi alzi la voce e mi urli contro mentre io resto calma. Per fortuna e quasi miracolosamente, non ho i problemi di rabbia dei miei genitori. Sto imparando a gestire i momenti di aggressivita e di non controllo delle emozioni e delle pulsioni. adesso penso, magari egoisticamente, che persone come mio padre e mia sorella siano dannosi per il mio miglioramento. Sto iniziando a provare grande rabbia, e dopo circa tre mesi di mancanza di episodi di DCA, sento in modo molto forte la voglia, quadi il comando di abbuffatmi. Non voglio che mi rovinino ancora la vita. Saro tacciata di essere una cattiva figlia, ne soffriro molto, ma non credo sia giusto che altre persone mi facciano del male. Dopo tutto quello che mi e' successo sto cercando di uscirne appunto con l aiuto del mio psicoterapeuta. Non penso sia giusto avere questi parenti dannosi a fianco ma in questo periodo mi sento tanto confusa e per questo ho scritto a voi,per avere dei consigli professionali. Stavolta ho davvero paura di impazzire. Sono troppe, troppe cose insieme. Ancora grazie a tutti voi per la vostra attenzione.
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