Provare piacere nel mostrarsi nudo in webcam anche davanti ad altri uomini

Gentili dottori,

è da tempo che, di tanto in tanto, entro nelle videochat dove posso incontrare casualmente altre persone per il cosiddetto "sesso virtuale". Inizialmente cercavo donne, ma non trovandele lì, ho iniziato a prendere gusto nel farmi vedere nudo anche da uomini. Non mostro mai il volto, e se vedo l'altro che si masturba guardandomi, mi da un po' fastidio. Ma se l'altro guarda e basta, non ho più problemi nel masturbarmi e farmi vedere. E' una cosa che in realtà trovo eccitante, ma non mi sembre normale che io, ritenendomi da sempre etero, potessi arrivare a fare. Quando sono eccitato, penso di stare con donne e mai con uomini, ma sulla chat mi è indifferente. nella vita reale non lo farei con altri uomini, ma se si limitano a guardarmi in chat, allora ok.

Volevo chiedere il vostro parere perché per un po' mi sono anche "preoccupato" che fosse relativo ad una certa omosessualità, mentre io ho pensato fino ad ora che per me si tratta di semplice divertimento, di un modo più piccante di praticare la masturbazione, ma recentemente, su una chat, mi sono imbattuto in un uomo che si è qualificato come psicologo. Non so se era davvero psicologo o meno, ma ho voluto parlargli di questo trovare eccitante il mostrarmi in webcam, anche se sono uomini a guardare, e vorrei un vostro parere su quello che ha detto perchè lo ho trovato un ragionamento un po' dubbio.

In pratica ha iniziato a dire che se provo piacere nel mostrarmi nudo in webcam, è perché dovrei indagare meglio su qualcosa che non va dentro di me e, per farla breve, dovrei accettare serenamente il fatto che effettivamente non sono completamente etero altrimenti non mi sarei mostrato su internet ad altri uomini.
Ho spiegato che comunque la mia situazione è un po' particolare, perché io sono single e, nonostante la mia età, sono ancora vergine anche se non ho problemi a parlare di sesso.
Nonostante il fatto che normalmente non ho fantasie con altri uomini, ha insistito sul fatto che sarebbe necessario accettare la propria sessualità per quello che è, senza problemi (alludendo ad una sorta di omosessualità non accettata e tenuta segregata).

Sinceramente non concordo con questo psicologo e ho avuto seri dubbi sulla sua professionalità quando mi ha raccontato di aver lavorato in una scuola in cui vedeva ragazzini toccarsi l'uno con l'altro, e lui fece finta di non vedere ma in realtà stava "analizzando" la situazione. Alla fine ha detto che questo ragazzo ha parlato con lui e ha accettato felicemente la sua omosessualità.
Io non so che scuole frequenta ma quest'ultimo racconto l'ho trovato un po' equivoco e ho troncato la chat.

Detto questo, vorrei ascoltare il parere da parte di psicologi veri, come voi, per delucidare questa situazione che comunque mi ha messo degli spiacevoli grilli per la testa.

Vi ringrazio anticipatamente e resto in attesa di gentili risposte.
Saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

più che di omosessualità direi che si tratta di esibizionismo, quindi di un comportamento mosso dal piacere di mostrarsi e non dalla ricerca di contatto sessuale con altri uomini.

Penso che la persona che le ha comunicato il proprio parere non fosse un nostro collega, ma un uomo che stava cercando di convincerla ad avere dei rapporti reali o virtuali con lui spingendola a pensare di essere gay e quindi potenzialmente disponibile ad accettare le sue proposte.

Del suo racconto credo che possa essere degno d'attenzione il fatto che a 27 anni non ha mai avuto rapporti fisici con una donna, e che cerca dei contatti tramite internet invece di mettersi in gioco nella realtà.
Si è chiesto come mai sta avvenendo questo?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentile Dott.ssa Massaro,

intanto la ringrazio per la risposta.
Mi chiede se ho mai riflettuto sul fatto di essere ancora vergine. Ebbene sì, ci ho pensato e molto. Il problema è che sono una persona timida e forse un po' chiusa a volte. Ho vissuto una vita per lo più normale ma segnata dalla solitudine in particolar modo facendo riferimento alle amicizie.

