Ansia e senso di vuoto e solitudine

Buongiorno, ho 40 anni. Sono figlia unica con genitori piuttosto giovani.
Ho avuto una infanzia piuttosto complicata perchè i miei - che pure ora stanno bene - sono stati sempre piuttosto inquieti sentimentalmente (erano molto giovani) e hanno condotto una vita non proprio regolare (tradimenti, presenza in casa di terze persone, ecc). Sono una ragazza piuttosto piacevole e ho sempre avuto relazioni sentimentali, tranne per brevi periodo. Sono stata innamorata di un uomo già impegnato; poi ho conosciuto il compagno con cui sono stata per 15 anni (10 circa di convivenza). L'ho amato molto, ma soprattutto la nostra relazione si è basata su una forte condivisione di ideali e di modi di vita. Nel tempo, la passione si è affievolita molto e soprattutto negli ultimi anni il mio lui ha iniziato a rifiutarmi, a non riuscire a fare sesso con me. Non accadeva sempre, ma accadeva e questo in me ha provocato una serie di difficoltà. Anche perchè per me si tratta di un aspetto importante. Lui in particolare, non ha mai voluto rivolgersi ad un medico di qualsiasi tipo, dicendo che è normale dopo i 40 anni..
A ciò si sono accompagnati altri problemi:
- vivevamo in una casa vicina a quella dei miei genitori che con la scusa di aiutarmi nei lavori se ne sono praticamente appropriati, violando in continuazione la privacy; ho provato a proporre a lui di andarcene (la casa era dei miei), ma lui per comodità non ha mai voluto;
- legame con i genitori e con la mamma in particolare, che poi è morta e che lo considerava quasi come il suo compagno di vita.
Io mi sono così innamorata di un altro, un uomo sposato, con cui la cosa è iniziata per caso, per le mie difficoltà a sentirmi una donna pienamente realizzata. Nonostante i miei tentativi di recuperare con il mio fidanzato ufficiale, non ce l'ho fatta. Ho persino provato a fare una vacanza con lui, ma lui anche li non mi ha mai cercata, dicendo che io non sono una donna sensuale (per lui, direi!). E' stato molto doloroso e al ritorno ho deciso di separarmi e ho anche cambiato casa per cercare la giusta distanza dai miei.
E' passato più di un anno; nella mia casa e nel quartiere che ho scelto sto bene, ma spesso mi sveglio con ansia e una paura incontenibile della solitudine. Non riesco a stare sola, anche se ho amici e amiche e faccio più cose di prima - anche di volontariato - ma ho paura di avere buttato via tutto e di non riuscire più a costruire nulla per il futuro. Spesso mi sveglio con sapore amaro in bocca ed una profonda angoscia. Mi sento sola al mondo. Spesso mi proietto avanti negli anni e penso che sarò sola e senza nessuno, quando mancheranno i miei. E mi viene un potente buco allo stomaco. A volte ho la tentazione di tornare indietro e di rimettermi con il mio compagno, ma ho paura di fallire ancora e poi non riesco a non fare confronti con l'uomo per cui l'avevo lasciato.
Sono seguita da uno psicoterapeuta, ma non sempre riesco ad esprimere tutto il mio disagio perchè sono una persona molto attiva
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

penso che le amicizie e le tante attività che lei svolge non possano sostituire se non in parte la dimensione di coppia che in questo momento è assente dalla sua vita.

Se non è ancora venuta a capo dei problemi che si erano creati con il suo ex compagno, identificandoli del tutto chiaramente e lavorando per disinnescarne le cause, penso sia comprensibile che non riesca a vedere altre alternative per il suo futuro che non siano la solitudine o un ritorno a una relazione ormai finita e ancora irrisolta.

