La mia famiglia è tutt'altro che amorevolead esempio quando porto buoni voti

E' ormai 1 anno che sembra vada tutto per il verso sbagliato:mi sento escluso da tutti,prob. economici e di salute come se non bastasse anche confusione riguardo l'orientamento sessuale. Questo settembre è morto mio nonno con cui vivevo da sempre e che aveva avuto diverse ischemie celebrali. Con lui ho sempre avuto un rapporto un po' particolare, io per lui ero una sorta di amico-badante. Vivere con lui non è stato semplice: andava in crisi urlava, la notte non dormiva e aveva perso la sua autonomia. Lo stress era tanto, ma con la sua morte le cose sono precipitate. La situazione economica da precaria è passata a disastrosa, lo stress a casa è aumentato ormai si litiga sempre e per ogni banalità. Io ogni volta che torno da scuola attendo sempre qualche secondo prima di bussare la porta e mi domando"non sarebbe meglio fuggire?sono solo qui e sono solo fuori, cosa mi spinge a rimanere?" Il mio rapporto con la mia famiglia è tutt'altro che amorevolead esempio quando porto buoni voti(ho la media del 7.5 circa ad un liceo scientifico) non capita mai che si congratulino con me mentre quelle volte che porto un cattivo voto vengo assalito e preso in giro a partire da mio fratello che sembra non attenda altro che vedermi fallire per rivendicare la sua"superiorità"termine che usa spesso.Il mio rapporto con i coetanei è anche peggio. Già dalle elementari mi trattavano come diverso solo perchè studiavo(nessuno dei miei compagni di classe delle elementari è riuscito a proseguire la scuola), alle medie la situazione sembrava migliorata, ma al liceo mi è crollato il mondo addosso Nella mia classe sono tutti ricchi vanno in palestra e sono popolari, popolarità che nel mondo adolescenziale risulta indispensabile e io rappresento lo sfigato povero da evitare. Più volte ho cercato di integrarmi senza mai riuscirsi tra me e loro c'è sempre stato come una barriera questi fallimenti mi hanno portato ad atteggiamenti diffidenti aggressivi e stupidi come ubriacarsi in gita. L'unico risultato è che ora ho allontanato anche quei 3/4 amici che avevo, in particolare una amica con cui c'era sintonia e che ora non mi parla perchè non vede più in me l'amico che aveva conosciuto. Ad incrementare la sensazione di esclusione c'è stato un problema di salute(risolto)che mi impediva di fare il minimo sforzo facendomi sentire un invalido e che mi ha portato a prendere tanti medicinali con ulteriore danno economico. Infine ho una sorta di dipendenza da masturbazione(almeno 2 volte a giorno, ho fantasie di ogni tipo soprattutto violente e ultimamente gay), che mi hanno portato allo schifo per la sessualità ormai non provo una reale eccitazione,la masturbazione è diventata una cosa meccanica. Non so cosa fare passo le giornate in attesa che finiscano, scrivendo poesie che terminano spesso con un invocazione al suicidio che ultimamente ricorre spesso tra i miei pensieri,ho smesso di studiare come prima, vorrei che accadesse qualcosa che cambiasse lo scorrere impietoso di questo strazio
[#1]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazzo,
sembra che la sua situazione sia problematica su molti fronti, anche se l'elemento comune appaiono le difficoltà relazionali.
Credo che per poter essere amato ed accettato dagli altri in primis bisognerebbe amare noi stessi. Dal suo racconto sembra credere a quello che i suoi compagni le dicono per ferirla.
Penso che da qui sia difficile darle dei consigli, penso che dovrebbe rivolgersi ad uno psicologo di persona.
Le allego un link:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1788-la-famiglia-dell-adolescente-quali-caratteristiche-generali.html
Fa riferimento alle caratteristiche che assume la famiglia nel periodo adolescenziale.
Spero possa esserle utile.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

quanto anni hai? Oltre ai compagni di scuola, non hai modo di frequentare altri?
Non hai provato a studiare il pomeriggio con qualcuno, dal momento che mi pare di capire tu sia molto bravo e studioso? Magari potresti avvicinarti agli altri e vedere e apprendere anche modalità completamente diverse di stare nella vita.
Soprattutto sarebbe importante capire meglio il tuo disagio perché -entro certi limiti- potrebbe essere un disagio adolescenziale comunque da ascoltare, ma non vorrei che ci fossero alcuni comportamenti che poi potrebbero cronicizzarsi e diventare dei modi di essere tuoi e che ti allontanano dagli altri.
Mi incuriosisce ciò che scrivi riguardo alle relazioni: che cosa succede quando ti avvicini agli altri?
Il corpo inoltre è centrale per l'adolescente: a quando risalgono questi problemi di salute?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ho 18 anni, rivolgermi ad uno specialista di persona è impossibile per motivi economici.Il problema di salute risale a marzo.È vero tendo a dare troppa importanza agli altri:quando ti senti escluso risulta difficile volersi bene,finisco spesso per giustificarli autocolpevolizzandomi. Con quei 3/4 amici mi trovavo in sintonia ma adesso anche con loro spesso finisco con l' isolarmi limitandomi ad ascoltare oppure (accade soprattutto con quelli di classe ) tendo ad essere eccessivamente cinico e a volte offensivo alla prima provocazione, ma ciò che caratterizza il mio stare con gli altri è lo stato di disagio in cui mi ritrovo che si manifesta anche fisicamente con agitazione o irrigidimento. Ho modo di frequentare altri al di fuori della classe (fortunatamente) ad esempio il sabato e mi trovavo benissimo fino a quando la mia amica che ho accennato nel testo che è tra quelli del sabato (l' unica della classe che frequento fuori ambito scolastico) non ha cominciato ad evitarmi, ora anche il sabato spesso ho momenti in cui non so cosa fare o dire e mi isolo (con loro non ho mai avuto un atteggiamento aggressivo perché non mi hanno mai provocato).