Quando incontro e conosco ragazze che ritengo essere carine e interessanti, non riesco mai ad andare oltre l'amicizia, da una parte perché probabilmente non so come far capire all'altra persona che io sono interessato, ma anche perché mi sento sempre troppo imbarazzato. Non so come superare questo problema, di sicuro sono stato una persona che ha creduto poco in se stessa fino a non molto tempo fa.

La mia autostima venne quasi del tutto azzerata durante il periodo del liceo, quando, proprio per la mia timidezza allora davvero eccessiva, divenni oggetto del divertimento degli altri ragazzi che iniziarono a prendermi in giro anche in maniera pesante (chiamandomi anche gay, senza averene un motivo). Offese che finirono per mortificarmi giorno per giorno. In quel periodo mi sono chiuso molto e le cose sono andate meglio solo quando ho iniziato l'Università. Più tardi ho scoperto che questo ha preso il nome di "bullismo".
Ovviamente di questo non ho mai detto una parola in famiglia perché ne ero troppo mortificato.

Comunque le ho raccontato anche questa cosa perché, riflettendo sulle mie mancate esperienze amorose, sono andato a risalire proprio a quel periodo, e forse i blocchi successivi derivano proprio da quel periodo che sarebbe invece dovuto servire ad aprirmi e non a chiudermi. Ovviamente è una mia ipotesi e non so se effettivamente i due fenomeni siano in qualche modo collegati.

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che abbia ragione:

"i blocchi successivi derivano proprio da quel periodo che sarebbe invece dovuto servire ad aprirmi e non a chiudermi".

Se è stato oggetto di bullismo e ha affrontato da solo quello che i compagni le facevano subire, rafforzando la sensazione di essere indifeso e impotente di fronte alle offese, la sua autostima ne ha sicuramente sofferto: possono essersi generate di conseguenza delle difficoltà che si è trascinato fino ad oggi, se non ha fatto nulla per porvi rimedio.

In quegli anni non ha mai avuto una ragazza? Immagino che la sua timidezza le sia stata d'ostacolo in questo anche prima che i compagni la prendessero di mira.
Se non ha fatto le nomali esperienze che permettono di conoscere sia sé stessi sia gli altri (compresi i coetanei dell'altro sesso) è comprensibile che si sia creato una vita sessuale "virtuale", che non la costringe a mettersi in gioco e a rischiare rifiuti, e che in quel contesto tenda a esibirsi come a mostrare che ha un suo valore e che anche lei può essere ammirato dagli altri.

Se i compagni che la vessavano erano principalmente o esclusivamente maschi è anzi possibile che questo esibizionismo diretto verso altri maschi, per quanto nato per caso, assolva ora ad una funzione compensatoria e riparativa rispetto alla mortificazione che dei maschi le hanno inferto in passato.
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Anche io, come la Collega, ipotizzo una certa tendenza all' esibizionismo.

La sua inesperienza, amplificata da timidezza ed insicurezza, sembra essere compensata dalla vita online.
Più che sulla sua presunta omosessualità, sposterei l' attenzione sulle sue difficoltà relazionali e sessuali, l' etere non può sostituire tatto e contatto
Le allego delle letture

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1518-sesso-e-rete.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/647-pornografia-dipendenza-senza-sostanza-e-calo-del-desiderio.html

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4462-foto-hot-ma-solo-per-pochi-minuti-amore-online-o-amore-offline.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Intanto ringrazio la dott.ssa Randone (le letture sono state tutte molto interessanti) e la dott.ssa Massaro.

La dott.ssa Massaro mi chiedeva se in quegli anni in cui ho subito episodi di bullismo fossi stato fidanzato. Effettivamente no, e come avevo lasciato intendere, ero troppo timido e la situazione che si era venuta a creare a scuola non mi ha affatto incoraggiato verso la direzione giusta.

Vorrei anche sottolineare che subito dopo le scuole superiori la situazione è migliorata, in quanto non ero più costretto a restare in classe con persone con le quali non volevo restare, quindi mi sono aperto molto di più agli altri.

Oggi devo dire di essere una persona riservata ma al tempo stesso abbastanza socievole da esser ritenuto simpatico da diverse persone, e questo lo devo anche perché ho cercato di lavorare sulla mia autostima rafforzandola.

C'è una questione sulla quale mi piacerebbe soffermarmi un secondo, perché ho notato che sia la dott.ssa Randone che la dott.ssa Massaro hanno parlato di utilizzo del "sesso/esibizionismo online" come sostituzione ai rapporti veri. Il fatto è che personalmente non ho mai pensato che il sesso online sia identico a quello reale, anzi, io il mostrarmi in webcam non lo ho mai considerato neanche sesso perché so che non c'è rapporto umano.

Inoltre, non so esattamente se sia corretto, nel mio caso, parlare di sostituzione dei rapporti reali con quelli virtuali perché io in realtà sento il desiderio di avere una ragazza, e non solo dal punto di vista sessuale, ma piuttosto dal punto di vista affettivo. Io non cerco di sostituire la vita reale con quella virtuale (che fino ad ora ho usato praticamente come sfogo, divertimento), ma forse non so proprio come piacere ad una donna, come approcciare nella maniera più corretta. Ogni volta finisco per diventare amico delle ragazze che mi piacciono anziché andare oltre.

Spesso mi sento in forte imbarazzo anche perché non voglio dire di essere vergine alla mia età, o peggio, di non aver mai avuto una fidanzata. E' una cosa che mi fa male ammettere e mi mette in forte imbarazzo quando qualcuno, come una ragazza, mi chiede "da quanto tempo non sei fidanzato?", e io spesso rispondo in maniera fuggente o con bugie.

Con questo voglio dire che forse non sto cercando di fuggire dalle relazioni reali... .
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Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Salve, ha provato a fare qualcosa per cercare di migliorare le sue relazioni con le donne ?

Cordialmente Dr.ssa Silvia Rotondi
www.silviarotondi.it
338-26 72 692

[#7]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Salve dott.ssa Rotondi,

non saprei. Lei a cosa si riferisce quando parla di provare a fare qualcosa per migliorare le relazioni con le donne?
[#8]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Salve, mi chiedevo se si e' attivato in qualche modo per superare la timidezza, ad esempio corsi, sport, lavoro, cura del corpo e della mente ecc...
[#9]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
In un certo senso sì.
Adesso lavoro facendo un tirocinio in un ambiente abbastanza giovanile, inoltre ho cercato di riflettere e di informarmi molto sulla mente e sull'autostima, proprio per megliorarmi in questo.
Per il resto non ho una vita sociale molto attiva sinceramente.

Lei pensa che per "attivarsi" in questo senso basterebbe partire da cose molto semplici?
[#10]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Io penso proprio di si, e credo che le cose semplici spesso sono le essenziali. Il tirocinio e' un contesto in cui puo' sicuramente sperimentarsi nelle relazioni con gli altri mettendo in gioco parti di se che sente poco espresse. Inoltre puo' prendere iniziative e allargare la sua rete sociale, iniziative che si confanno a lei.
[#11]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa Rotondi,

trovo la sua teoria molto interessante, anche perché se penso di dover stravolgere la mia vita, di sicuro non ci riesco, mentre se penso di dover fare passi semplici allora tutto può essere visto da una prospettiva diversa.

L'unica cosa che io stesso trovo strana, è che io non sono una persona asociale, ma per un motivo o per l'altro non riesco ad avere rapporti duraturi con gli altri (parlo di amicizie adesso).
Con le ragazza evidentemente, non so come approcciare correttamente per avere qualcosa di più, e spesso mi faccio prendere dall'imbarazzo che non aiuta affatto.