Di cosa non riesce a parlare con il suo terapeuta?
Che tipo di psicoterapia sta facendo?
Da quanto tempo?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta.
Sono stata in analisi per circa 1 anno con una psicoterapeuta Lacaniana, ma ho dovuto ad un certo punto lasciare per i costi troppo elevati. Poi ora sono seguita (da almeno 7 mesi) da un terapeuta con approccio gruppoanalitico. E non mi trovo affatto male. Solo che non riesco a fare comprendere come mi sento vuota e impaurita in alcuni momenti.
Secondo lui è normale perchè in fondo ho cambiato casa (e città), ho un lavoro di responsabilità nel quale metto molte energie, ho una situazione amicale in evoluzione (questa positivamente), ma una situazione sentimentale complicata.
Amo un uomo, con il quale sto benissimo e con il quale ho una profonda intesa fisica. Finalmente riesco ad essere me stessa e vivo questa cosa con una allegria meravigliosa. Quando sto tra le sue braccia sono completa, sono a posto e sembra che tutto si metta a posto...
Ma ovviamente non è solo per me, anche se passa tutto il tempo possibile con me, dorme da me spesso, ecc. Siamo stati anche in vacanza insieme, e stiamo meravigliosamente...
Alla fine nell'altra relazione avevo presenza, tenerezza, ma 0 passione e soprattutto una difficoltà ad accettare la mia carriera lavorativa che forse poi aveva ricaduta sulla parte sessuale.
E per me questo e il fatto che lui non ne abbia parlato con nessuno è stato un grande dolore. Anzi alla fine della storia ha addossato a me, facendomi sentire rifiutata in tutto quello che amo di più. Ma mi manca come eravamo all'inizio; mi colpevolizzo e penso che forse se io mi fossi impegnata di più nel preservare la relazione non saremmo arrivati a questo punto.
Mi manca l'idea di arrivare a casa e trovare qualcunio con cui parlare in intimità e armonia. Ma soprattutto temo che sarà così per sempre.

grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Al momento quindi ha ancora una relazione con l'uomo già impegnato, ma questo non le impedisce di sentirsi sola e di immaginarsi disperatamente sola in futuro.
Ci sono motivi oggettivi per i quali lui non può legarsi ufficialmente a lei lasciando la moglie?

Riguardo alla terapia attuale, si tratta di una terapia di gruppo?
Non ho capito cosa non sente di condividere con il terapeuta (e/o con il gruppo), dalle sue parole mi sembra che più che altro non la stia convincendo il tipo di risposta che ottiene.
E' così?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Si, è una relazione molto piena ma manca la dimensione di una condivisione quotidiana. E per me questo è fonte di sofferenza.
Lui ha superato i 50 anni, ma ha una figlia adolescente.
Con me si sta impegnando molto e sta anche seguendo un percorso di analisi che lo aiuti a capire perchè tenda a chiudersi e a non fare determinate scelte.
La mia è una terapia individuale. Non è che non sia soddisfatta dalle risposte; sono io che forse non vado abbastanza in profondità e - a mia volta - non riesco a prendere delle decisioni.
Soprattutto fatico a stare da sola e questa mia fatica mi porta - secondo me - a non godere delle cose belle che magari comunque ci sono e a teneremi legata anche a situazioni che non mi corrispondono più molto, come forse nel caso del mio ex-compagno.
Quest'ultimo apparentemente è ancora innamorato di me, ma quando ci vediamo è faticosissimo, anche da parte sua, come se si fosse rotto qualcosa e non avessimo il coraggio di dircelo fino in fondo,

grazie
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"La mia è una terapia individuale. Non è che non sia soddisfatta dalle risposte; sono io che forse non vado abbastanza in profondità e - a mia volta - non riesco a prendere delle decisioni."

E' importante che ne parli con chi la segue: se ha sentito il bisogno di consultare altri psicologi scrivendo a questo sito significa che qualcosa non va e non è consigliabile nè ha senso che lei continui la sua terapia senza prima aver risolto quello che non sta funzionando con il terapeuta.
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