Ansia, paura fobia

Dopo aver subito delle minacce, da alcuni stranieri dell'est, io, quando vengo a contatto, vedo o so che una determinata persona appartiene a quel popolo mi impaurisco.

Ormai sono passati mesi, ma vivo sempre con una leggera ansia che mi tromenta nella vita quotidiana.
Spesso basta un solo sguardo e penso: ECCO! lui ce l'ha con me!

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

potrebbe trattarsi di una condizione di stress post traumatico, caratterizzato dal fatto che tutto ciò che le ricorda quell'episodio le mette paura.

Se ritiene che tale condizione stia invalidando la sua vita quotidiana, sarebbe utile rivolgersi ad un collega della sua zona per una valutazione.

Non ci dice nulla della sua vita. Come sono le sue relazioni sociali ed affettive?
Prima di questo episodio come andavano le cose?

Cosa fa nella vita? Studia? Lavora?

Restiamo in ascolto

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Io nellla vita lavoro, faccio l'agente di polizia, le minaccie sono dovute purtroppo all'esercizio delle mie funzioni,

nella vita quotidiana preciso che lavoro a 30 km da casa non ho grossi problemi di relazione con la società sono molto ben voluto da moltissime persone. tuttavia se vengo a contatto con qualcuno di quel'etnia mi sento a disagio.

da questo episodio la mia vita è cambiata nel senso che sono sempre più sull'attenti, vado al lavoro con un po' di paura e specialmente se mi capita di passare in determinate zone della città frequentate da queste persone di etnia straniera sono turbato, se posso le evito.
Prima ci andavo serenom, tranquillo, facevo il mio turno e andavo a casa.
Inoltre spesso mi sono trovato in situazioni ben peggiori di questo episodio di minaccia che mi ha turbato particolarmente, mentre le altre mi sono scivolate più addosso.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro Utente,

visto che il suo lavoro la porta quotidianamente a contatto con lo "stimolo ansiogeno" causa del suo disagio, è comprensibile che sia più difficile superare l'accaduto.

E' come se una persona vittima di un terremoto, che vive situazioni ansiogene ogni volta che ripensa a quei momenti, fosse costretta a rivivere quotidianamente le stesse esperienze traumatiche o a venirne a contatto.

Il processo di naturale "presa di distanza emotiva" dall'evento è qualcosa che può protrarsi maggiormente nel tempo.
Spesso, la possibilità di condividere con gli altri le emozioni legate all’esperienza traumatica, può aiutare ad elaborare il vissuto.
Lei ha avuto la possibilità di elaborare la sua esperienza con qualcuno?

Tuttavia, se dopo un ragionevole periodo di tempo, si sente invalidato nell'esercizio delle sue funzioni, credo sia opportuno rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta, preferibimente esperto in psicologia dell'emergenza.

Nel corpo di cui fa parte, non esiste un supporto specialistico per tali casi?

Il fatto che in precedenti situazioni non aveva mai avuto problemi di sorta non è, di per sè, significativo; l'episodio che descrive può avere significati individuali, legati al momento, alle caratteristiche dell'evento, delle persone coinvolte, etc., che andrebbero, però, indagati attraverso un consulto de visu.

Restiamo in ascolto.

Un caro saluto
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