Il tirocinio mi ha messo in contatto con un nuovo gruppo di persone, e di questo ne sono contento perché ho sofferto di solitudine negli ultimi anni, specie dopo una delusione d'amicizia (che poi, riflettendoci, non è mai stata una vera amicizia). Ora ho capito che si vive anche se si è soli e che non ho il bisogno degli altri, però ecco... dal punto di vista sentimentale sì... qualcosa mi manca.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Un conto è essere "asociale", un altro possedere quelle abilità sociali di base che consentono di entrare in rapporto con gli altri e un altro conto ancora è riuscire a creare dei legami stabili di amicizia e di amore con altri.
Lei si trova a un livello intermedio perché quello che ha subito - innestandosi su un substrato di personalità introversa e insicura - ha probabilmente inibito la sua capacità di fidarsi degli altri e della possibilità che possano comprenderla e non deluderla.

Anche se il bullismo che ha subito risale ad alcuni anni fa gli effetti sono tuttora evidenti, come è normale che sia:
http://www.serviziodipsicologia.it/il-bullismo-modifica-il-dna/

In questo senso, come le dicevo, esibirsi via webcam di fronte ad altri maschi può rivestire un significato compensativo rispetto all'immagine di lei svalutata e umiliata che i bulli di un tempo le hanno inevitabilmente trasmesso.
Questo tipo di attività è compensatoria e anche sostitutiva rispetto alla sessualità vissuta dal vivo con un'altra persona, come le diceva anche la d.ssa Randone, perché la allontana dal contatto diretto con le possibili partner e le fornisce una gratificazione abbattendo la sua motivazione a cercarne altre.

Perché non approfondisce di persona tutto questo con un nostro collega? Data la complessità della situazione le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta di orientamento psicodinamico, perché ha diversi nodi da sciogliere relativi al suo passato.
[#13]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
"Ora ho capito che si vive anche se si è soli e che non ho il bisogno degli altri, però ecco... dal punto di vista sentimentale sì... qualcosa mi manca"

Noi tutti abbiamo bisogno degli altri: amici, conoscenti, parenti, panettiere, ecc...
Io penso che quello che lei esprime è un disagio a relazionarsi con gli altri perchè ne è stato deluso, chi sa quante volte e in quali contesti antichi e recenti.

Quando in altri post scrivevamo che si parte dalle cose piccole, vuol dire proprio aprirsi alla possibilità che esistano contesti diversi in cui lei può sperimentare se stesso e scoprire che esistono altri possibilità.

Ciò non toglie che può esserle utile un aiuto psicologico volto a sostenerla in questo percorso di scoperta e che talora può rivelarsi deludente, come le è successo con il suo amico, ma che può di certo fortificarla rispetto le delusioni .

Per ora ha imparato a proteggersi chiudendosi a riccio e questo le è stato funzionale, ma ci sono altre possibilità di essere con gli altri senza bisogno di aculei e di rinchiudersi in se stesso.


[#14]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Intanto ringrazio tutti per le risposte.

Mi soffermo su quanto detto nell'ultimo post dalla dott.ssa Rotondi.

E' vero, sono stato deluso più volte o forse sono stato io ad essere troppo concessivo, nel senso che, sul campo delle amicizie, mi sono reso conto di non averne mai avute di vere, e quando in qualche caso mi sono lasciato andare pensado che queste persone potessero essere dei "buoni amici", ne sono poi rimasto deluso e abbandonato con dei voltafaccia molto poco gradevoli.

Ho anche passato periodi difficili da solo, perché si dice che nei momenti del bisogno si vedono gli amici ed è stato proprio in quei momenti che ho realizzato di non avere nessuno vicino (neanche virtualmente) a parte i familiari.

Adesso sono stanco di rimanere deluso dagli altri, e non ci conto più di tanto sull' "amicizia" altrui. Tra l'altro, per me, il termine amicizia ha un grande valore, e non mi sento più di sciuparlo ulteriormente.
Con questo non voglio dire di chiudermi alla conoscenza degli altri, ma neanche mi impongo come obiettivo di conoscere gente.

Lei diceva giustamente:

"Per ora ha imparato a proteggersi chiudendosi a riccio e questo le è stato funzionale, ma ci sono altre possibilità di essere con gli altri senza bisogno di aculei e di rinchiudersi in se stesso", ma vede, io non credo di avere questi aculei. Chi mi conosce mi ritiene gentile, spesso sono io ad attaccare bottone con le persone che non conosco o conosco solo di vista.
Certo, ammetto anche di essere introverso e non molto disposto a parlare di me se non dopo aver conosciuto abbastanza l'interlocutore, e sono anche un tipo abbastanza silenzioso.

Detto questo, c'è anche la questione già trattata, delle relazioni con le donne. Come possono essere legate le varie delusioni in termini di amicizie (che lo ripeto... col senno di poi ho realizzato che non erano mai state amicizie vere), con le mancate relazioni sentimentali?

[#15]
Dr.ssa Silvia Rotondi Psicologo, Psicoterapeuta 117 6
Gentile ragazzo, lei vede l' amicizia e le relazioni sentimentali come due cose diverse ed effettivamente hanno sfumature e caratteristiche importanti da differenziarsi. Ma non vede che il sentimento verso gli amici o una ragazza parte da una sola persona: lei ! E' la sua fiducia, disponibilità ad aprirsi senza prima capire l' altro ad essere cambiata nel tempo.
E' sempre lei che si relaziona agli altri qualunque essi siano, lei con i suoi punti forza e debolezza, che sono sempre gli stessi non cambiano se cambia persone.

Il riccio e' un animale non aggressivo, quando ha paura si chiude, e non permette che gli altri si avvicinino, gli aculei posso essere la sua sfiducia verso l' altro, il suo bisogno di capire prima di lasciarsi avvicinare.



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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Come possono essere legate le varie delusioni in termini di amicizie (che lo ripeto... col senno di poi ho realizzato che non erano mai state amicizie vere), con le mancate relazioni sentimentali?"

Gli elementi in comune sono la sua mancanza di autostima e di fiducia negli altri, che in parte erano già presenti prima che fosse oggetto di bullismo e in parte sono state rafforzate da tutto quello che ha subito.
Pensare di non valere molto, di non poter essere capito, di non potersi aprire con un'altra persona (amico o partner che sia), se non rischiando di essere ferito e deluso, ostacolano la creazione di legami significativi e l'hanno portata a investire in rapporti deludenti che hanno confermato queste sue aspettative.

E' poi sicuramente presente - come in tutti i casi simili al suo - un'importante componente familiare costituita sia dall'insieme di insegnamenti espliciti e impliciti che ha assorbito in famiglia sul conto di lei stesso e degli altri, sia dal mancato supporto alla sua autostima e dal mancato sostegno a fronte delle difficoltà con gli altri da parte dei suoi genitori.
Il rapporto che ha avuto con loro soprattutto nella prima infanzia ha gettato le basi per la creazione dei futuri legami di attaccamento con altre persone significative e dalla sua mancanza di sicurezza in sè stesso e di fiducia negli altri si può dedurre che ci siano state delle difficoltà in tale rapporto.

Come capirà, si tratta di una serie di questioni che devono essere approfondite di persona con un nostro collega perchè da qui possiamo fare solo delle ipotesi che le permettono di intuire i motivi del suo disagio, ma non di risolvere il problema.
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dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Gentile dott.ssa Rotondi,
lei diceva: "non vede che il sentimento verso gli amici o una ragazza parte da una sola persona: lei ! E' la sua fiducia, disponibilità ad aprirsi senza prima capire l' altro ad essere cambiata nel tempo."

E se il problema è stato l'eccesso di fiducia?