Depressione post abbandono

Buonasera a tutti,
vi scrivo per avere un consulto in merito ad un periodo molto difficile della mia vita.
Sono stata lasciata dal mio compagno dopo 7 anni di relazione e 4 mesi di convivenza, per un'altra. Ho quasi 27 anni e, pur essendo consapevole di essere giovane e di avere molte possibilità davanti, questa delusione (risalente a circa 4 mesi fa) è stata molto grande perchè si è trattato del mio primo grande amore.
Sono in piena fase depressiva, sono consapevole di soffrire di una forte dipendenza emotiva e di scarsa autostima, ma la sofferenza è ogni giorno molto grande, specialmente adesso, a distanza di mesi, in cui la sua assenza nelle piccole e grandi cose di ogni giorno si fa sentire.
Sono la prima ad ammettere che, forse, ancor più di lui, è la vita che facevo con lui a mancarmi particolarmente. Il sentirmi amata e protetta, e sapere di non avere più questa protezione, mi fanno ricadere nello sconforto. Le ferie e i week end sono tremendi, passo le giornate a piangere, senza alcuna voglia di reagire o di andare avanti. Anche i miei interessi sono completamente spariti.
Non ho consultato ancora nessuno specialista, ma sento che forse avrei bisogno di un aiuto, anche contro l'ansia che mi assale ogni singolo giorno.
Cosa mi consigliate di fare?
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
da quanto racconta, essendo già trascorsi alcuni mesi, probabilmente sarebbe opportuno che cercasse un aiuto specialistico che le consenta di superare le attuali difficoltà, ritornando a guardare al futuro e "lasciando andare" ciò che oramai non c'è più. Non si tratta di cancellare il passato, ma di riuscire a vederlo da una prospettiva differente, meno dolorosa di ora, e cercare dentro di sé le risorse per andare oltre.

Lei è restata nella casa in cui avevate convissuto per alcuni mesi o si è trasferita altrove?
Quali erano gli interessi che aveva e che ora sono spariti?
Ha un lavoro? Delle amicizie?


Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Si, sono rimasta nella casa che avevamo scelto insieme e il fatto che ancora non sia riuscita a superare la cosa è anche dovuto alle numerose volte che abbiamo dovuto vederci per risolvere i problemi burocratici legati ai contratti di intestazione di questa casa: iter concluso la scorsa settimana.
Ho un lavoro che mi occupa tutto il giorno e delle amicizie, anche comuni, che mi sono rimaste vicino. Purtroppo abito in una piccola cittadina dove è impossibile non incontrarsi e dove è impossibile non sapere ciascuno della vita dell'altro.
I miei interessi erano molto vari: dalla fotografia all'arte, dal cinema ai concerti. Tutte cose che ancora mi interessano ma non seguo pi con entusiasmo perchè sono troppo concentrata sul mio problema.

Purtroppo la convivenza, anche se di pochi mesi, mi ha completamente buttata a terra: quei 4 mesi sono stati i più favolosi della mia vita grazie allo stile di vita che facevamo e ai progetti che vedevo a poco a poco concretizzarsi. Sapere che per lui sono invece stati i mesi decisivi per prendere la decisione di lasciarmi, purtroppo, mi fa stare male.
Come le ho detto, infatti, la vita che facevamo, le mie abitudini, le mie certezze e i progetti che avevo per noi e per il nostro futuro sono, ne sono ormai certa, la cosa che più mi manca oltre al fatto che soffro perchè lui, ora, è con un'altra persona.
So anche che i miei pensieri nevrotici di questo periodo possono essere rapportati a quelli di una vera e propria nevrosi infantile, l'ho letto un pò ovunque. Ma mi sento molto sola anche quando sono in mezzo alle persone e, sebbene non abbia mai rinunciato ad uscire anche in questi mesi, quando mi ritrovo da sola a casa inizia lo scoforto più totale.
Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Ragazza,
la sua richiesta di consulenza contiene tanto dolore e sconforto; aggiungo qualche nota alle preziose risposte della Collega dott Scalco.


Da quanto leggo di lei, più che una separazione, sembra trattarsi di una "lacerazione", con tratti di dipendenza affettiva.

La ricostruzione di sé, delle sue parti interne portate via dal rapporto, dei suoi spazi, interessi e dimensione relazionale, è possibile, ma complessa e dolorosa...........e necessita di tempo e di aiuti specialistici .

Se la sintomatologia depressiva dovesse persistere forse sarebbe utile contattare qualche nostro Collega a lei vicino

Le allego qualche lettura, sulla fine di un amore, sulla dipendenza affettiva e sul superamento del tradimento....sono i tre punti salienti della sua richiesta di consulenza




http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2175-quando-finisce-un-amore.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2251-come-superare-un-tradimento.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"So anche che i miei pensieri nevrotici di questo periodo possono essere rapportati a quelli di una vera e propria nevrosi infantile, l'ho letto un pò ovunque."

Gentile Utente,

le separazioni, soprattutto con queste modalità, non fanno bene a nessuno perchè gli esseri umani non sono progettati per le separazioni, anche se abbiamo molte risorse per farvi fronte.

A mio avviso il punto non è tanto se Lei sia vicino o meno a una nevrosi infantile (e lasciamo perdere le autodiagnosi su internet! ^__^), quanto piuttosto la necessità di attraversare questa inevitabile fase per poi poter stare bene.

Contattare un professionista come uno psicologo potrebbe aiutarLa a capire aspetti di sè che stanno ancora oggi provocando tale sofferenze e che forse non sono legati alla fine della storia, ma ad aspetti più Suoi, come l'autostima e l'amabilità personale.

Spesso la crisi di coppia è solo il pretesto per guardare aspetti nostri che possono essere critici e dolorosi, ma che non per questa ragione sono ciò che hanno determinato la rottura.

Ci faccia sapere in futuro, se crede.
Buona giornata,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica